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  • g80 8/10 pp. 16-19
  • Ciò che dovreste sapere delle ustioni

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  • Ciò che dovreste sapere delle ustioni
  • Svegliatevi! 1980
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  • Curare le ustioni col freddo?
  • Il valore del freddo
  • Sostituzione dei liquidi
  • Eccellente progresso nei tipi di cura
  • Prevenzione
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Svegliatevi! 1980
g80 8/10 pp. 16-19

Ciò che dovreste sapere delle ustioni

SEMBRA incredibile, eppure certi anni quasi 12.000 americani muoiono in seguito a ustioni, e circa 100.000 riportano scottature abbastanza gravi da dover essere ricoverati. “Sebbene la maggioranza non se ne renda conto, in effetti è un’epidemia”, osserva un esperto in materia di ustioni. Il Reader’s Digest del giugno 1979 fece questa sorprendente dichiarazione: “Ora le ustioni sono la principale causa di morte per le persone al di sotto dei 40 anni e al terzo posto fra le cause di morte per persone di qualsiasi età”.

Forse pensate che a voi non succederà mai, ma dalle statistiche risulta che la possibilità di rimanere ustionati esiste. E se dovesse accadere, probabilmente accadrebbe all’improvviso. Cosa dovreste fare? Potete fare qualcosa per limitare o forse anche per annullare i danni?

Sì, potete fare qualcosa.

Curare le ustioni col freddo?

Un articolo di fondo della rivista Burns del luglio 1976 osservava: “Molti ustionati arrivano in ospedale senza avere ricevuto le prime cure adeguate o avendone ricevute ben poche. Aumentano le prove secondo cui un adeguato e immediato raffreddamento delle ustioni è la terapia singola più benefica in ospedale o fuori”. — Il corsivo è nostro.

Fino agli anni sessanta, i manuali di pronto soccorso in genere ignorarono questo semplice trattamento. Anzi, molti suggerivano di non mettere una scottatura a contatto col freddo, perché faceva penetrare più a fondo il calore. Anche oggi molti non si rendono conto dell’importanza di raffreddare immediatamente una scottatura. Un ustionato ha detto: “Al centro ustioni il personale parlava molto ai pazienti di come prevenire le ustioni e delle prime cure da prestare, ma per quello che ricordo, non è stata detta una parola sull’uso di acqua fredda o ghiaccio”.

Fatto interessante, nel 1960 il dott. Alex G. Shulman scrisse nel Journal of the American Medical Association che l’uso del freddo per curare le ustioni era “noto agli antichi ma sembra che sia stato ignorato sia dai medici che dai profani. Sebbene riferimenti sparsi nella letteratura siano unanimi nel lodare questo tipo di trattamento, oggi in genere non è usato. In realtà, la maggioranza dei medici dice che ‘non si fa’, per quanto nessuno ne sappia il perché”.

Al tempo in cui rimasero ustionati, molti non erano a conoscenza di questa misura di pronto soccorso. In seguito alcuni si sono chiesti se avrebbero riportato lesioni così gravi qualora fossero state immediatamente prestate loro le prime cure del caso. Un recente numero di Family Safety fa rilevare: “L’acqua fredda arresta la distruzione di tessuti che può continuare per molto tempo dopo essere rimasti ustionati”.

Il valore del freddo

Nel 1966 la rivista Svegliatevi! (nell’edizione inglese) portò all’attenzione dei lettori il valore del freddo nella cura delle ustioni.a Citando i medici Omero S. Iung e Franklin V. Wade, essa spiegava: “Quando si rimane ustionati, il danno non è immediato. Il processo patologico continua. . . . Crediamo che il contatto col freddo possa rallentare e addirittura arrestare questa serie di fatti”.

Nella stessa rivista Svegliatevi! veniva descritto il metodo impiegato con successo dal dott. Stephen R. Lewis per la cura delle ustioni. Egli diceva: “Quando si tratta di una piccola ustione che interessa solo una mano o un’estremità inferiore in genere basta immergerla semplicemente in acqua e ghiaccio per quindici minuti. Il dolore dovrebbe essere alleviato e in genere lo è. . . . Dopo quindici minuti si tira fuori, e poi si immerge e si tira fuori di nuovo, continuando così finché la parte abbia smesso di far male quando è fuori dell’acqua ghiacciata. Usando il ghiaccio ci vogliono di solito tre ore circa”.b

Nei mesi che seguirono la pubblicazione di questo articolo, Svegliatevi! ricevette lettere da lettori riconoscenti. Una donna della California scrisse:

“Una domenica mio figlio decise di saldare gli ammortizzatori della macchina. I cilindri idraulici si scaldarono troppo ed esplosero, e tutta la parte superiore del suo corpo fu investita da olio bollente. Il mio primo pensiero fu quell’articolo. Rammentai che la cosa migliore era l’acqua fredda, così mentre mio marito faceva scorrere l’acqua fredda su di lui, diedi un frettoloso sguardo all’articolo per accertarmi. Poi chiamai il medico. . . .

