I giovani chiedono...
Farò anch’io la fine di mio fratello?
“FARAI la stessa fine che ha fatto tuo fratello! Stai attento, o diventerai come lui!”
Se hai un fratello (o una sorella) che si è messo su una cattiva strada — e magari è stato cacciato di casa, è finito in prigione o è stato espulso dalla congregazione cristiana — queste parole taglienti forse non ti giungono nuove. Può darsi che i tuoi genitori, gli insegnanti, parenti benintenzionati e anche qualche tuo coetaneo te le ripetano in continuazione. Forse a volte hai l’impressione che alcuni amici ti evitino.
Naturalmente, il fatto che un fratello o una sorella abbiano scelto una condotta ribelle è di per sé un’esperienza dolorosa. Carla, una ragazza il cui fratello fu disassociato (espulso) dalla congregazione cristiana, ricorda: “Ero legata a mio fratello più che a chiunque altro. Quando smise di essere un cristiano ci soffrii molto”.a Sullo stesso tono Elisabetta, la cui sorella fu disassociata quando lei aveva 15 anni, spiega: “Ricordo ancora il giorno che mi disse che sarebbe stata espulsa. Soffrii molto. Mi sentivo tradita. Come poteva farci una cosa simile?”
È anche doloroso perdere la libertà di dialogo che si aveva con un fratello o una sorella maggiore. Elisabetta spiega: “Eravamo molto legate. Mi mancava molto la possibilità di parlarle e di fare cose insieme a lei”. A questa perdita aggiungi il dispiacere di veder venir meno qualcuno che consideravi un esempio. Un giovane di nome Marco dice a proposito del fratello maggiore: “Lui era per noi un punto di riferimento. Ma ora non era più tra noi”.
Forse ciò che più ti fa soffrire è però il timore inconfessato di essere destinato a fare la stessa fine.
Un modello di comportamento
In un sondaggio il 64,9 per cento dei giovani hanno ammesso di essere molto influenzati da un fratello maggiore. Una ragazza ha detto: “Il mio fratello maggiore . . . ha influito molto sulla mia vita. Mi ha sempre dedicato speciale attenzione. Mi ha portato in giro con i suoi amici, mi ha insegnato a scrivere, ad allacciarmi le scarpe, e potevo sempre contare su di lui qualsiasi problema avessi”. — Dorothy Rogers, Adolescents and Youth.
Perciò quando un fratello o una sorella stimati diventano all’improvviso ribelli “è probabile che gli adolescenti abbiano un crollo”, dice la scrittrice Joy P. Gage. Essa racconta la storia di una ragazza di nome Linda che aveva grande stima del fratello maggiore. Quando lui abbandonò di punto in bianco la moglie, il modello così caro a Linda svanì. Joy Gage dice: “Questo fratello che lei si sentiva spinta a imitare non era più degno di essere imitato”. Di conseguenza “Linda si arrabbiò. Cadde addirittura in preda al panico”, e cominciò a darsi all’alcool. — When Parents Cry.
Reazioni così esagerate non sono insolite. Un libro che affronta i problemi dell’adolescenza osserva che, “in maggiore o minor misura, gli altri figli risentono sempre del comportamento ribelle di uno dei fratelli”. L’autore del libro spiega che a volte gli altri giovani della famiglia “si sentono in pericolo. Si chiedono preoccupati: ‘Può succedermi la stessa cosa? Agirò un giorno anch’io in maniera così irrazionale? C’è in me il germe della stessa pazzia?’” — Myron Brenton, How to Survive Your Child’s Rebellious Teens.
Scegli una strada diversa
Ma quanto abbiamo detto fin qui significa forse che tu debba seguire per forza il cattivo esempio di tuo fratello o di tua sorella? Niente affatto. Tu puoi scegliere da te stesso che condotta intraprendere. (Confronta Giosuè 24:15). Nei tempi biblici molti giovani timorati di Dio hanno fatto proprio questo.
Prendi il caso del giovane Giacobbe. Il suo gemello Esaù era uno che ‘non apprezzava le cose sacre’. (Ebrei 12:16) Giacobbe, invece, divenne un ineccepibile uomo di fede. (Genesi 25:27; Ebrei 11:21) Eleazaro e Itamar, i due figli più giovani di Aaronne, continuarono a servire fedelmente Geova quando i loro fratelli maggiori Nadab e Abiu furono giustiziati da Geova. A quanto pare questi fratelli maggiori furono messi a morte per aver oltrepassato i limiti delle loro mansioni sacerdotali sotto l’effetto dell’alcool. Ma né Eleazaro né Itamar li imitarono, ed entrambi ebbero privilegi in qualità di sacerdoti di Geova Dio. — Levitico 10:1-11.
Anche tu puoi scegliere di comportarti in una maniera che Dio approva ed evitare dispiaceri a te stesso e ai tuoi genitori.
‘Mi evitano’
Carla, però, si lamenta: “Tutti stanno aspettando che faccia qualche sbaglio. Alcuni genitori mi ritengono addirittura una cattiva compagnia per i loro figli”. A volte anche tu potresti pensarla così. Ma quello che può sembrare un giudizio spietato da parte degli altri spesso non è che una preoccupazione fondata. Ad ogni modo, vedendo che continui a comportarti sempre bene, probabilmente le loro preoccupazioni diminuiranno. — Confronta 1 Pietro 2:12.
Perché, allora, alcuni amici si sono improvvisamente allontanati? Probabilmente non è che non si fidino di te, ma solo che non sanno cosa dire. Forse si sentono imbarazzati ad avvicinarti, rendendosi conto che tu e la tua famiglia avete sofferto molto; forse temono di dire qualcosa di sbagliato. Perché non fai il possibile per rompere il ghiaccio e iniziare la conversazione? Cerca di rimanere calmo e gentile se altri fanno domande delicate, del tipo: “Cosa è successo a tuo fratello?”
È vero che alcuni possono darti l’impressione di evitarti. E quando gli altri ti trattano come se fossi un poco di buono, potresti essere tentato di pensare che tanto vale lasciarsi andare e comportarsi male. Ricorda sempre, però, le parole di Galati 6:9: “Non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”.
Di solito l’imbarazzo iniziale passa presto. La giovane Elisabetta dice: “Col tempo gli altri cominciarono a trattarmi come facevano prima”. E aggiunge: “Il fatto che non tutti i miei amici mi evitarono mi aiutò molto. Furono pronti a darmi una mano”. Anche la maggior parte dei tuoi compagni di fede saranno pronti a darti una mano. Essi possono fare molto per aiutarti a ‘fare sentieri diritti per i tuoi piedi’. — Ebrei 12:13.
Parlane con qualcuno
È vero che a volte ti puoi sentire come Franco, un giovane il cui fratello è stato disassociato. “Mi tenevo sempre in disparte”, confessa. “Ma capii che chiudermi in me stesso non aiutava né me né i miei genitori”. Sì, non isolarti, specie dai tuoi genitori. (Proverbi 18:1) Marco dà un buon consiglio: “Parlane con qualcuno. Devi farlo!”
Ad esempio, ti sembra che nella congregazione qualcuno ti tratti con freddezza? Forse i tuoi genitori ti possono aiutare se spieghi loro il problema. O forse sei scoraggiato perché i tuoi genitori dedicano tutta la loro attenzione al tuo fratello o alla tua sorella ribelli, trascurando i tuoi bisogni. Non comportarti male solo per attirare la loro attenzione. Piuttosto, parla apertamente con loro e spiega loro come ti senti.
Franco approfittava dello studio biblico familiare per far questo. “Se avevo un problema, usavo quell’occasione per parlarne con papà e mamma”. Queste conversazioni ti possono aiutare a capire che anche i tuoi genitori hanno risentito molto della situazione. Allo stesso tempo, essi capiranno meglio il tuo stato d’animo e probabilmente ti dedicheranno maggiore attenzione a livello personale.
Naturalmente, non tutti i giovani hanno genitori timorati di Dio. Se questo è il tuo caso, cerca di parlare con un cristiano maturo. (Proverbi 17:17) È anche utile tenersi impegnati in attività spirituali. “Devi dimostrare che davvero non vuoi metterti su una cattiva strada”, dice Marco. “E quando rimani attivo e mostri che ami davvero la verità, è più probabile che i tuoi fratelli cristiani siano pronti a sostenerti”.
In ogni caso, hai sempre il sostegno del tuo Padre celeste. (Salmo 27:10) “Dinanzi a lui versate il vostro cuore”, dice Salmo 62:8. Egli può essere per te un vero rifugio, e sa davvero cosa sei interiormente, anche quando gli altri ti fraintendono o ti giudicano male. — 1 Samuele 16:7.
Puoi essere diverso
Un proverbio biblico dice: “Accorto è chi ha visto la calamità e va a nascondersi”. (Proverbi 22:3) Sì, se mai tu fossi tentato di seguire il cattivo esempio di tuo fratello o di tua sorella, rifletti sulle conseguenze della sua condotta. Elisabetta dice: “Vedendo i risultati delle azioni di mia sorella sono stata aiutata a non mettermi nei guai anch’io”.
Franco, Marco ed Elisabetta, menzionati in questo articolo, non hanno fatto la fine dei loro fratelli e delle loro sorelle ribelli; tutti hanno intrapreso una carriera nel ministero cristiano. Che dire di te? Probabilmente ami ancora tuo fratello o tua sorella. Ma non sei costretto a vivere come lui o lei. Puoi fare le tue scelte. Puoi essere diverso.
[Nota in calce]
a I nomi sono stati cambiati.
[Immagine a pagina 21]
Non sei obbligato a seguire tuo fratello nella sua ribellione