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  • Terrorismo: Cosa c’è dietro e perché?
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  • Perché il terrorismo nell’Irlanda del Nord?
  • Le ragioni del terrorismo
  • Una società vulnerabile
  • Il terrorismo e due ideologie opposte
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Svegliatevi! 1987
g87 8/1 pp. 6-10

Terrorismo: Cosa c’è dietro e perché?

“LONDRA, 17 aprile: Dall’ambasciata libica sono state sparate oggi raffiche di mitra sulla folla che protestava contro il governo di Muammar Gheddafi: uccisa una donna poliziotto e ferite 10 persone”. — The New York Times.

“I tiratori hanno sparato da una finestra aperta, in piena vista, crivellando di pallottole i dimostranti . . . La donna poliziotto disarmata è stata colpita alle spalle. . . . Dieci giorni dopo questo barbaro episodio, il governo inglese ha consegnato agli assassini, insieme alle loro armi micidiali, un salvacondotto per lasciare il paese”. — Terrorism—How the West Can Win.

Come membri del personale dell’ambasciata, ai tiratori è stata concessa l’immunità diplomatica.

PERCHÉ singoli individui e gruppi ricorrono al terrorismo? Chi sono i principali bersagli? Quali risultati si ottengono col terrorismo?

Secondo alcuni il terrorismo è un sintomo che può essere indice di varie ingiustizie razziali, sociali e politiche. Il sacerdote e teologo cattolico James T. Burtchaell ha detto: “Alcuni atti terroristici sono compiuti da una minoranza etnica o religiosa (e di solito economica) che chiede l’autonomia: i baschi in Spagna, i cattolici nell’Ulster, gli huks nelle Filippine. . . . In certi casi il terrorismo è opera di governi minacciati dal dissenso della maggioranza . . . In altri si tratta dell’impresa di una minoranza che mira a impadronirsi del governo”.

Sono soltanto i gruppi di minoranza a ricorrere al terrorismo? Burtchaell continua: “Certi atti terroristici sono finanziati dai governi per screditare, destabilizzare e sostituire il governo di un’altra nazione non disposta a collaborare”. — Fighting Back.

Secondo altri commentatori, le ragioni del terrorismo possono essere interpretate in modi diversi, secondo le simpatie politiche dell’osservatore. Alcuni sostengono che quando vengono commesse ingiustizie e i cittadini non riescono a ottenere giustizia per vie legali, il terrorismo è la loro unica arma. Altri vedono nel terrorismo una strategia contro le democrazie occidentali, ispirata e manipolata dall’ideologia politica opposta. Esaminiamo alcune opinioni e alcuni fatti relativi a questo complesso problema.

Perché il terrorismo nell’Irlanda del Nord?

Secondo gli scrittori di Northern Ireland—The Divided Province, oltre 350 anni fa alcuni protestanti inglesi, molti dei quali provenienti dalla Scozia, furono trapiantati sul suolo cattolico irlandese, il che creò un conflitto di culture e portò in seguito alla concorrenza per i posti di lavoro. Il summenzionato libro dichiara: “I protestanti dell’Irlanda del Nord arrivarono soprattutto nel XVII secolo nel corso di un processo iniziato nel 1607 e chiamato ‘colonizzazione’ dell’Ulster. In questo modo il dominio inglese fu alfine consolidato su tutta l’isola di Irlanda”. Il dominio inglese è stato per secoli la radice di rancori e violenze.

Nel 1921 venne formato lo Stato Libero Irlandese cattolico (Eire) e le sei contee nordorientali prevalentemente protestanti formarono un’entità separata, l’Irlanda del Nord. Dal punto di vista nazionalistico irlandese, con questo atto l’Irlanda venne smembrata. Da allora l’IRA (Irish Republican Army [esercito repubblicano irlandese]), un’organizzazione clandestina, ha proseguito la sua lotta per riunire l’Irlanda, cosa a cui i protestanti si oppongono vivamente. Perché? Perché rifiutano di sottomettersi a quello che, a loro avviso, è il ‘dominio cattolico papista’ di Dublino.

