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  • ‘Un tempo per guarire’

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  • ‘Un tempo per guarire’
  • Svegliatevi! 1991
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  • Rimozione: tiro alla fune mentale
  • L’importanza di ammettere l’accaduto
  • Chiedere aiuto
  • Liberarsi dei sensi di colpa e di vergogna
  • Trovare un accordo con i genitori
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Svegliatevi! 1991
g91 8/10 pp. 7-11

‘Un tempo per guarire’

Anna era sempre pronta ad ascoltare chiunque avesse bisogno di conforto o si trovasse nei guai. Equilibrata e dall’aspetto impeccabile, non dava motivo di sospettare minimamente che si portasse dentro delle ferite emotive, finché un giorno le tornò in mente qualcosa. “Ero al lavoro”, ricorda Anna, “quando cominciai ad accusare dolori e a provare una grande vergogna. Non riuscivo quasi a stare in piedi! Stetti male per diversi giorni. Poi mi venne in mente che il mio patrigno mi aveva molestata; in realtà si era trattato di stupro. E non era accaduto una volta soltanto”.

C’È ‘un tempo per guarire’. (Ecclesiaste 3:3, Garofalo) E per molte vittime di abusi subiti nell’infanzia — come Anna — il riaffiorare di ricordi da lungo tempo sepolti è un passo importante nel processo di ricupero.

Ma come si può dimenticare un episodio così traumatizzante come un’aggressione sessuale? Pensate a quanto è indifesa una bambina di fronte agli approcci sessuali di un padre o di qualche altro adulto. Non può scappare. Non osa gridare. E non osa parlarne con nessuno! Eppure forse vedrà il suo aggressore ogni giorno e dovrà far finta di nulla. Per un adulto sarebbe difficile sostenere una situazione del genere; per un bambino è quasi impossibile. Perciò usa la straordinaria immaginazione di cui sono dotati i bambini e fugge mentalmente! Rifiuta a livello mentale l’abuso, cancellandolo o diventando insensibile ad esso.

In realtà tutti noi qualche volta rifiutiamo mentalmente qualcosa che non vogliamo vedere o sentire. (Confronta Geremia 5:21). Ma le vittime degli abusi si servono di questa facoltà come mezzo di sopravvivenza. Alcune vittime riferiscono: “Immaginavo che stesse succedendo a qualcun’altra e che io fossi solo una spettatrice”. “Immaginavo di essere addormentata”. “Mentalmente facevo gli esercizi di aritmetica”. — Strong at the Broken Places, di Linda T. Sanford.

Non sorprende quindi che il libro Surviving Child Sexual Abuse (Come sopravvivere all’abuso sessuale subìto nell’infanzia) affermi: “Si calcola che fino al 50 per cento di coloro che hanno subìto abusi sessuali nell’infanzia non ne siano coscienti”. Altri, comunque, pur ricordando l’abuso in sé, cancellano i sentimenti associati ad esso: dolore, ira, vergogna.

Rimozione: tiro alla fune mentale

Non è meglio allora che queste cose rimangano sepolte, che le vittime le dimentichino completamente? Per alcuni questo è senz’altro da preferirsi. Altri non ci riescono proprio. Come dice Giobbe 9:27, 28: “Se sorrido e cerco di dimenticare il mio dolore, tutta la mia sofferenza torna ad ossessionarmi”. (Today’s English Version) La rimozione di ricordi terribili comporta un estenuante sforzo mentale, un tenace tiro alla fune che può anche avere gravi conseguenze sulla salute.

Col passar degli anni, le tensioni della vita spesso indeboliscono la capacità della vittima di rimuovere i ricordi. Il profumo di un’acqua di colonia, un volto familiare, un rumore improvviso, o anche una visita medica o dentistica possono far riaffiorare terribili ricordi e sensazioni.a Non dovrebbe la vittima sforzarsi ancor più di dimenticare? A questo punto molte vittime provano sollievo cercando di ricordare! Una donna di nome Gina afferma: ‘Una volta riemersi a livello cosciente, i ricordi perdono il loro potere. Tenerli dentro è più doloroso e pericoloso che affrontarli’.

