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  • g82 22/10 pp. 6-10
  • Chi era Gesù Cristo?

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  • Chi era Gesù Cristo?
  • Svegliatevi! 1982
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Altro
Svegliatevi! 1982
g82 22/10 pp. 6-10

Chi era Gesù Cristo?

CHE aspetto aveva Gesù? Pittori e scultori lo hanno raffigurato molte migliaia di volte, ma non avevano nessuna fotografia di lui o descrizione fatta dai contemporanei da seguire come guida. La Bibbia non ci dice di che colore aveva i capelli o gli occhi, non dice quanto era alto, quanto pesava, né ci dà alcun altro particolare sul suo aspetto. Come può dirsi di tutte le altre raffigurazioni di lui, anche quelle di questa rivista sono semplicemente il frutto dell’immaginazione di un artista.

Molti sono stati ammirati per il loro aspetto, ma Gesù Cristo non deve la sua fama all’aspetto esteriore.

Non c’è dubbio che era virile e bello. La Bibbia indica che nacque come uomo perfetto mediante il miracoloso operato dello spirito di Dio. “Gesù progrediva in sapienza e crescita fisica”, riferisce uno dei suoi seguaci, il medico Luca. — Matteo 1:20, 21; Luca 2:52.

Ma che fosse un uomo perfetto non significa che avesse un aspetto da superuomo. Né che avesse l’aureola. La Bibbia indica che poteva passare per una persona abbastanza comune. Poté, ad esempio, salire a Gerusalemme in incognito, senza che la folla lo riconoscesse. E i soldati che andarono ad arrestarlo ebbero bisogno che il suo sleale discepolo Giuda indicasse loro chi era. — Giovanni 7:10-13; Matteo 26:47, 48.

È evidente che gli scrittori biblici considerarono l’aspetto esteriore di Gesù di minore importanza. Essi si soffermarono sulla sua missione e sulle qualità personali che rivelò mentre adempiva tale missione sulla terra.

Una missione straordinaria

Considerate la missione straordinaria che Gesù adempì qui sulla terra e capirete l’impatto che ha avuto sulla storia dell’uomo. Nessun’altra creatura ha mai fatto ciò che egli fece.

La Bibbia mostra che ebbe un’esistenza preumana come celeste Figlio di Dio. Fu il più intimo e più fedele collaboratore di Dio nella creazione di tutte le cose. (Colossesi 1:13-17) Quando sorse una situazione per cui dovette intraprendere una missione divina sulla terra e quindi nascere, vivere e morire come creatura umana, fu disposto ad assolvere questa responsabilità.

Quale fu questa situazione? In Eden, Adamo aveva peccato deliberatamente. Aveva trasgredito la legge divina chiaramente espressa, legge da cui dipendeva la sua vita. Questo perfetto antenato di tutta l’umanità perdette così la perfezione umana e la speranza della vita eterna su una terra paradisiaca non solo per sé ma anche per tutti i suoi discendenti non ancora nati. (Romani 5:12; Genesi 2:15–3:24) Nessun imperfetto figlio di Adamo avrebbe potuto riacquistare per l’umanità ciò che era stato perduto. Secondo la perfetta norma di giustizia di Dio, la vita di una creatura umana perfetta, come Adamo, doveva essere deposta in sacrificio per redimere l’umanità. Ma come vi si poteva provvedere? Geova Dio stesso prese il provvedimento, soddisfacendo le esigenze della giustizia e dimostrando l’intensità del proprio amore per l’umanità. — Salmo 49:6-9; I Giovanni 4:9.

Dio mandò il proprio Figlio dal cielo, quello che gli era più intimo. Il fatto che questi nacque come un bambino e divenne un uomo perfetto fu solo un mezzo per adempiere la sua missione. Con la sua vita dimostrò completa lealtà a Dio; rese chiaro che la sua devozione a Geova non era motivata da alcun personale egoistico guadagno e dimostrò che anche Adamo avrebbe potuto essere fedele al suo Creatore se l’avesse voluto. Morendo Gesù come uomo perfetto, fu aperta la strada della redenzione all’umanità che aveva ereditato il peccato, l’imperfezione e la morte. Coloro che erano disposti ad accettare questa redenzione potevano avere la prospettiva della vita eterna in un giusto nuovo ordine.

Nessun altro uomo della storia ha compiuto un’opera più grande di questa.