Il punto di vista protestante è riassunto dalle parole del New York Times sulle recenti votazioni fatte in Irlanda per mantenere il divieto sul divorzio, confermato con una proporzione di 3 voti contro 2: “I politici dell’Irlanda del Nord che non vogliono nessun legame con la repubblica sono stati fra i primi a criticare il voto, considerandolo una misura della ‘stretta mortale’ che la Chiesa Cattolica esercita sulla Repubblica d’Irlanda”.

L’IRA è attualmente divisa in due fazioni: gli official e i provisional (provos). Secondo il professore di storia Thomas E. Hachey, “gli official dell’IRA sono impegnati a ottenere un’Irlanda unita, una repubblica socialista formata di trentadue contee. . . . I provos sono favorevoli a una soluzione federale e a una costituzione federale per l’Irlanda”. (The Rationalization of Terrorism) Un esempio di come questi ultimi prendano sul serio i loro obiettivi si ebbe nel 1984 allorché i provos misero una bomba a orologeria in un albergo di Brighton, e per poco non uccisero il primo ministro inglese, la signora Thatcher, e i membri del suo governo.

A prescindere dai fattori religiosi, politici ed etnici, restano alcune domande: Il terrorismo ha ragioni più profonde? Fino a che punto vi sono coinvolte le grandi potenze?

Le ragioni del terrorismo

Quasi tutti i gruppi terroristici arabi giustificano le loro azioni adducendo come motivo la triste condizione dei profughi palestinesi che persero la loro patria, la Palestina, quando nel 1948 fu formato lo Stato di Israele. Nel corso dei decenni gli animi si sono accesi a tal punto che ora i terroristi arabi non si prefiggono solo la costituzione di una patria vera e propria, ma qualcosa di più minaccioso per gli ebrei: l’annientamento di Israele. Come si fa a saperlo?

La seguente citazione è presa dalla “Lettera aperta” dell’Hizballah (“Partito di Dio”), un gruppo sciita che opera nel Medio Oriente.

“I nostri figli sono ora in una fase di scontri sempre più intensi contro questi nemici [Israele, Stati Uniti, Francia e Falange (libanese)] finché non si raggiungano i seguenti obiettivi:

“L’allontanamento definitivo di Israele dal Libano come preludio al suo finale annientamento e la liberazione della venerabile Gerusalemme dagli artigli dell’occupazione”. — Hydra of Carnage.

D’altro canto, molti atti terroristici sono stati perpetrati da “martiri” sotto l’influenza dell’ayatollah dell’Iran, Khomeini, e della sua filosofia, espressa da queste parole citate dal libro Sacred Rage: “I governi del mondo dovrebbero sapere che l’islam non si può sconfiggere. L’islam vincerà in tutti i paesi del mondo e l’islam e gli insegnamenti del Corano trionferanno in tutto il mondo”.

Questa prospettiva porta all’ulteriore conclusione di Khomeini: “In realtà, quindi, non abbiamo altra scelta che distruggere quei sistemi di governo che sono corrotti in se stessi . . . e rovesciare tutti i regimi traditori, corrotti, oppressivi e criminali. Questo è il compito che tutti i musulmani devono adempiere”.

La forza che spinge altri terroristi è il socialismo rivoluzionario e il desiderio di veder cadere il capitalismo. Lo scrittore Jan Schreiber dice in un suo libro (The Ultimate Weapon—Terrorists and World Order): “In generale la capacità di sfruttare è equiparata al capitalismo, e il capitalismo, mitigato o no dalla democrazia, è equiparato al fascismo”. Un giapponese, sostenitore del terrorismo, si è così espresso: “Quello che non accetteremo mai in questo mondo è che gli uomini sfruttino altri uomini, ciò che ha fatto il capitalismo. Questo è il motivo per cui siamo disposti a combattere”.

Altri, però, vedono i terroristi sotto una luce diversa. L’ambasciatore israeliano Benjamin Netanyahu scrive: “Il terrorismo non è il risultato automatico di qualcosa. È una scelta, una cattiva scelta”. Egli fa questo ragionamento: “La causa fondamentale del terrorismo non sta nelle ingiustizie, ma nell’inclinazione alla violenza sfrenata. Si può fare risalire a un’idea comune nel mondo secondo cui certi obiettivi ideologici e religiosi giustificano, anzi, esigono l’abbandono di ogni inibizione morale”. — Terrorism—How the West Can Win.

