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  • g82 22/5 pp. 12-15
  • Com’è nata l’usanza di festeggiare il compleanno?

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  • Com’è nata l’usanza di festeggiare il compleanno?
  • Svegliatevi! 1982
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  • Compleanni e astrologia
  • Il pensiero della chiesa cambia
  • Ha importanza oggi?
  • Si esalta l’individuo
  • Qualcosa di meglio
  • “Non festeggiano . . .”
  • Compleanno
    Ragioniamo facendo uso delle Scritture
  • Perché i Testimoni di Geova non festeggiano i compleanni?
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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Svegliatevi! 1982
g82 22/5 pp. 12-15

Com’è nata l’usanza di festeggiare il compleanno?

UN NOTO personaggio ha recentemente celebrato il suo 70º compleanno, solo che non l’ha chiamato così. “È il 31º anniversario del mio 39º compleanno”, ha detto argutamente.

Non tutti nutrono gli stessi sentimenti riguardo al compleanno. Il piccolo Gianni forse attendeva con impazienza quel giorno con la torta, le candeline e i regali. Invece la mamma forse non gradisce che le sia rammentata l’età.

Alcuni rifiutano addirittura di festeggiare il compleanno per motivi di coscienza. Vi sembra strano? In effetti, se aveste fatto parte della chiesa cristiana primitiva, vi sareste rifiutati di festeggiare il compleanno.

“Sebbene presso gli antichi l’usanza di festeggiare l’anniversario della propria nascita fosse comune, in origine essa era disapprovata dai cristiani”, scrive William S. Walsh in un suo libro (Curiosities of Popular Customs). Lo storico Walsh prosegue citando antichi scritti cristiani sul soggetto, e dice: “Origene pertanto, in un’omelia su Levitico xii 2, assicura ai suoi ascoltatori che ‘fra i santi nessuno tenne mai una festa o un banchetto per il suo compleanno né fece baldoria il giorno della nascita di suo figlio o di sua figlia. Ma i peccatori fanno baldoria e festeggiano in quei giorni’”.

Come mai i primi cristiani erano contrari a festeggiare il compleanno? In parte per l’influenza esercitata dagli ebrei. “La Bibbia non riporta nessun caso di celebrazione del compleanno fra gli ebrei stessi”, fa notare la M’Clintock and Strong’s Cyclopædia, e aggiunge: “Infatti, più tardi gli ebrei consideravano le feste di compleanno, a dir poco, parte dell’adorazione idolatrica”.

Compleanni e astrologia

Naturalmente i primi cristiani avevano anche le loro ragioni per non celebrare i compleanni. A quel tempo il compleanno era strettamente legato alla religione pagana, qualcosa che oggi non è tanto evidente. “L’usanza di ricordare il giorno della nascita è legata . . . nei contenuti, a certi principi religiosi primitivi”, fa rilevare l’Encyclopædia of Religion and Ethics. Quali sono questi principi?

Lo spiritismo, per citarne uno. “I greci credevano che ognuno avesse uno spirito protettore o dèmone che era presente alla sua nascita e vigilava su di lui durante la sua vita. Questo spirito aveva una relazione mistica con il dio nel cui compleanno la persona era nata. Anche i romani accettavano questa idea. Essi chiamavano lo spirito genio. Questa nozione è stata tramandata nel pensiero religioso dell’uomo e si ritrova nell’angelo custode, nella fata buona e nel santo patrono”. — The Lore of Birthdays, di Ralph e Adelin Linton.

Un’altra ragione per cui i primi cristiani evitavano i compleanni era il fatto che avevano relazione con l’astrologia. “Nei tempi antichi era importante tenere una registrazione del genetliaco principalmente perché la data della nascita era essenziale per fare l’oroscopo”, dicono i Linton. Per i primi cristiani l’astrologia era legata alle religioni orientali, allo stoicismo romano e al pensiero contorto degli gnostici. I cristiani non volevano aver niente a che fare con tutto ciò!

Il pensiero della chiesa cambia

Infine il pensiero della chiesa nominale riguardo ai compleanni cambiò. Perché? Perché quando sotto l’imperatore Costantino la persecuzione cessò, il generale atteggiamento della chiesa verso il mondo romano cambiò, e questo non sorprende. Il cristianesimo nominale, grandemente corrotto rispetto a quello apostolico, divenne la religione di stato. Che ne fu ora della sua precedente ostilità per tutto ciò che era pagano?

