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  • g87 8/7 pp. 29-30
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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1987
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  • Vedi anche
  • Il Vaticano va perdendo la sua influenza
  • Cose che accorciano la vita
  • Musica da sala operatoria
  • I deserti avanzano
  • Oltre i limiti della terra
  • Il prezzo dei veleni
  • Il pesante costo dell’inquinamento
  • “Uno sforzo concertato”
  • Una nuova minaccia dal sangue
  • Un virus assassino colpisce lo Zaire
    Svegliatevi! 1996
  • La musica che scegliete
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
  • Portatori del virus dell’AIDS: Quanti potrebbero morirne?
    Svegliatevi! 1988
  • Quali i soggetti a rischio?
    Svegliatevi! 1986
Altro
Svegliatevi! 1987
g87 8/7 pp. 29-30

Uno sguardo al mondo

Il Vaticano va perdendo la sua influenza

Per secoli Spagna e Francia sono state sinonimo di vino buono e cattolicesimo leale. Oggi in questi due paesi il vino scorre ancora a fiumi, ma l’appoggio alla Chiesa Cattolica va diminuendo. Kruispunt, una rivista cattolica olandese, scrive che solo il 46 per cento degli spagnoli vuole ancora essere registrato fra i cattolici praticanti, e solo il 18 per cento degli abitanti della Spagna va in chiesa tutte le settimane. Analogamente, l’Istituto Sofres di Parigi afferma che il 55 per cento dei cattolici di quel paese ritengono di poter ignorare le dichiarazioni ufficiali del papa e continuare ad essere dei buoni cattolici. Credono che l’aborto e i rapporti preconiugali siano permessi e che “non sia assolutamente necessario appartenere a una parrocchia o a un’organizzazione cattolica”. Dagli studi emerge che sia in Spagna che in Francia il 15 per cento della popolazione si è ora allontanato dalla religione.

Cose che accorciano la vita

“Se alla malnutrizione si aggiungono gravidanze troppo frequenti, la vita di una donna può essere accorciata di cinque anni per ogni bambino che mette al mondo”, dichiara Asiaweek. “Specialisti di fama internazionale raccomandano di lasciar passare due o tre anni fra una gravidanza e l’altra”. Gli intervalli più lunghi proteggeranno la madre dall’esaurimento dovuto alla gravidanza e all’allattamento al seno e gioveranno anche alla salute del bambino. L’articolo cita anche i vantaggi dell’allattamento materno “per prevenire la denutrizione e ridurre la mortalità infantile”.

Musica da sala operatoria

La musica può aiutare i pazienti durante gli interventi chirurgici? I risultati di ricerche condotte presso il Jefferson General Hospital di Port Townsend (USA) fanno pensare di sì. La musicoterapista Helen Lindquist Bonny e l’infermiera Noreen McCarron hanno studiato gli effetti della musica in sala operatoria su 25 diversi pazienti. È stata usata musica invece di sedativi per attenuare i rumori della sala operatoria che spesso creano ansia prima di un’operazione. Musica melodiosa ha fatto scendere la pressione sanguigna e le pulsazioni cardiache, fa rilevare American Health, oltre a ridurre di metà i sedativi necessari per calmare i pazienti. Da un analogo studio condotto nella Repubblica Federale di Germania si sono ottenuti risultati simili. Si sono usate anche musica classica, e musica popolare degli anni ’40 e ’50, con tempi e ritmi regolari. Si sono evitati i suoni aspri e stridenti. La McCarron afferma che l’effetto calmante della musica è pari a quello prodotto da 2,5 mg di Valium. In linea di massima i pazienti che l’hanno ascoltata si sono sentiti meglio dopo l’intervento e sono stati dimessi prima.

I deserti avanzano

“Ogni anno un’area pari al doppio della superficie del Belgio, 60.000 chilometri quadrati, si trasforma in deserto”, dichiara la rivista New Scientist. “Questo nonostante le promesse di respingere l’avanzata della sabbia fatte 10 anni fa da 94 nazioni”. La maggior parte dei 6 miliardi di dollari stanziati finora dalle nazioni ricche per arrestare la desertificazione è stata impiegata per costruire servizi igienici e strade. Sebbene si siano avuti alcuni successi locali, non una singola nazione è riuscita a fermare l’espansione dei deserti.

