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  • Energia dalle maree
  • Svegliatevi! 1991
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  • Il progetto pilota
  • Come funziona
  • Il futuro dell’energia maremotrice
  • Guardano di nuovo a Fundy
    Svegliatevi! 1974
  • Lo straordinario fenomeno delle maree
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Altro
Svegliatevi! 1991
g91 8/10 pp. 26-27

Energia dalle maree

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Canada

ENERGIA! La società moderna ha un’enorme sete di energia. E dopo la crisi del petrolio del 1973, che fece salire alle stelle il prezzo del greggio, gli scienziati sono alla ricerca di fonti alternative di energia. La recente guerra del Golfo ha mostrato quanto le nazioni considerino grave una possibile interruzione delle forniture di petrolio dal Medio Oriente.

Progetti sperimentali un tempo proposti ma poi accantonati quando la situazione diventava meno critica vengono ora riesaminati. Per esempio, che dire delle possenti maree oceaniche? Si potrebbero sfruttare per generare elettricità a costi ragionevoli?

Alcuni anni fa degli ingegneri canadesi cominciarono a studiare le straordinarie maree della Baia di Fundy. La baia è situata fra due province canadesi della costa atlantica, la Nova Scotia e il New Brunswick, ed è famosa per le sue maree, che hanno un’escursione fra le maggiori del mondo (fino a 16 metri). Impianti che sfruttavano le maree erano già in funzione in Francia e nell’Unione Sovietica: perché dunque non in Canada?

Fu così presentato un progetto completo in grado di produrre 4.800 megawatt di energia elettrica. (Per fare un raffronto, una centrale nucleare nel vicino New Brunswick produceva solo 600 megawatt). Il costo di realizzazione della centrale sarebbe stato comunque astronomico: nel 1981 fu stimato in circa cinque miliardi di dollari canadesi!

Il progetto pilota

Per cominciare, il governo decise accortamente di realizzare un progetto pilota per collaudarne la struttura e l’efficienza. Questo impianto, chiamato Annapolis Tidal Power Project, è situato presso una diga lungo il fiume Annapolis, che si getta nel bacino di Annapolis, un bacino di marea che comunica con la Baia di Fundy, vicino alla cittadina di Annapolis Royal, nella Nova Scotia. L’impianto, costato 55 milioni di dollari, ha cominciato a produrre energia elettrica nel 1984.

In uno degli ultimi anni più di 40.000 persone, alcune provenienti addirittura dalla Siberia e dalla Cina, hanno visitato l’Annapolis Tidal Power Project. A prima vista, comunque, l’impianto potrebbe lasciare un po’ delusi, perché tutto ciò che si vede è un bunker di due piani in cemento eretto su un piccolo molo: un po’ poco per capire che si tratta della prima centrale nordamericana alimentata dalle maree!

Sul posto, inoltre, non si vede nessun gruppo consistente di ingegneri indaffarati. L’impianto è comandato da computer distanti circa 100 chilometri e richiede la presenza di pochissimi addetti alla manutenzione. Eppure è in grado di produrre circa 30 milioni di chilowattora all’anno, sufficienti a coprire il fabbisogno di 8.000 abitazioni. Come funziona?

Come funziona

Nascosto in uno scavo 30 metri sotto la superficie si trova il cuore dell’impianto: la turbina idraulica. Il sistema di funzionamento è molto semplice. La turbina è alloggiata su un isolotto collegato con la riva a ciascuna estremità da una specie di diga. Quando la marea di Fundy sale, l’acqua entra dal bacino di Annapolis attraverso delle chiuse poste nella diga in un ampio bacino di raccolta situato a monte della diga. Quando la marea raggiunge la massima altezza, tutte le paratoie vengono chiuse.

Quando a valle della diga la marea cala (il livello può abbassarsi di oltre 4,5 metri), le chiuse vengono aperte e il bacino di raccolta scarica l’acqua nel bacino di Annapolis attraverso la turbina. L’impeto dell’acqua fa girare la turbina, generando così elettricità. Dato che la produzione di energia avviene durante lo svuotamento del bacino di raccolta, l’impianto genera elettricità solo per 11-12 ore al giorno.

Tenendo conto delle condizioni particolari, è stata realizzata una turbina sperimentale con un diametro di circa 7,5 metri. I poli magnetici del generatore, che produce elettricità quando la turbina gira, sono fissati alla girante e ruotano con essa. (Le turbine tradizionali di solito fanno girare un albero che aziona il generatore). Il risultato è una turbina più compatta che lavora in modo efficiente quando la velocità dell’acqua è relativamente bassa.

Il sale contenuto nell’acqua non crea problemi alle attrezzature? L’effetto corrosivo dell’acqua salata è stato uno dei problemi più seri, ma gli ingegneri lo hanno risolto facendo passare una piccolissima corrente elettrica nella conduttura dell’acqua così da combattere la corrosione.

Il futuro dell’energia maremotrice

Se la centrale più grande progettata per la Baia di Fundy verrà realizzata, avrà oltre cento turbine grandi più o meno come quella di Annapolis. Queste verranno installate lungo un molo di otto chilometri posto di traverso nel braccio orientale della baia.

Comunque, la chiusura parziale della Baia di Fundy per produrre elettricità causerebbe seri problemi. Un primo motivo di preoccupazione sono gli enormi costi di realizzazione. C’è poi il problema del danno ambientale. Il livello delle maree di Fundy potrebbe avere uno sbalzo di parecchi centimetri, cosa che provocherebbe l’allagamento di vaste zone costiere con acqua salata. Anche i percorsi naturali della migrazione dei pesci potrebbero subire alterazioni, per cui il ritorno dell’alosa nell’acqua dolce potrebbe diventare impossibile.

Comunque sia, la prima centrale nordamericana azionata dalle maree, il progetto pilota di Annapolis, continuerà a generare energia per la rete elettrica del Canada orientale. Si tratta comunque di una minuscola goccia che non basta a placare la grande sete di energia di questo paese.

[Immagine a pagina 26]

Bacino di raccolta

Nell’impianto azionato dalle maree l’acqua defluisce quando la marea cala

Le chiuse si aprono per far entrare l’acqua quando c’è l’alta marea e si chiudono per mantenere pieno il bacino di raccolta

La Baia di Fundy

[Fonte]

Cortesia della Nova Scotia Power Corporation

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