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  • Cosa ci insegna l’universo

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  • Cosa ci insegna l’universo
  • Svegliatevi! 1992
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  • Ordine anziché caos
  • La domanda cruciale: Come ebbe origine l’universo?
  • L’uomo è insignificante
  • Ha avuto davvero un inizio?
    Svegliatevi! 1999
  • È frutto del caso oppure è stato creato?
    Svegliatevi! 1999
  • Il nostro maestoso universo
    Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?
  • La controversia sull’origine dell’universo
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Svegliatevi! 1992
g92 22/3 pp. 9-11

Cosa ci insegna l’universo

“Non pretendo di capire l’Universo: è di gran lunga più grande di me”. — Thomas Carlyle, 1795-1881.

OGGI, cento anni dopo Carlyle, abbiamo un’idea più precisa di quanto più grande di noi è in realtà l’universo. Anche se ne sanno molto più di un tempo, gli scienziati sono ancora, per usare il paragone fatto da un astronomo, come “i botanici del XVIII secolo nelle foreste tropicali, che scoprivano sempre fiori nuovi”.

Nonostante la nostra conoscenza sia limitata, possiamo ugualmente trarre alcune conclusioni. E queste conclusioni hanno a che fare con le domande più importanti in assoluto: Come funziona l’universo? E come ebbe origine?

Ordine anziché caos

Lo studio dell’universo si chiama cosmologia. Questo termine deriva da due parole greche, kòsmos e lògos, e significa letteralmente ‘studio dell’ordine, dell’armonia’. Il nome è azzeccato, perché l’ordine è esattamente quello che gli astronomi riscontrano, sia che investighino il moto dei corpi celesti o la materia di cui è composto il cosmo.

Tutto quello che c’è nel nostro universo è in movimento, e tale movimento non è mai né irregolare né imprevedibile. Pianeti, stelle e galassie si muovono nello spazio ubbidendo a precise leggi fisiche, leggi che permettono agli scienziati di predire alcuni fenomeni cosmici con infallibile accuratezza. E, incredibile a dirsi, le stesse quattro forze fondamentali che controllano l’atomo più minuscolo governano anche le galassie più enormi.

L’ordine è manifesto anche nella materia stessa di cui è fatto l’universo. Un atlante astronomico spiega che “la materia è . . . organizzata a ogni livello, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande”. (The Cambridge Atlas of Astronomy) Anziché essere distribuita a caso, la materia è strutturata in maniera ordinata, che si tratti del modo in cui gli elettroni sono legati ai protoni e ai neutroni del nucleo atomico o della mutua attrazione che tiene insieme un enorme ammasso di galassie.

Perché l’universo rivela tanto ordine e armonia? Perché ci sono leggi trascendenti che lo governano? Visto che queste leggi dovevano già esistere prima che avesse origine l’universo — altrimenti non l’avrebbero potuto governare — è logico chiedersi: Da dove sono venute tali leggi?

Il famoso scienziato Isaac Newton trasse questa conclusione: “Questa elegantissima compagine del Sole, dei pianeti e delle comete non poté nascere senza il disegno e la potenza di un ente intelligente e potente”.a

Il fisico Fred Hoyle ha affermato: “L’origine dell’Universo come la soluzione del cubo di Rubik, presuppone un’intelligenza”.b Ciò che sappiamo sull’origine dell’universo avvalora la conclusione secondo cui ci deve essere un Legislatore sovrannaturale.

La domanda cruciale: Come ebbe origine l’universo?

Il fisico teorico Hawking spiega: “L’universo primordiale contiene la risposta alla domanda cruciale sull’origine di tutto ciò che vediamo oggi, vita inclusa”. E qual è, esattamente, l’opinione scientifica attuale riguardo all’universo primordiale?

Negli anni ’60 gli scienziati rivelarono una debole radiazione di fondo proveniente da tutte le direzioni dello spazio. Si disse che questa radiazione era un riverbero dell’esplosione primordiale, che gli astronomi hanno battezzato “big bang”. Questa esplosione è stata così enorme, dicono, che se ne poteva ancora percepire l’eco dopo miliardi di anni.c

Ma se l’universo ebbe origine in un’improvvisa esplosione avvenuta tra i 15 e i 20 miliardi di anni fa, come la maggioranza dei fisici oggi crede (anche se altri contestano accesamente questa teoria), sorge una domanda cruciale: Da dove è venuta l’energia iniziale? In altre parole, cosa c’era prima del “big bang”?

Questa è una domanda che molti astronomi preferiscono eludere. Uno di loro ha ammesso: “La scienza ha dimostrato che il mondo è venuto all’esistenza in seguito a forze che sembrano destinate a rimanere per sempre al di là della nostra capacità di descrizione scientifica. Questo disturba la scienza perché si scontra con la religione scientifica: la religione della causa e dell’effetto, la convinzione che ogni effetto abbia una causa. Ora scopriamo che il più grande effetto di tutti, la nascita dell’universo, viola questo articolo di fede”.

Un docente dell’Università di Oxford ha scritto, in maniera più incisiva: “La causa prima dell’universo è lasciata alla discrezione del lettore. Ma il quadro non è completo senza di Lui”. La Bibbia, invece, è chiara sull’argomento, e identifica “la causa prima” quando dice: “In principio Dio creò i cieli e la terra”. — Genesi 1:1.

L’uomo è insignificante

La lezione più semplice che l’universo ci insegna è quella più ovvia, una lezione che l’orgoglioso uomo medievale cercava di ignorare ma che i poeti della Bibbia accettarono umilmente migliaia di anni fa: l’uomo è insignificante.

Le recenti scoperte avvalorano la realistica esclamazione del re Davide: “Quando vedo i tuoi cieli, le opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai preparato, che cos’è l’uomo mortale che tu ti ricordi di lui, e il figlio dell’uomo terreno che tu ne abbia cura?” — Salmo 8:3, 4.

L’astronomia ha rivelato l’immensità e la maestosità del cosmo: stelle di proporzioni colossali, distanze inimmaginabili, tempi immensi che sfidano la nostra comprensione, fornaci cosmiche che generano temperature di milioni di gradi, emissioni di energia in paragone alle quali un miliardo di bombe nucleari non sono che un innocuo giocattolo. E tutto ciò è ben descritto nel libro di Giobbe: “Ecco, questi sono i margini delle sue vie, e qual sussurro di una questione si è udito riguardo a lui! Ma del suo potente tuono chi può mostrare intendimento?” (Giobbe 26:14) Più impariamo riguardo all’universo, più scopriamo i limiti della nostra conoscenza e più piccolo diventa il posto che occupiamo in esso. Per chi è obiettivo, questa è una lezione che fa riflettere.

Isaac Newton ammise: “Mi sembra d’essere stato soltanto come un ragazzino che giocava sulla spiaggia, che si divertiva trovando ogni tanto un ciottolo più liscio o una conchiglia più bella delle solite, mentre il grande oceano della verità giaceva del tutto inesplorato dinanzi a me”.

L’umiltà che questa consapevolezza dovrebbe destare in noi ci aiuterà a riconoscere che esiste un Creatore dell’universo, un Legislatore che ha stabilito le leggi che lo governano, un Essere di gran lunga superiore e più saggio di noi. Tornano alla mente le parole del libro di Giobbe: “Presso di lui ci sono sapienza e potenza; egli ha consiglio e intendimento”. (Giobbe 12:13) E questa è la lezione più importante di tutte.

Man mano che l’universo ci rivela i suoi segreti, scopriamo che esistono misteri ancora più grandi. Un futuro articolo prenderà in esame alcune delle più recenti scoperte che attualmente rendono perplessi gli astronomi e che fanno sorgere nuove domande e nuovi motivi di dibattito fra i cosmologi.

[Note in calce]

a Principi matematici della filosofia naturale, a cura di A. Pala, Torino, UTET, 1989, p. 798.

b L’Universo intelligente, trad. di G. Paoli e R. Morelli, Milano, Mondadori, 1984, p. 189.

c Proprio come una pietra gettata in uno stagno forma onde sulla superficie dell’acqua, così questa ipotetica esplosione iniziale avrebbe formato “onde” elettromagnetiche, e queste sarebbero le microonde che gli scienziati captano con le loro sensibili antenne radio: uno scrittore ha definito queste onde “gli echi sibilanti della creazione”.

[Immagine a pagina 10]

Apparecchiature per rivelare la radiazione di fondo proveniente dall’ipotetico “big bang”

[Fonte]

Per gentile concessione del Royal Greenwich Observatory e del Canary Islands Institute of Astrophysics

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