Genitori che hanno fatto i ‘compiti a casa’
I GENITORI che fanno i ‘compiti a casa’ danno ai figli le cose di cui hanno veramente bisogno. È ovvio che non si limitano a mantenerli. Questi genitori aiutano i figli anche a coltivare i valori appropriati e a prefiggersi giuste mete nella vita, dedicano loro tanto tempo e mostrano amorevole interessamento.
“Quando i bambini erano piccoli, strisciavamo carponi sul pavimento con loro, sbattevamo pentole, ci mettevamo in testa coperchi a mo’ di elmi e agitavamo i mestoli l’uno verso l’altro recitando famosi personaggi biblici in avvenimenti storici”, spiega Wayne, che ha quattro figli. “I bambini ne andavano pazzi”.
Man mano che i figli crescevano Wayne e sua moglie Joanne modificarono i loro metodi di insegnamento, continuando tuttavia a stuzzicare la fantasia dei bambini e il loro desiderio di imparare. Applicarono così alcuni dei migliori princìpi dell’insegnamento. Julie M. Jensen, presidentessa del Consiglio Nazionale degli Insegnanti di Inglese negli Stati Uniti, crede che un buon insegnante non dimentichi mai l’eccitazione che l’apprendere suscitava in lui da bambino e la alimenti nei suoi studenti.
L’importanza delle lodi
Wayne e Joanne hanno escogitato un sistema per aiutare i figli nei compiti di scuola. In cucina c’è un cestino di “entrata” dove i ragazzi, al ritorno da scuola, mettono i compiti corretti e col voto. Joanne li rivede mentre i ragazzi giocano o fanno i compiti, e a cena la famiglia spesso ne discute. I migliori vengono attaccati al frigorifero e alle pareti della cucina, che finiscono per somigliare a una galleria ingombra di opere d’arte.
“È il nostro modo per lodare i ragazzi”, dice Joanne, “e loro ne traggono profitto”. Nel soggiorno la famiglia tiene un cestino di “uscita” dove prima di andare a letto vengono messi i compiti a casa ultimati. “In questo modo”, spiega Joanne, “la mattina, quando i ragazzi vanno a scuola di corsa, non abbiamo bisogno di stare a cercarli”.
Anche Beatrice, che ha due femmine, orna la cucina coi compiti delle figlie. Dice: “Lo faccio perché sono fiera di loro e voglio che lo sappiano”.
Riconoscendo il grande valore delle lodi, il Distretto Scolastico Indipendente di Dallas, nel Texas (USA), incoraggia gli insegnanti volontari a fare un generoso uso di espressioni come: Splendido! Molto meglio. Continua così! Bravo. Sei stato in gamba. Giusto. Un lavoro molto creativo. Buona idea. Ottimo. Hai centrato il punto. Apprezzo i tuoi sforzi.
Se siete genitori potreste dare incoraggiamento più spesso?
Dare aiuto in altri modi
Oltre a lodare i figli per i loro sforzi, i genitori che fanno i propri ‘compiti a casa’ coltivano un’atmosfera domestica favorevole allo studio. Incoraggiano i figli a leggere e imparare in merito al mondo che li circonda.
“I miei genitori mi aiutavano”, ha spiegato Julie, “difendendo il tempo che riservavo allo studio. C’era un posto particolare della casa dove facevo i compiti e finché non avevo finito il resto della famiglia non doveva disturbarmi. Nel tempo che riservavo allo studio non mi era richiesto di fare le faccende. Così potevo concentrarmi senza interruzioni”.
Mark dice quale aiuto lui e le sue sorelle ricevevano dai genitori: “Si accertavano sempre che avessimo a disposizione un dizionario e altri libri utili per i nostri studi. Ci incoraggiavano a farci una biblioteca personale permettendoci di comprare i libri che ci interessavano senza doverli pagare coi nostri soldi”.
“Cominciammo il nostro programma di lettura coi bambini quando avevano circa tre mesi”, spiega Althea, che ha quattro figli. “Era difficile da seguire perché, come molte donne oggi, dovevo lavorare. Per trovare il tempo, dovevo sottrarlo ad altre attività. I ragazzi avevano oltre 300 libri: filastrocche, libri di scienze, di ogni genere. Mi portavano i loro preferiti perché glieli leggessi. A volte saltavo dei brani per fare prima, ma non funzionava. I bambini sapevano sempre quale parte mancava e me la rammentavano recitandola a memoria!”
Il finlandese Johan dice che i suoi genitori gli leggevano qualcosa tutte le sere per 10 o 15 minuti prima che si addormentasse. “Io sceglievo il racconto”, spiega Johan. “La mamma recitava la parte dei personaggi del racconto. Questo sistema piaceva così tanto a me e a mia sorella che anche quando i miei genitori non ne avevano il tempo, sceglievamo un libro e provavamo da soli. Questo ci ha aiutato a sviluppare buone abitudini di lettura. Ci ha facilitato nei compiti di scuola e ha allargato i nostri orizzonti”.
Ravindira, dello Srī Lanka, amava farsi mettere a letto dal padre per il modo in cui lui leggeva. “La mia favola preferita prima di addormentarmi era quella che raccontava com’era venuta la gobba al cammello. Mentre leggeva papà faceva di tutto: agitava i pugni, andava su e giù, rideva, ecc. Si supponeva che questo mi facesse addormentare, ma riusciva solo a farmi stare perfettamente sveglia, desiderando che continuasse. Papà fingeva di non saperlo, ma sapeva benissimo quello che stava facendo. In seguito, quando fui più grande, mi lasciava riportare i libri in biblioteca. Questo mi faceva sentire importante e mi incoraggiava ancor più a provare diletto nella lettura”.
Descrivendo l’aiuto ricevuto dal padre, Susan dice: “Papà amava le gite istruttive. Mi portava dappertutto: nei musei, nelle riserve di uccelli, nelle biblioteche, a raccogliere bacche selvatiche nei boschi. A volte ci limitavamo ad esplorare parti sconosciute della foresta. Tornavamo a casa pieni di graffi, ma era divertente. Quelle gite davano uno scopo ai miei studi scolastici”.
Emilo, di Puerto Rico, rammenta: “Mia madre voleva ci rendessimo conto che imparavamo sempre qualcosa. Al mio ritorno da scuola, chiedeva: ‘Allora, cos’hai imparato oggi?’ Se dicevo: ‘Oh, nulla’, lei replicava: ‘Come, nulla? Devi ben avere imparato qualcosa’. Continuava l’interrogatorio finché non le dicevo quello che avevo imparato. Faceva la stessa cosa con i miei fratelli. Voleva sapessimo che eravamo molto importanti per lei e che le stavamo a cuore. Questo ci rese una famiglia molto unita”.
Coltivare intimità familiare
Le famiglie felici vanno d’accordo, ma questo richiede sforzo. Perciò i genitori che fanno i propri ‘compiti a casa’ cercano di coltivare uno spirito di cooperazione in seno alla famiglia.
“Discutiamo onestamente le faccende di famiglia, quasi tutti i giorni”, osserva Carol, un capofamiglia donna con due figlie adolescenti. “A volte le ragazze tengono i loro problemi per sé perché ritengono che io ne abbia già abbastanza. Me ne accorgo, perché litigano per delle stupidaggini. Devo rammentare loro che la disposizione familiare funziona meglio quando parliamo onestamente fra noi dei nostri problemi”.
In molte famiglie il denaro causa problemi, ma Carol dice che si è procurata l’appoggio delle ragazze parlando apertamente con loro della situazione economica della famiglia. Spiega: “Le incoraggio a trovare dei lavori per guadagnare il denaro con cui comprare le cose extra che desiderano. Le rispetto per il fatto che se lo guadagnano e dico chiaramente che si tratta del loro denaro”.
Alcuni genitori si servono della situazione finanziaria della famiglia per insegnare ai figli come fare bilanci preventivi, come tenere contatti con una banca e come fare la contabilità. “Un’altra lezione che abbiamo potuto insegnare in questo modo”, osserva Henry, padre di tre maschi e una femmina, “è la cooperazione nelle attività della famiglia attraverso la partecipazione”.
Ma i genitori dove possono trovare il tempo per questi ‘compiti a casa’? Audrey, che ha due figli, dice che avendo tantissime cose da fare li invita ad accompagnarla quando va a fare commissioni. È in quel tempo che parla con loro.
Risolvere i problemi
Per fare bene i loro ‘compiti a casa’, i genitori devono imparare ad ascoltare attentamente i figli. Un proverbio biblico dice: “Il saggio ascolterà e guadagnerà più istruzione”. (Proverbi 1:5) Si suscita fiducia ascoltando con attenzione e questo è essenziale per risolvere felicemente i problemi.
Per esempio, quando Leon e Carolyn scoprirono che Nikki, la loro figlia maggiore, marinava la scuola e non aveva la sufficienza in alcune materie, la prima reazione di Carolyn fu di dare la colpa alla cattiva influenza dei compagni di scuola. Tuttavia Leon ha spiegato: “Consigliai di aspettare ad avere in mano tutti i fatti prima di giudicare”.
“Ma anche allora”, fa rilevare Leon, “la causa del problema di Nikki saltò fuori solo dopo una settimana durante la quale indagammo e ascoltammo con pazienza e dolcezza. Che shock fu per noi! Nikki pensava che non ci interessassimo di lei, visto che eravamo stati così presi dalle nostre attività! Carolyn ed io facemmo i dovuti cambiamenti e Nikki reagì divenendo più consapevole delle sue responsabilità a casa e a scuola”.
Dan e Dorothy hanno otto figli che passano un’ora e mezzo al giorno sullo scuolabus, e il peggiorare delle condizioni in cui vengono a trovarsi rappresenta un grosso problema. “Quando andavano a scuola quelli più grandi, era facile sfruttare il tempo passato sull’autobus per fare i compiti o rimettersi in pari con le letture”, ha osservato Dan. “In appena dodici anni, però, le cose sono completamente cambiate. Ora ci sono molte pericolose distrazioni: parolacce, musica rock ad alto volume e fumo di sigarette e marijuana, di solito in fondo all’autobus”.
Dan ha spiegato di avere vagliato il problema insieme ai figli, invitandoli a dare i loro suggerimenti. “Sono emerse due idee”, ha osservato. “Sedersi il più vicino possibile al conducente e dotare ciascun figlio di una cuffia leggera collegata a un radioregistratore AM/FM personale. Ora i ragazzi possono isolarsi dal baccano che c’è intorno, ascoltando musica leggera mentre leggono o fanno compiti non troppo difficili. Sembra una soluzione piuttosto semplice, ma ha funzionato!”
Collaborare con la scuola
Durante l’anno scolastico, gli studenti trascorrono circa sei ore al giorno sotto la diretta influenza degli insegnanti. I genitori che capiscono cosa questo significhi in termini di potenzialità di apprendimento per i loro figli vorranno fare in modo che questo tempo sia speso bene. La madre di tre ragazzi spiega cos’hanno fatto lei e il marito a questo riguardo.
“Quando John ed io non eravamo soddisfatti delle lezioni di uno dei nostri figli”, narra, “andavamo a scuola e venivamo a un ragionevole accomodamento con il consulente scolastico, l’insegnante o il direttore. Abbiamo seguito da vicino l’istruzione formale dei nostri figli, dall’inizio alla fine. Ora che hanno terminato gli studi, siamo contenti che abbiano ottenuto il meglio di quello che avevano a disposizione”.
I ragazzi possono aver bisogno di aiuto per fare i compiti di scuola, e fa parte dei ‘compiti a casa’ di un genitore interessarsene. Il genitore tuttavia coopera saggiamente con la scuola. “Una cosa che ricordo dei miei genitori”, dice Wesley, “è che non interferivano mai nei metodi usati dall’insegnante in classe. Riconoscevano che si può variare il metodo di insegnamento.
“Per esempio, quando non riuscivo a trovare il procedimento per risolvere un problema di matematica, papà mi dava la soluzione e poi lasciava che mi scervellassi finché non trovavo il procedimento. Sapevo di averlo trovato quando il mio risultato corrispondeva a quello di papà”.
Non è un’impresa facile
Qualsiasi bambino vi dirà che certi compiti sono più difficili di altri. Ma i ‘compiti a casa’ che voi genitori dovete svolgere sono molto più difficili di qualsiasi compito abbiate mai avuto a scuola. In effetti, allevare bene i figli è un’impresa complicata e a lunga scadenza. Alcuni l’hanno definita un’impresa ventennale.
La chiave del successo sta nell’essere genitori attenti, amichevoli e comprensivi, genitori che conoscono bene i figli e li trattano come singoli individui. Ricordate, quello di cui i vostri ragazzi hanno veramente bisogno è quell’attenzione personale che si dimostra con l’amorevole interesse per il loro benessere. Coltivate in loro la sete del sapere e aiutateli a trasformare l’acquisto di conoscenza in qualcosa di piacevole.
Vale la pena di fare qualsiasi sforzo
Voi genitori che fate i vostri ‘compiti a casa’ state dando prova di abnegazione e non di autocompiacimento. Siete pronti a fare cambiamenti. Vi rendete conto che per aiutare i vostri figli dovete “esserci” e che dovete prodigarvi dedicando il tempo e mostrando l’amore e l’interessamento di cui i vostri figli hanno veramente bisogno.
Quando fate i vostri ‘compiti a casa’, i risultati possono essere simili ai frutti del contadino che prepara la terra e poi pianta, coltiva e innaffia le sue colture. Forse sarete ricompensati con buoni frutti. È come dice la Bibbia: “Addestra il ragazzo [o la ragazza] secondo la via per lui; anche quando sarà invecchiato non se ne allontanerà”. — Proverbi 22:6.
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Cos’altro possono fare i genitori?
Nella società moderna gli insegnanti e le scuole sono importanti per il giusto sviluppo dei ragazzi. Con questo non vogliamo dire che possano svolgere il ruolo dei genitori, ma possono dare un contributo essenziale per la buona educazione dei giovani. Un altro ‘compito a casa’ che voi genitori dovete svolgere è dunque quello di cooperare il più pienamente possibile con la scuola frequentata dai vostri figli.
Che fare dunque se a scuola si svolge una cerimonia o un programma speciale? Per esempio, in una scuola del Massachusetts (USA) si tenne un programma per l’assegnazione di premi agli studenti. “Ci andai perché volevo che i miei figli sapessero che ero fiera di loro”, ha spiegato Joanne, madre di quattro ragazzi. Quel giorno venti studenti ricevettero premi speciali, eppure la maggioranza dei genitori non si fece vedere. Pensate che la loro assenza abbia incoraggiato i figli a impegnarsi di più a scuola? Difficilmente!
Considerate anche gli insegnanti. Spesso le scuole organizzano serate per esporre i lavori degli studenti e per analizzare il loro progresso con i genitori, e molti insegnanti dedicano il loro tempo personale per preparare queste attività. Un insegnante ha detto: “Anche noi abbiamo una famiglia e una vita nostra. Dopo aver dedicato tanto tempo per preparare questi avvenimenti speciali, ci si scoraggia vedendo solo uno, due o tre genitori in tutta la serata”.
Come genitori forse a volte vi aspettate che le scuole e gli insegnanti facciano dei cambiamenti per soddisfare gli speciali bisogni dei vostri figli. Non dovreste essere disposti a fare sacrifici analoghi per collaborare con la scuola, specie dal momento che il suo obiettivo è quello di aiutare i vostri figli a diventare adulti capaci?
L’opuscolo “I testimoni di Geova e la scuola”, pubblicato per favorire la comprensione e la cooperazione fra genitori e insegnanti, suggeriva ai testimoni di Geova che sono genitori di fare i seguenti ‘compiti a casa’: “È importante che i genitori conoscano gli insegnanti dei figli, disponendo di incontrarli e di parlare con loro. . . .
“Parlando con l’insegnante, il padre o la madre Testimone dovrebbe spiegare che i genitori si aspettano che il figlio o la figlia si comporti cristianamente, e che, se si comporta male, desiderano esserne informati. I genitori dovrebbero anche assicurare all’insegnante che lo sosterranno in qualsiasi ragionevole correzione egli impartisca, dandole se necessario un seguito a casa.
“Ecco altre cose utili che i genitori possono fare: Accertatevi che i ragazzi facciano una buona colazione prima di andare a scuola. Controllate che abbiano completato i compiti e che portino con sé tutti i libri necessari. Mostrate sempre rispetto per le norme della scuola e fatele rispettare anche ai figli. Incoraggiateli a parlare a casa delle attività scolastiche e degli eventuali problemi che incontrano”.
Non convenite che questi sono ottimi suggerimenti? Genitori, li applicate? È uno dei vostri ‘compiti a casa’.
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Domande che devono farsi i genitori
1. Mi interesso veramente dell’istruzione dei miei figli?
2. Conosco i loro insegnanti?
3. Gli insegnanti sanno che apprezzo quello che fanno?
4. Mi accerto che i miei figli prendano sul serio i compiti di scuola?
5. Mi interesso che facciano i compiti bene e in tempo?
6. Ho un atteggiamento positivo verso la conoscenza e l’apprendimento?
7. I miei figli mi vedono studiare?
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La lettura stimola la curiosità e la fantasia dei bambini
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I genitori che dedicano tempo a leggere insieme ai figli rinsaldano il legame familiare
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Visitare un museo o fare una scampagnata insieme a tutta la famiglia può essere molto divertente, oltre che istruttivo
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I vostri figli hanno bisogno di attenzione personale