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  • g93 8/6 pp. 19-22
  • La scienza: L’uomo alla ricerca della verità

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  • La scienza: L’uomo alla ricerca della verità
  • Svegliatevi! 1993
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  • Sostituiti da gruppi
  • “Quali cose ha operato Iddio!”
  • Cos’ha causato i problemi?
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Svegliatevi! 1993
g93 8/6 pp. 19-22

Parte V

La scienza: L’uomo alla ricerca della verità

I “miracoli” del XX secolo

QUELLI che nel XIX secolo sembravano “miracoli” irrealizzabili, nel XX secolo sono diventati realtà. Nell’arco di una sola generazione si è passati dal guidare la propria Ford modello T all’emozione di guardare sugli schermi televisivi a colori i primi passi dell’uomo sulla luna. Anziché essere considerati straordinari, i “miracoli” tecnologici oggi vengono in gran parte presi per scontati.

“Le conquiste della scienza all’inizio del XX secolo”, osserva la New Encyclopædia Britannica, “sono troppo vaste per poterle anche solo catalogare”. Essa fa riferimento, comunque, a “un progresso generale”, dicendo che “in ogni campo fondamentale il progresso si è basato sulla fruttuosa opera di osservazione ed esperienza compiuta nel XIX secolo”. Questo sottolinea il fatto che la scienza è una continua ricerca della verità.

Sostituiti da gruppi

Le società scientifiche, gruppi di scienziati che si riunivano per scambiarsi idee e informazioni, furono istituite in Europa già nel XVII secolo. Al fine di divulgare le ultime scoperte, queste società cominciarono anche a pubblicare le loro riviste. Questo portò a estesi scambi di informazioni che servirono a consolidare le basi su cui poteva poggiare l’ulteriore progresso scientifico.

Entro il XIX secolo le università divennero attivissimi centri di ricerca scientifica, e negli anni seguenti nei loro laboratori si fecero importanti scoperte.a All’inizio del XX secolo anche le ditte commerciali istituivano laboratori di ricerca, che con l’andare del tempo crearono nuovi medicinali, materiali sintetici (tra cui la plastica) e altri prodotti. I consumatori hanno beneficiato di questi prodotti, e le ditte che hanno sovvenzionato le ricerche hanno guadagnato miliardi.

L’istituzione di questi laboratori e gruppi di ricerca favorì la tendenza alla ricerca organizzata in contrasto con gli sforzi compiuti a livello individuale. Qualche scienziato si chiedeva se questo fosse il metodo migliore. Nel 1939 John D. Bernal, fisico irlandese che lavorò nel campo della cristallografia a raggi X, pose questa domanda: “La scienza dovrebbe avanzare mediante la coordinazione casuale del lavoro di singoli individui dotati di talento, che seguono ciascuno la propria ispirazione, oppure mediante gruppi o squadre di persone che si aiutano l’un l’altro e integrano il loro lavoro in base a qualche piano predeterminato anche se flessibile?”

Data la complessità e l’elevato costo delle ricerche, Bernal era favorevole al lavoro di gruppo, dicendo che l’unico problema era quello di organizzare bene le attività. Predisse: “Il lavoro di gruppo tenderà sempre più ad essere la norma nella ricerca scientifica”. Ora, dopo oltre mezzo secolo, è evidente che Bernal aveva ragione. Questa tendenza è continuata, rendendo sempre più numerosi i “miracoli” scientifici del XX secolo.

“Quali cose ha operato Iddio!”

Il 24 maggio 1844 Samuel Morse, l’inventore del codice Morse, riuscì a telegrafare la frase “What Hath God Wrought!” (“Quali cose ha operato Iddio!”) a una distanza di oltre 50 chilometri. Venivano così poste le basi per il “miracolo” delle telecomunicazioni che ci sarebbe stato nel nostro secolo.

Circa 30 anni dopo, nel 1876, Alexander Graham Bell si accingeva a provare un trasmettitore con il suo assistente Thomas Watson quando rovesciò dell’acido. Il suo grido: “Signor Watson, venga qui. Ho bisogno di lei!”, non fu solo una richiesta di aiuto. Watson, che stava in un’altra stanza, udì il messaggio, riconobbe che si trattava della prima frase completamente intelligibile trasmessa telefonicamente, e si precipitò da lui. Da allora lo squillo del telefono ha continuato a far correre la gente.

Negli scorsi 93 anni la conoscenza scientifica, unita al know-how tecnologico, ha elevato il tenore di vita di un numero sempre maggiore di persone a un livello mai raggiunto prima. Il mondo è improvvisamente diventato piccolo. Cose “impossibili” sono diventate di ordinaria amministrazione. Anzi: siamo così abituati a telefoni, televisori, automobili e aeroplani — e a tutti gli altri “miracoli” del XX secolo — che tendiamo a dimenticare che l’umanità ne ha fatto a meno per la maggior parte della sua esistenza.

All’inizio del secolo, afferma la New Encyclopædia Britannica, “i trionfi della scienza sembravano promettere conoscenza e potere in sovrabbondanza”. Ma i progressi tecnologici fatti finora non sono stati applicati dappertutto in egual misura, né sono stati sempre e comunque benefici. “Pochi uomini”, prosegue l’enciclopedia, “potevano immaginare i problemi che questi stessi successi avrebbero recato al loro ambiente sociale e naturale”.

Cos’ha causato i problemi?

Non si può dare nessuna colpa alle verità scientifiche che ci aiutano a comprendere meglio l’universo, né alla tecnologia che sfrutta tali verità in modo pratico per il bene dell’umanità.

Scienza e tecnologia vanno d’accordo da lungo tempo. Ma stando al libro Science and the Rise of Technology Since 1800 (La scienza e l’ascesa della tecnologia dal 1800 in poi), “l’intima unione che esiste fra le due, e che oggi ci è familiare, non si formò del tutto che in tempi piuttosto recenti”. Nemmeno durante la prima parte della rivoluzione industriale queste due discipline erano così strettamente legate fra loro. È vero che le conoscenze scientifiche appena acquisite contribuivano allo sviluppo di nuovi prodotti, ma altrettanto si poteva dire dell’esperienza artigianale, dell’abilità manuale e della competenza nel campo della meccanica.

Dopo l’inizio della rivoluzione industriale, invece, le conoscenze scientifiche si cominciarono ad accumulare sempre più in fretta, creando così una base più ampia su cui la tecnologia poteva lavorare. Valendosi delle nuove conoscenze, la tecnologia cominciò a studiare modi per alleviare il carico di lavoro, migliorare la salute e promuovere un mondo migliore e più felice.

Ma la tecnologia non può essere migliore delle conoscenze scientifiche su cui si basa. Se le conoscenze scientifiche sono errate, qualsiasi sviluppo tecnologico basato su di esse sarà anch’esso difettoso. Spesso gli effetti collaterali diventano evidenti solo quando è già stato fatto un notevole danno. Ad esempio, chi avrebbe potuto prevedere che l’impiego degli spray che fanno uso di clorofluorocarburi o di idrocarburi un giorno avrebbe messo in pericolo lo strato di ozono che protegge il nostro pianeta?

C’è poi un altro elemento che entra in gioco: i motivi. Uno scienziato che ama il suo lavoro può avere interesse alla conoscenza in sé e per sé e può essere disposto a dedicare decenni di vita alla ricerca. Ma un uomo d’affari, a cui possono interessare di più i profitti, vuole usare immediatamente le conoscenze acquisite. E quale uomo politico aspetterà con pazienza che passino decenni prima di usare una tecnologia che secondo lui potrebbe aumentare il suo peso politico se messa subito a frutto?

Albert Einstein identificò il problema quando disse: “L’energia sprigionata dall’atomo ha cambiato tutto tranne i nostri modi di pensare e perciò siamo diretti verso una catastrofe senza uguali”. (Il corsivo è nostro). Sì, molti dei problemi creati dai “miracoli” del XX secolo sono sorti non semplicemente a causa di conoscenze scientifiche errate, ma anche a causa dell’impiego precipitoso della tecnologia motivato da interessi egoistici.

Per fare un esempio, la scienza ha scoperto che suono e immagini si possono trasmettere a distanza: la televisione. La tecnologia ha sviluppato il know-how necessario per farlo. Ma è stato un modo di pensare sbagliato da parte dell’avido sistema commerciale e del pubblico a far sì che questa notevole conoscenza e questa tecnologia fossero usate per trasmettere nei salotti di persone pacifiche immagini pornografiche e scene violente e cruente.

Allo stesso modo, la scienza ha scoperto che la materia può essere trasformata in energia. La tecnologia ha sviluppato il know-how necessario per farlo. Ma è stato un modo di pensare sbagliato da parte della politica nazionalistica a far sì che questa conoscenza e tecnologia fossero usate per costruire bombe nucleari che continuano a incombere come una spada di Damocle sulla testa della comunità mondiale.

Mantenere la scienza al suo posto

Un altro modo di pensare errato viene a galla quando la gente permette che strumenti creati dalla tecnologia per essere al servizio dell’uomo ne diventino padroni. La rivista Time mise in guardia contro questo pericolo nel 1983 quando, invece del solito “uomo dell’anno”, scelse la “macchina dell’anno”, il computer.

La rivista Time faceva questo ragionamento: “Man mano che la gente affida al computer compiti che un tempo svolgeva con la propria testa, cosa succede alla loro testa? . . . Se un dizionario immagazzinato nella memoria di un computer può facilmente correggere gli errori di ortografia, a che serve imparare a scrivere bene? E se la mente è alleggerita del lavoro intellettuale di routine, si metterà ad inseguire idee importanti o trascorrerà il tempo oziosamente con altri videogame? . . . Il computer stimola davvero l’attività del cervello oppure, svolgendo tanta parte del suo lavoro, gli permette di diventare un fannullone?”

Nondimeno alcuni sono talmente colpiti dai risultati raggiunti dalla scienza che di essa fanno un idolo. Lo scienziato Anthony Standen trattò questo punto nel suo libro Science Is a Sacred Cow (La scienza è una vacca sacra), scritto nel 1950. Anche se forse può aver esagerato, Standen disse una cosa interessante: “Quando uno scienziato in camice bianco . . . fa qualche dichiarazione al pubblico in generale, forse non verrà compreso, ma almeno sarà sicuramente creduto. . . . Statisti, industriali, ministri religiosi, pubblici amministratori, filosofi, vengono tutti messi in dubbio e criticati, ma non gli scienziati. Gli scienziati sono creature elette che godono del massimo prestigio, poiché hanno il monopolio della formula ‘È stato scientificamente dimostrato . . . ’, che sembra eliminare ogni possibilità di disaccordo”.

A motivo di questo modo di pensare errato, alcuni si appigliano a presunte contraddizioni tra la scienza e la Bibbia indicandole come prove della “sapienza” scientifica in contrasto con la “superstizione” religiosa. Alcuni giungono al punto di vedere in queste cosiddette contraddizioni una prova che Dio non esiste. In realtà, però, non è Dio che non esiste: sono piuttosto le pretese contraddizioni che gli ecclesiastici hanno creato interpretando male la sua Parola che non esistono. Essi in questo modo insultano il divino Autore della Bibbia e allo stesso tempo rendono un cattivo servizio alla ricerca della verità scientifica da parte dell’uomo.

Oltre a ciò, non insegnando ai loro parrocchiani a manifestare il frutto dello spirito di Dio, questi capi religiosi promuovono un’atmosfera di egoismo che induce le persone a preoccuparsi di soddisfare prima di tutto il proprio desiderio di comfort e comodità. Questo va spesso a scapito di altri, e si arriva al punto di fare cattivo uso delle conoscenze scientifiche per massacrare altri esseri umani. — Galati 5:19-23.

Falsa religione, politica umana imperfetta e avido commercio hanno fatto degli uomini quello che sono ora, degli “amanti di se stessi, . . . ingrati, . . . senza padronanza di sé”, egoisti mossi da un modo di pensare errato. — 2 Timoteo 3:1-3.

Queste sono le persone e le organizzazioni che hanno creato le sfide che il XXI secolo presenta e che ora la scienza è chiamata ad affrontare. Riuscirà la scienza a vincere queste sfide? Leggete la risposta nell’ultimo articolo di questa serie, nel prossimo numero.

[Nota in calce]

a Ad esempio, molte ricerche legate al Progetto Manhattan, il programma accelerato che portò gli Stati Uniti a mettere a punto la bomba atomica, furono condotte nei laboratori di ricerca dell’Università di Chicago e della sede di Berkeley dell’Università della California.

[Testo in evidenza a pagina 20]

Se le conoscenze scientifiche sono errate, qualsiasi sviluppo basato su di esse sarà difettoso

[Testo in evidenza a pagina 22]

Non tutte le conquiste della scienza sono benefiche

[Fonti delle immagini a pagina 19]

Dalle collezioni degli Henry Ford Museum & Greenfield Village

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