L’importanza di ammettere l’accaduto

Perché avviene questo? Una ragione è che la vittima, ricordando, prova dolore. Il dolore è una reazione naturale al trauma; ci aiuta a superare situazioni angosciose e ad andare avanti. (Ecclesiaste 3:4; 7:1-3) Alla vittima dell’abuso sessuale è stato negato il diritto al dolore, perché è stata costretta a negare la sua orribile esperienza, a reprimere il suo dolore. Questo può dar luogo a quelli che i medici chiamano disturbi da stress postraumatico: uno stato di intorpidimento in cui praticamente non si prova nessuna emozione. — Confronta Salmo 143:3, 4.

Man mano che i ricordi riemergono, la vittima può in effetti rivivere l’abuso. Alcune vittime addirittura tornano allo stadio infantile. “Quando all’improvviso una scena torna a balenarmi nella mente”, dice Gina, “spesso provo sintomi di natura fisica. A volte i ricordi sono così opprimenti che mi sembra di impazzire”. La rabbia a lungo repressa nell’infanzia può scatenarsi all’improvviso. “Ricordare mi fa sprofondare nella depressione e nell’ira”, dice Silvia. Ma in queste particolari circostanze l’ira non è fuori luogo. State provando dolore, esprimendo una giusta ira repressa! Avete il diritto di odiare le azioni malvage commesse contro di voi. — Romani 12:9.

Una vittima spiega: “Quando veramente riuscii a ricordare, provai una sensazione di grande sollievo . . . Almeno ora sapevo con che cosa avevo a che fare. Per quanto ricordare mi sia stato difficile, mi ha restituito una parte della mia vita che mi incuteva terrore perché era sconosciuta e misteriosa”. — The Right to Innocence, cit.

Ricordando, la vittima può anche essere aiutata ad andare alla radice di alcuni suoi problemi. “Ho sempre saputo che dentro di me covavo un profondo odio per me stessa e ira, ma non sapevo il perché”, dice una vittima di incesto. Il ricordare aiuta molti a comprendere che ciò che è accaduto non è stato colpa loro, e che loro sono stati semplici vittime.

Naturalmente non tutti ricordano con la stessa drammaticità o nitidezza gli abusi subiti. E la maggioranza dei consulenti conviene che non è necessario ricordare ogni particolare dell’abuso per guarire dai suoi effetti. Il semplice fatto di ammettere che l’abuso c’è stato può essere un grande passo avanti verso la guarigione. — Vedi riquadro a pagina 9.

Chiedere aiuto

Se da bambini avete subìto violenza carnale, non affrontate da soli l’impatto dei ricordi. È utile discutere a fondo di ciò che provate. (Confronta Giobbe 10:1; 32:20). Alcuni che sono enormemente afflitti possono decidere di chiedere aiuto a un medico, a un consulente o a un esperto di igiene mentale. Ad ogni modo, un amico fidato, il coniuge, familiari o sorveglianti cristiani disposti ad ascoltare con empatia e rispetto possono pure essere validi alleati.b “Il mio migliore aiuto è stata Giulia, la mia migliore amica”, dice Gianna. “Mi ha permesso di parlare e riparlare di un certo ricordo. Mi permette di provare le emozioni che ne derivano. Mi ascolta e risponde con comprensione”.

Fidarsi comporta dei rischi, e forse vi sentite indegni di essere aiutati da qualcuno o vi vergognate troppo per parlare degli abusi subiti. Ma un vero amico è “nato per quando c’è angustia” e può ben dimostrarsi all’altezza della situazione se gliene date l’opportunità. (Proverbi 17:17) Sappiate scegliere però le persone con cui confidarvi. Imparate ad esternare le vostre preoccupazioni in maniera graduale. Se un amico si dimostra comprensivo e discreto, allora potreste rivelargli altri particolari.

