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  • Il problema dell’erosione

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  • Il problema dell’erosione
  • Svegliatevi! 1980
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  • Che cosa provoca l’erosione?
  • L’entità dei danni
  • Quando l’erosione è un bene
  • Cosa si sta facendo
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Svegliatevi! 1980
g80 22/7 pp. 21-24

Il problema dell’erosione

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nella Repubblica Sudafricana

TUTT’INTORNO a noi c’è terra. E la maggioranza delle persone la prendono per scontata. Ma dato che la vita su questo pianeta non potrebbe esistere senza la terra, è utile sapere che in un solo paese dell’Africa meridionale molti milioni di tonnellate di suolo vanno perduti annualmente. E secondo il dott. Kai Curry-Lindhal, biologo dell’UNESCO, durante il secolo scorso si calcola siano andati perduti 2.023 milioni di ettari di suolo, circa un quarto di tutto il terreno agricolo della terra.

Qual è la causa di una così drastica perdita di prezioso suolo superficiale tanto importante per la vita? L’erosione.

Che cosa provoca l’erosione?

L’erosione avviene quando il suolo è spogliato dell’erba o delle piante in seguito a eccessivo sfruttamento dei pascoli (troppo bestiame in una zona) o quando dopo l’aratura il suolo superficiale resta allo scoperto, ed è quindi soffiato via dal vento o trasportato dall’acqua. Lo strato del suolo è relativamente sottile, non più di 30 centimetri di profondità in molti punti.

Riguardo agli effetti dell’erosione, la rivista Veldtrust dell’agosto 1975 diceva: “La tragedia della Repubblica Sudafricana è stata la spaventosa rapidità con cui le sue riserve di fertilità sono state impoverite e la sottile coltre di suolo è stata portata via dall’acqua. In nessun altro paese le disastrose conseguenze dell’erosione hanno fatto seguito così in fretta all’inizio del fenomeno”.

Nella Repubblica Sudafricana, come in quasi tutti i paesi, l’agricoltura ha subito un drastico cambiamento. In passato i contadini coltivavano la terra per ricavarne quanto bastava ai loro bisogni. Man mano che la popolazione si concentrava nelle città veniva data importanza alla produzione. Come risultato si è cominciato a sfruttare il terreno per ricavarne il massimo. Pertanto si è abusato del terreno e si è causato il problema dell’erosione che ora ha assunto proporzioni di portata nazionale. La causa diretta di questo problema è stato dunque l’abuso che l’uomo ha fatto del suolo in un lungo periodo di tempo.

In Canada l’industria della carta ha spogliato immense foreste. In Australia l’erosione è stata causata dall’eccessivo sfruttamento dei pascoli (vi sono parecchi milioni di pecore). La stessa cosa è accaduta nell’Iraq. Gli esperti dicono che i pascoli dell’Iraq settentrionale basterebbero per circa 250.000 pecore, ma ce ne sono almeno un milione. L’erosione si è estesa di pari passo con la civiltà.

Ma in termini pratici cosa significa questo vasto fenomeno dell’erosione? Si parla troppo dei suoi effetti, o presenta veramente una minaccia all’esistenza dell’uomo?

L’entità dei danni

Vista con gli occhi dell’agricoltore, l’erosione significa messi più scarse, che, a loro volta, significheranno meno foraggio per gli animali. Sia colture che animali andranno più soggetti a malattie e parassiti, e questo danneggerà ulteriormente la produzione. Se la situazione gli sfugge di mano, potrebbe venire il tempo in cui non riesca più a ricavare dal podere abbastanza per vivere.

L’erosione riduce anche la quantità d’acqua disponibile in una zona. La vegetazione, quando è abbondante, aiuta a trattenere l’acqua finché s’infiltra nel terreno. Ma dove il suolo è scoperto, l’acqua tende a scorrere verso il più vicino fiume, portando con sé molto prezioso terreno superficiale. Il limo più leggero va al mare, mentre quello più pesante si deposita lungo le parti basse dei fiumi, alzandone gradualmente l’alveo e causando inondazioni più gravi e più frequenti. Nella Repubblica Sudafricana, vaste quantità di limo si sono depositate su dighe costruite con grande spesa dallo Stato per scopi d’irrigazione, e c’è il pericolo che alla fine queste dighe divengano inutili.

Anche gli Stati Uniti hanno il problema dell’erosione. Si stima che abbiano quasi 250 milioni di ettari di terreno agricolo, ma entro il 1940 erano andati perduti 40 milioni di ettari, per lo più in questo secolo.

