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  • g91 8/5 p. 13
  • Sulla rotta dell’albatro

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  • Sulla rotta dell’albatro
  • Svegliatevi! 1991
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Altro
Svegliatevi! 1991
g91 8/5 p. 13

Sulla rotta dell’albatro

L’albatro urlatore, famoso perché segue con costanza le navi, affascina da lungo tempo i naviganti. I tre metri di apertura alare permettono a questo uccello di volare con grazia e apparentemente senza sforzo. I grandi piedi palmati lo sostengono quando sta eretto; quando vola, distesi oltre la corta coda, fungono da timone, permettendogli di controllare il volo.

Questo uccello, che spesso si avvicina ai 9 chili di peso, ha un modo sorprendente di decollare. “Il decollo dell’albatro è in tutto simile a quello di un idrovolante. Spingendo il collo in avanti e estendendo le ali, l’uccello dà l’avvio a pieno regime ai suoi motori: pedala a tutta velocità con i piedi ampiamente palmati, che ben presto battono solo la superficie, quando già il petto ha decollato. Quando si è innalzato, l’albatro riprende la sua forma aerodinamica: il collo si ritrae, il carrello d’atterraggio si rialza”. — Nel Mondo degli Animali, Milano, Edizioni Motta, 1979, vol. II, p. 993.

Questo volatile, signore delle aree turbolente dell’atmosfera fra i 40 e i 60 gradi di latitudine sud, nidifica su isole sperdute. Di lì percorre grandi distanze in cerca di cibo. Ma fin dove si spinge?

Gli scienziati hanno applicato dei piccoli trasmettitori a sei albatri urlatori maschi che nidificavano nella parte sudoccidentale dell’Oceano Indiano. Seguendone la rotta per mezzo di satelliti, i ricercatori sono rimasti sbalorditi scoprendo che gli albatri avevano percorso da 3.600 a 15.100 chilometri alla velocità di quasi 80 chilometri orari. In soli 33 giorni questi uccelli marini hanno coperto una distanza di 16.000 chilometri, spingendosi circa sette volte più lontano di quanto non si fosse creduto possibile.

Le eccezionali capacità di volo dell’albatro inducono senz’altro a lodare il suo Creatore. — Salmo 148:10, 13.

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