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  • g85 8/7 pp. 6-8
  • Coppie con due stipendi: I problemi che incontrano

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  • Coppie con due stipendi: I problemi che incontrano
  • Svegliatevi! 1985
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Svegliatevi! 1985
g85 8/7 pp. 6-8

Coppie con due stipendi: I problemi che incontrano

“PENSO che dovrebbe essere l’uomo a lavorare e a portare a casa i soldi”, afferma un uomo, “e quando ha finito di lavorare dovrebbe mettersi a sedere e riposarsi per il resto della giornata”. Ma nonostante egli sia ovviamente e fortemente convinto di questo fatto, la moglie lavora.

Molti uomini sono similmente combattuti fra il bisogno economico e le idee fortemente radicate circa la virilità. La sociologa Lillian Rubin osserva: “In una società dove persone di ogni ceto lottano freneticamente per procurarsi beni materiali, dove il valore di un uomo e la definizione che egli dà della propria virilità dipendono sostanzialmente dalla sua capacità di procurare quei beni, è difficile per quell’uomo riconoscere che la famiglia ha bisogno del guadagno della moglie per vivere come entrambi vorrebbero”. Alcuni uomini pertanto cadono in un profondo stato di depressione o diventano ipercritici, e si lamentano perché la loro moglie è diventata troppo indipendente o perché la casa non è pulita come lo era un tempo.

E cosa può succedere quando la moglie guadagna più del marito o trova un lavoro molto prestigioso? Psychology Today dichiarava: “Nel caso di alcuni mariti che guadagnano meno della moglie, la morte prematura per disturbi cardiaci è 11 volte più frequente del normale”. Il Journal of Marriage and the Family riferiva inoltre che quando la moglie ha ‘più successo sul piano professionale’, “ci sono maggiori probabilità che il matrimonio finisca col divorzio”.a

A volte però le mogli devono combattere la propria battaglia con risentimento. Pur conoscendo bene la difficile situazione economica del marito, forse si chiedono ancora: ‘Perché devo lavorare io? Non dovrebbe essere lui a provvedere a me?’ O forse si tormentano anche per ciò che lo psicologo dott. Martin Cohen definisce la maggiore causa di stress per le donne che lavorano: “Il senso di colpa perché non fanno abbastanza, perché non sono mogli e madri così brave come lo era la loro madre”.

Pertanto, quella di accettare le realtà economiche che costringono sia il marito che la moglie a lavorare può essere il loro primo problema. Ma non sarà certo l’ultimo.

“Tuo”, “Mio” . . . di chi?

Oltre 86.000 donne intervistate hanno indicato che quello del denaro era il problema più grande nel loro matrimonio. Un articolo del Ladies’ Home Journal diceva: “L’argomento del denaro . . . trasforma uomini e donne altrimenti sani di mente in pazzi furiosi”. Un marito ha detto: “Il nostro problema più grosso era quello del denaro, il fatto che non ne avevamo, non ne avevamo proprio”. È vero che un secondo stipendio potrebbe alleviare questa difficoltà, ma spesso crea anche nuovi problemi.

Ed, un giovane marito, spiega: “Appena sposati, Ronda guadagnava pressappoco quanto me. E quando cominciò a guadagnare più di me, inconsciamente pensai che lei fosse più brava di me”. Sembra inoltre che il secondo stipendio faccia oscillare la “bilancia del potere” dalla parte della moglie. Comprensibilmente ora lei può pensare di avere più voce in capitolo quando si deve decidere come spendere il denaro.

Gli uomini però sono restii a dividere questo potere. “Voleva gli dicessi quotidianamente quanto denaro mi occorreva per quel giorno”, rammenta una moglie. “E questa era una cosa che detestavo”. Il marito che non ci sa fare coi soldi o che, peggio ancora, li spreca accresce questo risentimento. Una donna della Tanzania si è lamentata dicendo: “Spende i soldi per bere, non per noi o per i figli. Noi facciamo parte del lavoro, anzi, la maggior parte, ma i soldi li prende tutti lui e dice che sono suoi, che se li è guadagnati”.

Non è sempre facile però giungere a un accordo che soddisfi entrambi i coniugi. Ed e Ronda, per esempio, decisero di mettere entrambi gli stipendi in un unico conto in banca. “Ma quando si trattava di spendere”, rammenta Ed, “i suoi occhi erano ‘più grandi’ dei miei. Più guadagnava, più spendeva”. E alcune mogli ribatterebbero che è il marito ad avere gli occhi ‘grandi’.

Frigorifero vuoto e calzini sporchi

“Parità di doveri”: suonava bene in teoria. Si pensava che, una volta che le mogli fossero andate a lavorare, i mariti avrebbero naturalmente fatto la loro parte di faccende domestiche.b Forse le donne avrebbero potuto finalmente concedersi il lusso di riposarsi dopo una giornata di lavoro! Ma purtroppo finora questa è rimasta solo una teoria!

Sì, gli uomini dicono d’essere disposti a dare una mano. In un’inchiesta, il 53 per cento degli uomini intervistati non si è detto contrario a passare l’aspirapolvere. Ma quanti lo passavano veramente? Il 27 per cento. La loro inazione era più eloquente delle parole.

Anche in Canada alcuni ricercatori hanno riscontrato che “nelle famiglie in cui le donne hanno un’occupazione a tempo pieno, esse dedicano ancora alle faccende domestiche e alla cura dei figli circa il triplo del tempo” che vi dedicano i mariti. (Il corsivo è nostro). E in Europa o nelle nazioni in via di sviluppo la situazione non è molto diversa. Le mogli che lavorano sono perciò oberate da ciò che equivale a due occupazioni a tempo pieno. Non è quindi strano che gli autori di Mothers Who Work (Madri che lavorano) dicano: “Il fattore più cruciale nella vita delle madri che lavorano è il tempo”.

La mattina e la sera possono essere parentesi frenetiche per la moglie che lavora: svegliare e vestire i figli, preparare la colazione, portarli di corsa a scuola, avviarsi al lavoro, solo per tornare a casa e trovare dei bambini affamati e un marito affamato che forse si è sprofondato nella sua poltrona preferita. Per i ricercatori si tratta di “stress” dovuto all’assolvimento del suo ruolo. Per lei è semplice esaurimento. Una donna dice: “La mia vita è come una fragile casa di carte ben costruita. Qualcosa va storto e tutto crolla”. E più grande è la famiglia, più è probabile che la moglie che lavora si senta stressata.

‘È inevitabile che qualcosa ne soffra!’, potrebbe esclamare una donna che lavora. E spesso a soffrirne è la qualità delle faccende domestiche. Una moglie rammenta: “Nella nostra casa arrivammo al punto in cui non c’era mai abbastanza da mangiare in frigorifero e nessuno riusciva a trovare un paio di calzini puliti. Mio marito si arrabbiava con me, ma alla fine io mi diedi per vinta, mi misi a sedere e piansi”.

Anche il matrimonio stesso può soffrirne. Un’altra moglie che lavora ha detto: “Mio marito e io riscontriamo entrambi che la nostra relazione ne soffre non per mancanza d’amore o di desiderio, ma semplicemente perché dopo avere soddisfatto le esigenze del lavoro e dei bambini, resta spesso poca energia da dedicare l’uno all’altra”. Che fare dunque? Qual è la chiave del successo per le coppie che lavorano?

[Note in calce]

a Alcuni ricercatori credono che sia il fatto che la moglie lavora, non l’ammontare del suo stipendio, a provocare in alcuni uomini depressione e perdita della fiducia in se stessi. Uno studio indicava pure che gli uomini possono accettare più facilmente il lavoro prestigioso della moglie se si tratta di un lavoro svolto tradizionalmente dalle donne.

b Cosa si intenda per “faccende domestiche” varia da una parte del mondo all’altra. Qui intendiamo quei lavori domestici che per tradizione sono svolti dalle donne.

[Testo in evidenza a pagina 8]

Le mogli che lavorano sono oberate da due occupazioni a tempo pieno

[Immagine a pagina 7]

Per alcuni uomini è difficile accettare il fatto che le loro mogli guadagnano quanto loro o di più

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