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  • g82 22/6 pp. 13-15
  • “Ma cosa dico?”

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  • “Ma cosa dico?”
  • Svegliatevi! 1982
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  • Il primo ostacolo: il proprio modo di pensare
  • Siate buoni ascoltatori
  • Un’arte che viene dal cuore
  • I vantaggi della conversazione
  • Come migliorare la capacità di conversare
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  • Conversare è un’arte
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    Manuale per la Scuola di Ministero Teocratico
Altro
Svegliatevi! 1982
g82 22/6 pp. 13-15

“Ma cosa dico?”

Impariamo l’arte della conversazione

“GLI altri bambini a scuola pareva sapessero sempre cosa dire. Trovavano sempre le parole giuste. Gli altri si interessavano di loro. Ma il mio caso era diverso”, cominciò un giovane che per anni aveva sofferto a causa della timidezza. La situazione che egli quindi descrisse è tale che milioni di persone sulla terra possono capire bene.

“Quando ero insieme ad altri mi sudavano le mani e mi sentivo nervoso ed eccitato. Diventavo teso. La mia mente era come vuota. Cosa avrei detto? Eppure mi piaceva la compagnia e desideravo comunicare, così mi sforzavo. Ma quando alla fine riuscivo a spiccicare una parola passava inosservata a causa della tensione. Dopo di che mi sentivo ancor peggio”.

Forse qualche volta voi o qualche vostro caro vi siete sentiti allo stesso modo. Per molti è difficile andare oltre il primo stadio di una conversazione, il “Come stai?” La mancanza di comunicare è evidente nella crescente solitudine nonché nel numero sempre più elevato di famiglie “mute”.

Cosa rende impacciati nella conversazione? Forse il tipo di educazione ricevuta. Inoltre, oggi molti sono più egocentrici e si interessano meno del prossimo. Per di più, malgrado l’apparente espansività delle masse, molti sono timidi. Il dott. P. G. Zimbardo, in un suo libro sulla timidezza (Shyness), scrive che l’80 per cento di 5.000 persone intervistate hanno detto di essere state timide in qualche momento della loro vita e che il 40 per cento si considerava timido al presente.

Centrando un altro problema, uno ha scritto: ‘Preferiamo accendere il televisore e spegnere noi stessi’. Alludendo all’effetto che ha avuto sulle famiglie l’abitudine di guardare la TV, un relatore a un convegno italiano sull’informazione ha fatto un’insolita proposta: “Chiudere le stazioni televisive per una volta alla settimana”. Perché? Ha detto che ciò consentirà “la ripresa della conversazione familiare espulsa da una lunga tradizione”.

Molti pertanto, a causa di questi svariati fattori, non riescono a imparare l’arte della conversazione. Ma cosa si può fare per sormontare il problema?

Il primo ostacolo: il proprio modo di pensare

“Due cose mi son dovuto togliere dalla testa”, ha precisato il giovane menzionato sopra. “Primo, ero troppo egocentrico. Mi preoccupavo troppo di quello che la gente pensava riguardo a ciò che avrei detto. Temevo di rendermi ridicolo. Secondo, pensavo sempre che gli altri avrebbero criticato tutto quello che dicevo”. Cosa lo ha aiutato a vincere questi sentimenti?

Sentì una conferenza biblica in cui l’oratore mostrò che l’amore sincero “non cerca i propri interessi” e “di tutti ha fiducia”. Questo consiglio lo aiutò a cominciare ad avere fiducia negli altri, a non attribuire cattivi motivi (anche se alcuni erano pignoli), e a comunicare di più, essendo così meno egocentrico. — I Corinti 13:4-7, Traduzione del Nuovo Mondo; Parola del Signore, Il Nuovo Testamento.

Alcuni monopolizzano la conversazione perché pensano solo ai propri interessi. D’altra parte, certuni imitano lo statista americano Calvin Coolidge, famoso per il suo assoluto disprezzo per l’arte della conversazione. Chiestogli perché andasse a tanti pranzi eppure avesse un’aria così annoiata, rispose: “Bisogna pur mangiare da qualche parte”. Sì, alcuni pensano di non avere altra responsabilità in un’occasione simile che di riempirsi lo stomaco!

Per partecipare a una conversazione è necessario avere qualcosa in mente da dire. Quindi informatevi. Leggendo giornali o riviste (come questa) e prendendo note mentali o scritte avrete informazioni interessanti da comunicare.

Siate buoni ascoltatori

“Confesso di soffrire di una comune debolezza in quanto ad ascoltare”, ha scritto una donna. “Sono sempre pronta a dare consigli. Mi telefonano per lamentarsi e sfogarsi e non desiderano altro che un orecchio comprensivo, ma purtroppo nel mio zelo offro loro quindici soluzioni”. Questa donna si accorse che le sue amiche troncavano rapidamente la conversazione.

Può accadere la stessa cosa a chiunque non impari ad ascoltare. Anziché pensare a quello che dirà poi, interrompere, finire la frase per l’interlocutore o fargli fretta, il buon ascoltatore è paziente e attento. Nessuno può fare due cose contemporaneamente e prestare a entrambe tutta la propria attenzione. Una moglie ha espresso i sentimenti di molte donne sposate quando ha detto: “Non crediamo che uno possa leggere il giornale e ascoltarci. . . . Non crediamo che uno possa infilarsi il pigiama, lavarsi, pulirsi i denti e, dopo essersi rannicchiato nel letto, chiudere gli occhi e sostenere di ascoltarci”.

