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  • Avere una moglie o tante fa differenza?
  • Svegliatevi! 1985
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  • Poligamia o monogamia?
  • Una considerazione più importante da fare
  • Poligamia e cristianesimo
  • La norma cristiana
  • Risultati nonostante l’opposizione
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Svegliatevi! 1985
g85 22/7 pp. 9-12

Avere una moglie o tante fa differenza?

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Nigeria

IL CONGRESSO di Ibadan, in Nigeria, era finito, e i congressisti gioiosi, ma stanchi, si avviavano verso casa. Un uomo di nome Johnson, però, si trattenne nel luogo del congresso insieme alle sue tre mogli e ai dieci figli. Stava prendendo accordi per sciogliere il suo matrimonio poligamico.

Quello che Johnson e altri avevano udito a quel congresso dei testimoni di Geova li aveva toccati così profondamente da spingerli a rinunciare a un aspetto secolare della vita africana: la poligamia. Ma cosa avevano udito? La decisione di fare questo cambiamento si basava su considerazioni puramente pratiche? O erano in qualche modo convinti che la poligamia è errata?

Poligamia o monogamia?

Alcune persone sincere troverebbero da ridire su quanto fece Johnson, senz’altro dal momento che la poligamia esiste in molte culture sia in Africa che fuori. Molti sostengono che ha benefìci pratici. Ad esempio, dove la poligamia è illegale, spesso l’adulterio è comune. Quindi in effetti divorziando e risposandosi le persone si prendono comunque altri coniugi. Ma si dice che i matrimoni poligamici eliminino le relazioni extraconiugali promiscue. Alcuni affermano addirittura che la poligamia sia una protezione contro la prostituzione e le malattie veneree.

Tuttavia, le ragioni principali per cui la poligamia continua a esistere sono di natura sociale, non morale. Una famiglia poligama con molti figli dà prestigio e sicurezza a un uomo. Le figlie gli saranno infine pagate profumatamente dai rispettivi mariti. Nelle zone rurali, i figli e le mogli lavorano nel podere, accrescendo la ricchezza della famiglia. Perciò gli uomini africani sono spinti a sposare molte donne. Per esempio, un africano di nome Moses ha detto: “Avevo deciso di sposare solo la mia prima moglie. Ma visto che mi aveva dato solo una figlia, mio padre insisté perché prendessi un’altra moglie, dicendo: ‘Come puoi avere solo un figlio? E una femmina per giunta!’”

Malgrado questi argomenti apparentemente convincenti, la poligamia comporta seri problemi. Gli uomini inclini a commettere immoralità non si trattengono dall’avere relazioni extraconiugali per il fatto che hanno molte mogli. Né le donne sono sempre felici dell’idea di dover dividere il marito; alcune si sono date alla prostituzione. Il matrimonio poligamico, perciò, protegge ben poco dalle malattie veneree.

E ci sono altri svantaggi. Moses rammenta: “Mio padre aveva cinque mogli e molti guai perché le donne litigavano di continuo, cercando di farsi del male a vicenda”. Questa è la ragione per cui in origine Moses voleva avere solo una moglie. Di Johnson, menzionato all’inizio dell’articolo, suo figlio Rufus dice inoltre: “C’erano litigi fra le mogli di mio padre riguardo alla cucina e ad altri lavori. Litigavano anche per la disciplina dei figli. C’era poi la gelosia. Odiavano il fatto di dover dividere il marito. E questo rendeva la vita misera a tutti noi”.

Nelle famiglie poligame perciò l’intimità manca. L’uomo si comporta verso la famiglia come un padrone anziché come un marito e un padre. L’addestramento e la disciplina dei suoi numerosi figli sono di solito lasciati alle mogli con i loro metodi e le loro norme contrastanti. I figli crescono senza freno, in seno a un’istituzione disordinata, anzi confusa, anziché in un’atmosfera calorosa e intima.

Una considerazione più importante da fare

Molti sostengono che Dio approvi questa istituzione, dato che fra gli antichi israeliti la poligamia era permessa. La Bibbia mostra infatti che alcuni preminenti servitori di Dio avevano molte mogli. La poligamia però non ebbe inizio fra il popolo di Dio. Si ricordi che Dio creò solo una moglie per il primo uomo Adamo “come suo complemento”. (Genesi 2:18-24) Leggiamo dell’esistenza della poligamia solo quando comparve sulla scena il violento Lamec, che prese due mogli. Ma il fatto che la cosa sia specificamente menzionata fa pensare che anche a quell’epoca era qualcosa di insolito nella società umana. — Genesi 4:19-24.