Non cercò di esaltare se stesso

Gesù non fece tutto questo per diventare famoso. In preghiera al Padre celeste disse chiaramente: “Io ti ho glorificato sulla terra”. — Giovanni 17:4.

Quello che pensava del proprio ruolo è riassunto mirabilmente in queste parole: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per esser servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. (Marco 10:45) E rivolgendo umilmente l’attenzione a Colui che aveva reso possibile tutto ciò, disse: “Dio ha tanto amato il mondo [dell’umanità] che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — Giovanni 3:16.

Un abile insegnante

Nei tre anni e mezzo del suo ministero pubblico, dal 29 al 33 E.V., Gesù si dedicò continuamente all’opera di insegnamento. E che insegnante fu! “Nessun altro uomo ha mai parlato come questo”, fu il commento spontaneo di alcuni ufficiali che in un’occasione udirono Gesù insegnare. In un’altra occasione tutti i suoi ascoltatori “si meravigliavano delle avvincenti parole che uscivano dalla sua bocca”. Sì, coloro che udirono personalmente Gesù videro in lui un magistrale insegnante. — Giovanni 7:46; Luca 4:22.

Il suo più famoso discorso fu il cosiddetto Sermone del Monte. Non solo i suoi diretti ascoltatori furono sbalorditi dalla profonda sapienza e dalla conoscenza straordinariamente acuta della natura umana manifeste in questo sermone pronunciato da Gesù all’aperto, ma esso ha sbalordito nel corso dei secoli milioni di persone, istruite e non. Il defunto psichiatra dott. James F. Fisher, al termine della sua brillante carriera, rivelò quanto apprezzava questo sermone, dicendo: “Se si prendesse il succo di tutto ciò che i più qualificati psicologi hanno detto sul soggetto dell’igiene mentale, se si unisse e si raffinasse e si eliminasse tutta la verbosità in eccesso, se si . . . facessero esprimere concisamente quei genuini frammenti di pura conoscenza scientifica dal più capace dei poeti viventi, si avrebbe un goffo e incompleto riassunto del Sermone del Monte”.

Se desiderate conoscere meglio questo sermone per eccellenza, cercatelo nella Bibbia e leggetelo, nei capitoli da cinque a sette di Matteo. Vi ci vorrà un quarto d’ora circa. Troverete pensieri che soddisfano veramente i più grandi bisogni dell’umanità, e tanto più in questo tempo critico. Troverete principi su come andare d’accordo col prossimo e su come dominare i propri sentimenti. Sarete aiutati a trovare il vero significato della vita, quali sono le cose di primaria importanza nella vita e come stabilire una buona relazione con Dio. Tutto in un quarto d’ora! Quando Gesù ebbe finito il suo sermone, le folle che lo avevano udito “erano stupite del suo modo d’insegnare; poiché insegnava loro come una persona che ha autorità, e non come i loro scribi”. — Matteo 7:28, 29.

L’insegnamento di Gesù era efficace perché quello che diceva in realtà lo aveva udito da Dio, suo Padre. (Giovanni 14:10) Egli non si basava su tradizioni umane, come facevano gli scribi ebrei. Inoltre nutriva vero amore per i suoi sinceri ascoltatori. Poiché li amava di cuore, si conquistò la loro attenzione e il loro profondo rispetto. Notarono quanto era diverso dagli scribi e da altri insegnanti religiosi che mantenevano le distanze dal popolo. Questi si stringevano, per così dire, i vestiti addosso, per non contaminarsi toccando la “folla che non conosce la Legge”. La disprezzavano, considerandola “gente maledetta”, per usare le loro parole. — Giovanni 7:49.

Ma Gesù parlava mosso dalla profonda compassione. Infatti disse: “Lo spirito di Geova è su di me, perché egli mi ha unto per dichiarare la buona notizia ai poveri”. (Luca 4:18) Il suo messaggio era semplice, conciso e chiaro. Illustrò i suoi argomenti con cose che gli ascoltatori conoscevano bene. Si sforzò di toccare in profondità il loro cuore. Li spinse a rinnovare la loro mente e il loro cuore, a pentirsi delle azioni e dei pensieri errati e a ricominciare una nuova vita, per stringere una buona relazione con Dio e nutrire vera speranza per il futuro.

Confrontate questo insegnamento con i discorsi politici e le prediche religiose che forse udite. Forse sono intelligenti, forse suonano bene. Certi oratori si infiammano e incitano alla lotta. Ma quanti sono pieni d’amore e di comprensione per l’uomo della strada?

Gesù non mostrò compassione per gli altri solo a parole, ma aiutò coloro che avevano urgenti necessità fisiche. Li sfamò, guarì gli afflitti, risuscitò perfino i loro cari. Aveva ricevuto da Dio il potere di farlo e lo usò appieno. Certe volte non aveva neppure il tempo per mangiare e riposare. Ebbe veramente un grande cuore. — Matteo 14:14; Marco 6:38-44; 8:22-25; 10:13, 14; Luca 8:49-56; Atti 10:38.

Uno dei più importanti aspetti dell’insegnamento di Gesù fu che provvide strumenti mediante cui, dopo la sua partenza, la sua influenza sarebbe stata estesa alle generazioni future. Terminato il suo breve periodo di insegnamento egli aveva ammaestrato, addestrato e preparato un gruppo di discepoli che potevano essere mandati nel mondo a compiere l’opera da lui iniziata. I discepoli che lasciò erano insegnanti, ma non solo, erano anche in grado di istruire altri affinché a loro volta diventassero insegnanti. Ciò che egli aveva cominciato si sviluppò diventando un’opera mondiale per fare discepoli, opera che è stata compiuta in “tutte le nazioni”, com’egli predisse. — Matteo 28:19, 20.

Un capo amorevole e coraggioso

Gesù prese la direttiva fra i suoi discepoli. Essi non obiettarono mai a motivo della sua indiscussa capacità di guidare. Diede loro un esempio perfetto. Qualunque cosa chiedesse loro, fu il primo a farla. Non solo con le parole ma con i fatti insegnò loro ad amare il prossimo, sì, anche i nemici. Perciò la guida che impartì mentre era sulla terra non provocò il minimo spargimento di sangue. Nessuno poteva accusarlo d’avere sparso una sola goccia di sangue di qualcuno. Non trascurò neppure la ferita a un orecchio provocata da un suo discepolo a un avversario; la guarì immediatamente. — Luca 6:32-36; 22:50, 51.

Nello stesso tempo diede prova di grande coraggio, virilità e forza durante tutta la sua vita terrena. Per esempio, in Marco 10:32 leggiamo: “Or avanzavano per la strada che saliva a Gerusalemme, e Gesù andava davanti a loro, ed essi provarono meraviglia; ma quelli che seguivano avevano timore”. In quell’occasione Gesù stava compiendo il suo ultimo viaggio a Gerusalemme insieme ai discepoli. Sapeva che vi sarebbe stato giustiziato. I capi religiosi del suo tempo volevano per sé tutta la gloria. Ed erano decisi a ucciderlo pur di tenersela. Gesù lo sapeva mentre saliva a Gerusalemme, e ne parlò ai discepoli. (Versetti 33, 34) Non si tirò indietro ma andò davanti a loro per la strada, con stupore dei suoi timorosi discepoli. Che condottiero coraggioso avevano!

Alcuni giorni dopo, mentre era sotto processo e il governatore romano Ponzio Pilato gli chiese se era re, Gesù rispose: “Tu stesso dici che io sono re”. (Giovanni 18:37) Non mentì mai per salvare la pelle. Rese coraggiosamente testimonianza al regno che rappresentava, il regno di Dio.

Quello stesso giorno Gesù fu condannato a morte, frustato, incoronato di spine, schiaffeggiato, sputacchiato e infine inchiodato a un palo di tortura per subire la morte più atroce. Adempì sino in fondo la sua responsabilità di capo amorevole e coraggioso. Col suo ultimo respiro fece al Padre celeste il rapporto finale: “È compiuto!” — Giovanni 19:30.

[Testo in evidenza a pagina 7]

Nessun altro ha mai fatto ciò che Gesù Cristo compì mentre era sulla terra

[Testo in evidenza a pagina 8]

“Nessun altro uomo ha mai parlato come questo”, fu lo spontaneo commento di un ufficiale che udì Gesù insegnare

[Testo in evidenza a pagina 9]

Nessuno può accusare Gesù di avere sparso il sangue di qualcuno; piuttosto, egli guarì le ferite altrui

[Immagini a pagina 6]

Gesù riacquistò quello che Adamo aveva perso per il genere umano

Adamo

Gesù

[Immagine a pagina 7]

Gesù esaltò Dio, non se stesso

[Immagine a pagina 8]

Gesù pronunciò il Sermone del Monte

[Immagine a pagina 9]

Era affettuoso con i bambini

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