BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g80 8/6 pp. 17-20
  • Come considerate i vostri figli

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Come considerate i vostri figli
  • Svegliatevi! 1980
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Lati positivi del ruolo di genitore
  • I bambini si possono considerare tutti una benedizione?
  • Come affrontare i problemi
  • Quali cose si devono evitare?
  • Amico o genitore?
  • Il ruolo di Dio nella loro vita
  • Genitori, crescete i figli con amore
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2007
  • Insegnate ai vostri figli ad amare Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2007
  • Genitori, insegnate ai vostri figli ad amare Geova!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2022
  • Genitori, i vostri figli crescono spiritualmente?
    Il servizio del Regno, Il ministero del Regno 1982
Altro
Svegliatevi! 1980
g80 8/6 pp. 17-20

Come considerate i vostri figli

“UNA benedizione”. “Un dono di Dio”. “Una vera gioia”. “Una delizia per il cuore”. Com’è rincorante udire simili espressioni da vari genitori! In particolare perché non tutti i genitori considerano i figli una benedizione.

Ma sorge la domanda: Quali sentimenti nutrite voi per i vostri figli? Provate gioia nei molteplici aspetti del vostro ruolo di genitori? Assicurate di continuo ai vostri figli che li amate e siete grati d’averli? Quando è stata l’ultima volta che li avete presi in braccio e avete mostrato loro affetto?

Di sicuro non è facile esser genitori. È un lavoro strenuo, impegnativo e spesse volte anche frustrante. Nondimeno può dare tante soddisfazioni. E i buoni risultati superano di gran lunga i problemi. Molti genitori la pensano così. E voi?

Naturalmente, vi sono pareri discordi. Non tutti i genitori adempiono il loro ruolo con gioia. Per alcuni i figli rappresentano una perdita di intimità o di libertà, dato che forse il loro arrivo ha intralciato qualche progetto. Forse altri non erano emotivamente preparati per il ruolo complesso di genitori. Altri ancora forse si risentono per i sacrifici che han dovuto fare. Ma qualunque sia la ragione, è triste. Specie dato che tale mentalità negativa influirà senz’altro sul modo in cui i genitori considereranno e tratteranno i figli. Alcuni genitori, parlando dei propri figli, li chiamano perfino “canaglie” o “diavoli”. Non c’è dunque da meravigliarsi se certi bambini sono intrattabili. Si sentono indesiderati e non amati, e cercano in vari modi di rifarsi.

Lati positivi del ruolo di genitore

Ma che dire di quei genitori che amano i loro figli e ne hanno tenera cura? Possiamo imparare qualcosa da loro? Il modo in cui considerano i loro figli può darci qualche idea per aiutarci a valutare i nostri sentimenti? Sì. I sentimenti positivi che nutrono verso i figli sono evidenti dai frutti: figli che contraccambiano con amore e ubbidienza l’educazione e le cure che ricevono e che diventano adulti responsabili e affettuosi. A loro volta trasmettono ai propri figli i principi imparati da piccoli e la buona educazione ricevuta. E l’esser genitori non vuol dire proprio questo?

Ma che dire dei vostri figli? Sono sensibili, ubbidienti, rispettosi? Se no, non disperate. Non è irragionevole attendersi tali risultati dal vostro ammaestramento. Perché diciamo questo? Perché i figli sono stati posti sotto la diretta sorveglianza dei genitori dal Creatore stesso. Si tratta in effetti di una disposizione divina. Efesini 6:1, 2 dichiara: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori unitamente al Signore, poiché questo è giusto: ‘Onora tuo padre e tua madre’; il quale è il primo comando con la promessa”. Questa scrittura incoraggia dunque i figli a ubbidirvi nel ruolo affidatovi da Dio.

Per riuscire bisogna impegnarsi. Una vedova, madre di cinque maschi, dichiarò: “C’è voluto del tempo per addestrarli e ora ne vedo i frutti: la loro condotta, il loro modo di pensare. Non sono sfrenati, ma docili e rispettosi. Ora i ragazzi dicono: ‘Tu, mamma, hai vissuto più a lungo di noi, quindi le cose le devi sapere’. Questa è una benedizione per me”. Quante madri non vorrebbero udire espressioni simili dai loro figli?

D’altra parte, se i genitori vogliono che i figli siano ubbidienti, devono interessarsi di quello che fanno. Non basta che i genitori stabiliscano norme e regole da seguire. Devono fare tutto il possibile per mantenere aperte le linee di comunicazione con i figli. I genitori che si tengono informati dei passatempi e degli interessi dei figli non hanno difficoltà a comunicare con loro. La madre di un ragazzo di 11 anni lo conferma:

“Sto imparando cose da lui che normalmente non mi interesserebbero. Ad esempio, pensavo che sarebbe stato un bene per lui occuparsi di qualcos’altro oltre che di sé, e così gli ho procurato dei pesci tropicali. Be’, non solo è stato un bene per lui; è stato un bene anche per me. Mi diverto moltissimo a osservare il comportamento di quei pesci. Man mano che i suoi interessi si allargano, mi accorgo che si allargano anche i miei, e siamo più uniti”.

Può dirsi questo di voi?

Negli ultimi tempi alcuni padri si sono maggiormente interessati d’aver cura dei figli anche sul piano emotivo. Per molto tempo il loro ruolo nella famiglia è stato quello d’impartire la disciplina. Ma secondo le recenti tendenze essi sono venuti a svolgere un ruolo anche nell’effettiva cura dei bambini piccoli. Un padre ha detto:

“Credo fermamente che i padri debbano avere parte attiva nella nascita dei figli se solo è possibile. Così quando nacque la nostra prima bambina ero in sala-parto. Non so descrivere a parole la meravigliosa sensazione che ho provato quando il medico me l’ha messa in braccio per la prima volta subito dopo la nascita. Ho pronunciato lì per lì parole udibili di ringraziamento e lode a Geova Dio per questa benedizione. E mia moglie ed io consideriamo ancora tali entrambe le nostre bambine”.

I bambini si possono considerare tutti una benedizione?

Che dire di quei bambini che non sono sani e normali? Si possono considerare anch’essi una benedizione? E i genitori possono anch’essi provare gioia nell’adempiere il loro ruolo? Lasciamo che siano i genitori di una bambina ritardata e affetta da un grave disturbo cardiaco a rispondere a queste domande. Prima il padre: “I medici ci dissero che potevamo smettere di averne cura poiché sarebbe morta comunque. Chiesi loro cosa si poteva fare per lei ed essi sembrarono sorpresi che volessimo tenerla. Dissero che non c’era nulla da fare e ci permisero di portarla a casa a morire”. La madre continua:

“Sin dall’inizio ci incoraggiarono a metterla in un istituto ma non volemmo neppure sentirne parlare. Non abbiamo pensato neanche per un momento di non amarla. Era la bambina tanto desiderata (dopo 4 maschi) e volevamo tenerla con noi. Ora i medici sono sbalorditi. Adesso ha 14 mesi, benché dicessero che non avrebbe superato i tre mesi. La bambina sa d’essere amata e questo ha favorito il suo sviluppo nonostante il ritardo e il grave disturbo cardiaco. Ed è la bambina più affettuosa che abbia mai visto. Naturalmente, io le voglio bene perché sono sua madre. Ma è stata una cosa meravigliosa vedere l’amore che Geova Dio ha per lei. Lui e Lui soltanto l’ha tenuta in vita. Com’è possibile non adorare un simile Dio?”

Ammettiamo che quando i figli sono in qualche modo anormali, il peso economico e specialmente quello emotivo è molto maggiore per i genitori. Ma tali figli hanno anche più bisogno d’amore e di cure che i figli normali. E quando è amato dai genitori, di solito il bambino risponde in modo positivo.

Come affrontare i problemi

Ad ogni modo i problemi sorgono e la domanda è: Cosa possono fare i genitori per risolverli? Urlare semplicemente degli ordini per farsi ubbidire serve a ben poco. Se i figli difficili non hanno la possibilità di comunicare con i genitori, si risentiranno e di solito perderanno il rispetto. Efesini 6:4 ammonisce: “E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e secondo la norma mentale di Geova”. — Traduz. del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971.

Un uomo con quattro figli maschi mostra quali risultati si hanno seguendo tale esortazione: “Faccio del mio meglio per ascoltarli, per sapere cos’hanno in mente. Solo allora posso aiutarli. Conduco uno studio biblico settimanale e di solito lascio che sia la Bibbia a risolvere i loro problemi. I ragazzi capiscono che impartiamo loro le istruzioni di Dio, non le nostre, e questo è di grande aiuto”.

Pure molto utile per risolvere i problemi è l’essere disponibili. Quando i figli hanno problemi è allora che hanno il massimo bisogno dei genitori. Una madre si è espressa in questi termini: “Siamo sempre disponibili. Sanno di potersi rivolgere a noi per qualsiasi cosa. Anche quando il problema è piccolo per noi, spesso è grandissimo per loro; ed è questo che conta in quel momento. Sapendo che ce ne interessiamo, vengono da noi per qualunque cosa”. Come sarebbe bello se tutti i figli si sentissero liberi di andare dai genitori per qualsiasi problema senza essere prima biasimati o criticati! Può dirsi questo di voi? Incoraggiate i vostri figli a parlare liberamente con voi mentre ascoltate con calma?

Un’altra cosa importante che i genitori fanno bene a ricordare è quella di mantenere la parola. Pare che i figli possano sopportare molte cose, ma non le delusioni o i cambiamenti. Una madre fece notare: “Facendo promesse che non posso mantenere li deludo soltanto. Si fidano molto della mia parola. Così quando prometto, cerco di mantenere. E se capita che non possa fare qualcosa che ho promesso, spiego perché e dico che mi dispiace. Così sanno che anch’io a volte vengo meno e questo ha creato un legame fra noi”.

Quando è stata l’ultima volta che avete manifestato rammarico ai vostri figli perché non potevate mantenere la parola?

Quali cose si devono evitare?

Ci sono alcune cose che i genitori, se potessero tornare indietro, farebbero in modo diverso. Alcuni si rammaricano di non aver ascoltato abbastanza i figli. Altri si rammaricano di aver tratto conclusioni affrettate non appena venivano interpellati. Forse hanno dato il loro giudizio troppo in fretta. Prima di dare un giudizio è saggio conoscere tutti i fatti.

Un’altra cosa importante è d’essere imparziali coi figli. È poco saggio e ingiusto fare paragoni fra i bambini. Ne possono nascere gelosie e risentimenti. I bambini hanno doti diverse e ognuno ha i suoi meriti. Quando si fanno paragoni denigratori tra due figli, la sicurezza e l’amor proprio di uno ricevono un duro colpo mentre si genera un senso di superiorità e di alterigia nell’altro.

Un’altra cosa da evitare è di lasciar vedere ai figli la TV tutte le volte che vogliono. “Non c’è nulla come la televisione che abbia tanto modificato la condizione dell’infanzia in una sola generazione”. (Times di New York, 4 marzo 1979) L’esattezza di queste parole ha fatto capire a molti genitori il potente effetto che la televisione ha sui figli. Nessuno può negarne il valore educativo, ma, nello stesso tempo, se non si sta attenti, i bambini possono essere negativamente influenzati; ad esempio, vedendo regolarmente spettacoli di violenza. Infatti, il recente aumento dei reati commessi da minorenni è stato direttamente attribuito da alcuni al fatto che i ragazzi vedono certi programmi su temi violenti.

Amico o genitore?

Forse nella vostra famiglia non c’è il problema di guardare troppo la televisione. Può anche darsi che voi personalmente dedichiate parecchio tempo ai figli, e questo è lodevole. Ma che tipo di relazione c’è fra voi e loro? Vi considerano un genitore o un amico? In certe case è permesso ai figli di trattare e parlare con i genitori da pari a pari. E quando la relazione diventa troppo intima i genitori si accorgono che è difficile impartire la disciplina quando occorre. Si potrebbe anche piantare il seme della mancanza di rispetto non solo per i genitori ma anche per altri al di fuori della famiglia.

Una madre che disapprovava una relazione del genere disse: “Non ti considerano un adulto a cui prestare ascolto e ubbidire. L’amico è sul loro piano, e i ragazzi non possono pensare, ragionare o correggersi come adulti. Hanno bisogno dei genitori per questo”. Il marito aggiunse:

“Credo sia necessario anzitutto essere genitori, perché se ci sono fermezza e rispetto, l’amicizia è una conseguenza. I nostri figli sono incoraggiati a esprimersi liberamente purché siano rispettosi. Diciamo loro spesso: ‘Non è quello che dici, ma come lo dici’. Cerchiamo di insegnare loro il modo di dire le cose. Se non rispettano noi, chi rispetteranno?”

Naturalmente, questo non vuol dire che genitori e figli non possano essere amici nel vero senso della parola. Molti genitori hanno una buona e calorosa relazione con i figli, e questi ultimi li contraccambiano con amore e rispetto. Ma in un mondo dove il rispetto per gli adulti va rapidamente diminuendo, bisogna stare attenti a non lasciare che nulla indebolisca il rispetto per la giusta autorità dei genitori. Nella relazione genitore-figlio, la familiarità può generare disprezzo se portata agli estremi.

Il ruolo di Dio nella loro vita

Quando i figli rispettano i genitori e altri che possono vedere, sono in grado di adorare il Creatore, che non possono vedere. I genitori sono più in grado di impartire questo addestramento. Possono amorevolmente far rivolgere l’attenzione dei figli al Creatore. È essenziale far questo in modo amorevole, ma ci vuole anche tenacia. I genitori devono essere diligenti nell’impartire tale addestramento. Non possono farsi distogliere né dal sentimentalismo né dalle pressioni. Neanche possono delegare ad altri la propria responsabilità — si tratti di altri familiari, insegnanti o capi religiosi — non per lo meno se vogliono ottenere buoni risultati.

È chiaro che non esistono scorciatoie. Ci vogliono tempo, fatica, amore e pazienza, e sapersi adattare lungo il cammino. Ma sono possibili buoni risultati quando i genitori si assumono il compito assegnato loro da Dio. Se considerano i figli un tesoro affidato loro da Dio e li fanno sentire amati, il nucleo familiare avrà molte benedizioni, e i genitori si sentiranno vivamente ricompensati. Il salmista disse: “Ecco, i figli sono un’eredità da Geova; il frutto del ventre è una ricompensa”. — Sal. 127:3.

Possiate anche voi considerare i vostri figli in questo modo!

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi