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  • g84 8/2 pp. 16-18
  • I videogiochi violenti sono proprio dannosi?

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  • I videogiochi violenti sono proprio dannosi?
  • Svegliatevi! 1984
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  • Creano dipendenza?
  • ‘Violenza e immediata gratificazione’
  • ‘Vanagloria’
  • Come hanno fatto alcuni a liberarsi
  • Dovrei giocare con i videogiochi?
    Svegliatevi! 2008
  • Faccio bene a giocare con i videogiochi?
    Svegliatevi! 1996
  • Che si può dire dei videogiochi?
    Svegliatevi! 1983
  • Dovrei giocare con i videogiochi?
    I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande, volume 2
Altro
Svegliatevi! 1984
g84 8/2 pp. 16-18

I giovani chiedono...

I videogiochi violenti sono proprio dannosi?

‘SONO attorniata da alieni che bombardano tutti il mio aereo. Come faccio a proteggere i miei “uomini” affinché non siano rapiti da questi alieni?’, si chiedeva Kym, una diciottenne, mentre fissava un grande schermo a colori pieno di immagini pulsanti e di rumori di battaglia. ‘So cosa fare’, si disse Kym, mentre con le dita coperte di vesciche premeva una serie di bottoni. ‘Lancerò la mia bomba più potente. Salteranno tutti in aria! Evviva! Ho distrutto anche quattro capsule: 10.000 punti solo per quello! Farò 100.000 punti stavolta’.

Ecco una scena tipica in una sala giochi. Forse anche tu hai giocato o hai visto altri fare questi popolarissimi videogiochi.a Forse li consideri un innocuo diversivo dopo lunghe ore di studio o di lavoro. Alcuni esperti però affermano che questi giochi creano dipendenza e nuocciono alla mente. Kym, per esempio, ammette che i giochi la lasciavano emotivamente esausta. Eppure si sentiva costretta a giocare. Essa dice: “Ci si trova soli a combattere contro insormontabili difficoltà. Il tuo destino è nelle tue mani”.

Creano dipendenza?

Naturalmente qualsiasi gioco può creare dipendenza. Ma questo può dirsi in particolare dei videogiochi violenti. “In un gioco come quello degli scacchi la mente può vagare. Ma questi videogiochi, ancor più del flipper, esigono concentrazione assoluta”, ha spiegato Sherry Turkle, una sociologa del Massachusetts Institute of Technology. “Una volta che entri in quel mondo ci devi restare”.

Kym è d’accordo: “Il gioco ha un effetto quasi ipnotico. Non senti nulla. Ci si sottrae al mondo e a tutti i suoi problemi. È come essere drogati. Ma il peggio è quando si impara il gioco e si diventa bravi. Quando fai uno stupido errore e il gioco finisce, sai di poter fare meglio. Così inserisci un altro quarto di dollaro, e un altro e un altro ancora. Ho speso fino a quaranta dollari la settimana. I soldi del pranzo, i soldi della spesa e i soldi che andavo in giro a chiedere ai miei parenti: spendevo tutto in questi giochi”.

Sebbene la maggioranza dei giocatori possa fare di solito una partita o due e poi allontanarsi, la possibilità di prendere il vizio esiste. “Non pensavo che sarebbe accaduto a me”, ha confessato Kym. “Ma arrivai al punto di consumarmi la pelle di diverse dita trascorrendo lunghe ore a fare questi giochi. Erano diventati tutta la mia vita”.

L’apostolo cristiano Paolo scrisse: “Ogni cosa mi è lecita; ma non ogni cosa è vantaggiosa”. Sì, a volte anche i piaceri legittimi possono essere nocivi o come minimo non vantaggiosi. Egli aggiunse: “Non mi farò porre sotto autorità da alcuna cosa”. (I Corinti 6:12) Egli non si lasciava rendere schiavo da “alcuna cosa”. Non dovresti nutrire gli stessi sentimenti?

‘E se uno non prende il vizio?’, replicano alcuni. ‘Dopo tutto si tratta solo di un gioco’. Ma anche dal gioco possiamo imparare certe lezioni. Cosa ci insegnano dunque questi giochi?

‘Violenza e immediata gratificazione’

Ecco cosa disse Kym di avere imparato. Alcuni fautori, però, dicono che i videogiochi violenti insegnano solo a difendere o a proteggere se stessi. “Anziché esplodere con l’insegnante di storia, posso prendermela con gli Asteroids”, ha affermato un sedicenne. Alcuni adulti, come il quarantenne Gary, fanno addirittura affermazioni di questo genere: “È una buona scuola di vita. Devi imparare come schivare i colpi e quando colpire”.

Ma nota nel riquadro che accompagna questo articolo i soggetti dei videogiochi più popolari. Sono davvero una “buona scuola” di vita? Ti aiuteranno ad andare più d’accordo con il prossimo? O potrebbero incoraggiare il tipo di mentalità manifestata da una undicenne accusata di avere ucciso a coltellate un ragazzo di quattordici anni nel corso di una lite? Il ragazzo l’aveva interrotta mentre era intenta a un videogioco.

“Chi è lento all’ira è migliore di un uomo potente, e chi controlla il suo spirito di uno che cattura una città”, dice Proverbi 16:32. Imparerai questa lezione dai videogiochi violenti? Al contrario, non potrebbe il tuo cuore cominciare a poco a poco ad ‘amare la violenza’, a tuo discapito? — Salmo 11:5.

“Nel gioco o perdevo la calma o mi sentivo gratificata all’istante. Ma nel mondo reale non è così. Ero diventata molto impaziente”, riferisce Kym. Il desiderio di vedere subito i risultati danneggiò il rendimento scolastico di Kym, perché si preparava poco per compiti che richiedevano molto più tempo e riflessione. Ma per diventare adulti efficienti si richiede concentrazione in molte attività che durano nel tempo.

‘Vanagloria’

“Quei giochi mi piacevano perché potevo mostrare a tutti che ero in grado di fare qualcosa bene”, ha ammesso Kym. “Uscivo e andavo a giocare specialmente quando mi sentivo ‘giù’ dopo una discussione con mia madre o con mio fratello. Vedete, una volta che si cominciava a giocare non contava più se si era alti o bassi, grassi o magri, portati all’atletica o no. L’unica cosa che contava erano la destrezza di mano e il superare la macchina in astuzia. Quando gli altri dicevano di me: ‘È brava. Sa veramente giocare!’, mi sentivo padrona del mondo”.

Alle parole di Kym fanno eco quelle di molti giovani che si erano profondamente interessati dei videogiochi. Sherry Turkle, la sociologa menzionata prima, ha detto: “Chi ha problemi in famiglia può andare alla sala giochi dove non deve avere a che fare con tutto ciò in cui ha fatto fiasco. Lì avrà completo successo”.

Ma quanta importanza hanno tale lode o tale successo? L’apostolo Paolo comandò ai cristiani: “Non diveniamo egotisti, suscitando competizione gli uni con gli altri, invidiandoci gli uni gli altri”. (Galati 5:26) La parola greca tradotta “egotista” significava “vanaglorioso”, e aveva relazione con lo smodato desiderio di ricevere lodi da altri ma per motivi insulsi, privi di valore.

La “gloria” derivante dall’essere “la pistola più veloce dello spazio” non sarebbe effettivamente vana? Ti aiuterebbe a trovare un lavoro e tenertelo? Arricchirebbe la tua personalità? E quando il tuo gioco è annullato, non ne soffre il tuo io?

E chi sono quelli che ti lodano? “Le compagnie sono pessime”, ha detto Kym. “Linguaggio scurrile ed esplosioni d’ira erano una cosa comune, e i ragazzi mi facevano sempre proposte immorali”. Vuoi veramente le vane lodi di persone simili? O non vorresti piuttosto ricevere lodi sincere da persone degne del tuo rispetto quando fai qualcosa di utile? — I Corinti 15:33.

Come hanno fatto alcuni a liberarsi

Per Kym è stato utile evitare le sale giochi. Ma ha anche rivolto la mente ad altre cose. Si è costretta a studiare più a fondo le lezioni bibliche che preparava per le adunanze settimanali nella Sala del Regno che frequentava. Quando le famiglie della congregazione si riunivano insieme per giocare a pallacanestro o a qualcos’altro, si univa a loro e si sentiva ristorata. “Ci voleva sempre un grande sforzo. Ricordo che pregavo Geova Dio e lo supplicavo di aiutarmi a non ricominciare con quei giochi violenti”, dice Kym.

Kym è riuscita a smettere. E c’è riuscito anche Claudio, un adolescente che era così preso dal gioco Omega Race da marinare la scuola. “Sul tabellone c’era il mio nome a lettere luminose col punteggio più alto”, ha detto Claudio, soprannominato Omega Man (Uomo Omega). “Ma dopo aver speso un sacco di soldi nel videogioco, ho capito che era soltanto un imbroglio per portarmi via il mio denaro, e che funzionava!”

Così Claudio cominciò a impiegare il suo tempo libero per imparare a nuotare. “Era molto più utile, e senz’altro meno costoso”, ha proseguito Claudio. “Cominciai a interessarmi di più della scuola e i miei voti migliorarono. Coi soldi risparmiati non giocando, comprai alcuni bei capi di vestiario. Ora posso concentrarmi più facilmente sulle cose più importanti della vita”.

Le ‘cose importanti della vita’ non dovrebbero anche essere il nostro principale interesse? Queste cose, inclusa l’amicizia con Dio e con i propri simili, nonché un lavoro appropriato, rendono la vita veramente soddisfacente. Non è sbagliato comunque rilassarsi con qualche gioco. Ma i tuoi svaghi siano tali da creare in te uno spirito nuovo e pacifico, che denoti rispetto per la vita e amore per il Creatore.

[Nota in calce]

a Vedi “Che si può dire dei videogiochi?” in Svegliatevi! dell’8 marzo 1983.

[Riquadro a pagina 18]

Soggetti dei videogiochi più popolari

● “Mangiali prima che mangino te”

● “Distruggi le orde di alieni altrimenti loro annienteranno te”

● ‘Schiva certi massi o falli saltare in aria’

● Proteggi sei città distruggendo qualsiasi missile coi tuoi missili

● Uccidi uno scintillante centopiedi o un ragno che saltella attraverso lo schermo prima che si posi su di te

● Devi venir fuori da un “labirinto pieno di micidiali robot”

● Sei su un gigantesco carro armato in un campo di battaglia tridimensionale e devi abbattere tutti i tuoi nemici

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