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  • Perché i caratteri cinesi si scrivono così?

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  • Perché i caratteri cinesi si scrivono così?
  • Svegliatevi! 1985
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  • Una scrittura che rappresenta idee
  • Alcune idee strane
  • Un possibile legame?
  • La Bibbia fornisce la chiave
  • Una controversia
  • Che cosa possiamo concludere?
  • Una lingua che è radicalmente diversa
    Svegliatevi! 1975
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    Svegliatevi! 1977
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Altro
Svegliatevi! 1985
g85 8/1 pp. 20-23

Perché i caratteri cinesi si scrivono così?

IL RAGAZZINO seduto al banco è l’immagine vivente della concentrazione. Ha la sinistra appoggiata su un foglio di carta di riso a grossi quadri. Tiene la testa leggermente piegata verso sinistra e gli occhi sono fissi sulla punta di un pennello con un sottile manico di bambù, che regge verticalmente con la destra. Muove il pennello con un movimento lento e controllato e ogni tanto lo intinge in un calamaio: sta cercando diligentemente di imparare a scrivere . . . in cinese.

Quello che appare sulla carta può sembrare complicatissimo e disperatamente incomprensibile per l’occhio occidentale. Eppure, mediante continui esercizi e ripetizione il ragazzino, come milioni di altri piccoli alunni in Cina, impara, forse nel solo modo pratico, i rudimenti della scrittura cinese.

Una scrittura che rappresenta idee

Ciò che distingue il cinese dalla maggioranza delle altre lingue è il fatto che non ha un alfabeto. Per questo motivo, i caratteri cinesi non sono semplici lettere a cui corrispondono i suoni, come per l’italiano o altre lingue alfabetiche. Basilarmente, la scrittura cinese non rappresenta i suoni così come vengono pronunciati; rappresenta piuttosto idee.

Nel gergo dei linguisti, la scrittura cinese è una scrittura ideografica. Ogni parola o carattere, mediante la sua forma e il suo aspetto, comunica al lettore una certa idea. Se l’idea è semplice, il carattere può consistere di una semplice figura che la rappresenti. I linguisti definiscono questo tipo di carattere pittografico, o scrittura consistente di segni figurativi. Questi segni includono parole che descrivono comuni oggetti della vita quotidiana, come

SOLE LUNA ALBERO UOMO BOCCA [Carattere cinese in originale]

Guardando le suddette parole, potete riconoscerle come figure o forse no. Questo perché nel corso degli anni questi pittogrammi sono passati attraverso stadi successivi di semplificazione per renderne più facile la scrittura. Ma se esaminaste le versioni più antiche di queste parole, l’elemento figura è piuttosto evidente. Nel prospetto che accompagna questo articolo, noterete i cambiamenti subiti da alcuni caratteri, dai caratteri puramente pittografici a sinistra alla forma stilizzata in uso oggi.

Ovviamente un sistema di scrittura consistente solo di pittogrammi può essere molto limitato perché ci sono soltanto determinate idee che si possono descrivere mediante semplici figure. Pertanto, i caratteri corrispondenti a idee astratte più complesse sono di solito formati di diversi pittogrammi semplici, messi insieme in modo tale che i lettori, grazie alla loro comune esperienza, possono riconoscere le idee. Per esempio, il “sole” e la “luna” insieme significano “luminoso”, l’“uomo” appoggiato all’“albero” significa “riposo”.

SOLE + LUNA = LUMINOSO [Caratteri cinesi in originale]

UOMO + ALBERO = RIPOSO [Caratteri cinesi in originale]

Forse è facile capire perché questi due caratteri sono formati in quel particolare modo. Nella vita semplice di un tempo probabilmente non c’era nulla di più luminoso del sole o della luna, e una breve pausa sotto un albero era molto riposante.

