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  • g89 22/6 pp. 24-27
  • Parte XII: 100-476 E.V. Spenta la luce del vangelo

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  • Parte XII: 100-476 E.V. Spenta la luce del vangelo
  • Svegliatevi! 1989
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Svegliatevi! 1989
g89 22/6 pp. 24-27

Il futuro della religione alla luce del suo passato

Parte XII: 100-476 E.V.

Spenta la luce del vangelo

“Gli uomini hanno scoperto che è molto più conveniente adulterare la verità che raffinare se stessi”. Charles Caleb Colton, ecclesiastico inglese del XIX secolo

A PARTIRE dal 33 E.V., quando Roma mise a morte il Fondatore del cristianesimo, quella sesta potenza mondiale della storia biblica fu continuamente ai ferri corti coi cristiani. Li mise in prigione e ne gettò alcuni in pasto ai leoni. Ma persino davanti alla minaccia del martirio — essere usati come torce umane per illuminare i giardini di Nerone — i cristiani di Roma del I secolo continuarono a far risplendere la loro luce spirituale. (Matteo 5:14) Col tempo, però, la situazione cambiò.

“Nella prima parte del III secolo”, dice il libro From Christ to Constantine, “la chiesa cominciava a diventare rispettabile”. Ma la rispettabilità aveva il suo prezzo: “norme più basse”. Perciò, “vivere da cristiani non era più visto come un’esigenza della fede cristiana”.

La luce del vangelo era ridotta a un barlume. E “nel IV secolo”, dice il libro Imperial Rome, “gli scrittori cristiani affermavano non solo che era possibile essere sia cristiani che romani, ma che la lunga storia di Roma era in effetti il principio dell’epica cristiana. . . . Ciò implicava che Roma era stata divinamente consacrata”.

Questa idea fu condivisa dall’imperatore romano Costantino il Grande. Nel 313 E.V. Costantino fece del cristianesimo una religione riconosciuta dalla legge. Unendo Chiesa e Stato, mettendo i capi religiosi al servizio dello Stato e permettendo allo Stato di controllare gli affari religiosi, Costantino fece un grosso danno.

Già al principio del II secolo Ignazio vescovo di Antiochia aveva introdotto nella congregazione un nuovo metodo di governo. Al posto di un gruppo di anziani, l’episcopato monarchico stabilì che a capo di ciascuna congregazione ci fosse un solo ecclesiastico. Circa un secolo più tardi, Cipriano vescovo di Cartagine allargò questo sistema ecclesiastico gerarchico costituendo una gerarchia monarchica formata di sette gradi, con il vescovo nella posizione suprema. Sotto di lui c’erano preti, diaconi, suddiaconi e altri gradi. La chiesa occidentale aggiunse in seguito un ottavo grado, mentre la chiesa orientale si accontentò di una gerarchia formata di cinque gradi.

A che cosa condusse questa forma di governo della chiesa, insieme all’approvazione dello Stato? Il libro Imperial Rome spiega: “Solo 80 anni dopo l’ultima grande ondata di persecuzione contro i cristiani, la Chiesa stessa cominciava a mettere a morte gli eretici, e i suoi ecclesiastici esercitavano un potere quasi pari a quello degli imperatori”. Certo non era questo che Cristo aveva in mente quando disse che i suoi discepoli non dovevano fare “parte del mondo” e che dovevano vincerlo non con la forza, ma con la loro fede. — Giovanni 16:33; 17:14; confronta 1 Giovanni 5:4.

I “santi” e gli dèi greci

La religione cristiana era stata adulterata con idee pagane molto tempo prima di Costantino. I mitici dèi della Grecia che un tempo avevano esercitato un forte influsso sulla religione di Roma avevano già influenzato anche la religione cristiana. “Al tempo in cui Roma era divenuta una potenza imperiale”, dice il libro Roman Mythology, “Giove era stato assimilato al greco Zeus . . . In seguito Giove fu adorato come Optimus Maximus, Ottimo e Massimo, appellativo che sarebbe stato conservato nel cristianesimo e che ricorre in molte iscrizioni sui monumenti”. La New Encyclopædia Britannica aggiunge: “Con l’avvento del cristianesimo, gli eroi e perfino le divinità dei greci sopravvissero nei santi”.

Come spiega lo scrittore M. A. Smith, questo significava che “i molti dèi venivano mischiati fra loro e le differenze regionali si andavano attenuando. . . . La gente era incline a pensare che le varie divinità fossero in effetti solo nomi diversi di un’unica grande potenza. . . . L’Iside egiziana, l’Artemide efesina e l’Astarte sira potevano essere considerate come la stessa dea. Lo Zeus greco, il Giove romano, l’Amon-Ra egiziano e anche lo Yahweh ebraico potevano essere invocati come nomi dell’unica grande Potenza”.