Per essere buoni ascoltatori, guardate l’interlocutore negli occhi per la maggior parte del tempo, indicate con una parola o un gesto (forse con un cenno della testa) che vi interessate di quello che dice. Cercate di mettervi nei suoi panni. (Dite per esempio: “So come devi esserti sentito”). Fate domande pertinenti e con tatto. Non esitate a chiedere chiarimenti. Spesso alle persone piace dare spiegazioni.

Ovviamente è utile imparare e usare certi segreti per conversare. Ma per imparare l’arte della conversazione occorre più che semplicemente imparare un insieme di regole.

Un’arte che viene dal cuore

L’individuo che ha la testa piena di una serie interminabile di aneddoti può essere il peggior conversatore, se il suo cuore non è pieno di amorevole interesse per gli altri. Guardate “non solo all’interesse personale delle cose vostre, ma anche all’interesse personale di quelle degli altri”, raccomanda la Bibbia. — Filippesi 2:4.

Il segreto per imparare l’arte della conversazione è quello d’essere sensibili ai sentimenti e agli interessi altrui. Questa sensibilità, tuttavia, si dovrebbe riflettere non solo nell’interesse che mostriamo per gli altri, ma anche in quello di cui parliamo. Ovviamente, il ‘parlare ingiurioso’ e aspro non sarebbe un indice d’amore. A volte anche un’innocente conversazione può danneggiare. — Tito 3:2.

Per esempio un gruppo di donne che ogni mercoledì pomeriggio si riunivano nel loro circolo del cucito in una di queste occasioni parlavano liberamente della vergogna della “figlia drogata” di una famiglia trasferitasi da poco nella loro zona. Una di queste donne, parlando in seguito con la moglie di un ministro religioso, si accalorò nel menzionare la cosa.

“Le cose stanno diversamente”, ribatté la moglie del ministro.

“Non eri alla riunione”, replicò ostinatamente l’altra donna. “Se ci fossi stata . . .”

“No, ero là, voglio dire in quella casa”, rispose la moglie del ministro. “Non è la loro figlia, neppure una parente; e non è nemmeno un’amica o la figlia di un’amica; è solo una povera ragazza che è stata malata per tanto tempo e che ha sofferto così atrocemente che gli stessi medici l’hanno resa vittima del vizio degli oppiacei. E questa famiglia l’ha accolta nella sua casa per curarla e ce la stanno mettendo tutta. L’ho appena saputo, con l’aiuto del medico”.

La donna si alzò bruscamente per andarsene. Perché così all’improvviso? ‘Devo raccontare a tutte le altre come stanno veramente le cose e il lato buono della faccenda’, disse arrossendo per l’imbarazzo. Sì, molte volte un episodio discusso durante una “innocente” conversazione ha un’altra versione.

Frenate dunque l’impulso di dire qualcosa che potrebbe rovinare la reputazione di qualcuno. Non macchiate il buon nome altrui. (Confronta Proverbi 16:27, 28) Chiedetevi: Quello che dico abbatte gli altri? Dopo un onesto esame di coscienza può darsi comprendiate la necessità di fare qualche cambiamento.

I vantaggi della conversazione

Ci si avvicina di più a una persona man mano che si impara a conoscerla meglio. Le famiglie diventano più forti. Il divario fra marito e moglie e fra genitori e figli diminuisce. Attingendo alla sapienza altrui si allargano i propri orizzonti. Conversando con gli anziani i giovani possono aggiungere anni di esperienza alla propria vita. Ed essa diventa più piacevole.

Quindi imparate e usate l’arte della conversazione.

[Riquadro a pagina 14]

SIETE BUONI CONVERSATORI?

● In un gruppo di tre o più persone, parlate per metà del tempo?

● Vi accorgete quando un amico è di buon umore o quando è giù?

● Parlate quasi sempre di voi stessi?

● Scambiate la causticità per arguzia?

● Confondete la franchezza e la schiettezza con l’asprezza e la sgarbataggine?

● Chiedete agli altri quali sono i loro interessi?

[Riquadro a pagina 15]

SUGGERIMENTI SU COME COMINCIARE UNA CONVERSAZIONE

● Presentatevi.

● Dite qualcosa su un’esperienza che in quel momento state avendo in comune.

● Fate complimenti sinceri.

● Chiedete od offrite aiuto.

COME CONTINUARLA

● Fate domande su fatti — “La temperatura ha superato i 25 gradi oggi?” o su punti di vista — “Pensi che il quartiere stia diventando più pericoloso?”

● Incoraggiate l’interlocutore a parlare di sé. “Dove sei cresciuto? Ti piace il tuo lavoro? Come si può imparare a fare quel tipo di lavoro?”

● Raccontate un aneddoto personale o dite qualche interessante informazione.

● Evitate le critiche ingiustificate ma esprimete sinceramente i vostri sentimenti e ciò che pensate di quello che la persona dice.

● Sappiate quando è tempo di andarvene.

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