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  • g84 22/3 pp. 6-8
  • I frutti: un’epidemia di malattie veneree

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  • I frutti: un’epidemia di malattie veneree
  • Svegliatevi! 1984
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  • Vedi anche
  • Il flagello dell’herpes
  • Herpes e AIDS sotto i riflettori
    Svegliatevi! 1985
  • Le difficoltà che la scienza medica incontra
    Svegliatevi! 1984
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  • AIDS: Sono un soggetto a rischio?
    Svegliatevi! 1993
Altro
Svegliatevi! 1984
g84 22/3 pp. 6-8

I frutti: un’epidemia di malattie veneree

“LE MALATTIE trasmesse per via sessuale sono così diffuse da essere considerate permanentemente endemiche”. Questo annuncio apparso sul Journal of the American Medical Association fornisce solo un’indicazione di come il moderno dilagare dell’immoralità ha provocato epidemie letterali. Convinta che la scienza medica avesse sconfitto le malattie veneree, questa generazione si è abbandonata ai piaceri del sesso in una maniera che uguaglia la Roma di Nerone e le città di Sodoma e Gomorra. Ma la nuova moralità ha avuto l’effetto contrario a quello desiderato.

Era diffusa l’idea che la penicillina, il farmaco miracoloso, avesse risolto una volta per sempre il problema della gonorrea. Ma recentemente una pubblicazione stampata per i militari americani (Pacific Stars and Stripes) riferiva che in un anno 8.000 soldati nelle Filippine e nella Corea del Sud avevano contratto una nuova forma di “supergonorrea” resistente alla penicillina.

Dal Canada giunge questa notizia: “La gonorrea, con 120.000 casi presunti, ‘sfugge al controllo’ in Canada dove si verificano più casi che mai, ancor più che durante la seconda guerra mondiale”. (The Toronto Star) In Inghilterra vengono riportate statistiche analoghe. “Il numero delle donne che ora contraggono la gonorrea è quasi il doppio che durante la guerra”. — The Sunday Times.

Dall’Africa giungono notizie simili. Il giornale Fraternité Matin di Abidjan, nella Costa d’Avorio, scrive riguardo a un paese confinante: “Metà delle donne adulte . . . hanno sofferto o soffrono di qualche malattia venerea”.

Un agente patogeno con un nome poco conosciuto — clamidia — viene anch’esso comunemente trasmesso con l’attività sessuale. Provoca un disturbo detto uretrite non gonococcica, i cui sintomi somigliano alquanto a quelli della gonorrea e che minaccia di far passare al secondo posto la gonorrea, la principale malattia trasmessa per via sessuale.

Il flagello dell’herpes

Un’altra inquietante epidemia moderna è l’herpes. I virus erpetici causano un’ampia schiera di malattie, tra cui varicella, mononucleosi e vescicole sulle labbra. Tuttavia è l’herpes simplex di tipo 2, l’herpes genitale, quello che viene il più delle volte trasmesso per via sessuale. Esso provoca vescicole sui genitali o nelle parti vicine, e molte volte esse sono accompagnate da febbre, dolori muscolari e gonfiore alle linfoghiandole. “È come se qualcuno appoggiasse un ferro rovente sulla tua pelle”, per citare le parole di una vittima.

L’herpes genitale non solo provoca penosi disagi, ma può anche essere fatale. È la causa più comune di cecità infettiva negli Stati Uniti e può provocare una letale infezione cerebrale, disturbi cardiaci, sterilità, difetti congeniti, aborti spontanei, feti nati morti e, in alcuni casi, il cancro del collo dell’utero.

I virus erpetici sono più difficili da combattere delle infezioni provocate da batteri. Una volta che sono entrambi nell’organismo, anche nei periodi di inattività, quando le vittime non sono tormentate, restano latenti. Secondo un dispaccio dell’Associated Press, “i virus erpetici combattono una guerriglia, nascondendosi in qualche parte del sistema nervoso e sbucando fuori per attacchi di sorpresa. I ricercatori pensano che i virus, una volta entrati nel corpo, ci rimangano”. La scienza medica ammette di non essere riuscita fino a questo momento a trovare una cura per questa malattia trasmessa per via sessuale, malattia che secondo il CDC si propaga negli Stati Uniti più in fretta di qualsiasi altro virus, a parte il raffreddore e l’influenza.

Recentemente i titoli dei giornali hanno parlato di una nuova malattia, l’AIDS, o sindrome da immunodeficienza acquisita. Di che si tratta?

In parole semplici, le vittime dell’AIDS perdono le difese immunitarie contro le malattie e molte di esse sono colpite da altre infermità, in particolare da rare forme di polmonite o di cancro.

Nel luglio del 1982 erano stati identificati in nove paesi 471 casi di AIDS. Nell’agosto del 1983 la malattia era stata identificata in sedici paesi, con 1.972 casi negli Stati Uniti e a Puerto Rico. Di questi, 759 erano stati a esito mortale, uno dei più alti indici di mortalità della storia, per qualsiasi malattia. Un rapporto del 1982 indicò che fra coloro che avevano sofferto di questa malattia per oltre un anno, la mortalità era superiore al 60 per cento.

Qual è la causa dell’AIDS? Nessuno lo sa. Come viene trasmessa? Non si sa bene, ma i medici credono che nella maggioranza dei casi la malattia venga trasmessa per via sessuale. Una cosa è certa: La malattia si è manifestata fra giovani omosessuali attivi. E continua a mietere il maggior numero di vittime in questo stesso gruppo. Nel maggio del 1983, secondo la rivista Health, il 71 per cento dei casi di AIDS si verificarono fra maschi omosessuali e bisessuali.

Non c’è dubbio: l’immoralità — un male che affligge lo spirito — ha prodotto i suoi frutti, un’abbondante messe di epidemie fisiche.

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