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  • La donna giapponese oggi
  • Svegliatevi! 1979
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  • Il suo passato aiuta a capirla
  • I problemi che incontra
  • Quando diventa cristiana
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Altro
Svegliatevi! 1979
g79 22/9 pp. 16-20

La donna giapponese oggi

Dal nostro corrispondente di “Svegliatevi!” in Giappone

PER SECOLI la donna giapponese è stata agli occhi degli osservatori occidentali un modello di grazia, bellezza e sottomissione. Nei paesi stranieri essa è raffigurata come una moglie-serva, modesta, silenziosa e in chimono. È questo un quadro completo? Come se la cava nel mondo moderno?

In Giappone la definizione tradizionale di donna è ryosai kembo (moglie brava, madre saggia), e oggi è ancora l’ideale. La stragrande maggioranza delle donne giapponesi mostrano di poter trovare la felicità e un senso di appagamento in questo ruolo. Ma specie dalla seconda guerra mondiale, la condizione della donna nella società giapponese è andata cambiando.

Oggi la donna aggraziata in chimono esiste ancora, ma accanto a lei c’è la donna in blue jeans, o forse in pantaloncini e stivali. La giovane donna brillante che porta il tailleur pantalone e chiama il taxi può essere nello stesso tempo la giovane aggraziata in chimono che una volta la settimana assiste alla lezione di ocha (cerimonia del tè). Questa donna moderna manifesta ancora, nella maggior parte dei casi, le ammirevoli qualità delle sue antenate, come modestia e pazienza. Tuttavia è più portata a dire il suo parere, e il suo futuro dipende da lei molto più di quanto non accadesse al tempo delle nonne. Sebbene possa esserle trovato un marito, sarà lei a dire l’ultima parola in merito a chi sposerà. La donna moderna si fa un’istruzione, ama leggere, considera importante migliorarsi e coltiva le sue inclinazioni artistiche. La sua educazione, più severa di quella dei suoi fratelli, l’aiuta a sviluppare la personalità e il senso del dovere che si attendono da lei come futura moglie e madre.

Essa esercita peso anche nell’economia. Secondo una recente notizia governativa, più di 20 milioni di donne fanno parte della forza lavorativa, costituendo quasi il 40 per cento del totale. Svolgono vari lavori, sono particolarmente attive nel campo dell’istruzione e rappresentano più del 50 per cento della forza lavorativa agricola.

Che la sua sorte stia cambiando è ben illustrato dal commento di Edwin Reischauer, che ha risieduto per molto tempo in Giappone. Nel suo libro The Japanese scrive: “Ricordo benissimo che negli anni venti la moglie, per strada, camminava probabilmente un passo più indietro del marito, per rispetto, e carica di fagotti e bambini, mentre lui camminava avanti tutto tronfio. Col passar degli anni ho visto la moglie raggiungere il marito, tanto che ora essa cammina al suo fianco e bambini e fagotti spesso li porta lui”.

Tuttavia le donne non sono entrate nel mondo dei grossi affari e, salvo poche eccezioni, non fanno vita mondana insieme al marito. Sebbene in alcune famiglie moderne questa situazione stia cambiando, marito e moglie spesso conducono una vita quasi separata, facendosi poca o nessuna compagnia.

Il suo passato aiuta a capirla

Si dice che in origine il Giappone fosse un matriarcato, ma nel corso dei secoli vari cambiamenti sociali abbassarono drasticamente la posizione della donna. Fatto interessante, la religione e la filosofia importate dai paesi stranieri contribuirono in notevole grado ad abbassare la sua posizione. Le sette buddiste divenute popolari in Giappone insegnavano che la donna era cattiva per natura, non poteva conseguire i cinque stadi della consapevolezza spirituale e poteva ottenere la salvezza solo rinascendo come uomo. Poi, quando il confucianesimo ebbe il sopravvento nella società, fu insegnato che le donne erano parassiti sociali, intellettualmente e moralmente inferiori all’uomo. In Onna Daigaku (Istruzione superiore per la donna) scritto per istruire le donne, l’erudito confuciano Kaibara Ekken scrive: “È così stupida da essere costretta, in ogni piccola cosa, a diffidare di sé e ubbidire al marito”. Condizionata da questi concetti, la donna si considerava inferiore. Perciò il contegno riservato e schivo della donna giapponese si accentuò. Quando prese piede il feudalesimo, la sua posizione peggiorò. Perse tutti i diritti legali e verso il XVII secolo fu completamente soggiogata all’uomo.

Il matrimonio, non essendo basato sull’amore coniugale o su un concetto religioso ma su relazioni socio-economiche, non richiedeva di amare la moglie. Era semplicemente un mezzo per perpetuare la famiglia. Molte volte era sotto la diretta sorveglianza di un’aspra suocera e non aveva diritti legali o personali. Il suo posto era la casa e doveva rinunciare anche alle funzioni religiose. Era una madre che si sacrificava e riversava tutto il suo affetto sui figli. Traeva conforto dall’amore col quale ne era contraccambiata.

In questo ambiente, le donne lavoravano duramente nella casa per accontentare gli uomini e facevano tutto quanto si chiedeva loro senza lamentarsi. Una donna che ricevette una simile educazione è così descritta dalla figlia: “È intelligente, modesta, altruista e pensa sempre agli altri familiari. Fa molta attenzione ai suoi modi e tutti quelli che la conoscono restano colpiti dalla sua grazia e dignità. . . . Si alza per prima e va a letto dopo tutti gli altri familiari. Non si è mai concessa il lusso di starsene a letto una domenica mattina, e l’unica volta che rimane a letto è quando è malata. . . . Sopportazione e ritegno sono i suoi massimi ideali. Mi dice: ‘Una donna dovrebbe coltivare la qualità della sopportazione più di ogni altra cosa. Se impari a sopportare in qualsiasi circostanza, otterrai la felicità’”.

Ciò nonostante, le donne non avevano un’opinione di sé interamente negativa ma, piuttosto, erano fiere della propria capacità di sopportare le avversità. Impararono a governare con efficienza una casa, acquistarono la facoltà di resistere alle avversità e svilupparono una forza di carattere uguagliata di rado nel mondo odierno.

Alla fine del XIX secolo la Rivoluzione Industriale aveva portato la donna fuori di casa introducendola nel mondo del lavoro. In seguito, allo scoppio della guerra, le donne si assunsero un numero sempre crescente di compiti di pertinenza dei capifamiglia assenti, e nel 1941 molte provvedevano regolarmente al mantenimento della famiglia senza dipendere da altri. Alla fine della seconda guerra mondiale, le donne avevano ottenuto l’uguaglianza per legge. All’improvviso fu dichiarata la parità fra uomo e donna sotto ogni aspetto, e alla donna furono concessi il diritto di voto, uguali opportunità di farsi un’istruzione e le fu fatta giustizia in ogni campo.

È interessante notare che, nonostante tutta la libertà ottenuta, la donna giapponese preferiva ancora restare nell’ombra ed essere l’“ideale” moglie brava e madre saggia. Oggi, pur esercitando i suoi diritti di votare e farsi un’istruzione, spesso più degli uomini, preferisce per lo più una posizione sociale poco appariscente e non compete con l’uomo. Non si scusa d’essere una casalinga, ma apprezza il suo ruolo diverso. Questo ruolo non è stato sfidato qui come in Occidente. In Giappone la brava massaia è rispettata. La giovane donna non vede l’ora di sposarsi e si prepara per il matrimonio seguendo corsi di arte culinaria e per disporre i fiori al fine di diventare una moglie migliore e più attraente. Sebbene lavori fino a che si sposa e ricominci quando i figli vanno a scuola, è nella casa che si realizza.