A una conferenza tenuta a Stoccolma nel 1972 l’Italia rivelò che l’80 per cento dei pascoli appenninici e alpini erano gravemente compromessi. A causa del grave problema dell’erosione in Tanzania, nella zona di Dar es Salaam il 30 per cento dei bambini al di sotto dei cinque anni soffre di malattie causate dalla malnutrizione. E Siria, Congo, Kenya, Cile, India e molti altri paesi vanno incontro a gravi conseguenze a causa dell’erosione del suolo.

L’erosione facilita anche l’estendersi dei grandi deserti. Stando alle stime, negli scorsi 50 anni sono stati invasi dal deserto ben 650.000 chilometri quadrati di terreno agricolo e da pascolo lungo il margine meridionale del Sahara, talora definito “sahel”. Nel sahel più di 100.000 persone sono morte a causa di siccità e carestia. Centinaia di migliaia di uomini delle tribù hanno perso il bestiame e sono stati costretti ad andare in campi profughi.

Il problema è serio e urgente, specie nei paesi più poveri. Man mano che la terra diventa improduttiva, la gente si trasferisce nelle città, peggiorando la situazione alimentare. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kurt Waldheim, ha avvertito: “Alcuni paesi potrebbero sparire dalla carta geografica. Rischiamo di distruggere intere popolazioni nella regione colpita”.

Sono realtà inquietanti. Ma quasi tutti gli esperti in materia sono concordi sulla causa: l’uso poco saggio che l’uomo ha fatto del suolo.

Tuttavia vi sorprenderà sapere che il processo naturale dell’erosione del suolo, quando non è aggravato dall’uomo, è in effetti un bene!

Quando l’erosione è un bene

Il processo naturale dell’erosione prodotta dagli agenti atmosferici, dal vento e dall’acqua è di grande utilità, perché sgretola la roccia per formare infine il suolo. Senza questo processo non ci sarebbe il suolo in cui crescono le piante, poiché il suolo consiste essenzialmente di granelli di minerali provenienti dalle rocce.

Le piante svolgono un ruolo importante nel tenere sotto controllo il processo dell’erosione. Servono a tener fermo il suolo e impediscono all’acqua piovana di portarlo via. Grazie alle piante l’acqua è trattenuta così che può gradualmente infiltrarsi nel terreno. Le piante contribuiscono anche alla formazione del suolo in quanto le radici smuovono continuamente le rocce, facendole frantumare in frammenti più piccoli.

Anche gli animali svolgono una parte importante aiutando a conservare la vegetazione. Se ne ha un buon esempio nella Repubblica Sudafricana, che aveva una numerosa fauna selvatica, prima che l’uomo ne uccidesse la maggioranza. James Clarke, nel suo libro Our Fragile Land (pagg. 69, 70), ha scritto:

“Ogni specie partecipava alla conservazione del suolo, sia pure contribuendo al processo di rinnovamento con i propri escrementi o la propria carcassa. Gli ippopotami svolgevano un importante ruolo meccanico uscendo abitualmente da un fiume nella direzione in cui scorrono le acque; in tal modo quando il fiume era in piena l’acqua fuoriusciva adagio formando dei rigagnoli: il sistema d’irrigazione della natura. Oggi quasi ovunque gli ippopotami sono stati uccisi e le rive dei fiumi sono coltivate; così quando c’è un’inondazione l’acqua invade le terre e ne trasporta lo strato superficiale al mare. E gli elefanti avevano l’abitudine di spingere alberi nei solchi scavati dall’acqua, una strana abitudine, ma con un ovvio elemento di utilità, poiché serviva a ostruire questi solchi che si riempivano, e a poco a poco la prateria tornava a fiorire. Gli elefanti avevano anche l’abitudine di abbattere alberi di acacia, sparpagliandoli sulla prateria. Ma ogni albero caduto in effetti proteggeva le macchie d’erba dagli animali disperati in tempo di siccità. Queste macchie specialmente protette erano spesso l’unica erba rimasta dopo una forte siccità e di lì i semi venivano sparsi in tutta la prateria quando arrivavano i venti e le piogge primaverili”.

Tutto questo è il segno che un saggio Creatore fece la terra e le forme di vita terrestri in modo così equilibrato che tutto avrebbe funzionato nel modo migliore. Ma l’uomo, sconvolgendo l’equilibrio stabilito dal Creatore, ha causato le spiacevoli conseguenze che oggi vediamo. Ad ogni modo, recentemente gli uomini hanno tentato di correre ai ripari.

Cosa si sta facendo

Nella Repubblica Sudafricana, dal 1946 al 1969 sono state approvate varie leggi (Soil Conservation Acts) per aiutare gli agricoltori e incoraggiarli a collaborare con lo Stato. Pertanto molti agricoltori hanno adottato tecniche agricole più avanzate, sebbene ci sia ancora molto da fare.