Alcune idee strane

Ci sono tuttavia alcune parole che hanno dietro di sé una storia piuttosto strana, una storia che pare non abbia nessuna relazione con la comune esperienza di tutti i giorni. Si prenda ad esempio il carattere corrispondente a “nave”. Non si tratta certo di un’idea particolarmente complicata da esprimere. Ma sorprendentemente il carattere è piuttosto complesso. È formato di tre caratteri semplici:

IMBARCAZIONE + OTTO + BOCCA = NAVE [Caratteri cinesi in originale]

La terza parte, “bocca”, è un comunissimo carattere che può significare anche “persone”, come nell’espressione italiana “un’altra bocca da sfamare”. Quindi il carattere corrispondente a “nave” deriva dall’idea di “otto persone in un’imbarcazione”. Curioso, vero? Da dove proviene una simile idea?

Si prenda un altro esempio. Il carattere corrispondente ad “avidità” o “avido” è formato di due caratteri per “albero” scritti sopra il carattere per “donna” o “femmina”.

ALBERO + ALBERO + DONNA = AVIDITÀ [Caratteri cinesi in originale]

La parte superiore della parola, due alberi l’uno accanto all’altro, è il carattere corrispondente a “foresta”. Ciò nondimeno, pittograficamente l’intero carattere sembra rappresentare una donna di fronte a due alberi, o che forse guarda su verso di essi. Perché rappresentare in questo modo l’idea di “avidità”?

Si possono analizzare molti altri caratteri con risultati simili. Narrano storie avvincenti che apparentemente non hanno nessuna relazione con le comuni e quotidiane esperienze della gente. Sembra rivelino una derivazione, una fonte di idee molto diversa da ciò che la maggioranza, specie i cinesi stessi, considererebbero tipica. Da dove provengono tali idee?

Un possibile legame?

Se conoscete anche solo un po’ la Bibbia forse avete notato qualcosa di familiare nella storia che si nasconde dietro il carattere corrispondente a “nave”. Non convenite che c’è una sorprendente somiglianza con il racconto biblico su Noè e la sua famiglia, otto persone in tutto, che sopravvissero al Diluvio nell’arca? — Genesi 7:1-24.

Che dire dell’idea da cui è nato il carattere per “avidità”? Forse rammenterete la descrizione che la Bibbia fa del giardino di Eden, in cui due alberi sono menzionati specificamente per nome: “L’albero della vita nel mezzo del giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male”. (Genesi 2:9) Non fu lo smodato desiderio che Eva provò per il frutto di uno di quegli alberi a portare infine alla caduta dell’umanità?

Si tratta di semplici coincidenze, o di qualcosa di più? In un libro intitolato Discovery of Genesis (La scoperta di Genesi), i coautori C. H. Kang ed Ethel R. Nelson analizzano decine di ideogrammi cinesi, inclusi i due menzionati sopra, e fanno notare che “quando i caratteri sono suddivisi nelle parti che li compongono riflettono ripetutamente elementi della storia di Dio e dell’uomo narrata nei primi capitoli di Genesi”.

Forse però vi chiedete quale relazione possa esserci fra la Bibbia e l’antica scrittura cinese. Infatti è difficile pensare a qualcosa che sia più lontano dalla Bibbia della lingua dei misteriosi orientali. Ma un esame e un confronto obiettivi di ciò che è scritto nella Bibbia e di ciò che si sa dalla storia documentata ci aiuteranno a capire che questo legame non è irragionevole.

La Bibbia fornisce la chiave

Da molto tempo gli storici additano le pianure della Mesopotamia come culla della civiltà e della lingua. Questo è effettivamente in pieno accordo con quanto è scritto nella Bibbia. Il libro di Genesi, al capitolo 11, descrive un avvenimento verificatosi nel paese di Sinar, in Mesopotamia, che fornisce la chiave necessaria per la nostra indagine.

“Tutta la terra continuava ad avere una sola lingua e le stesse parole”, dice Genesi 11:1. Gli uomini, però, abusarono di quella unità sfidando il proposito che Dio aveva per loro. “Ora dissero: ‘Suvvia! Edifichiamoci una città e anche una torre con la sua cima nei cieli, e facciamoci un nome celebre, affinché non siamo dispersi su tutta la superficie della terra’”. — Genesi 11:4.

La torre, naturalmente, era la tristemente famosa torre di Babele. Fu pertanto nel paese di Sinar, in Mesopotamia, che Dio confuse la lingua dell’uomo. “Perciò le fu dato il nome di Babele, perché lì Geova aveva confuso la lingua di tutta la terra, e di lì Geova li disperse per tutta la superficie della terra”. — Genesi 11:9.

Una controversia

Questo racconto biblico, si sa, non è facilmente accettato dalla comunità scientifica. In seno ad essa non c’è accordo su come si evolse la lingua cinese. E che la scrittura cinese si sia evoluta in Cina o sia stata importata, almeno inizialmente, è qualcosa su cui ci sono opinioni contrastanti fra gli eruditi.

Per esempio, nel suo libro A Study of Writing (Uno studio della scrittura) I. J. Gelb dichiara: “Che la scrittura cinese provenga direttamente dalla Mesopotamia — idea proposta da alcuni eruditi in base ai formali confronti fra i segni cinesi e quelli mesopotamici — non è mai stato dimostrato con il rigoroso metodo scientifico”. Sullo stesso tono David Diringer scrive nel suo libro The Alphabet (L’alfabeto): “Il tentativo di alcuni eruditi di dimostrare l’origine sumerica dell’antichissima scrittura cinese denota a dir poco grandi esagerazioni”.

Bisogna notare comunque che la Bibbia non dice che tutte le altre lingue si siano evolute o siano derivate dalla “sola lingua e [dalle] stesse parole” usate dagli abitanti di Sinar. In sostanza viene indicato che le lingue risultanti dalla confusione erano così diverse le une dalle altre e senza legami fra loro che quelle persone dovettero abbandonare il lavoro di costruzione e spargersi “per tutta la superficie della terra” perché non potevano più capirsi o comunicare fra loro.

Evidentemente quando la lingua fu confusa, l’originale struttura linguistica che era nella mente degli uomini fu cancellata e sostituita con nuove strutture. In tal modo le nuove lingue che parlarono erano completamente diverse da quella che avevano conosciuta prima. Non erano ramificazioni o derivazioni della “sola lingua” originale.

Il punto da ricordare però è che anche se la loro struttura linguistica fu cambiata, evidentemente i loro pensieri e ricordi non lo furono. Le loro esperienze, le loro tradizioni, i loro timori, i loro amori, i loro sentimenti e le loro emozioni rimasero. Ovunque andassero portarono con sé queste cose, che esercitarono una profonda influenza sulle religioni, sulle culture e sulle lingue che si evolsero nei remoti angoli della terra. Nel caso dei cinesi, evidentemente tali ricordi emersero anche nei loro caratteri pittografici e ideografici.

Non sorprende perciò che il succitato Diringer, dopo avere esposto la sua obiezione alla teoria che la scrittura cinese derivi dalla scrittura sumerica, ammette che “il generale concetto di scrittura poté forse essere preso a prestito, direttamente o indirettamente, dai sumeri”.

Che cosa possiamo concludere?

Il nostro breve esame delle idee rappresentate dagli ideogrammi cinesi fa sorgere il problema della loro origine. Come abbiamo visto, gli studiosi trovano difficile accettare l’asserzione che la scrittura cinese abbia una fonte esterna. Ma la loro obiezione si basa sulla mancanza di somiglianza formale o esteriore. Finché non saranno disponibili ulteriori testimonianze archeologiche, il problema può rimanere insoluto.

D’altra parte, abbiamo notato che la somiglianza esistente fra i pensieri descritti da molti caratteri cinesi e il racconto biblico della primitiva storia dell’uomo è a dir poco sorprendente. Anche se le prove sono soltanto indirette, ciò nondimeno è avvincente pensare che esista la possibilità che la calligrafia cinese in cui si esercita il nostro giovane studente possa derivare dalle idee provenienti da Sinar in seguito alla confusione e alla dispersione avvenute al tempo della torre di Babele.

[Prospetto a pagina 22]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Evoluzione di alcuni caratteri cinesi nel corso dei secoli

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