I problemi che incontra

L’odierna moglie giapponese si preoccupa molto del benessere della famiglia, il che le procura ansietà. Questa è una delle sue principali lagnanze. Inoltre, in Giappone è raro trovare un padre che eserciti l’autorità in famiglia, e questo favorisce la delinquenza minorile. Dato che molte volte la disciplina è lasciata interamente alla madre permissiva o che lavora, l’educazione dei figli è un campo circa il quale essa chiede spesso consigli.

Un’altra cosa che dà adito a problemi è che sebbene l’assioma della moglie brava e madre saggia sia ancora valido, l’applicazione di questo principio è cambiata drasticamente. Mentre in passato la madre saggia dava buoni consigli ai figli ed era una compagna affettuosa per loro, oggi la “madre brava” è in molti casi quella che lavora per provvedere alla famiglia più cose materiali o che spinge i figli a frequentare le scuole migliori per fare carriera nel mondo. Nel suo cuore desidera adempiere il proprio ruolo di “madre saggia”, ma le realtà di una società materialistica vanificano i suoi sforzi.

Quando diventa cristiana

In molti casi l’indole mite della donna giapponese le permette di accettare facilmente la Bibbia come guida. E in tal caso, i vantaggi che ne trae sono molteplici.

Se una coppia di sposi diventano cristiani insieme, il loro matrimonio si baserà quindi sull’amore. La Bibbia consiglia ai mariti di amare la moglie come il proprio corpo e di averne tenera cura e questo contribuisce molto a creare un’atmosfera piacevole nella casa. Inoltre, la moglie non servirà più il marito per dovere, ma per amore. Sarà ricompensata per le sue fatiche dalle parole di gratitudine che egli le dirà. (Prov. 31:28, 31) Siccome egli impara che essendo il capo di casa ha la responsabilità di dirigerla, la donna è in gran misura sollevata dal peso di prendere importanti decisioni. Inoltre, i coniugi si fanno compagnia, poiché la Bibbia incoraggia un buon dialogo fra marito e moglie.

Anche nei casi dove solo la donna studia la Bibbia, i vantaggi che essa ne trae sono numerosi. Nubile o sposata, impara che non è una creatura inferiore, ma una creatura che ha valore agli occhi di Dio. Riconosce il marito come capo di casa. Anche se il marito non è cristiano, essa si sforza di includerlo nelle attività familiari, e in parecchi casi i suoi sforzi hanno dato frutto perché il marito si è maggiormente avvicinato alla famiglia e, in seguito, ha anche cominciato a studiare la Bibbia. Chiedendo consiglio al marito mostra sottomissione e rispetto come si addice a una donna cristiana e così diventa più attraente agli occhi di lui.

In quanto alle relazioni familiari e personali, l’esperienza di una giovane sposata da poco che viveva con la suocera è una prova dei vantaggi che si hanno. Questa giovane accettò uno studio biblico e, desiderando essere più vicina alla suocera, la invitò ad assistere allo studio. La suocera accettò, non volendo che la giovane fosse sviata da una nuova religione. In seguito entrambe compresero che la Bibbia insegna la verità e collaborarono per mettere la famiglia in armonia con i principi biblici. Nei primi anni il marito non si interessò ma si vantava con gli amici dei buoni rapporti esistenti fra sua moglie e sua madre. Recentemente, colpito dall’ottima condotta dei figli educati secondo la Bibbia, anch’egli ha cominciato a studiare.

Inoltre, associandosi alla congregazione cristiana, anche vecchie signore timide e schive imparano a comportarsi con disinvoltura nella società e trovano il modo di esprimersi in una calorosa atmosfera di tipo familiare.

Come si può vedere, oggi la donna giapponese non corrisponde al tipo tradizionale passivo. Adempie un ruolo complesso in una società mutevole. È vero che i modelli di vita in città e in campagna differiscono in notevole misura e bisogna ammettere che le vecchie tendenze sono profondamente radicate e molti considerano ancora inferiori le donne. Tuttavia, le donne giapponesi sono fiere del proprio ruolo di mogli e madri e conservano il fascino femminile e la modestia che le hanno portate all’attenzione del mondo.

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