In molte parti dell’Africa meridionale, d’inverno il tempo è secco e ventoso e il suolo è arido. Per ridurre i danni causati al suolo, vengono piantate siepi o frangivento fra strisce di terreno arabile per attenuare la forza del vento. In certi casi si piantano colture o foraggi invernali per tener fermo il suolo. L’aggiunta di calce fa aderire le particelle del terreno e impedisce inoltre che la terra sia portata via, o per lo meno riduce il danno.

Ora molti agricoltori, quando fanno l’aratura, invece di arare verticalmente lungo le pendici, ne seguono i contorni o le curve, impedendo così che i solchi si trasformino dopo forti piogge in canali pieni d’acqua, che esercitano un’azione erosiva. È pure utile piantare strisce d’erba in punti adatti dei terreni in pendenza, perché servono a spargere l’acqua impedendo la formazione di canali. In alcuni poderi, l’irrigazione delle colture si pratica non mediante canali che portano via lo strato superficiale della terra ma mediante irrorazione, o con altri mezzi meccanici. Un ulteriore controllo dell’acqua si realizza costruendo tante piccole dighe nelle valli e sui pendii dei colli; inoltre, riempiendo vecchi canali di sassi e rami perché alla fine si coprano d’erba.

Una delle principali cause della distruttiva erosione del suolo è il fatto che si allevano troppi animali in una certa zona. È importante controllare non solo il numero degli animali ma anche i loro spostamenti. Il bestiame ha un suo modo particolare di muoversi. Se un branco deve percorrere un lungo tragitto per andare ad abbeverarsi o per tornare al recinto per la notte, di solito si muove in fila indiana, lasciando profondi solchi che durante forti piogge si trasformano in corsi d’acqua. Quando è possibile molti agricoltori lasciano il bestiame nella prateria durante la notte. Lo mandano anche a pascolare in zone più piccole dove c’è abbastanza da bere per eliminare così la formazione di sentieri battuti.

Anche l’uomo ha bisogno di direttiva. Nella Repubblica Sudafricana un’usanza seguita da sempre è quella di bruciare la prateria d’inverno (per ridurre zecche, parassiti, ecc.). Ma l’erba cresce più rada, con ulteriore erosione. Ora questa usanza è illegale nella Repubblica Sudafricana, a meno che non si ottenga un permesso.

I paesi minacciati dalla “desertificazione” hanno preso provvedimenti per fermare l’avanzata del deserto. Nell’Arabia Saudita hanno piantato dieci milioni di alberi di tamarisco, acacia ed eucalipto per salvare dal deserto che avanza l’oasi di al-Hasa, vicino a Hofuf. Hanno provato anche a irrorare la sabbia con una “colla” petrolchimica che lega insieme i granelli e impedisce che la sabbia sia soffiata via. I libici hanno utilizzato la cosiddetta acqua fossile trovata sotto il deserto e con l’aiuto di tecniche d’irrigazione messe a punto in America hanno anche creato grandi appezzamenti circolari di terreno agricolo nel deserto del Sahara. I cinesi sono riusciti a far sorgere pascoli, vigne, piantagioni di cotone e altre colture nell’area desertica del Sinkiang.

Gli israeliani hanno rimesso in funzione sistemi per la raccolta dell’acqua costruiti dagli antichi nabatei nel deserto del Negev, e li utilizzano per irrigare piantagioni di mandorli e di pistacchi. Nel Negev si impiegano anche sistemi di irrigazione in cui piccole quantità d’acqua sono fatte arrivare direttamente alle radici delle piante, per mezzo di monitor computerizzati.

Coloro che cercano di salvare l’ambiente da irreparabile danno si trovano ancora di fronte a molte difficoltà. Nel 1977 le Nazioni Unite chiesero la cooperazione internazionale “in proporzioni che finora non si sono viste nella storia dell’umanità”. È probabile che si ottenga tale cooperazione? Il convegno di Nairobi fu turbato da risentimenti politici e disunità. Un osservatore disse: “Sia nelle sessioni a porte aperte che in quelle a porte chiuse si riscontrano tanta slealtà politica e tante parole esagerate e vuote che si comincia a pensare che uno dei più grandi deserti sia la mente umana”.

Le leggi emanate dai governi non bastano perché non possono cambiare gli egoistici desideri dell’uomo. Per risolvere il problema dell’erosione, come i numerosi altri che si prospettano all’umanità, ci vuole un sistema di cose completamente nuovo, un modo diverso di affrontare i problemi e il progresso, basato su una legge eccellente: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Matt. 22:39) Solo il grande Creatore di questo bel pianeta potrà portare un simile cambiamento. Solo lui potrà ristabilire il perfetto equilibrio delle forze naturali che esisteva in principio.

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