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  • g81 8/3 pp. 12-15
  • Ero un marito geloso

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  • Ero un marito geloso
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Svegliatevi! 1981
g81 8/3 pp. 12-15

Ero un marito geloso

CON L’AIUTO di due amici stavo febbrilmente togliendo i sedili da un vecchio scuolabus che avevo appena comprato. Ero arrabbiato e borbottavo fra i denti. Quando mia moglie Cathy e i nostri tre figli arrivarono a casa, agitai il pugno sotto il naso di Cathy, e minacciai nuovamente di divorziare da lei, anzi, di ucciderla!

Non si mostrò affatto intimorita, ma bisbigliò qualcosa come: “Bill, se mi uccidi, Geova può risuscitarmi”. I miei due amici mi guardarono stupefatti, sapendo che non era nella mia natura essere violento, specie con mia moglie. Ero così sconvolto che stavo per vendere la casa e trasferire la famiglia in quello scuolabus per andare in un luogo lontano. Ma per quale ragione? Perché . . .

Cathy e i ragazzi erano stati all’adunanza nella Sala del Regno dei Testimoni di Geova. Mi avevano lasciato a casa. Da che eravamo sposati eravamo sempre stati una famiglia unita. Non avevamo mai preso una babysitter, poiché il nostro obiettivo era sempre stato quello di accontentarci a vicenda e di vivere come una famiglia felice e unita, lavorando e divertendoci insieme con i nostri figli Roy, Jack e Rick, rispettivamente di 10, 5 e 4 anni. Ma ora eravamo divisi! Stavo perdendo il mio piccolo mondo per colpa di qualcuno che si chiamava “Geova”.

Da ragazzo avevo frequentato regolarmente la chiesa, e per circa 13 anni avevo ricevuto il distintivo di buona frequenza. Ma c’erano cose che mi facevano dubitare dell’esistenza di un Creatore, di un Dio d’amore. Quando morì il mio migliore amico, mio nonno, mi dissero che Dio l’aveva preso! Per un bambino di sei anni, questo era un Dio davvero poco amorevole. Anni dopo, quando morì anche la mia cara mamma, l’unica spiegazione che mi diedero fu la stessa: Dio l’aveva presa e aveva lasciato mio padre, un alcolizzato.

Anche da adolescente, vedevo i miei giovani amici che rubavano articoli all’emporio, andavano a confessarsi e non perdevano mai la messa la domenica. Ricordo anche i grandi che si vantavano degli atti immorali che commettevano facendola franca e considerandosi ugualmente cristiani. Per me questa era ipocrisia. Io potevo vivere bene anche senza religione. La religione non faceva per me!

Cathy era cresciuta in una cittadina della North Carolina; la sua vita sociale e religiosa era stata imperniata sulle riunioni nella chiesa. Era stata molto attiva nella chiesa, e aveva insegnato catechismo. Non mi importava che portasse i nostri ragazzi in chiesa, perché potevano imparare alcune cose buone. Ma lei era sempre più insoddisfatta delle chiese che frequentava. In particolare non le andavano i pettegolezzi e le calunnie che vi erano comuni. Una cosa che la sconvolse veramente fu il fatto che una domenica Roy tornò a casa con una manica del vestito strappata: era accaduto durante una lite nella sua aula. Quando disse che avrebbe provato ad andare in un’altra chiesa, mi limitai a fare una risatina, perché sapevo che erano “tutte uguali”.

Col passare dei mesi, Cathy cominciò uno studio del mormonismo e anche uno studio biblico con i testimoni di Geova che ci avevano fatto visita a casa. Non me ne importava, perché lo faceva mentre ero al lavoro. Tuttavia, quando cominciò ad assistere alle adunanze nella Sala del Regno e a parlare continuamente di “Geova”, diventai geloso! A poco a poco la conoscenza che aveva ottenuto influiva sulle sue decisioni e non sempre tale conoscenza andava d’accordo con le mie opinioni.

Per esempio, Cathy annunciò che non voleva più andare a far visita a un mio amico. Le chiesi perché e rispose che i nostri figli imparavano brutte parole dai suoi. Ora stava diventando pignola nei confronti dei nostri amici. Le mostrai il pugno; e la mia ira crebbe. Avevo l’impressione che cercasse sempre di parlare delle stesse cose, come il fatto che “la Bibbia non insegna la Trinità”, e di dirmi che aveva imparato ad amare e adorare “Geova”. Cominciavo a preoccuparmi delle sue condizioni mentali. Quindi dovevo fare qualcosa! Vendere la casa e andare a vivere altrove, ecco la soluzione! E feci proprio così, per allontanarmi dai testimoni di Geova!

Ci trasferimmo a Melrose, nel Massachusetts, a una distanza di oltre 900 chilometri, in quello scuolabus. Ma non risolsi nulla. Mia moglie fu presa da una forte depressione e si ammalò anche fisicamente, perché non riusciva a trovare una Sala del Regno. Non sopportavo di vederla in quello stato, così mi misi a cercare io stesso una Sala del Regno. La trovai e lei tornò a essere felice. Ma in me si risvegliò la gelosia. Per combatterla, mi gettai anima e corpo nel lavoro dedicandomici giorno e notte.

In tutto questo tempo, mia moglie e i nostri figli avevano acquistato più conoscenza assistendo alle adunanze e studiando la Bibbia. Venni a sapere che andava di casa in casa nel nostro quartiere a portare la “verità”, come lei la chiamava. Misi subito fine a ciò e le dissi che se voleva farlo, doveva andare in un altro posto, in un’altra città. Una sua amica, la signora Lappin, l’accompagnò a fare queste visite in una città vicina, e andando alle case insieme diventarono molto amiche. Qualche volta cercò di parlare anche con me, ma io non volevo saperne: quando la signora Lappin entrava dalla porta principale, io uscivo da quella di servizio! Ora c’era qualcun altro di cui essere geloso: un’altra Testimone.

Cosa potevo fare adesso? Mi fu offerto un lavoro a New London, nel Connecticut. “Ecco la soluzione”, pensai. Ma neanche quella fu la soluzione. Il mio nuovo lavoro mi portava via quasi tutto il tempo, gli anni passavano e i ragazzi crescevano senza di me.

Una domenica feci una bella sorpresa a mia moglie quando andai alla Sala del Regno con lei per vedere cosa facevano realmente. Vedo ancora lo sguardo meravigliato di Cathy!

Ma fui sorpreso anch’io, perché quello che vidi e quello che udii era così diverso dai riti che avevo visto in chiesa. Sentii un discorso biblico che descriveva un paese dove l’uva era così grande che un grappolo aveva dovuto essere trasportato su un’asta da due uomini. Sembrava un sogno, ma certo, era descritto proprio lì nella Bibbia, in Numeri 13:23, dove si parla della terra promessa al popolo di Dio. Ne seguì una conversazione piuttosto animata, ma seria e istruttiva.

Non era strano che mia moglie e i miei figli sapessero spiegare così bene la Bibbia. Pensando che non sarei mai riuscito a saperne quanto loro, non volevo essere coinvolto. Mi arrabbiavo ogni volta che si cominciava una discussione perché mi rendevo conto di quanto poco conoscessi la Bibbia. Perfino Roy, ora adolescente, sapeva rispondere a quasi tutte le domande bibliche. Mi sentivo inferiore e infelice. E sfogavo su mia moglie il mio malumore.

Avevo tanti problemi di natura emotiva: ero geloso del suo amore per Geova, della sua conoscenza e dello zelo con cui diceva ad altri le cose che aveva imparate; ero geloso di Roy che sapeva fare altrettanto; geloso perché mia moglie aveva il tempo di stare coi ragazzi mentre io ero sempre al lavoro; geloso del rispetto e dell’onore che i ragazzi le mostravano sempre.

Crescendo avevo preso l’abitudine di bestemmiare e di bere birra (benché non fossi un ubriacone), ma la coscienza mi rimordeva perché facevo ancora alcune di queste cose, anzi, di più. Avevo continuamente i nervi a fior di pelle e diventavo sempre più magro, senza speranza di miglioramento. Un giorno decisi che saremmo tornati nella North Carolina, dove forse saremmo stati più tranquilli, e sperai che potessimo tornare a essere una famiglia unita.

Due o tre mesi dopo il nostro ritorno nella North Carolina, mi fu chiesto: “Perché non fa uno studio biblico? Non vuole sapere perché la sua famiglia la pensa così? Inoltre, acquisterà conoscenza anche lei”. “Bene”, pensai, “troverò qualche errore e gli farò vedere che hanno torto. Così ritroverò la mia dignità e riavrò la mia famiglia”.

Non volevo che Charles venisse da noi a farmi lo studio biblico, ma una sera della settimana andavo io a casa sua. In principio mi adiravo quando dovevo prepararmi, perché non volevo proprio andarci. Dalla rabbia gettavo le cose per aria e così rendevo di nuovo la vita difficile a Cathy.

Ma col passare delle settimane le cose cambiarono. A poco a poco mi rendevo conto che non potevo trovare un solo insegnamento in disaccordo con la Bibbia anche se dapprima non accettai tutto. Col passare del tempo capii che tutto quello che imparavo era sostenuto dalla Bibbia. Quando un giorno un amico mi fece una domanda biblica, con mio stupore riuscii a rispondere a quella e ad altre domande che aveva. Sì, anch’io vedevo i buoni risultati dello studio biblico.

Pensavo che tutti i nostri problemi fossero finiti. Ma non era così! Sarebbe stato troppo facile. Dovevo imparare a padroneggiarmi e poi fumavo ancora (tre pacchetti di sigarette al giorno, oltre a bere 15 tazze di caffè, molta birra, e a prendere sonniferi). La mia coscienza era turbata, ma non riuscivo a togliermi il vizio. Ogni sera smettevo di fumare e la mattina dopo ricominciavo. Gettavo via il pacchetto poi andavo a raccoglierlo per “calmarmi i nervi”. Anche per questo ero geloso di mia moglie, perché si era tolta il vizio del fumo molto tempo addietro.

Ricordo quella volta che, cercando di sistemare una lavatrice in cucina, mi feci molto male alla schiena. Mia moglie venne ad aiutarmi e io ero così arrabbiato che andai a sbatterle contro, la spinsi da parte e corsi fuori per comprare le sigarette. Oh che lotta! Ma dopo molte sincere preghiere e con l’aiuto dei miei amici cristiani e dello spirito di Geova, alla fine potei dire veramente: “Ho smesso”. Questo mi aiutò anche a dominare il mio temperamento collerico oltre a farmi sentire grato d’avere una famiglia veramente cristiana invece d’esserne geloso.

Sono molto riconoscente che la mia famigliola si sia attenuta lealmente ai principi biblici in tutto questo tempo. E che ne è stato del marito geloso di tanti anni fa? Se abitaste nei pressi di Louisville, nel Kentucky, Bill e Cathy potrebbero visitare la vostra congregazione, poiché, come Paolo ai giorni dei primi cristiani, ho questo gioioso privilegio (al momento della stesura di questo articolo). Visitiamo 20 congregazioni nelle quali presto servizio come ministro viaggiante per assisterle e incoraggiarle, ma l’incoraggiamento che ne risulta è reciproco.

Per quanto riguarda quei mariti gelosi che forse si sentono come mi sentivo io, speriamo che l’orgoglio non ostacoli i loro rapporti familiari. Speriamo invece che approfittino del tempo in cui i figli sono piccoli per conoscere e mettere in pratica i principi biblici. Molti di questi mariti l’hanno già fatto, per cui le loro rispettive mogli hanno avuto la gioia di vedere i frutti che si ottengono applicando le parole ispirate di Pietro riportate in I Pietro 3:1, 2: “Voi mogli, siate sottoposte ai vostri mariti, affinché . . . siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto”.

Sei una moglie o un marito geloso? Possa tu superare questo problema e ricevere così benedizioni più grandi delle mie e provare immensa gioia! — Da un collaboratore.

[Testo in evidenza a pagina 13]

Quando un uomo dice a sua moglie di smettere di studiare con i Testimoni, può darsi che sia perché ha sentito qualcosa di negativo sul loro conto. Ma quello che gli hanno detto è vero?

[Testo in evidenza a pagina 14]

Per sapere cos’è che sta imparando il vostro coniuge, la cosa migliore è studiare anche voi la Bibbia con i Testimoni. Non vi costa nulla e non dovete continuare se non volete. Ma conoscerete personalmente i fatti.

[Testo in evidenza a pagina 15]

Un buon modo per sapere ciò che avviene in una Sala del Regno è quello di andarci all’ora delle adunanze.

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