Mentre a Roma si fondeva con il pensiero greco e romano, il cristianesimo subiva dei cambiamenti anche in altri luoghi. Ad Alessandria, Antiochia, Cartagine nonché a Edessa, tutti centri di attività teologica, si svilupparono scuole separate di pensiero religioso. Herbert Waddams, già canonico anglicano di Canterbury, dice che la scuola alessandrina, per fare un esempio, fu “particolarmente influenzata dalle idee platoniche”, attribuendo un significato allegorico a quasi tutte le dichiarazioni del “Vecchio Testamento”. La scuola di Antiochia adottò un atteggiamento più letterale e più critico nei confronti della Bibbia.

Distanza, mancanza di comunicazione e incomprensioni dovute alla lingua contribuirono a intensificare le differenze. Quella situazione, comunque, venne a crearsi soprattutto a causa dello spirito indipendente e dell’ambizione egoistica dei capi religiosi disposti ad adulterare la verità per tornaconto personale, spegnendo così la luce del vangelo.

“Falsamente chiamata ‘conoscenza’”

Già nel I secolo il cristianesimo veniva influenzato da falsi insegnamenti religiosi, inducendo Paolo ad avvertire Timoteo di allontanarsi dalle “contraddizioni della falsamente chiamata ‘conoscenza’”. (1 Timoteo 6:20, 21) Può darsi che questo sia un accenno a un movimento detto gnosticismo che acquistò importanza agli inizi del II secolo ma che evidentemente aveva avuto inizio nel I secolo, forse ad opera di un certo Simon Mago. Alcuni esperti affermano che questo può essere il Simone menzionato nella Bibbia in Atti 8:9.

Lo gnosticismo prese nome dalla parola greca gnòsis, che significa “conoscenza”. I gruppi gnostici sostenevano che la salvezza dipendesse da una speciale conoscenza mistica di cose profonde sconosciute ai comuni cristiani. Ritenevano che il possesso di questa conoscenza permettesse loro di insegnare, come dice l’Encyclopedia of Religion, “la verità segreta rivelata da Gesù”.

Le origini del pensiero gnostico furono molteplici. Da Babilonia gli gnostici impararono ad attribuire significati nascosti ai numeri contenuti nella Bibbia, che si supponeva rivelassero verità mistiche. Gli gnostici insegnavano pure che mentre lo spirito è buono, tutta la materia è cattiva per natura. “Questo è lo stesso tipo di ragionamento”, dice lo scrittore tedesco Karl Frick, “che era già presente nel dualismo persiano e, in Estremo Oriente, nei ‘yin’ e ‘yang’ cinesi”. Il “cristianesimo” che ci viene presentato negli scritti gnostici si basa senza dubbio su fonti non cristiane. Come potrebbe dunque essere “la verità segreta rivelata da Gesù”?

Secondo lo studioso R. E. O. White, lo gnosticismo era un insieme di “speculazione filosofica, superstizione, riti quasi magici e consisteva a volte in un culto fanatico e addirittura osceno”. Andrew M. Greeley, dell’Università dell’Arizona, dice: “Il Gesù degli gnostici è talora incoerente, talora inintelligibile e talora più che semplicemente orripilante”.

Travisata la verità intorno a Cristo

Gli gnostici non erano gli unici a travisare la verità intorno a Cristo. Pare che Nestorio, patriarca di Costantinopoli vissuto al principio del V secolo, insegnasse che Cristo era in effetti due persone in una, il Gesù uomo e il divino Figlio di Dio. Partorendo Cristo, Maria partorì l’uomo ma non il Figlio divino. Questa idea non era condivisa dal monofisismo (“una sola natura”), secondo cui Dio e il Figlio erano inseparabilmente uniti, e secondo cui, pur risultando da due nature, Gesù in realtà era solo uno, essendo interamente Dio e allo stesso tempo interamente uomo. Perciò Maria avrebbe veramente partorito Dio, non solo il Gesù uomo.

Entrambe le teorie derivavano da una controversia sorta nel secolo precedente. Ario, un prete di Alessandria, sosteneva che Cristo è inferiore al Padre. Perciò rifiutò di usare il termine homoousious (consustanziale) nel descrivere la relazione fra Cristo e Dio. Nel 325 E.V. il Concilio di Nicea respinse la sua idea, decretando che Gesù è in effetti ‘della stessa sostanza del Padre’. Nel 451 E.V. il Concilio di Calcedonia dichiarò che Cristo è Dio incarnato. Il concetto babilonese–egiziano–greco di un Dio trino aveva ora sostituito l’insegnamento di Cristo che lui e il Padre suo sono due persone distinte, per nulla uguali. — Marco 13:32; Giovanni 14:28.

In effetti Tertulliano (ca. 160-ca. 230 E.V.), appartenente alla chiesa nordafricana, introdusse la parola “trinitas”, che aveva cominciato a essere usata dai cristiani qualche tempo prima della nascita di Ario. Tertulliano, il primo teologo che scrisse molto in latino invece che in greco, contribuì a porre le basi della teologia occidentale. Altrettanto fece “Sant”’Agostino, un altro teologo nordafricano vissuto circa due secoli dopo. “[Agostino] è generalmente riconosciuto come il più grande pensatore dell’antichità cristiana”, dice la New Encyclopædia Britannica. Ma le parole che leggiamo subito dopo offrono motivo di preoccupazione a qualsiasi cattolico o protestante sincero: “La sua mente fu il crogiolo in cui la religione del Nuovo Testamento si fuse nel modo più assoluto con la tradizione platonica della filosofia greca; e fu anche il mezzo mediante cui il prodotto di questa fusione fu trasmesso ai reami cristiani del cattolicesimo medievale e del protestantesimo del periodo rinascimentale”.

Cattolicesimo in crisi

Verso la fine del IV secolo l’imperatore Teodosio I portò a termine quello che Costantino aveva iniziato, facendo del cattolicesimo la religione di Stato. Subito dopo l’impero romano si divise, come aveva temuto Costantino. Nel 410 E.V. Roma fu conquistata dai visigoti, un popolo germanico che da molto tempo molestava l’impero, e nel 476 E.V. il generale tedesco Odoacre depose l’imperatore d’Occidente e si proclamò re, ponendo fine così all’impero romano d’Occidente.

Che ne sarebbe stato del cattolicesimo in queste nuove circostanze? Nel 500 E.V. esso vantava come suoi seguaci circa il 22 per cento della popolazione del mondo. Di questi — si calcola fossero 43 milioni di persone — la maggior parte era stata vittima di capi religiosi che avevano ritenuto più conveniente adulterare la verità che raffinare se stessi. La luce evangelica del vero cristianesimo era stata spenta. Ma presto sarebbe uscito “Dalle tenebre, qualcosa di ‘sacro’”, come vedremo nel prossimo articolo.

[Riquadro a pagina 26]

Esempi di credenze gnostiche

Marcione (II secolo) distingueva tra un Dio imperfetto del “Vecchio Testamento” inferiore a Gesù e il Padre di Gesù, lo sconosciuto Dio di amore del “Nuovo Testamento”. L’idea di un “dio sconosciuto è uno dei temi fondamentali dello gnosticismo”, spiega l’Encyclopedia of Religion. Questo dio sconosciuto si identifica nell’“Intelletto supremo, inaccessibile all’intelletto umano”. Il creatore del mondo materiale, d’altro canto, è inferiore e non dotato di intelligenza assoluta ed è chiamato Demiurgo.

Montano (II secolo) predicò l’imminente ritorno di Cristo e l’istituzione della Nuova Gerusalemme in quella che è oggi la Turchia. Più preoccupato per la condotta che per la dottrina, cercò evidentemente di riportare in auge i valori originari del cristianesimo, ma, portato agli estremi, il movimento cadde infine vittima proprio di quella rilassatezza morale che condannava.

Valentino (II secolo), poeta greco e il più importante gnostico di tutti i tempi, affermò che sebbene l’etereo corpo di Gesù fosse passato attraverso Maria, in effetti non era nato da lei. Questo perché per gli gnostici tutta la materia era cattiva. Pertanto Gesù non avrebbe potuto avere un corpo materiale, altrimenti sarebbe stato anch’esso cattivo. Gli gnostici chiamati docetisti insegnavano che nell’umanità di Gesù era tutto semplice apparenza e illusione, includendo in questo anche la sua morte e risurrezione.

Mani (III secolo) fu soprannominato al-Bābilīyu, termine arabo per “il babilonese”, poiché si definì “il messaggero di Dio venuto a Babilonia”. Egli tentò di formare una religione universale fondendo elementi di cristianesimo, buddismo e zoroastrismo.

[Immagine a pagina 25]

Costantino contribuì a spegnere la luce del vangelo fondendo il cristianesimo con il culto pagano

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