Oltre i limiti della terra

I sistemi terrestri da cui dipende la vita vengono ora spinti oltre la “soglia” al di là della quale i cambiamenti e i danni saranno permanenti, avverte il Worldwatch Institute. Il suo nuovo rapporto (State of the World 1987) dice che “gli sforzi per migliorare le condizioni di vita cominciano a minacciare l’economia mondiale”. Le conseguenze dell’inquinamento, dell’estinzione di specie vegetali e animali e della diminuita produzione di viveri e di combustibili “stanno rendendo la terra meno abitabile per le generazioni future”, dice il rapporto. Esso aggiunge: “Nessuna generazione si è mai trovata davanti a una serie così complessa di problemi che richiedessero attenzione immediata. Le generazioni passate si sono sempre preoccupate del futuro, ma noi siamo i primi a dover prendere decisioni che determineranno se la terra che lasceremo in eredità ai nostri figli sarà abitabile”.

Il prezzo dei veleni

Molti veleni valgono assai più delle pietre preziose o dell’oro, dice la rivista sovietica Sputnik. “Per esempio, il veleno del cobra costa 400.000 lire al grammo, quello del bungaro ceruleo 650.000 lire, quello del serpente di mare quasi 2 milioni di lire, quello dell’ofidio cilindrico rosso 2.600.000 lire, quello del boomslang africano 13 milioni di lire, quello del bombo (Bombus muscorum) 52 milioni di lire e quello della femmina della vedova nera americana oltre 108 milioni di lire”. Perché costano così tanto? Perché è difficile ottenerli, essendo alcune specie rarissime. Inoltre, dagli insetti si ricavano solo pochi milligrammi di veleno e dai serpenti una decina di goccioline, e possono impiegare un mese per produrne un’altra dose. Nonostante il costo, questi veleni sono richiesti per fabbricare i sieri antiofidici e come rimedio contro certe malattie.

Il pesante costo dell’inquinamento

“In Svizzera, dove metà della superficie è costituita da foreste o da regioni montuose, la pioggia acida distrugge mediamente il 50 per cento” degli alberi, scrive l’International Herald Tribune, mentre “in alcune zone . . . il tasso degli alberi morti o che stanno per morire ha raggiunto il 65 per cento”. Queste statistiche preoccupano gli ecologi che considerano la pioggia acida un serio problema che affligge gran parte dell’Europa settentrionale. Nella Repubblica Federale di Germania, per esempio, oltre il 50 per cento degli alberi sono morti o stanno morendo, e in Francia avviene la stessa cosa nella regione dei Vosgi. In Polonia la pioggia acida distruggerebbe il 40 per cento degli alberi. Secondo un documento dell’Accademia Polacca delle Scienze Sociali, citato dal settimanale francese L’Express, in Polonia l’inquinamento dell’aria e dell’acqua sta avendo effetti disastrosi. Nonostante il serio problema dell’inquinamento, il dott. Claude Martin, specialista nel campo della pioggia acida, ha confessato: “Vi è una certa riluttanza ad agire e ad agire abbastanza energicamente”.

“Uno sforzo concertato”

Non si sa con esattezza quante specie di piante e di animali esistano. Le stime oscillano dai 5 ai 30 milioni, mentre finora ne sono state identificate solo 1.600.000 circa. Dato che sono relativamente poche quelle studiate per fini scientifici o economici, spiega il New York Times, i biologi “chiedono una nuova era di esplorazione della natura, uno sforzo concertato per trovare e studiare milioni di specie prima che vengano annientate”. La maggioranza di queste specie vivono nelle foreste pluviali tropicali, che vengono distrutte per ricavarne legname o trasformate in fattorie e allevamenti. Sebbene gli animali e le piante di piccole dimensioni non suscitino le simpatie del pubblico come avviene con le balene e i panda, essi “costituiscono il fondamento di intricati sistemi da cui dipende in definitiva ogni forma di vita, inclusa quella umana”, riferisce il Times.

Una nuova minaccia dal sangue

Gli ispettori sanitari americani temono che un raro virus che causa il cancro si diffonda in modo simile a quello che causa l’AIDS. “Abbiamo ora le prove che è stato individuato negli USA un virus che è trasmesso dal sangue e che causa una malattia molto grave”, dice il dott. S. Gerald Sandler, direttore della Croce Rossa. Il virus, chiamato virus umano T-linfotropo di tipo I, o HTLV I, è il primo virus che, a quanto è dato sapere, causa il cancro nell’uomo. Oltre a causare una forma di leucemia negli adulti, questo virus è stato messo in relazione anche con una malattia neurologica, la paraparesi spastica tropicale, simile alla sclerosi multipla. “Il virus è particolarmente pericoloso per il suo lungo periodo di incubazione”, dice il Wall Street Journal. “I portatori del virus possono non manifestare la leucemia per diversi anni”. Ma una volta che la malattia si manifesta, il soggetto infetto sopravvive di solito solo tre mesi.

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