BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g80 22/5 pp. 16-19
  • Giovanni Paolo II in azione: Riuscirà a unire la sua chiesa divisa?

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Giovanni Paolo II in azione: Riuscirà a unire la sua chiesa divisa?
  • Svegliatevi! 1980
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La Chiesa è in crisi
  • ‘Profondamente commosse’: In che senso?
  • Perché non danno retta al papa
  • Controllo delle nascite
  • Celibato
  • Unione o divisione?
  • La Chiesa farà ciò che il papa ha detto?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
  • I viaggi del papa: Perché sono necessari?
    Svegliatevi! 1984
  • La controversia del controllo delle nascite divide la Chiesa
    Svegliatevi! 1970
  • Il papa: Perché è così popolare?
    Svegliatevi! 1984
Altro
Svegliatevi! 1980
g80 22/5 pp. 16-19

Giovanni Paolo II in azione: Riuscirà a unire la sua chiesa divisa?

NON c’è mai stato un papa che abbia viaggiato tanto in un così breve periodo di tempo. Messico, Polonia, Irlanda, Stati Uniti: Giovanni Paolo II li ha visitati tutti entro il primo anno dalla sua elezione avvenuta il 16 ottobre 1978.

A giudicare dall’entusiastica accoglienza che egli ha ricevuto in ogni paese, si potrebbe concludere che la Chiesa Cattolica navighi sulla cresta dell’onda. In Polonia, sua patria, ha ricevuto un’accoglienza speciale. Circa metà dei 35 milioni di abitanti del paese lo hanno visto, a quanto si dice, durante la visita dello scorso giugno.

Tale interesse per Giovanni Paolo II è forse indice di una Chiesa Cattolica forte, o di qualche altra cosa? Che effetto hanno avuto le sue visite sulle popolazioni?

La Chiesa è in crisi

Anziché essere forte e navigare sulla cresta dell’onda, la Chiesa Cattolica attraversa momenti difficili. “La nostra chiesa”, ha scritto il teologo americano Edward J. Foye, “è in una condizione pericolosa e insana”. (National Catholic Reporter, 19 ott. 1979) “Siamo tutti angosciati”, ha detto monsignor John Tracy Ellis, decano degli storici cattolici americani. “Non c’è seminario che non sia diviso fra la destra e la sinistra e lo status quo”.

Solo negli Stati Uniti, dalla metà degli anni sessanta circa 10.000 sacerdoti hanno abbandonato il sacerdozio, e pochi scelgono ora il sacerdozio come professione. Nel 1965 c’erano 49.000 seminaristi negli U.S.A.; nel 1978, solo 11.200. Fra le suore la situazione è anche peggiore. Nel 1966 ce n’erano 181.421, ma il numero è calato di oltre 50.000. Le scuole cattoliche negli U.S.A. chiudono in ragione di quasi una la settimana per mancanza di suore.

In altri paesi visitati dal papa la situazione è forse anche più critica. Parlando del viaggio in Messico nel gennaio dell’anno scorso, il Times di New York osservava:

“Papa Giovanni Paolo II arriverà in Messico questa settimana con una delicata missione: prevenire un’aperta spaccatura fra l’ala conservatrice e quella progressista della Chiesa Cattolica Romana nell’America Latina. . . .

“La sua decisione di recarsi nel Messico rispecchia la gravità della situazione . . . Dal 1968, la chiesa latino-americana si è profondamente impegnata nella politica, e i sacerdoti progressisti si ribellano alla disciplina tradizionale dei loro vescovi”.

‘Profondamente commosse’: In che senso?

Durante la visita del papa nei loro paesi, i telecronisti hanno detto che le folle erano ‘profondamente commosse’. Ma in che senso? Il direttore dell’Observer di Londra, Conor Cruise O’Brien, ha scritto:

“Se vedessi una qualsiasi indicazione che la gente, dopo aver visto e osservato il papa, si comporta meglio, penserei che era davvero ‘profondamente commossa’, e mi rallegrerei . . . Purtroppo, non vedo assolutamente nessun segno di un tale miglioramento. . . .

“Il papa ha condannato la violenza, ripetutamente e in termini vigorosi. L’Esercito Repubblicano Irlandese [cattolico] ha quindi tenuto una conferenza stampa in cui ha annunciato la sua intenzione di andare avanti come al solito”.

Sei giorni dopo che Giovanni Paolo II aveva rivolto ai cattolici irlandesi l’appello di ‘rinunciare alla violenza e tornare alle vie della pace’, i terroristi hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco un protestante 38enne che lavorava nel porto. Evidentemente per vendicarsi, il giorno dopo i protestanti hanno ucciso un cattolico. “E così va avanti, proprio come sapevamo che sarebbe accaduto”, ha detto un parroco irlandese.

Nondimeno, le folle si sono visibilmente commosse alla presenza del papa. Ma si sono commosse come accade per la presenza di un famoso divo del cinema o uomo politico. In effetti, il papa arrivava con la pompa e il fasto di un membro di una famiglia reale: uno spettacolo da non perdere!

L’esperienza del papa come attore gli è stata ovviamente utile nei suoi contatti con la folla. Prima di intraprendere il sacerdozio aveva fatto tournées in Polonia con una compagnia teatrale. Baciando il suolo al suo arrivo, scherzando e cantando con le persone nelle loro rispettive lingue, baciando i bambini e afferrando le mani che gli porgevano, il papa è diventato subito una figura popolare nei paesi da lui visitati. La rivista Time ha fatto notare che ha mostrato d’avere “l’abile mano di un politico tale che avrebbe fatto vergognare Lyndon Johnson”, il defunto presidente americano.

Ma nonostante la popolarità personale del papa, U.S. Catholic del novembre 1979 faceva notare quanto segue: “Non ascoltiamo neppure, tanto meno mettiamo in pratica nella nostra vita quello che dice”. Perché no?

Perché non danno retta al papa

Le ragioni sono molteplici. Una fondamentale è la perdita di credibilità. Un cattolico di Filadelfia ha detto della visita di Giovanni Paolo II nella sua città:

“Ha percorso l’itinerario prestabilito protetto dai fucili di centinaia di poliziotti, ha camminato sul tappeto rosso fino alla cima del palco da 200.000 dollari circondato dai Cavalieri di Colombo in divisa militare. Più tardi ha pranzato in uno dei più lussuosi palazzi della nostra città, la residenza del cardinale, ha accettato tesori d’arte di inestimabile valore da Cesare e quindi ha chiesto ai seminaristi di S. Carlo Borromeo di mantenere pura la Parola di Dio. . . .

“Poi quest’uomo felice, amichevole e gentile che ha fatto leva sui nostri sentimenti è tornato a Roma a Castel Gandolfo, nel tempio di S. Pietro, alle sue guardie svizzere e in una biblioteca e in un museo pieni di tesori d’arte d’inestimabile valore. . . .

“Ci ha parlato della maggiore responsabilità che hanno le nazioni ricche di ridistribuire la loro ricchezza ai poveri. Questa responsabilità non si estende anche al Vaticano?” — “National Catholic Reporter”, 26 ott. 1979.

Esprimendo senz’altro il pensiero di molti cattolici, Virginia M. Rickmeier di Chicago ha detto: “Sarebbe più facile ascoltare il papa, particolarmente quando parla di ‘cose mondane’, se praticasse quello che predica. È un po’ difficile per una famiglia, che lotta per far fronte alle spese quotidiane, pensar di dare ai poveri quando il papa vive nel fasto. Quanti laici possono vantar d’avere una residenza estiva? . . . Come si può veramente paragonare il papato d’oggi con tutta la sua pompa all’umile, eppure forte e venerabile San Pietro?” — U.S. Catholic, novembre 1979.

Che contrasto tra lo sfarzoso tenore di vita dei capi cattolici e quello di Cristo e degli apostoli! Ma non è per questa contraddizione che la maggioranza dei cattolici non dà retta al papa.

