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  • g87 22/11 pp. 8-9
  • La felicità del dare è accresciuta dalla riconoscenza

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  • La felicità del dare è accresciuta dalla riconoscenza
  • Svegliatevi! 1987
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Come mostrare apprezzamento
  • Ricordatevi di dire “grazie”
    Svegliatevi! 2012
  • “È il più bel regalo che abbia mai ricevuto”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2017
  • Alla ricerca del regalo perfetto
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per il pubblico) 2017
  • Perché mostrare gratitudine?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2008
Altro
Svegliatevi! 1987
g87 22/11 pp. 8-9

La felicità del dare è accresciuta dalla riconoscenza

RITORNIAMO agli sposini menzionati nel primo articolo. Riuscite a vederli in privato mentre riguardano ogni regalo ricevuto, osservando come ciascun oggetto sia proprio la cosa di cui avevano bisogno? Riuscite a vedere la sposina che ripone con cura le lenzuola e le federe su un ripiano speciale, facilmente accessibile, i piatti nella credenza, le posate nei cassetti, il tostapane a portata di mano sull’armadietto della cucina?

Insieme appendono con cura ogni quadro al posto giusto, gli orologi da muro nei punti più adatti. Abbelliscono il tavolo avuto di seconda mano con una delle tovaglie nuove. I tovaglioli intonati, infilati nei portatovagliolo ricevuti in regalo, aggiungono un tocco di classe.

Ecco un regalo particolarmente caro: l’apriscatole elettrico. La sposina pensa di usarlo spesso. A regalarlo è stata una cara amica, che sanno non poteva permettersi di comprarne uno per sé. E questo copriletto, fatto da una vecchia zia che ha l’artrite alle mani. Deve averci messo dei mesi per fare tutti quei bei ricami. Quanto amore in quel lavoro!

Essi tengono in gran conto ogni regalo. Portarne indietro qualcuno e cambiarlo con qualche altra cosa o farsi ridare i soldi? Mai! Ora è il momento di fare la cosa più amorevole di tutte: ringraziare. Troveranno il tempo per farlo?

Avete mai ricevuto un dono più o meno costoso, un mazzo di fiori, un cestino di frutta, forse una pianta? Una cara amica vi ha fatto le pulizie di casa quando non stavate bene o ha preparato un pasto per la vostra famiglia quando non eravate in grado di farlo voi? L’avete ringraziata?

Che semplice parola è “grazie”. Non ci vuole molto fiato per dirla. Eppure spesso viene ignorata. Una volta un tassista restituì a un uomo il portafoglio che aveva lasciato nel taxi. Che dono! Il proprietario prese il portafoglio senza dire una parola. Immaginate come restò male il tassista per questa ingratitudine. Si lamentò: “Se soltanto quel tizio avesse detto ‘grazie’”.

Un numero di questa rivista riferiva che un gruppo di studenti delle superiori aveva formato un circolo allo scopo di aiutare la gente. ‘Assistevano automobilisti in difficoltà riparando gomme a terra o rifornendoli di benzina se rimanevano inaspettatamente senza, e li aiutavano in altri modi’, diceva l’articolo. ‘Non volevano denaro per i loro servigi. Volevano solo che gli automobilisti scrivessero una lettera di ringraziamento da tenere nell’archivio del circolo’. Il risultato? Un loro esponente disse: ‘Sapete, finora abbiamo ricevuto solo due lettere, benché le registrazioni del nostro circolo indichino che nei due anni da quando ci siamo organizzati abbiamo assistito oltre 150 automobilisti’.

Non vi profondereste in ringraziamenti se qualcuno vi salvasse la vita? Pensate che dono vi farebbe! Eppure un uomo rischiò la vita per salvare i passeggeri di una nave che stava per affondare strappandone 17 alla morte, dopo di che dovette essere portato a casa esausto. Quando anni dopo gli fu chiesto cosa gli era rimasto più impresso di quel salvataggio così ardimentoso, rispose: ‘Solo questo, signore: delle diciassette persone che ho salvato neanche una mi ha mai ringraziato’.

È segno di debolezza dire “grazie” per una gentilezza, per un dono ricevuto, o per aver avuto salva la vita? Costoro ringrazierebbero mai Geova Dio, il grande Datore di vita, per la loro stessa vita? Se non sono capaci di ringraziare qualcuno che vedono, è probabile che ringrazino Colui che non possono vedere? — 1 Giovanni 4:20.

È forse strano che tanti giovani d’oggi trovino difficile esprimere sinceri ringraziamenti per un dono ricevuto o una gentilezza mostrata loro? Se i genitori non dicono “per piacere” e “grazie”, probabilmente non lo diranno neanche i figli.

La mancanza di apprezzamento è uno dei segni che viviamo negli “ultimi giorni”. L’apostolo Paolo avvertì: “Negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, . . . ingrati”. — 2 Timoteo 3:1, 2.

Come mostrare apprezzamento

Disegnare e vendere biglietti di ringraziamento è un grosso giro d’affari. Molti biglietti esprimono con molta eleganza i sentimenti. È comodo acquistarli e inviarli a chi ha fatto un regalo o una gentilezza. Ma oltre a questo, non sarebbe amorevole e gentile aggiungere qualcosa di personale, scrivendo di nostro pugno e con parole nostre, qualche espressione di apprezzamento, forse menzionando il regalo ricevuto, quanto lo apprezziamo e la felicità che ci ha dato o ci darà quando lo useremo?

Inoltre, se possibile, qualche cordiale parola di gratitudine detta a viva voce, una stretta di mano, un caloroso abbraccio o un gesto affettuoso non sarebbero apprezzati dal donatore? Se ci lamentiamo di non avere il tempo di farlo, allora pensiamo al tempo, allo sforzo e al denaro spesi per noi dal donatore. La felicità che il donatore prova nel dare è accresciuta dalla riconoscenza che mostriamo.

Facciamo bene a ricordare le parole di colui che ha dato più di tutti, Gesù: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) Presto, nel veniente Paradiso terrestre in cui regnerà la giustizia, tutti gli abitanti non solo ringrazieranno Geova Dio ogni giorno per il dono della vita, ma mostreranno amorevole riconoscenza per la reciproca gentilezza e amicizia. Mostriamo dunque apprezzamento sin d’ora e avremo l’approvazione sia di Geova che del prossimo.

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