Comunque sia, perché la società moderna è stata improvvisamente vittima del terrorismo?

Una società vulnerabile

Neil Livingstone, esperto americano in materia di terrorismo, scrive: “Più il nostro mondo diventa complesso e più si accentua l’urbanesimo, più siamo vulnerabili ai disegni di piccoli gruppi o anche di singoli individui, decisi a sconvolgere la vita della maggioranza o a imporle la propria volontà”. Perché la nostra società è così indifesa davanti all’attività terroristica? “I fili già fragili da cui dipende la nostra vita, cioè l’acqua, l’energia, i trasporti, le comunicazioni e i servizi igienici, sono tutti alla mercé di terroristi e sabotatori che dispongono di mezzi sofisticati”. — Hydra of Carnage.

Vista la fragilità dei sistemi da cui dipende la nostra vita, un solo terrorista può avere lo stesso potere di un esercito dell’antichità. Livingstone aggiunge: “Come risultato del progresso tecnologico . . . un uomo può disporre di tecnologie micidiali più che in qualsiasi altro tempo. Nell’era della tecnologia un singolo individuo equivale potenzialmente a un esercito [dell’epoca] in cui le principali armi belliche erano la spada, l’arco e la lancia. Questa è una delle ragioni principali per cui i terroristi rappresentano una simile minaccia per il mondo contemporaneo”.

Un altro lato debole della società moderna è l’effetto immediato prodotto dagli episodi di cronaca. La televisione intensifica il potere del terrorismo. Il terrorista vuole che si faccia pubblicità internazionale alla sua causa e, grazie ai mezzi di informazione, l’ottiene!

Solo circa un secolo fa ci volevano giorni perché una notizia facesse il giro del mondo. Ora si propaga in un istante. In alcuni casi il terrorista può effettivamente vedersi alla televisione mentre è all’opera. Spesso sa quello che fa l’altra parte mentre lui continua a giocare senza scoprire le sue carte. Jan Schreiber arriva al punto di dire che “l’impulso a calamitare l’attenzione del pubblico” è stato “la tattica dei terroristi che ha ottenuto più risultati”.

Ci sono comunque altre ragioni per cui il terrorismo continua ad avere successo?

Il terrorismo e due ideologie opposte

Senza offrire nessuna speranza per il futuro, due esperti di terrorismo scrivono: “Il terrorismo non cesserà. Gli stati piccoli e deboli hanno scoperto che può sensibilmente aumentare la loro influenza politica e, colpiti come sono da penuria di risorse, è improbabile che rinuncino al terrorismo come strumento politico e militare”. Nello stesso tempo, aggiungono, alcune grandi potenze vedono dei vantaggi nell’ingaggiare un surrogato di guerra attraverso il terrorismo. “Gli stati più grandi e più forti, invece, hanno scoperto che gli atti terroristici per procura possono aiutarli a conseguire i loro obiettivi nazionali senza il rischio che accompagna altre forme di combattimento”. — Fighting Back.

Il fatto che gli stati più forti abbiano scoperto che il terrorismo può aiutarli a conseguire i loro fini potrebbe essere responsabile di parte, o della maggior parte, del terrorismo mondiale? Jan Schreiber scrive: “Alcune rivelazioni fatte a metà degli anni ’70 confermarono quanto gli osservatori spassionati sapevano da tempo senza che ne avessero le prove, cioè che le due ideologie predominanti nel mondo avevano impiegato, e probabilmente avrebbero continuato a impiegare, ogni mezzo, buono o cattivo, per confondere il nemico e ottenere, o conservare, la supremazia”.

Questo conflitto di ideologie è sottinteso in un discorso del leader sovietico Gorbaciov, che ha detto: “Dev’essere ben chiaro che le relazioni internazionali possono essere avviate verso una normale cooperazione solo se gli imperialisti rinunciano ai loro tentativi di risolvere con mezzi militari la controversia storica fra i due sistemi sociali”. — A Time for Peace.

