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  • La Chiesa Cattolica in Spagna: Poteri e privilegi

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  • La Chiesa Cattolica in Spagna: Poteri e privilegi
  • Svegliatevi! 1990
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Altro
Svegliatevi! 1990
g90 8/3 pp. 4-5

La Chiesa Cattolica in Spagna: Poteri e privilegi

“Il Signore ha lasciato a Pietro il governo non solo della Chiesa ma del mondo intero”. — Papa Innocenzo III.

QUANDO Innocenzo III scrisse queste parole al principio del XIII secolo, la Chiesa Cattolica medievale aveva raggiunto l’apice della potenza. Ma la strada del potere temporale era stata lastricata con alleanze politiche anziché con quelle spirituali. E questo in Spagna più che in qualsiasi altro posto.

La chiesa spagnola si impadronì del potere e dei privilegi unendo le sue forze a quelle dello Stato.

Unità religiosa: uno strumento politico

Nel 1479, dopo essere stata per secoli sotto il dominio di regni divisi e ribelli, quasi tutta la Spagna fu unita sotto il dominio di Ferdinando e Isabella. Ma come avrebbe fatto la nuova nazione a realizzare unità di pensiero e di intenti? Ferdinando si procurò l’aiuto della chiesa. Nel 1478 era stata instaurata l’Inquisizione con l’appoggio del papa. Ora, controllata dal re e gestita dalla chiesa, essa si dimostrò una delle armi più potenti che fossero mai state escogitate per soffocare il dissenso religioso e politico. Sottomessi rapidamente al suo giogo tutti i cattolici spagnoli battezzati, l’unica cosa che ancora ostacolava l’unità erano i vari milioni di non battezzati: ebrei e mori.

Nel 1492, dietro le insistenze dell’inquisitore generale Torquemada, Ferdinando e Isabella ordinarono l’espulsione dalla Spagna di tutti gli ebrei non battezzati. Dieci anni dopo furono espulsi anche tutti i mori che rifiutavano di diventare cattolici. Il frate Bleda descrisse l’esodo forzato dei musulmani come “‘il più glorioso evento della Spagna dal tempo degli Apostoli. Ora’, egli aggiungeva, ‘l’unità religiosa è assicurata e, senza dubbio, sta per sorgere un’era di prosperità’”. (Storia della Civiltà, La Riforma, di Will Durant, Mondadori, 1959, trad. di C. Bai Lopizzo, p. 292) La España Católica era divenuta una realtà, e come riconoscimento papa Alessandro VI conferì a Isabella e Ferdinando il titolo di “sovrani cattolici”.

Conseguita l’unità religiosa in patria, la chiesa spagnola allargò i suoi orizzonti. Sotto la protezione dei reali spagnoli, Cristoforo Colombo aveva appena scoperto nuove terre e nuovi popoli nelle Americhe. Frati domenicani e francescani accompagnarono i conquistadores nel Nuovo Mondo, decisi a portare i pagani in seno alla chiesa.

A Cortés, il conquistatore del Messico, fu detto che il principale obiettivo delle sue spedizioni era quello di servire Dio e diffondere la fede cristiana. Ciò nondimeno egli ammise francamente: “Io sono venuto per l’oro”. Forse la maggioranza dei conquistatori aveva motivi contrastanti, simili a quelli espressi da uno di loro: “Siamo venuti qui per servire Dio, ma anche per diventare ricchi”.

Prima di intraprendere la conquista di una certa regione, i conquistadores leggevano ad alta voce — agli orecchi dei nativi o meno — un documento dal titolo Los requisitos in base al quale i nativi erano invitati a riconoscere che la chiesa governava il mondo e che il re di Spagna ne era il rappresentante. Se non veniva riconosciuto, questo bastava per considerare l’impresa militare di colonizzazione una “guerra giusta”.

Furono battezzati milioni di nativi, molti immediatamente dopo la conquista. Successivamente preti e frati collaborarono coi sovrani spagnoli nel governare le colonie. Lo storico della chiesa Paul Johnson ha osservato: “La Chiesa Cattolica era un settore del governo spagnolo, nelle Americhe più che in qualsiasi altro luogo. . . . In cambio la Chiesa esigeva protezione, privilegi e l’incrollabile devozione della corona alla fede ortodossa”.

Così per la fine del XVI secolo la chiesa in Spagna era divenuta la più potente chiesa nazionale della cristianità. Esercitava un controllo religioso assoluto su tutta la Spagna e su una vasta parte del Nuovo Mondo. Ma i singolari poteri e privilegi di cui godeva condussero inevitabilmente ad abusi più evidenti che in altri paesi.

[Testo in evidenza a pagina 5]

“Siamo venuti qui per servire Dio, ma anche per diventare ricchi”

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