“Non mi diede nessun altro suggerimento per la cura. . . . Così continuammo a mettergli addosso asciugamani gelati, mentre era ancora sotto shock ed emetteva tanto calore che in un minuto gli asciugamani si riscaldavano. Per farla breve, il giorno dopo era orribile, con tutte le braccia e il viso coperto di enormi vesciche. Ma nel giro di una settimana aveva tutta la nuova pelle rosa; era incredibile. Mi rendo conto che l’acqua fredda vi ha contribuito molto”.

Un’altra lettera era stata inviata da una coppia del Michigan. La moglie narra:

“La domenica [durante un congresso dei testimoni di Geova] mentre mio marito rimestava l’ultima pentola di purè di patate si versò l’acqua bollente sul petto, sul viso e su un braccio. I fratelli lo spogliarono dalla vita in su e, seguendo i suggerimenti dell’articolo di ‘Svegliatevi!’ sulle ustioni, gli misero del ghiaccio sopra la parte ustionata. Continuarono così per un bel po’ di tempo. Lo portai a casa in macchina e continuai il trattamento con acqua fredda e ghiaccio finché il dolore non scomparve. Al medico non rimase altro da fare che esaminare la parte”.

Il pronto contatto col freddo arresta evidentemente l’estendersi delle ustioni e impedisce che si formino piaghe più profonde e più gravi. Il dott. Shulman infatti scrisse: “La mia esperienza indica che, indipendentemente dalle cure prestate poi, i pazienti inizialmente trattati con acqua e ghiaccio se la cavano meglio degli altri”.

Quando le ustioni sono gravi, tuttavia, bisogna andare cauti. La temperatura corporea può scendere troppo se si applica troppo freddo a estese parti del corpo, provocando uno shock.

Sostituzione dei liquidi

Se entro mezz’ora non si trova un medico, per impedire uno shock da perdita di liquidi si dovrebbe far bere all’ustionato una soluzione di sale e bicarbonato. Mettete un cucchiaino di sale e mezzo cucchiaino di bicarbonato per ogni litro d’acqua. Questa soluzione corrisponde approssimativamente al tipo di liquidi che il corpo sta perdendo.

In passato sono state raccomandate trasfusioni di sangue per combattere lo shock nei casi di ustione. Tuttavia, il manuale di medicina Current Therapy 1972 dichiara: “Eccetto in quei pazienti le cui ferite causano una diretta perdita di sangue, il sangue intero non è necessario”.

Eccellente progresso nei tipi di cura

Nel 1963 la rivista Industrial Medicine and Surgery osservò riguardo alle ustioni estese: “I passi avanti compiuti riguardano più che altro il prolungamento della vita, anziché la sopravvivenza in generale. L’indice della mortalità non è cambiato sensibilmente negli scorsi 50 anni”.

Per molti anni i problemi incontrati nella cura degli ustionati sembravano insormontabili. Di solito i pazienti morivano nonostante gli sforzi compiuti per assisterli. Quindi pochi medici erano propensi a dedicare il tempo necessario per la cura degli ustionati e purtroppo le ricerche in questo campo furono praticamente ignorate. Fino al 1960 il solo posto degli Stati Uniti equipaggiato per curare gli ustionati gravi era il Brooke Army Medical Center di San Antonio, nel Texas.

Oggi in circa 200 degli oltre 7.000 ospedali degli Stati Uniti ci sono reparti per ustionati. Inoltre, esistono una quindicina di centri ustioni specialmente equipaggiati dove lavora una folta équipe di specialisti nel campo. Oggi gli ustionati possono essere grati dei notevoli passi avanti compiuti nella cura delle ustioni, e del fatto che ci sono buone probabilità che esista nelle vicinanze un centro ben attrezzato per la cura delle ustioni.

A metà degli anni sessanta fu fatto notevole progresso nella lotta alle infezioni che si sviluppano nelle piaghe da ustioni. Si cominciò a utilizzare una soluzione di nitrato d’argento che impediva lo sviluppo dei batteri senza danneggiare il tessuto vivente. Verso la stessa epoca si cominciarono pure a usare nuove pomate contenenti solfadiazina d’argento e altri composti a base di zolfo per combattere le infezioni. La rivista Burns del dicembre 1978 fa notare che, in Cina, si applicano sulle scottature estratti vegetali di natura complessa, e che questi esercitano una buona azione antibatterica.