È anche bene avere buona cura di sé sotto l’aspetto fisico. Concedetevi sufficiente riposo. Fate un po’ di esercizio. Seguite una dieta sana. Se possibile, semplificate la vostra vita. Sentitevi liberi di piangere. Può sembrare che il dolore non finisca mai, ma col tempo si attenuerà. Ricordate: Eravate solo dei bambini, eppure siete sopravvissuti all’abuso. Da adulti, avete delle risorse e una forza che allora non avevate. (Confronta 1 Corinti 13:11). Perciò affrontate i vostri dolorosi ricordi e impedite loro di continuare ad affliggervi. Confidate in Dio perché vi dia forza. Il salmista disse a Dio: “Quando i miei inquietanti pensieri divennero molti dentro di me, le tue proprie consolazioni vezzeggiavano la mia anima”. — Salmo 94:19.

Liberarsi dei sensi di colpa e di vergogna

Un altro passo importante ai fini della guarigione è smettere di addossarsi la colpa dell’accaduto. “Tuttora mi è difficile pensare che ero innocente”, dice una vittima di nome Renata. “Mi chiedo: perché non gliel’ho impedito?”

Tenete presente però che i violentatori ricorrono ai più diabolici mezzi di coercizione: autorità (‘Sono tuo padre!’), minacce (‘Se lo dici a qualcuno ti ammazzo!’), forza bruta e perfino sensi di colpa (‘Se lo dici a qualcuno, papà andrà in prigione’). Viceversa, alcuni agiscono con dolcezza ricorrendo alla persuasione o a regali e favori. Altri presentano le attività sessuali come un gioco o espressioni dell’affetto paterno. “Mi disse che questo è ciò che fanno le persone che si vogliono bene”, ricorda una vittima. Come può un bambino resistere a questi ricatti emotivi e a questi stratagemmi? (Confronta Efesini 4:14). Sì, chi abusa dei bambini approfitta freddamente del fatto che sono indifesi, vulnerabili, “bambini in quanto a malizia”. — 1 Corinti 14:20.

Forse, come passo successivo, avete bisogno di ricordare a voi stessi quanto eravate vulnerabili e indifesi da piccoli. Potreste provare a trascorrere un po’ di tempo con dei bambini o guardare delle foto di quando eravate piccoli. Amici comprensivi possono pure aiutarvi ripetendovi regolarmente che ciò che è successo non è stato colpa vostra.

Tuttavia una donna dice: “Mi sento nauseata al solo pensiero delle sensazioni che mio padre mi faceva provare”. Alcune vittime (il 58 per cento, secondo uno studio) ricordano di aver provato eccitazione sessuale durante le molestie. È comprensibile che ne provino molta vergogna. Un libro (Surviving Child Sexual Abuse, cit.) ci ricorda comunque che “l’eccitazione fisica [è] solo la [reazione] automatica del corpo al fatto di essere toccato o stimolato in certi modi” e che il bambino “non ha alcun controllo su questa eccitazione”. Perciò la responsabilità di ciò che è accaduto è esclusivamente dell’adulto. NON È STATA COLPA VOSTRA!

Vi sia di conforto anche il sapere che Dio vi considera “irriprovevoli e innocenti” sotto questo aspetto. (Filippesi 2:15) Col tempo l’eventuale impulso ad assumere un comportamento autodistruttivo può attenuarsi, e voi potrete imparare ad avere tenera cura del vostro corpo. — Confronta Efesini 5:29.

Trovare un accordo con i genitori

Questo può rivelarsi uno dei passi più difficili sulla strada della guarigione. Alcuni continuano a provare accesa ira, desiderio di vendetta o sensi di colpa. Una vittima ha detto: “Sono depressa perché penso che Geova si aspetti che io perdoni chi mi ha molestato, ma non ci riesco”. O forse continuate a provare un morboso timore di chi ha abusato di voi. Oppure potete nutrire sentimenti di ostilità verso vostra madre se ha fatto finta di non accorgersi dell’abuso o ha reagito negandolo o adirandosi quando ne è stata informata. “Mia madre diceva che dovevo essere comprensiva con mio padre”, ricorda amaramente una donna.

È solo naturale provare ira quando si è stati vittima di un abuso. Nondimeno i vincoli familiari possono essere forti e forse non volete tagliare completamente i ponti con i vostri genitori. Forse volete valutare la possibilità di una riconciliazione. Molto però dipende dalle circostanze. A volte le vittime sono inclini a perdonare completamente i genitori, non scusando l’abuso, ma rifiutando di lasciarsi consumare dal rancore o di farsi dominare dal timore. Preferendo evitare uno scontro a livello emotivo, alcune si accontentano di ‘avere il loro dire nel loro cuore’ mettendoci una pietra sopra. — Salmo 4:4.

Può darsi però che giungiate alla conclusione che il problema si può risolvere solo ponendo i vostri genitori di fronte alla realtà dell’abuso: di persona, per telefono o per lettera. (Confronta Matteo 18:15). In questo caso assicuratevi di esservi ripresi a sufficienza — o almeno di avere il necessario sostegno — per superare la tempesta emotiva che potrebbe scatenarsi. Dato che urlare non serve a nulla, cercate di essere fermi ma calmi. (Proverbi 29:11) Potreste procedere dichiarando (1) ciò che è successo, (2) che effetto ha avuto su di voi, e (3) cosa vi aspettate che facciano ora (ad esempio che vi porgano le loro scuse, che paghino eventuali spese mediche sostenute, o che cambino condotta). Come minimo il fatto di mettere le cose in chiaro può dissipare qualsiasi sentimento di impotenza vi portiate ancora dentro. E potrebbe permettervi di instaurare rapporti diversi con i vostri genitori.

Per esempio, vostro padre potrebbe ammettere l’abuso ed esprimere profondo rincrescimento. Può anche aver fatto sinceri sforzi per cambiare, forse sottoponendosi a un trattamento di disintossicazione dall’alcool o iniziando a studiare la Bibbia. Vostra madre può pure supplicarvi di perdonarla per non avervi protetta. A volte ciò può dar luogo a una completa riconciliazione. Tuttavia non sorprendetevi se continuate a provare sentimenti contrastanti verso i vostri genitori e preferite non legarvi troppo a loro. Male che vada, potrete riallacciare ragionevoli rapporti familiari.

Viceversa, il confronto può scatenare un’ondata di dinieghi e di improperi da parte del molestatore e di altri familiari. Quel che è peggio, potreste scoprire che egli rappresenta ancora una minaccia per voi! In questo caso può darsi che perdonare sia fuori luogo e che una relazione stretta sia impossibile. — Confronta Salmo 139:21.

Comunque vadano le cose, dovrà forse passare un considerevole periodo di tempo prima che i vostri sentimenti feriti si plachino. Potreste dover ricordare più volte a voi stesse che in definitiva spetta a Dio fare giustizia. (Romani 12:19) Parlarne con una persona comprensiva disposta ad ascoltarvi ed esprimere i vostri sentimenti, anche per iscritto, può aiutarvi a dare sfogo all’ira che covate dentro. Con l’aiuto di Dio potete comprendere le ragioni della vostra ira e vincerla. Col passar del tempo, i sentimenti feriti non domineranno più i vostri pensieri. — Confronta Salmo 119:133.

Guarigione spirituale

Lo spazio non ci consente di trattare tutti gli aspetti emotivi, comportamentali e spirituali implicati. È sufficiente dire che potete fare molto per agevolare il processo di guarigione “rinnovando la vostra mente” con l’aiuto della Parola di Dio. (Romani 12:2) ‘Protendetevi verso le cose che sono davanti’, riempiendo la vostra vita con pensieri e attività spirituali. — Filippesi 3:13; 4:8, 9.

Per esempio, molte vittime trovano di grande conforto leggere i Salmi. Benefìci ancora maggiori si hanno però applicando con diligenza i princìpi biblici. Col tempo lo stress nella vita coniugale può attenuarsi. (Efesini 5:21-33) Il comportamento distruttivo o autolesionista può cessare. (1 Corinti 6:9-11) I sentimenti dannosi sotto il profilo sessuale possono scomparire. (Proverbi 5:15-20; 1 Corinti 7:1-5) Potete anche imparare ad essere equilibrati nei rapporti interpersonali e nello stabilire saldi limiti morali. — Filippesi 2:4; 1 Tessalonicesi 4:11.