Allorché la chiesa “emerse dall’uragano della persecuzione per scaldarsi al sole del favore imperiale”, scrive l’ecclesiastico Henry J. Vandyke del XIX secolo, “abbandonò l’umile concetto di una chiesa tratta in salvo fuori dal mondo per accettare il concetto più nobile di un mondo che doveva essere salvato attraverso il ministero della chiesa”.

Quale fu il risultato di tale ragionamento non scritturale? “Fu allora che, aprendo il cuore all’umanità della religione, essa cominciò ad avvicinarsi all’umanità di Gesù e a cercare con vivo interesse il giorno della Sua nascita, per santificarlo”. Se si poteva celebrare il genetliaco di Gesù, che dire degli altri compleanni? William Walsh risponde, dicendo: “Con la celebrazione della Natività di Cristo tornò in auge la celebrazione del giorno della nascita dei comuni mortali”.

Ha importanza oggi?

Tutto questo accadeva molti secoli fa. Perché mai dovrebbe influire sulla celebrazione dei compleanni del nostro tempo? Se i cristiani del primo secolo non festeggiavano né il proprio compleanno né quello di Gesù, perché i sinceri cristiani d’oggi non dovrebbero seguire il loro esempio?

‘Ma non è un atteggiamento da estremisti, questo, addirittura da fanatici?’ chiederà qualcuno. ‘Dopo tutto che male c’è a festeggiare il compleanno? Lo spiritismo o l’astrologia oggi non c’entrano’.

Una cosa interessante è che gran parte di quello che oggi viene preso per ovvio nel festeggiare il compleanno conserva il sapore di antichi riti religiosi. “L’usanza delle candeline accese sulla torta ebbe origine dai greci”, dicono i Linton. “Filòcoro [antico storico greco] indica che il sesto giorno di ogni mese, l’anniversario della nascita di Artemide, dea della luna e della caccia [nonché della fertilità], venivano messe sugli altari dei templi di questa dea torte al miele tonde come la luna e con le candeline accese”.

Qual è il significato delle candeline? “Nella credenza popolare, le candeline sono dotate di uno speciale potere magico per esaudire desideri . . . Le candeline accese e i fuochi sacrificali hanno avuto uno speciale significato mistico sin da quando l’uomo ha eretto i primi altari ai suoi dèi. Le candeline della torta di compleanno sono pertanto un omaggio e un tributo al bambino che compie gli anni e portano fortuna”, fa notare la stessa fonte.

Che dire del tradizionale augurio di “Buon compleanno”? The Lore of Birthdays dice: “I saluti e gli auguri di buon compleanno sono una parte essenziale di questa festa. . . . l’idea trae le sue origini dalla magia. La stregoneria viene impiegata soprattutto per gettare incantesimi, buoni e cattivi. Si è specialmente sensibili a tali incantesimi nel giorno del compleanno, perché in quel tempo i propri spiriti sono in giro. . . . Gli auguri di buon compleanno possono esercitare un’influenza buona o cattiva perché quel giorno si è più vicini al mondo degli spiriti”. — Pagina 20.

Significa questo che i cristiani non possono avere niente a che fare con alcuna usanza che abbia origine da falsi riti religiosi? No. Ci sono moltissime comuni usanze che hanno origini di questo genere. Ma quando una certa usanza conserva ancor oggi caratteristiche che vanno contro i principi biblici, allora i veri cristiani devono per coscienza rifiutarsi di seguirla.

Si esalta l’individuo

I Linton osservano che la festa del compleanno è diversa dalle altre, poiché in quell’occasione “tutti i regali e gli auguri sono per l’individuo. La torta di compleanno, decorata con glassa colorata e con le candeline accese, è un omaggio all’individuo. Altre feste riscaldano il cuore, ma quella del compleanno esalta l’io”.

È bene che i cristiani partecipino a feste che ‘esaltano l’io’? Parlando ai superbi farisei, Gesù avvertì che “chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. (Matteo 23:12) Esaltare troppo il proprio io può portare a essere umiliati da Dio. “Non diveniamo egotisti”, consigliò l’apostolo Paolo. — Galati 5:26.

‘Ma perché appigliarsi a una piccola cosa come il compleanno?’ obietterà qualcuno. Perché i cristiani credono che in questo caso si applichi il principio biblico secondo cui “chi è fedele in ciò che è minimo è anche fedele nel molto”. — Luca 16:10.