Negli ultimi anni si è fatto un ottimo progresso anche nel soddisfare gli eccezionali bisogni nutritivi degli ustionati e nel sostituire i liquidi che perdono.

Pure i metodi per i trapianti di pelle sono stati perfezionati. Ora è possibile ingrandire notevolmente i pezzi di pelle presi da parti intatte del corpo della vittima perforandoli e stirandoli, e poi applicandoli come una rete sopra la scottatura. Per coprire temporaneamente la parte ustionata si usa di solito pelle di maiale o pelle di cadaveri umani. Anche il tessuto amniotico viene utilizzato per fasciare le parti gravemente ustionate, e si sta lavorando per ottenere una pelle artificiale da tessuto animale.

Con i progressi che sono stati fatti, anche persone con ustioni profonde su oltre il 50 per cento del corpo hanno ora buone probabilità di sopravvivere se curate in un centro equipaggiato per la cura delle ustioni. Ma quanto è meglio evitare di bruciarsi! Gli esperti dicono che il 50 per cento o più degli incidenti si potrebbero evitare. Ci sono alcune semplici precauzioni che tutti possiamo prendere.

Prevenzione

Anzitutto, se fumate è saggio che smettiate di fumare. La rivista Burns del gennaio 1976 osservava: “Fiammiferi e tabacco sono stati additati come la più comune causa d’incendio”. E il dott. Carlos Silva, facente funzione di direttore di un reparto ustioni, ha detto che la causa singola più frequente di gravi ustioni è il fatto di fumare a letto. Un ustionato ha spiegato: “Nel reparto ustioni dove sono stato curato almeno tre o quattro dei diciotto pazienti si erano bruciati fumando”.

Tuttavia le statistiche indicano che il fuoco non è la causa della maggioranza delle ustioni. Lo sono invece i liquidi bollenti. E molto spesso le vittime sono i bambini piccoli. La maggioranza delle loro scottature, comunque, si potevano evitare se i liquidi bollenti fossero stati sempre tenuti fuori della loro portata, se non fossero stati lasciati soli con l’acqua calda del bagno, se il manico di un tegame contenente liquidi bollenti non fosse stato lasciato sporgere oltre il bordo dei fornelli, ecc.

Una misura di sicurezza sarebbe quella di regolare lo scaldabagno in modo tale che nessuno si scotti con l’acqua che esce dai rubinetti. Nell’estate del 1979 il governo degli Stati Uniti stabilì che era illegale tenere l’acqua negli edifici commerciali a una temperatura superiore ai 41° C. Seguendo questa norma non solo si risparmierebbe preziosa energia ma forse si eviterebbe un grave incidente in casa.

In sostanza si tratta d’essere previdenti. Quando entrate in un locale pubblico pensate a come potreste uscirne in caso d’incendio. Quasi invariabilmente si cerca di uscire per la stessa via per la quale si è entrati, ma questo causa ingorghi e morti. Nel disastro avvenuto molti anni fa nel Teatro Irochese di Chicago, su 10 uscite che c’erano ne vennero usate solo tre: ci furono 575 morti!

Che dire della vostra casa? Se questa notte scoppiasse un incendio, come uscireste? Una finestra è di solito la migliore via d’uscita, specie quando ci si sveglia di notte. Un vigile del fuoco ha consigliato: “Questa sera quando entrate nella vostra stanza chiudete gli occhi o mettetevi una benda e cercate di raggiungere la finestra. Poi vedete se riuscite ad aprirla”. In caso d’incendio la vostra vita potrebbe dipendere dal riuscire a scappare in fretta.c

Se stessimo tutti più attenti a evitare le ustioni e, in caso succeda, sapessimo come curarle immediatamente, meno persone rimarrebbero gravemente ustionate.

[Note in calce]

a Svegliatevi!, 8 gennaio 1967, pagg. 13-18.

b Burns— A Symposium, 1965, compilato e curato dai medici Leon Goldman e Richard E. Gardner.

c Per ulteriori suggerimenti su come prevenire gli incendi, si veda Svegliatevi! dell’8 novembre 1979, pagg. 20-24.

[Testo in evidenza a pagina 18]

Se parti estese del corpo vengono raffreddate troppo può conseguirne uno shock

[Testo in evidenza a pagina 18]

Fate bere alla vittima acqua con bicarbonato e sale se non è possibile avere subito assistenza medica

[Riquadro/Immagini a pagina 19]

PER EVITARE USTIONI

Non fumate a letto

Non fate sporgere manici dai fornelli

Moderate la temperatura dello scaldabagno

[Immagine a pagina 17]

Immergete subito la parte ustionata in acqua e ghiaccio

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