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  • g87 22/1 pp. 26-27
  • Ora suono un’altra musica

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  • Ora suono un’altra musica
  • Svegliatevi! 1987
  • Sottotitoli
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  • Uno strumento diverso
  • Un’altra musica
  • “Suonare” per una causa migliore
  • Mostriamo coraggio per vincere l’opposizione religiosa
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1962
  • “Siccome abbiamo questo ministero . . . , non veniamo meno”
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  • Nessuna immagine per l’adorazione
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  • Per più di 50 anni ho risposto all’invito: “Passa in Macedonia”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
Altro
Svegliatevi! 1987
g87 22/1 pp. 26-27

Ora suono un’altra musica

QUANDO avevo dieci anni i paesi mediterranei di cui avevo sentito parlare erano, nella mia immaginazione di fanciullo, remoti luoghi esotici avvolti nel mistero. La loro strana musica aveva degli accordi che mi affascinavano per quel non so che di mistico e di antico. Mai avrei immaginato che da adulto avrei visitato molti di quei paesi. Invece in seguito, come parte di un’orchestra da ballo spagnola, suonai in Marocco, Etiopia, Grecia, Libia, Sudan, Egitto e in altri paesi.

Sono nato nel villaggio di Cervera del Río Alhama in una regione famosa per i suoi vini, La Rioja, nella Spagna settentrionale. Mio padre mi aveva costretto sin dall’infanzia a imparare a suonare la tromba; mia madre si era preoccupata di darmi una rigida educazione religiosa. Mi aveva insegnato ad andare a messa tutte le domeniche e nei giorni di festa.

Questa abitudine era così profondamente radicata in me che anni dopo, quando viaggiavo, cercavo sempre una chiesa per poter andare a messa.

Uno strumento diverso

Nel 1959 firmai un contratto per suonare nell’orchestra dei Los Cinco de España (I cinque di Spagna). In un’occasione, mentre suonavo a Cipro, un altro musicista mi chiese cosa mi piaceva leggere. Risposi: “La storia sacra”. “Se ti piace la storia sacra”, disse, “conosco qualcuno che può insegnartela”.

Non incontrai mai quella persona, ma mi lasciò una Bibbia. Che dono inaspettato! Cominciai a leggerla avidamente. Fu per me come un nuovo strumento, un magnifico strumento. Nelle mie mani, però, era come una fisarmonica da professionista nelle mani di un principiante.

In seguito andai in Libia e incontrai un greco di nome Panos. Era un testimone di Geova. Per puro caso dormivamo nella stessa stanza. Il primo giorno, mentre disfacevo le valigie, tirai fuori il mio crocifisso munito di lampadine e lo attaccai alla presa nel muro. Poi tirai fuori alcune immagini di “santi” e le sparsi sul tavolo. Nella valigia avevo altri quattro crocifissi che avevo comprato per le mie sorelle che stavano in Spagna. E al collo portavo un crocifisso appeso a una catenina d’oro. L’ultima cosa che tirai fuori fu la Bibbia che mi avevano dato a Cipro.

Panos mi osservò senza fare commenti. Alcuni giorni dopo entrammo in argomento e ne seguì una conversazione. Fui molto colpito dal modo in cui Panos sapeva maneggiare la Bibbia. Parlò di Esodo capitolo 20, versetti da 1 a 7, e di Deuteronomio capitolo 7, versetto 25.

Li lessi. “Che vuol dire?”, chiesi. “Non devi farti immagine scolpita né forma simile ad alcuna cosa che è nei cieli o sulla terra . . . Non devi inchinarti davanti a loro né essere indotto a servirle”. E: “Devi bruciare nel fuoco le immagini scolpite dei loro dèi. Non devi desiderare l’argento e l’oro sopra di esse”.

Guardai il mio crocifisso con le lampadine, le immagini dei “santi”, il mio crocifisso d’oro. Pensai alle chiese piene di immagini dov’ero andato a messa: per me questi erano oggetti di adorazione e di venerazione!

Passarono diversi giorni dopo quella conversazione. Meditai su quello che la Bibbia diceva e infine presi la mia decisione. Non esitai. Presi una pesante pietra e frantumai quelle immagini, gettandone i pezzi in mare. Feci un regolare studio della Bibbia con l’aiuto di quel musicista greco e i miei dubbi sparirono.

Un’altra musica

Prima di tornare in Spagna scrissi ai miei familiari circa la nuova fede che avevo trovato. In certi casi, però, non usai molto tatto. Quando tornai al mio paese, raccolsi tutti i miei simboli di adorazione, li frantumai e li bruciai.

Una sera radunai un’ottantina di amici e vicini di casa e diedi loro testimonianza. Qualcuno mi avvertì che avrei pagato caro il mio zelo. In quegli anni, prima del 1970, in Spagna non c’era libertà religiosa per i testimoni di Geova. Mi fu detto persino che in un paese vicino avevano preparato un palo a cui impiccarmi. Ma la considerai un’inutile minaccia. La cosa importante era che stavo imparando a usare lo strumento per eccellenza: la Bibbia.

Più la usavo, più mi era facile comprovare gli argomenti con i versetti: Esodo 20:1-5, Dio disapprova l’uso di immagini nell’adorazione; Ezechiele 18:4, 20, l’anima non è immortale; Giovanni 1:1, 18, Gesù è il Figlio di Dio, non Dio stesso. Con pochi elementi, semplici ma solidi, potevo comprovare la mia fede.

“Suonare” per una causa migliore

In seguito, il 19 maggio 1968, durante una tournée in Olanda fui battezzato.

Quello fu per me l’inizio di una nuova carriera. Tornai nella regione della Rioja, dove nel frattempo erano state battezzate anche mia sorella e mia nipote. Erano i primi frutti della mia iniziale, impetuosa predicazione. In quel periodo, mentre predicavo con un sorvegliante di circoscrizione a Soria, fui arrestato. Questo avveniva prima del 1970, anno in cui i testimoni di Geova vennero riconosciuti legalmente in Spagna. Dopo 12 ore di interrogatorio fui chiuso in prigione dove rimasi tre giorni. Impiegai quel tempo in modo profittevole predicando in carcere. Uno dei detenuti, che era di Siviglia, si interessò della verità. Al suo ritorno nell’Andalusia accettò uno studio biblico e a suo tempo fu battezzato.

Essendo ora dedicato e battezzato decisi di intraprendere il ministero a tempo pieno. Nel 1970 fui nominato ministro pioniere speciale e negli anni che seguirono predicai in molte diverse parti della Spagna. In tutti questi territori c’erano persone che ascoltavano la melodia della buona notizia del Regno di Dio retto da Cristo. Dove vent’anni fa c’erano solo piccoli gruppi o non c’era nessuno, ora ci sono attive, forti congregazioni di testimoni di Geova.

È stato mio privilegio partecipare in piccola parte a questa espansione, usando come strumento non la tromba, ma la Parola di Dio, la Bibbia. (Salmo 9:11) — Narrato da José María Peláez.

[Immagine a pagina 26]

Ora la Bibbia è il mio strumento e il messaggio del Regno è la sua melodia

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