Aborto: Chi ha ragione?
DUE fra i migliori specialisti vi dicono che il vostro bambino ha solo lo 0,1 per cento di probabilità di sopravvivere. Se nasce vivo, avrà gravi anomalie e potrebbe morire nel giro di pochi giorni. Che farete? Correrete il rischio? O abortirete?
Una situazione improbabile, forse pensate. Ma è qualcosa che può succedere, e a Londra è successo. Fortunatamente l’ospedale ha appoggiato la decisione dei genitori di portare avanti la gravidanza. “Non ci hanno mai detto di ricorrere all’aborto”, ha spiegato il padre. Ora i due hanno un maschietto, nato senza alcun particolare difetto fisico.
“È ovvio che siamo molto contenti”, ha detto uno dei medici consultati, aggiungendo: “La difficoltà sta nel fatto che in biologia non si può mai essere sicuri di nulla al 100 per cento”. Ma gli errori di valutazione da parte dei medici (o dei genitori) sono solo un aspetto dell’odierno dilemma dell’aborto.
Fattori contrastanti
Gli argomenti medici ed etici pro e contro l’aborto sono ricchi di implicazioni emotive. Gruppi di pressione da ambo le parti chiedono sinceramente di essere ascoltati e compresi e il dibattito si fa spesso acceso. Chi ha ragione?
I genitori menzionati sopra presero ovviamente la decisione giusta. Che dire però se la diagnosi dei medici fosse stata esatta? In quelle circostanze sarebbe stato giusto che la madre abortisse?
Se vi è difficile, o impossibile, rispondere a questa domanda, non siete i soli. Come vedremo, però, ci sono dei princìpi che possono guidarci. Ma considerate prima l’enorme portata mondiale del problema dell’aborto.