Inoltre, anche se una festa di compleanno è ‘una piccola cosa’, il principio attinente è importante. La chiesa del quarto secolo cominciò ad accettare le celebrazioni del compleanno solo dopo che era avvenuto un grande cambiamento nel suo pensiero. Come dice a pagina 13, l’ecclesiastico Vandyke definisce “umile concetto” il principio scritturale che la chiesa cristiana ‘non fa parte del mondo’. Ma i cristiani che basano la loro fede sulla Bibbia non possono condividere tale modo di pensare!

In nessuna parte le Scritture autorizzano la chiesa a respingere le parole di Gesù che disse: “Non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo”. (Giovanni 15:19) Da dove prese la chiesa l’autorità di respingere le parole di Gesù definendole un “umile concetto” e di seguire un “concetto più nobile” proclamato dalla chiesa stessa, cioè che la chiesa dovesse divenire parte del mondo per salvarlo?

La lettera biblica di Giacomo usa termini vigorosi: “Adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. (Giacomo 4:4) Forse la chiesa può salvare il mondo divenendone parte e adottandone i riti?

Qualcosa di meglio

Sebbene la nascita di un bambino sia un’occasione gioiosa, la Bibbia la mette nella giusta prospettiva con questo interessante commento: “Un nome è meglio che il buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita”. (Ecclesiaste 7:1) Com’è possibile?

Alla nascita ereditiamo tutti l’imperfezione e il peccato dai nostri antenati, Adamo ed Eva. Nasciamo senza il favore di Dio con la prospettiva di una vita breve e piena di affanni, seguita dalla morte. — Giobbe 14:1-4; Romani 5:12.

Anche se siamo nati tutti per così dire sotto l’ira di Dio, la situazione non è disperata. Lo scrittore biblico Giovanni mette la cosa in questi termini: “Chi esercita fede nel Figlio ha vita eterna; chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”. — Giovanni 3:36.

Quindi la vita imperfetta che abbiamo alla nascita non è affatto vita dal punto di vista di Dio. Per questo e così importante avere un buon “nome” presso Dio! Se uno ha speso la propria vita per farsi questo buon “nome”, allora, alla fine di tale utile vita, si può dire veramente che ‘il giorno della morte è migliore del giorno della nascita’. Tale persona ha la sicura speranza d’essere risuscitata per tornare a vivere. (Isaia 26:19) Non è meglio cercare di ottenere una buona relazione con Dio e rallegrarsi di questo piuttosto che celebrare una data di nascita? Dopo tutto, dal punto di vista di Dio siamo soltanto un “vapore che appare per un poco e quindi scompare”. — Giacomo 4:14.

“Non festeggiano . . .”

Quando recentemente un Testimone di Geova parlò con una famiglia fu informato che alla porta accanto abitavano altri Testimoni. Come faceva quella famiglia a sapere che erano Testimoni? Saltò su un ragazzino a dire: “Non festeggiano!”

“È vero che i testimoni di Geova non festeggiano i compleanni o altre ricorrenze”, convenne il Testimone, “ma sapevi che ci riuniamo in altre occasioni per divertirci?”

Il ragazzino spalancò gli occhi. “Davvero?” chiese.

I testimoni di Geova non indossano abiti neri e non portano il cilicio per avere un’aria di santità. Il loro rifiuto di festeggiare i compleanni ha origine dal sincero desiderio di piacere a Dio. Non possono fare a meno di notare, come l’hanno notato i cristiani dal tempo di Origene, che le uniche due celebrazioni di compleanno menzionate nella Bibbia furono quella di un faraone egiziano e quella del re Erode Antipa, nessuno dei quali serviva Dio. È pure degno di nota che entrambe le celebrazioni furono contrassegnate da un’esecuzione capitale. — Genesi 40:20-22; Matteo 14:6-11.

Tuttavia i testimoni di Geova amano la vita. Amano la compagnia e gli svaghi sani. Nutrono insieme la speranza della vita eterna sotto il regno di Dio. (Matteo 6:9, 10; Rivelazione 21:3, 4) Credono che verrà il tempo in cui i bambini non nasceranno più in un mondo pieno di angosce e dolori. A quel tempo tutti nasceranno con la fiduciosa prospettiva di vivere così a lungo che non avrà senso contare gli anni. Nel frattempo il sincero amore dei Testimoni per la vita, nonché il loro amore verso Dio li spinge a desiderare di piacergli anche in ‘piccole cose’ come il modo in cui considerano quelle celebrazioni che conservano l’impronta della falsa religione.

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