In seguito uomini come Noè, i suoi tre figli e Lot praticarono la monogamia. Ma che dire di Abraamo? Fino a che ebbe quasi 85 anni Abraamo si limitò ad avere rapporti sessuali solo con sua moglie Sara. Ma non avendo avuto figli, Sara fece appello a un’antica usanza e suggerì di farsi sostituire. La serva Agar gli avrebbe dato un figlio al posto di lei. (Genesi 16:1-11) Non c’è nessuna indicazione però che Abraamo avesse di nuovo rapporti con Agar dopo avere generato Ismaele da lei. Anzi Geova continuò a parlare esclusivamente di Sara come della “moglie” di Abraamo, ma di Agar come della sua “schiava”. Inoltre in seguito Abraamo mandò via Agar dalla sua casa. — Genesi 17:19; 21:8-16.

In molte società tribali, comunque, la poligamia aveva già messo radici. Perciò quando nella Legge data in seguito a Mosè si considerò la poligamia, non veniva introdotto qualcosa di nuovo. La Legge regolava semplicemente un’istituzione esistente e ne preveniva gli abusi, questo mediante regolamenti e restrizioni, che tendevano a scoraggiare i matrimoni poligamici. (Esodo 21:9-11; Deuteronomio 21:15-17; I Samuele 21:3-5; II Samuele 11:11) La maggioranza degli israeliti perciò non erano poligami. La poligamia era praticata essenzialmente dai ricchi e dai governanti. Geova comunque avvertì che il re non avrebbe dovuto ‘moltiplicarsi le mogli, affinché il suo cuore non si sviasse’. (Deuteronomio 17:17) E riferendosi a matrimoni modello Geova parlò sempre coerentemente di una sola moglie. — Salmo 128:3; Proverbi 5:18; 31:10-31.

No, non fu Geova a istituire la poligamia, che non aveva la sua approvazione più di quanto non l’avesse il divorzio, che pure era praticato dal suo popolo. — Malachia 2:14-16.

Poligamia e cristianesimo

Gesù osservò: “Per la durezza dei vostri cuori, Mosè vi concesse di divorziare dalle vostre mogli, ma non è stato così dal principio”. (Matteo 19:8) Lo stesso può dirsi della poligamia. Non fu “così dal principio”. “Non avete letto che colui che li creò dal principio li fece maschio e femmina e disse: ‘Per questo motivo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne’? Così che non sono più due, ma una sola carne. Perciò, quello che Dio ha aggiogato insieme l’uomo non lo separi”. — Matteo 19:4-6.

Gesù confermò pertanto la norma originale relativa al matrimonio. (Matteo 19:3-8) La Bibbia mostra ulteriormente che un sorvegliante della congregazione cristiana, se è sposato, dev’essere “marito di una sola moglie”. Analogamente, anche la “vedova” deve avere avuto “un solo marito”. Questa è un’ulteriore prova che la monogamia è la norma da seguire per tutti i cristiani. I sorveglianti, come “esempi del gregge”, non possono sostenere che il loro incarico di sorveglianza dia loro diritto a una norma matrimoniale diversa da quella che devono seguire gli altri componenti della congregazione. (I Timoteo 3:2; 5:9; I Pietro 5:3) È chiaro dunque che i cristiani hanno solo due scelte, o il celibato o la monogamia, entrambe perfettamente approvate da Dio. (I Corinti 7:8, 9) La poligamia invece è assolutamente fuori discussione.

Questa norma divina conferisce dignità sia agli uomini che alle donne. Le donne sposate non devono temere e preoccuparsi che il marito prenda altre mogli. Né la cristiana nubile prenderà in considerazione la possibilità di sposare qualcuno che ha già una moglie, neppure se localmente ci sono pochi scapoli. Aspetterà finché non potrà avere “il proprio marito”. (I Corinti 7:2) I coniugi appartengono davvero l’uno all’altro. Possono unitamente offrire ai figli una vita familiare sana ed equilibrata. — I Pietro 3:7; Efesini 5:21-31; 6:1-4.

La norma cristiana

Furono sostanzialmente questi fatti a spingere Johnson, nel 1947, a fare drastici cambiamenti nella propria vita. Suo figlio Rufus rammenta: “Mio padre rimandò due delle sue mogli dai rispettivi genitori. Provvide al loro mantenimento, ma non lasciò aperta nessuna opportunità per farsi tentare a riprenderle con sé. Voleva ubbidire alle norme di Dio”.

Per Johnson non fu facile rinunciare alla vita di poligamo. Per riuscirci dovette fare grandi cambiamenti morali, emotivi e culturali. Non si trattava semplicemente di scegliere fra due sistemi sociali. Si trattava di ubbidire a Dio e divenire libero di servirlo. Così anche se Johnson e le sue mogli potevano aver tratto certi vantaggi materiali dal matrimonio poligamo, se fossero rimasti in quella condizione si sarebbero preclusi tutti il favore di Dio.

Molti hanno seguito il coraggioso esempio di Johnson. C’è il caso di Théodore, che dice: “Assistevo alle adunanze dei testimoni di Geova e volevo essere battezzato. Ma avevo otto mogli. Come potevo mandarne via sette? Vissi in quella situazione per cinque anni, pregando Geova di aiutarmi a venirne fuori. Continuai a studiare la Bibbia e a frequentare i testimoni di Geova. A poco a poco l’accresciuta conoscenza della Parola di Dio e il desiderio di piacergli mi rafforzarono e così fui in grado di prendere la decisione giusta. Spiegai alle mie mogli quello che dice la Bibbia, cioè che la mia prima moglie era la ‘moglie della mia giovinezza’ e che dovevo essere sposato solo con lei. (Malachia 2:14-16) Dopo di che mandai via da casa mia le sette più giovani, provvedendo alloggi separati per loro e per i loro dodici figli. Così misi la mia vita in armonia con le norme cristiane e realizzai il mio desiderio di servire Geova. Ora anche le mie ex mogli erano libere di servire Geova nel modo che lui gradisce e di risposarsi se lo desideravano”.

Risultati nonostante l’opposizione

Cambiamenti del genere hanno suscitato in molti casi la forte opposizione di parenti e vicini. L’esperienza di Warigbani lo illustra: “Ero la seconda delle due mogli di mio marito e avevo avuto due figli da lui. Quando appresi che agli occhi del Creatore la prima moglie è quella legittima, mi domandai: Devo lasciare mio marito? Se lo lascio e lui mi permette di portare con me i figli, come farò a provvedere a loro e a me? Devo mettere a tacere la mia coscienza e privarmi della grande gioia di avere trovato la vera religione? Avevo cominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova e pregai Geova di aiutarmi.

“Quando dissi a mio marito che dovevo andarmene e che volevo portare con me i bambini, si infuriò e non volle ascoltarmi. Infine mi permise di portare via i bambini, ma senza alcun aiuto materiale, neppure il denaro per il viaggio.

“Dopo di che dovetti affrontare l’ira della mia famiglia. Mi dissero che ero pazza. Mio fratello mi chiamò ‘figlia prodiga’ e rise di me. Ma continuai a predicare loro e, dopo qualche tempo, diversi miei familiari cominciarono a studiare la Bibbia. Ora cinque di loro servono Geova insieme a me. Ho dovuto rinunciare a molte delle cose a cui ero abituata e devo lavorare sodo per mantenere me e i miei due figli. Ma la gioia di conoscere la verità e di ubbidire ad essa supera quella derivante dalle cose materiali. La ricchezza non regge al paragone con l’approvazione di Geova”.

La conclusione di Moses è simile: “Ora ho la gioia derivante da una relazione familiare pura e armoniosa. I miei figli sono cresciuti e sono divenuti dedicati e fedeli adoratori di Geova. Questo mi ha reso molto felice”.

Riflettendo sui benefìci che la giusta decisione di Johnson recò, suo figlio Rufus dice: “Non ci furono più liti in casa nostra e mio padre fu in grado di sorvegliarci attentamente e di addestrarci in armonia con gli insegnamenti biblici. Per la maggior parte di vent’anni fece il pioniere [predicatore a tempo pieno], e rimase fedele a Geova fino alla sua morte avvenuta due anni fa”.

Desiderate sapere di più riguardo alle norme di Dio? Vi invitiamo a chiedere ai testimoni di Geova di studiare la Bibbia con voi. Saranno lieti di parlarvi della futura terra paradisiaca dove le norme di Dio saranno rispettate! — Isaia 11:9.

[Immagine a pagina 10]

Nel matrimonio poligamico la donna deve dividere il marito con altre

[Immagine a pagina 11]

Nel matrimonio monogamico i coniugi appartengono veramente l’uno all’altro e possono unitamente dare ai figli una vita familiare sana

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