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  • Hanukkah: “Natale ebraico”?
  • Svegliatevi! 1990
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  • Profanato il tempio di Geova
  • La ribellione dei Maccabei
  • Celebrata la ridedicazione
  • Ebbe l’appoggio divino?
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Svegliatevi! 1990
g90 8/12 pp. 11-13

Il punto di vista biblico

Hanukkah: “Natale ebraico”?

MENTRE milioni di persone nelle varie parti del mondo si preparano a celebrare il Natale, gli ebrei di solito si preparano a celebrare una festa diversa, la festa di Hanukkah (Chanukkàh). Cos’è la festa di Hanukkah? I non ebrei la considerano spesso una specie di “Natale ebraico”, ma la realtà è ben diversa.

Per esempio, si suppone che il Natale commemori la nascita di Gesù Cristo, ma la celebrazione è effettivamente incentrata su cose come Babbo Natale e sempreverdi decorati, cose che non hanno niente a che vedere con Dio, Gesù o la Bibbia. Perfino il giorno, il 25 dicembre, è il genetliaco non di Gesù ma del mitico dio solare Mithra! La festa di Hanukkah invece è l’anniversario di un avvenimento storico che ebbe grandi conseguenze per l’antico popolo di Dio.

Un fatto degno di nota è che la festa di Hanukkah è menzionata nelle Scritture Greche Cristiane. In Giovanni 10:22, 23 leggiamo: “In quel tempo si tenne a Gerusalemme la festa della dedicazione [ebraico, chanukkàh]. Era inverno, e Gesù camminava nel tempio sotto il colonnato di Salomone”. È chiaro che questa festa veniva già celebrata ai giorni di Gesù e a quanto pare da Gesù stesso.

Come nacque questa celebrazione? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prendere in esame un po’ di storia.

Profanato il tempio di Geova

Com’era stato predetto secoli in anticipo dal profeta Daniele, a un certo punto della loro storia gli ebrei si trovarono prima sotto il dominio della Grecia e, dopo la frantumazione di quell’impero, sotto quello dell’Egitto e della Siria. (Daniele 11:2-16) Sebbene molti governanti non ebrei tollerassero l’adorazione di Geova da parte degli ebrei, una notevole eccezione fu quella di Antioco IV di Siria.

Nel 175 a.E.V. Antioco dominava su un vasto impero abitato da popoli con usanze diverse. Nella speranza di unificare il suo popolo, creò per tutti una sola religione e si fece chiamare “Dio Manifesto”. Visto che Geova esige esclusiva devozione, gli ebrei si rifiutarono di adorare Antioco. (Esodo 20:4-6) Antioco decise perciò di sradicare la religione non conformistica degli ebrei. Non passò molto che vietò i loro sacrifici animali, l’osservanza del sabato, la pratica della circoncisione e perfino la lettura delle Scritture Ebraiche, pena la morte. Anzi, le copie delle Scritture Ebraiche furono cercate e bruciate!

Nel suo irrinunciabile desiderio di cancellare l’adorazione di Geova, Antioco invase coi suoi eserciti Gerusalemme ed entrò nel tempio di Geova, saccheggiando il Santissimo. Il 15 chislev del 168 a.E.V. Antioco eresse un altare al dio greco Zeus sopra l’altare di Geova nel cortile del tempio. Dieci giorni dopo, il 25 chislev, recò l’ultimo oltraggio, sacrificando su quell’altare dei maiali (impuri secondo la Legge di Geova). In effetti, con questo atto il tempio di Geova fu dedicato a Zeus.

La ribellione dei Maccabei

Come reagirono gli ebrei a tutto questo? Secondo il racconto storico non ispirato ora noto col nome di 1 Maccabei, molti ebrei collaborarono con gli invasori, abbandonando l’adorazione di Geova. Altri mantennero l’integrità, solo per divenire martiri della loro fede.

Quello stesso anno (168 a.E.V.) alcuni ebrei cominciarono a opporsi ai siri, nella speranza di ottenere la libertà di adorare Geova. Nel 167 a.E.V. Giuda Maccabeo, un sacerdote levita, si mise alla testa di questo movimento di resistenza. Convinto che la vittoria sarebbe stata possibile solo se si faceva assegnamento su Geova, Giuda radunò i suoi uomini per leggere le Scritture Ebraiche e pregare Geova.

Per tre anni Giuda e i suoi uomini combatterono contro i siri, nonostante fossero molto inferiori di numero. Sorprendentemente, nel 166 a.E.V., Giuda riconquistò Gerusalemme. I sacerdoti di Geova furono allora in grado di purificare il tempio ed erigere un nuovo altare. Infine, il 25 chislev 165 a.E.V. il tempio fu ridedicato a Geova, tre anni esatti dopo che era stato contaminato.