Controllo delle nascite

Forse la ragione principale per cui non danno ascolto al papa è il suo punto di vista sul controllo delle nascite. Uno ha detto: “Quando si crede che il papa abbia torto marcio su una questione, come sull’‘Humanae Vitae’, è difficile tenere in molta considerazione le altre sue dichiarazioni”.

Circa 50 anni fa papa Pio XI asserì in una dichiarazione ufficiale che “chi pratica il [controllo artificiale delle nascite] si rende colpevole di un grande peccato”. Papa Paolo VI non volle mettere in dubbio la dottrina ecclesiastica dell’infallibilità del papa. Così nel 1968 emise la sua famosa enciclica Humanae Vitae (Sulla vita umana) in cui affermò che per i cattolici “qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita”.

La maggioranza dei cattolici sperava che Giovanni Paolo II cambiasse questa presa di posizione. Un sondaggio pubblicato alla vigilia della sua visita negli Stati Uniti mostrava che il 66 per cento voleva che approvasse i metodi artificiali per il controllo delle nascite. Ma cos’è accaduto? Il 5 ottobre il papa disse a un’assemblea di vescovi statunitensi tenuta a Chicago:

“Giustamente parlate contro l’ideologia della contraccezione e contro gli atti della contraccezione, conforme all’enciclica Humanae Vitae. E con la stessa convinzione di Paolo VI io stesso oggi ratifico l’insegnamento di questa enciclica, che fu emanata dal mio predecessore ‘in virtù del mandato affidatoci da Cristo’”.

Tuttavia sono relativamente poche le coppie cattoliche che sono d’accordo col papa. E dato che anche molti sacerdoti non sono d’accordo, le sue direttive non vengono ascoltate. “Chi è il papa da venire nella mia camera da letto?” chiese una madre cattolica anni fa. “Mi pare che sia esclusivamente una questione di coscienza”.

Giovanni Paolo II avrebbe fatto bene a dare ascolto al consiglio dell’apostolo Paolo in Primo Corinti 4:6, reso come segue nella versione cattolica della Bibbia a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma: “Affinché in noi impariate quel detto: ‘Non oltre a ciò che sta scritto’”. Andando oltre ciò che sta scritto nella Parola di Dio il papa ha accentuato l’enorme dissenso e divisione esistenti nella sua Chiesa.

Celibato

Il decreto della Chiesa, decreto che esiste da lungo tempo, che vieta ai membri del clero di sposarsi ha indotto molti a volgere un orecchio sordo al papa. Dagli anni sessanta letteralmente centinaia di migliaia di preti e suore si sono spogliati, soprattutto a motivo di questo decreto. Tuttavia il 4 ottobre, a Filadelfia, Giovanni Paolo II ribadì che i sacerdoti dovevano rimanere celibi.

Tuttavia, le Scritture non lo insegnano. La Bibbia mostra che anche l’apostolo Pietro e altri apostoli di Cristo erano sposati. Il giorno seguente, il 5 ottobre, il giornalista cattolico Gary Willis menzionò questo fatto nel Sun-Times di Chicago, citando Marco 1:29-31 e I Corinti 9:5. Poi chiese perché la Chiesa ha nascosto l’esistenza della moglie di Pietro e spiegò:

“La risposta, naturalmente, è che i sacerdoti celibi hanno cercato di ignorare l’evidenza scritturale che l’apostolo Pietro era sposato. Hanno supposto o asserito che solo i sacerdoti celibi siano meritevoli, definendo così immeritevole il sacerdozio di Pietro. La norma apostolica è negata . . .

“Trovo strano che papa Giovanni Paolo, in viaggio come successore di Pietro, dia risalto in America all’importanza dei sacerdoti celibi quando Roma dà sempre risalto all’importanza di S. Pietro fra gli apostoli, sebbene egli esercitasse tale apostolato in compagnia di sua moglie”.

