Una casa costruita con l’avidità
“L’AVIDITÀ è salutare. Si può essere avidi e sentirsi bene lo stesso”. Si dice che queste parole, pronunciate durante un discorso a una classe di diplomandi di una scuola commerciale, siano state accolte da risa e applausi. (The Roaring ’80s, di Adam Smith) A dirle fu uno degli uomini di maggior successo di Wall Street, un uomo che valeva centinaia di milioni di dollari. Non molto tempo dopo, però, la rivista Fortune proclamò lo stesso uomo “imbroglione dell’anno”. Nel giro di qualche mese, era in prigione.
L’avidità non si rivelò tanto salutare, dopo tutto. Ma le parole di quest’uomo sono citate spesso come esempio tipico del modo di pensare imperante a Wall Street. Cosa mostrano i fatti?
Consideriamo le tendenze di Wall Street che abbiamo già osservate. Rapidissime contrattazioni computerizzate, frenetiche manovre di assorbimento di società con enormi profitti, montagne di denaro preso a prestito, tutto sembra avere un comune denominatore: l’attenzione rivolta al guadagno a breve termine.
Tutti gli occhi sono puntati sul profitto immediato. Un editoriale della rivista canadese Maclean’s ha espresso il punto con parole molto enfatiche: “I nuovi ricchi degli anni ’80 vogliono qualcosa in cambio di nulla: la massima quantità di denaro con il minimo sforzo”. È forse strano che una società così motivata dal profitto abbia generato un reato tutto suo? Si chiama...
Insider trading
“Cos’è?”, ha chiesto Svegliatevi! a un banchiere d’affari ormai ritiratosi. La sua risposta: “In senso lato, l’insider trading consiste nell’utilizzare informazioni che si hanno per motivi professionali ma che il pubblico degli investitori non conosce. Chi se ne avvale si trova in vantaggio”.
Questa pratica è illegale. Ma negli anni ’80 è divenuta così diffusa a Wall Street che solo in un anno circa 70 uomini d’affari di Wall Street sono stati arrestati. Come molti altri problemi di Wall Street, anche questo si è esteso in tutta la terra. In Giappone un uomo sotto inchiesta per insider trading ha cercato di corrompere un legislatore che si occupava del caso mettendogli davanti una borsa contenente 40.000 dollari in contanti. Ma non sapeva che si stava filmando l’intera scena e che in seguito la televisione nazionale l’avrebbe trasmessa!
Altri mercati azionari — tra cui Bay Street in Canada, la Bourse francese e la Borsa italiana — sono stati scossi da scandali di insider trading. È stato scoperto un gruppo di operatori di insider trading che agivano fra Inghilterra e Israele. Le Borse di tutto il mondo hanno stabilito regolamenti per impedire questo tipo di imbroglio, ma come ha detto a Svegliatevi! il succitato banchiere, l’insider trading è “difficile da definire e ancor più difficile da controllare. Avevamo complicati sistemi di sicurezza, ma è più facile rubare informazioni che denaro”.
La sindrome dello yuppie
L’avidità che permea Wall Street ha indotto alcuni al crimine, ma molto più elevato è il numero di coloro che ha reso materialisti. La rivista Newsweek riferiva che Wall Street era il centro stesso dell’avida “cultura del denaro” americana. Il mercato in rialzo degli anni ’80 aveva attirato schiere di giovani laureati decisi a far fortuna. Furono soprannominati yuppie, da “young urban professional” (giovane professionista di città). Noti per le loro grandi ambizioni e per gli elevati guadagni, gli yuppie erano presi di mira dalla pubblicità perché consumatori ideali, senza limiti nello spendere.
Un ex operatore di Wall Street che si definisce ex yuppie ha parlato a Svegliatevi! della sua vita a Wall Street negli anni del boom. Il pensiero della società per cui lavorava, ha detto, era questo: “Il tuo lavoro è la tua vita. Tutto il resto viene dopo”. Era normale per lui alzarsi alle 5 del mattino, rimanere fuori tutto il giorno per lavoro e poi intrattenere i clienti fino a tarda notte.
Egli ricorda vivamente un episodio che, a suo avviso, riassumeva il generale modo di pensare. Un collega gli mostrò una serie di foto di un agente di borsa che aveva avuto un attacco cardiaco proprio lì nella sala delle contrattazioni. Tutto attorno all’uomo colpito dall’attacco le contrattazioni continuarono febbrilmente; nulla rallentò, nulla si fermò.
Il New York Times riferì che il crack sarebbe stato un colpo per gli yuppie non solo perché erano abituati al credito e alla spesa ma anche per il loro modo di ragionare. Molti yuppie non conoscevano proprio la differenza tra valore patrimoniale e valore personale.
[Testo in evidenza a pagina 10]
Molti yuppie non conoscevano proprio la differenza tra valore patrimoniale e valore personale