Celebrata la ridedicazione

Sebbene Giuda dovesse continuare a combattere contro i siri in Galilea, la gioia per la ridedicazione del tempio fu così grande che venne istituita una celebrazione annuale di otto giorni in occasione del suo anniversario. Divenne nota col nome di festa della dedicazione (Hanukkah).a

Sebbene questa festa non fosse inclusa nel patto originale che Dio aveva stipulato con Israele, la festa di Hanukkah divenne un aspetto accettato dell’adorazione ebraica, più o meno com’era accaduto anni prima con la festa di Purim. (Ester 9:26, 27) Come la festa di Purim, così la festa di Hanukkah si celebrava con canti e preghiere nelle sinagoghe, a differenza delle tre principali feste stabilite dal patto (Pasqua, festa delle settimane o Pentecoste e festa delle capanne) in occasione delle quali era necessario recarsi al tempio di Gerusalemme. — Deuteronomio 16:16.

Col passare degli anni nacque l’usanza di celebrare la festa di Hanukkah con luci. Pertanto lo storico Giuseppe Flavio riferisce che nel I secolo E.V. essa era chiamata anche festa delle luci. Tuttavia l’origine di questa usanza non è chiara. Secondo una storia, essa commemora un miracolo avvenuto alla ridedicazione del tempio. Si racconta che, quando giunse il momento di riaccendere il candelabro nel tempio di Geova, sebbene ci fosse olio cerimonialmente puro bastante solo per un giorno, esso durò miracolosamente otto giorni.b

La storia dell’olio miracoloso corrisponde ai fatti o è solo una leggenda priva di fondamento? E che dire della ribellione di Giuda Maccabeo contro la Siria: ebbe l’appoggio divino?

Ebbe l’appoggio divino?

Nelle ispirate Scritture Ebraiche non viene mai detto esplicitamente che Geova abbia dato a Giuda la vittoria o abbia diretto i lavori di riparazione e la ridedicazione del tempio. Naturalmente questi avvenimenti ebbero luogo dopo che la stesura delle Scritture Ebraiche era stata ultimata, per cui non è possibile trovare nessun commento in esse.

Che dire delle Scritture Greche Cristiane? Né Gesù né gli apostoli fecero commenti su questi avvenimenti, per cui nemmeno loro indicarono se Dio aveva sostenuto Giuda oppure no.

Nondimeno, le Scritture Greche Cristiane menzionano l’adempimento delle profezie messianiche delle Scritture Ebraiche nel ministero di Gesù Cristo. Alcune di queste profezie richiedevano che il tempio fosse operante all’epoca della comparsa del Messia. (Daniele 9:27; Aggeo 2:9; confronta Salmo 69:9 con Giovanni 2:16, 17). Perciò, se il tempio non fosse stato purificato e ridedicato a Geova, quelle profezie non si sarebbero potute adempiere. È chiaro che Dio voleva che il tempio fosse ridedicato. Ma fu Giuda Maccabeo lo strumento che egli scelse a tal fine?

Non essendoci al riguardo un racconto ispirato, non possiamo dirlo con certezza. Naturalmente in precedenza Geova si era servito di non ebrei, come Ciro il Persiano, per adempiere certi aspetti della sua volontà. (Isaia 44:26–45:4) Quanto più Dio si sarebbe potuto servire di qualcuno che faceva parte del suo popolo dedicato, gli ebrei!

E i cristiani?

Ma che dire della festa stessa? Visto che commemora un importante avvenimento della storia del popolo di Dio, i cristiani dovrebbero forse celebrarla?

In Colossesi 2:14-17 l’apostolo Paolo spiega: “[Dio] cancellò il documento scritto a mano contro di noi . . . inchiodandolo al palo di tortura. . . . Perciò nessuno vi giudichi riguardo al mangiare e al bere o in quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato; poiché queste cose sono un’ombra delle cose avvenire, ma la realtà appartiene al Cristo”. Come l’ombra proiettata da un oggetto che si avvicina può indicare che l’oggetto sta per arrivare, così il patto della Legge poté indicare al popolo l’arrivo del Messia o Cristo. Tuttavia, una volta che questo documento scritto a mano ebbe adempiuto il suo scopo, fu cancellato da Dio. — Galati 3:23-25.

Pertanto, alla Pentecoste del 33 E.V. il patto della Legge e tutte le feste che avevano relazione con esso ebbero fine dal punto di vista di Dio. La distruzione di Gerusalemme e del tempio ad opera degli eserciti romani nel 70 E.V. sottolineò ben presto questo fatto. (Luca 19:41-44) Perciò, anche se la ridedicazione del tempio fu un avvenimento importante nella storia dell’antico popolo di Dio, i cristiani non hanno nessun motivo per celebrare la festa di Hanukkah.

[Note in calce]

a Il sostantivo ebraico chanukkàh significa “inaugurazione o dedicazione”. Una forma di questa parola compare nella soprascritta del Salmo 30.

b Dal I secolo a.E.V. nelle case ebraiche c’è stata l’usanza di esporre una candela accesa il primo giorno della festa, due candele accese il secondo giorno, e così via per tutt’e otto i giorni. Questa usanza è seguita dagli ebrei ancor oggi.

[Testo in evidenza a pagina 12]

Nei paesi dove il Natale divenne una popolare festa di famiglia, la festa di Hanukkah assunse una forma simile, particolarmente tra gli ebrei riformati. — Encyclopædia Judaica

[Fonte dell’immagine a pagina 11]

Ministero delle antichità e dei Musei d’Israele; Museo d’Israele/David Harris

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