Pertanto, sentendosi ingiustamente costretti a sottostare a una legge umana, molti preti e suore si sono spogliati. Alcuni hanno abbandonato del tutto la Chiesa Cattolica; saranno stati senz’altro più che mai decisi a farlo dopo avere scoperto l’avvertimento della Bibbia: “Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche. . . . Costoro vieteranno il matrimonio”. — I Tim. 4:1-3, versione cattolica della C.E.I.

Unione o divisione?

Naturalmente, il papa sperava di sanare e unire la Chiesa con le sue visite. Ma pare sia accaduto l’opposto. “Stavamo cominciando a parlarci e a sanare le ferite degli anni sessanta”, ha detto monsignor John E. Egan di Notre Dame. “Stavamo ricominciando ad ascoltare, a sentire le opinioni degli altri. Ora le ferite si sono riaperte. Mentre siamo tutti concordi nella nostra ammirazione per il papa, ancora una volta siamo divisi in merito ai problemi della chiesa”.

Ma non sono semplicemente le idee del papa sugli insegnamenti religiosi a causare divisione e preoccupazione. Un esempio calzante è il modo in cui ha risolto lo scandalo in cui è stato implicato il suo amico, il sacerdote polacco Michael M. Zembrzuski, come riportava il National Catholic Reporter del 21 settembre 1979. Zembrzuski dirigeva l’ordine religioso monastico dei padri paolini (Ordine di S. Paolo, il primo eremita) negli Stati Uniti. Ma infrangendo il voto di povertà, Zembrzuski si diede sfacciatamente agli affari, dilapidando, si afferma, milioni di dollari offerti in beneficenza.

Il vescovo George H. Guilfoyle e Paul M. Boyle, allora capo dei padri passionisti di Chicago, furono incaricati dell’indagine dal Vaticano. Nel corso dell’inchiesta, che per la sua complessità è durata anni, hanno appurato che il modo di vivere di Zembrzuski era “immorale”, “ingannevole” e dava “scandalo”. Fra l’altro, hanno scritto:

“Padre Zembrzuski era un anfitrione munifico, e ha speso enormi somme per sé e per gli amici. La sua amicizia con una donna, a cui ha provveduto un generoso mantenimento coi fondi del monastero, ha fatto sorgere molte voci e accuse”.

Guilfoyle e Boyle, nel loro ultimo rapporto al Vaticano inviato nel febbraio del 1979, hanno sottolineato coi termini più energici possibili che Zembrzuski e i sacerdoti leali a lui dovevano essere mandati via. Ma il papa non ha prestato ascolto a queste raccomandazioni. Al contrario, Zembrzuski ha avuto l’onore d’essere incluso nel seguito ufficiale del papa durante la visita di giugno in Polonia.

Azioni del genere hanno indotto molti a chiedersi che tipo di uomo sia realmente Giovanni Paolo II. Sembra un uomo dai molteplici volti, un uomo contraddittorio. Da una parte sostiene insegnamenti religiosi impopolari, gravosi — persino non scritturali — che mettono un peso sulla gente. Ma d’altra parte, con le folle, e specialmente coi bambini, appare compassionevole e amorevole.

Quando gli fa comodo, il papa cita la Parola di Dio e l’esempio di Cristo. Esortando i sacerdoti del Messico ad astenersi da attività rivoluzionarie e sovversive, ha detto: “I Vangeli mostrano chiaramente che qualsiasi cosa modificasse la sua missione di Servitore di Yahweh [Geova] era una tentazione per Gesù”.

Tuttavia il papa pratica quello che ha predicato in questo caso? Segue egli stesso l’esempio di Cristo? Quante volte gli avete sentito proclamare il nome e i propositi di “Jahve . . . l’Altissimo, sovrano di tutta la terra”? Ma Gesù disse in preghiera a Jahve: “Ho manifestato il tuo nome”. — Sal. 83:18; Giov. 17:6, versione a cura del Pontificio Istituto Biblico.

Il fatto che il papa non manifesta il nome di Dio e non si attiene fedelmente alla Parola di Dio farebbe pensare che Giovanni Paolo II non riuscirà a unire la sua Chiesa divisa, per quanti viaggi faccia.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi