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Svegliatevi! 1982
g82 8/3 p. 15

Ultimissime sulla placca dentaria

Lo zucchero che si mangia influisce sui denti in due modi, entrambi negativi. Primo, alimenta i batteri del cavo orale, e questi producono acidi che attaccano i denti. Secondo, aiuta i batteri a produrre una sostanza appiccicosa detta placca, che fa aderire tenacemente i batteri e gli acidi ai denti, causando il massimo danno. Recenti studi, però, hanno permesso di scoprire alcuni fatti sorprendenti che, come minimo, possono aiutare a limitare se non eliminare, il problema della placca. Ecco alcune delle ultime scoperte.

● Si tratta di quante volte e non di quanto mangiate. La bocca è in grado di neutralizzare gradualmente gli acidi prodotti dai batteri dopo che abbiamo mangiato. Nel giro di qualche ora l’azione cariogena si arresta. Ma se vi piace mangiucchiare per tutto il giorno, gli acidi continuano ad agire. Quindi, se non potete fare a meno dei dolci, è meglio che li mangiate tutti in una volta.

● Più zucchero, più carie? Non necessariamente. Oltre una certa quantità minima, tutti gli alimenti ricchi di zucchero sembrano essere ugualmente dannosi per i denti. I ricercatori hanno riscontrato, ad esempio, che se una colazione a base di cereali (fiocchi d’avena, di riso, ecc.) conteneva l’uno per cento di zucchero, causava pochissima carie, mentre se conteneva l’8 per cento di zucchero ne causava tanta quanto quella contenente il 60 per cento di zucchero. Sempre, però, niente zucchero, niente carie.

● Alcuni alimenti riservano delle sorprese. Il formaggio Cheddar, ad esempio, ha l’effetto di rallentare la carie se viene mangiato insieme a o dopo cibi contenenti zucchero. La ragione è ancora sconosciuta. Le arachidi sono innocue per i denti. Fate invece attenzione alle patatine fritte: sono peggio del cioccolato e delle caramelle.

● Il fosfato bicalcico è un comune additivo alimentare che esercita un’azione preventiva. Si trova anche nei dentifrici. Può ridurre di metà il potere deleterio dei dolciumi. “È possibile modificare molti dolci o dessert”, dice il ricercatore William Bowen, “aggiungendo questo fosfato, e ridurre così il danno che causano”.

Com’era da prevedere, le ricerche in campo odontoiatrico sono molto intense nel nostro tempo. Vengono sperimentate molte nuove idee ed esplorate nuove vie. Ecco alcuni campi in cui i ricercatori sperano di trovare presto qualcosa.

● Rendere meno doloroso il mal di denti. I nervi dei denti sono eccezionali: sentono solo il dolore. E sono così fitti che un po’ di dolore in un nervo può facilmente far infiammare quelli vicini, estendendo così il dolore. Si sta preparando una sostanza chimica che può “isolare” i nervi e ridurre il dolore. Ma quanto è meglio evitare ciò che causa il dolore!

● Un vaccino per impedire la carie. L’idea c’è da molto tempo. Si può stimolare il sistema immunitario del corpo affinché produca anticorpi per combattere i batteri invasori. Sono stati sperimentati vari vaccini su animali e i risultati ottenuti finora sono positivi. Si sta studiando un altro tipo di vaccino che impedisce alla placca di aderire ai denti. Se non c’è placca, non c’è carie.

● Gli scienziati stanno studiando varietà, o mutanti, dei batteri del cavo orale che non producono gli acidi cariogeni. Se questi mutanti innocui vengono introdotti abbastanza presto in bocca, possono cacciar via gli altri. I batteri che prevengono le malattie del periodonto, cioè delle gengive, sono pure oggetto di ricerche da parte di ricercatori nel campo.

Mentre si esaminano queste e altre idee, o si fanno molte promesse, è sempre valida la vecchia norma, quella di lavarsi i denti dopo ogni pasto.

[Riquadro a pagina 15]

POTENZIALE CARIOGENO DI ALCUNI ALIMENTI

Sono classificati qui sotto alcuni comuni alimenti usati per merende, esprimendo con 100 il potere dello zucchero raffinato di produrre carie.

Pasticcini a base di cioccolato e crema 140

Zucchero a velo 100

Cereali usati per colazione con l’8% di zucchero 96

Cereali ricoperti di zucchero (60% di zucchero) 94

Patatine fritte 84

Caramelle 73

Cioccolato 72

Amido bianco in polvere 45

Zucchero a velo con l’aggiunta del 7% di fosfato

bicalcico 42

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