Anche altri riconoscono che è in atto questa internazionale “partita a scacchi” fra le due superpotenze. Ad esempio, Robin Wright dice nel libro Sacred Rage: “Anche i militanti musulmani sono dell’opinione che gli Stati Uniti abbiano guardato al Medio Oriente soprattutto come a un campo in cui rivaleggiare con l’Unione Sovietica, ignorando di fatto le potenti forze locali in gioco. In un mondo bipolare, gli USA non sono stati sensibili alle richieste di riconoscimento del Terzo Mondo emergente, rimaste inascoltate”. È evidente che alcune nazioni più piccole si vedono usate come pedine in questo scontro di ideologie.

Gli esperti occidentali considerano gran parte del terrorismo come un’altra arma impiegata per destabilizzare il sistema capitalistico. L’ambasciatore Robert B. Oakley, esperto americano di antiterrorismo, ha detto: “Se non lo si combatte, il terrorismo, nella sua ascesa, minerà il sistema delle relazioni politiche, economiche e militari su cui gli Stati Uniti e i loro alleati hanno fatto assegnamento per salvaguardare, difendere e promuovere i loro interessi nazionali e reciproci . . . Negli anni avvenire, dovremo essere preparati a continue e serie minacce da parte del terrorismo internazionale . . . finanziato o incoraggiato in gran parte da un pugno di governi spietati”.

L’ambasciatore americano Robert M. Sayre ha espresso la sua opinione in modo più esplicito: “Il terrorismo ha motivazioni politiche ed è programmato e organizzato. . . . È in massima parte l’opera di stati e gruppi di tendenze marxiste-leniniste, e l’Unione Sovietica e i suoi alleati del blocco orientale li sostengono e li incoraggiano”. — Department of State Bulletin.

Il terrorismo e la profezia biblica

Perché lo scontro fra le due superpotenze, con l’impiego del terrorismo, interessa in modo particolare gli studiosi della Bibbia? A motivo di un’importante profezia contenuta nel libro biblico di Daniele, al capitolo 11. Questa profezia descrive un conflitto in atto fra due grandi potenze, “il re del nord” e “il re del sud”. Viene indicato che “il re del nord” è ateo, avendo respinto “il Dio dei suoi padri”. (Daniele 11:37) Esso si magnifica e dà gloria al dio delle fortezze, vale a dire gli armamenti. Agisce con efficacia contro i bastioni fortificati e consolida la sua posizione nel mondo. (Daniele 11:38, 39) “Il re del sud” se ne sta forse in ozio mentre il suo avversario si espande?

La funesta profezia dichiara: “E nel tempo della fine il re del sud si impegnerà con lui in uno scontro, e contro di lui il re del nord si riverserà con carri e con cavalieri e con molte navi; e certamente entrerà nei paesi e inonderà e attraverserà”. (Daniele 11:40) È logico che ora il terrorismo nelle sue diverse forme venga impiegato da entrambi i re nella lotta per il dominio del mondo.a Le parole di Daniele indicano che le due principali potenze mondiali coesisteranno in maniera competitiva finché Dio non porrà fine alla loro rivalità nella sua guerra di Armaghedon. — Rivelazione 16:14-16.

Resta da rispondere alle domande: Può l’uomo da solo arrestare il flagello del terrorismo? Se sì, come e quando? Se no, perché no? Nel prossimo articolo prenderemo in esame queste domande.

[Nota in calce]

a Per ulteriori informazioni su questi re, vedi “Sia fatta la tua volontà in terra”, capitolo 11, pubblicato nel 1961 dalla Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc.

[Immagine a pagina 7]

Le ragioni di gran parte del terrorismo hanno relazione con la profezia di Daniele sul tempo della fine

[Fonte]

Pacemaker Press Int’l, Belfast

[Immagine a pagina 8]

Il terrorismo moderno ha fatto un efficace uso dei mezzi di informazione

[Fonte]

Reuters/Bettmann Newsphotos

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