Non fatevi illusioni: Per ristabilirvi occorrono vera determinazione e il massimo impegno! Salmo 126:5, però, assicura: “Quelli che seminano con lacrime mieteranno pure con grido di gioia”. (Salmo 126:5) Ricordate inoltre che il vero Dio, Geova, ha a cuore il vostro benessere. Egli “è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto”. (Salmo 34:18) Una vittima dice: “Quando alla fine ho capito che Geova è consapevole di ogni mio sentimento e che si interessa — che si interessa veramente — di me allora finalmente ho trovato la pace interiore”.

Il nostro amorevole Dio Geova offre più che la semplice pace mentale. Egli promette un nuovo mondo di giustizia, dove ogni ricordo del dolore provato nell’infanzia sarà cancellato. (Rivelazione 21:3, 4; vedi anche Isaia 65:17). Questa speranza può sostenervi e rafforzarvi mentre percorrete la via che porta alla completa guarigione.

[Note in calce]

a Alcuni ricordi annunciano il loro riaffiorare sotto forma di dolori psicosomatici; altri sotto forma di allucinazioni che possono essere erroneamente scambiate per attacchi demonici: rumori come quelli di porte che si aprono, ombre che si spostano lungo i corridoi o alle finestre, la sensazione di una presenza invisibile nel letto. Questa angoscia di solito scompare quando i ricordi emergono completamente.

b Utili informazioni su come aiutare le vittime di questo tipo di abuso si trovano alle pagine 27-31 della rivista Torre di Guardia del 1º aprile 1984. Raccomandiamo a tutti gli anziani di congregazione di rileggere l’articolo e di considerare attentamente tutti i casi portati alla loro attenzione.

[Riquadro a pagina 9]

Per guarire

◻ Ricordare e ammettere che l’abuso c’è stato

◻ Provare dolore per l’abuso

◻ Parlare dei propri sentimenti con una persona comprensiva e disposta ad ascoltare

◻ Vincere i sensi di colpa e di vergogna

◻ Trovare un accordo con i genitori

◻ Applicare i princìpi biblici per modificare il comportamento distruttivo

◻ Fare scomparire i sentimenti dannosi sotto il profilo sessuale

◻ Stabilire saldi confini personali e morali

◻ Coltivare un’intima relazione con Dio e con gli altri cristiani

[Riquadro a pagina 10]

Risvegliare il passato

Normalmente i ricordi tornano alla mente nell’arco di settimane, mesi o anni, e ogni ricordo che riemerge determina una crisi temporanea. Il libro The Right to Innocence dice che a volte “si può avere l’impressione di aver fatto un passo indietro. Non è così. State migliorando. In realtà avete ottenuto la forza necessaria per affrontare ricordi e sentimenti più profondi e anche più dolorosi”. Per validi motivi, comunque, la guarigione può monopolizzare temporaneamente l’attenzione della persona. — Proverbi 18:14.

Alcune vittime trovano utile leggere o ascoltare ciò che dicono altre vittime. Guardare foto di famiglia e ricordi d’infanzia, visitare i luoghi dell’infanzia e parlare con amici e familiari comprensivi può pure far riemergere vecchie reminiscenze. Particolarmente efficaci sono gli “esercizi” scritti. Alcune vittime scrivono in un diario tutto ciò che ricordano del trauma subìto. Altre esternano tutti i loro sentimenti in una lettera indirizzata al molestatore — lettera che non verrà spedita — cosa che spesso serve a stimolare la memoria. Anche la preghiera è un potente strumento per poter ricordare. Come il salmista, potete chiedere in preghiera: “Esaminami, e conosci i miei inquietanti pensieri, e vedi se c’è in me qualche via dolorosa, e guidami nella via del tempo indefinito”. — Salmo 139:23, 24.

[Immagine a pagina 8]

Affrontare il passato e ricostruirlo può essere un passo verso la guarigione

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