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  • g93 22/6 pp. 8-11
  • Lavorare duramente: Quando è una virtù

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  • Lavorare duramente: Quando è una virtù
  • Svegliatevi! 1993
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Ragioni valide per mettere a repentaglio la salute?
  • Un punto di vista equilibrato
  • Quando lavorare duramente diventa una virtù
  • Come provare piacere nel duro lavoro
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2015
  • Lavorare sodo rende felici?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
  • Come provare soddisfazione nel lavoro
    Come rimanere nell’amore di Dio
  • ‘Vedete il bene per il vostro duro lavoro’
    “Mantenetevi nell’amore di Dio”
Altro
Svegliatevi! 1993
g93 22/6 pp. 8-11

Lavorare duramente: Quando è una virtù

IN TUTTO il Sud-Est asiatico molte giovani domestiche interrompono i lavori in cucina e siedono incollate al televisore quando va in onda il serial televisivo giapponese Oshin. È la storia di una donna povera che riesce ad arricchire dopo anni di fatiche e difficoltà. Con le lacrime agli occhi, le ragazze si identificano con Oshin, l’eroina. Gli episodi sembrano proprio ciò di cui hanno bisogno per affrontare un’altra giornata di duro lavoro.

È chiaro che se la gente sgobba giorno dopo giorno fino al punto di mettere a repentaglio la propria salute e la propria vita, deve avere dei motivi per farlo. Perché lo fa? Come nel caso delle domestiche asiatiche, un comune e potente incentivo a lavorare sodo è il desiderio di migliorare il proprio tenore di vita. Ma a quanto pare non è solo una questione di guadagno materiale.

“La gratificazione economica è un incentivo ambito, ma piuttosto secondario”, scrive Stephen D. Cohen a proposito dell’etica del lavoro in Giappone. E allora cos’è che spinge i giapponesi a lavorare tanto? “Il fatto che l’azienda riesca a vendere più della concorrenza è fonte di immenso orgoglio e appagamento. Lavorare duramente per conseguire questo fine è di per sé una ricompensa”, spiega Cohen. La lealtà all’azienda diventa un motivo per lavorare duramente, e il lavoro diventa l’unico modo per dar prova del proprio valore. Non va poi dimenticato il desiderio di fare carriera. La possibilità di arrivare, un giorno, al vertice della piramide aziendale continua ad essere un potente incentivo che spinge a lavorare duramente.

Ragioni valide per mettere a repentaglio la salute?

Sono buone ragioni queste per giocarsi la salute e la vita? Parlando di chi lavora duramente per guadagnare ricchezze materiali, la Bibbia osserva: “I suoi stessi occhi non si saziano di ricchezze”. Questa persona può finire per chiedersi: “Per chi lavoro duramente e faccio mancare alla mia anima cose buone?” (Ecclesiaste 4:8) Chi lavora duramente per arricchire sembra non sapere quando fermarsi. Si fa intrappolare in un circolo vizioso fatto di lavoro, lavoro e ancora lavoro. La Bibbia avverte semplicemente: “Non affaticarti per guadagnare ricchezze”. — Proverbi 23:4.

Che dire della lealtà all’azienda? Anche se può essere una virtù, bisogna tenere presenti le possibili conseguenze del lavorare troppo. “Se un tizio si sta esaurendo”, ha detto un dirigente di un’azienda americana, “non lo voglio sotto di me”. La moglie di un “guerriero aziendale” che è morto a meno di 40 anni a causa del superlavoro ha scritto a un giornale: “Che razza di condoglianze sono quando ci dicono: ‘Ci dispiace di aver perso un elemento così valido’? Questi martiri dell’azienda, una volta morti, vengono trattati alla stregua di semplici articoli ‘usa e getta’”.

Anche se si evita l’esaurimento o la morte da superlavoro, cosa succede quando si va in pensione? “Anche se hanno lavorato molto duramente per l’azienda”, dice Motoyo Yamane, conduttrice di una trasmissione in Giappone, “vien fatto capire loro che l’azienda non ha più bisogno di loro e che sono inutili”. Per l’azienda impersonale, i dipendenti laboriosi non sono che piccoli ingranaggi della macchina aziendale, da sostituire quando si consumano. Non è strano che molti giapponesi stiano perdendo fiducia nella propria azienda! Cominciano a rendersi conto che la loro devozione ad essa è un amore non corrisposto.

Cosa si può dire del desiderio di fare carriera? Quelli che sono già diventati direttori di medio livello si rendono presto conto che non tutti raggiungeranno il vertice. E cosa accade allora? Senza speranza di essere promossi, cominciano a saltare da un impiego all’altro. Ecco a cosa sono servite la lealtà e la virtù!

Un punto di vista equilibrato

Anche se lavorare duramente spinti dall’amore del denaro, dalla lealtà all’azienda o da uno spirito competitivo in ultima analisi è fonte di frustrazioni e delusioni, la Bibbia non nega il valore del duro lavoro. “Ogni uomo mangi e in realtà beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro. È il dono di Dio”. (Ecclesiaste 3:13) La Bibbia raccomanda di godersi i frutti del proprio duro lavoro. Questo ci aiuta a intravedere quale può essere il giusto punto di vista circa il duro lavoro.

Il Ministero giapponese della Sanità e dell’Assistenza Sociale di recente ha consigliato ai lavoratori di “lasciar perdere il lavoro fuori orario (e di) cenare con la famiglia”. A quanto pare, alcuni dirigenti si rendono conto della saggezza di questo consiglio. Ad esempio, il presidente di una ditta in fase di espansione che opera nel settore della biotecnologia ha dichiarato: “Voglio che tutti i nostri dipendenti badino alla famiglia più che a ogni altra cosa. Il loro lavoro presso la nostra ditta non è che un mezzo per raggiungere un fine”.

Sì, i buoni rapporti in famiglia sono senz’altro una meta degna per cui lavorare duramente. Se il vostro lavoro mette a repentaglio la calorosa atmosfera familiare o la vostra salute, allora non state vedendo il bene per tutto il vostro duro lavoro.

Dall’altro lato nella società giapponese, dove dominano le gerarchie aziendali fondate sull’anzianità di servizio, alcuni hanno cominciato a seguire il motto: “Non assentarti, non arrivare in ritardo, non lavorare”. Si fingono diligenti rimanendo fino a tardi sul luogo di lavoro, ma in realtà aspettano solo che il direttore se ne vada a casa. Kenji, commesso di una ditta di arredamento con sede a Hiroshima, aveva questa mentalità. Perdeva tempo sul luogo di lavoro, andando al caffè o giocando al flipper.

Un atteggiamento del genere rende felici? “La mano pigra sarà per i lavori forzati”, dice un proverbio biblico. Oggi chi è pigro di solito non viene condannato letteralmente ai lavori forzati, nondimeno per una tale persona il lavoro potrebbe diventare ingrato, ed egli potrebbe sentirsi come se fosse condannato ai lavori forzati. D’altra parte, lo stesso proverbio addita il vantaggio di essere diligenti: “La mano dei diligenti è quella che governerà”. (Proverbi 12:24) Anche se non arriverete a governare un paese o un’azienda, perlomeno sarete rispettati in famiglia e sarete padroni della vostra vita. Inoltre potreste guadagnarvi la fiducia del datore di lavoro, oltre ad avere la coscienza pulita.

Kenji riscontrò che le cose stanno così. Decise di studiare la Bibbia, e la sua vita cambiò radicalmente. “Applicando sul lavoro il principio dell’onestà”, dice, “cominciai a lavorare in maniera coscienziosa sia che il capo fosse presente o no. In questo modo ho guadagnato la sua fiducia”.

Quando lavorare duramente diventa una virtù

Il fatto è che, per essere significativo, il lavoro deve recare beneficio ad altri. ‘Un lavoro è soddisfacente’, ha detto un economista, ‘quando reca vantaggi, comodità o piacere a molti’. Tale lavoro è fonte di profonda soddisfazione per chi lo compie. È come disse Gesù Cristo: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Atti 20:35.

Anche se lavorare per il bene degli altri è lodevole, c’è ancora un altro fattore essenziale da non trascurare per provare soddisfazione nel lavoro e nella vita. Il re Salomone, dopo aver avuto a disposizione tutti i lussi e le ricchezze che la vita può offrire, giunse a questa importante conclusione: “Temi il vero Dio e osserva i suoi comandamenti. Poiché questo è l’intero obbligo dell’uomo”. — Ecclesiaste 12:13.

È chiaro che dobbiamo tenere conto della volontà di Dio in ogni nostra impresa. Stiamo lavorando in armonia con la sua volontà o in opposizione ad essa? Ci stiamo sforzando di piacere a lui o solo di piacere a noi stessi? Se trascuriamo di fare la volontà di Dio diventiamo semplici materialisti o edonisti, e finiremo per soffrire a causa della solitudine, del vuoto interiore e della disperazione.

Ricordate perciò che servire Geova Dio, cioè fare del lavoro che il nostro Creatore gradisce, è una cosa che non ci lascerà mai insoddisfatti. Geova stesso è un grande lavoratore, e ci invita a unirci a lui diventando suoi “collaboratori”. (1 Corinti 3:9; Giovanni 5:17) Ma è proprio vero che questo duro lavoro rende felici?

Un giorno il direttore generale di una tipografia fece visita allo stabilimento tipografico della Watch Tower in Giappone per studiare la collocazione delle macchine. La sua attenzione, però, non si fermò alle macchine. Vide giovani contenti del loro lavoro, e fu sorpreso quando seppe che erano tutti volontari e che innumerevoli altri si erano offerti di unirsi a loro. A cosa era dovuta la sua sorpresa? “Nella nostra ditta”, spiegò, “quando assumiamo dieci persone, se dopo un anno quattro di loro lavorano ancora per noi è già un buon risultato. Voi della Watch Tower con questi giovani lavoratori possedete un tesoro!”

Cosa rende questi giovani così felici e li spinge a lavorare tanto? Essendo volontari, è chiaro che non lavorano per denaro. E allora cos’è che li motiva? La loro dedicazione a Geova, il loro Creatore, la gratitudine nei suoi confronti e l’amore per il prossimo. Dal loro modo di pensare è evidente che non lavorano “come per piacere agli uomini, ma come schiavi di Cristo, facendo la volontà di Dio con tutta l’anima”. — Efesini 6:6.

Tutto questo non è che un assaggio di ciò che avverrà nel futuro. Quelli che ora lavorano duramente per servire Geova possono attendere con fiducia il tempo ormai prossimo in cui egli ristabilirà il Paradiso e in tutta la terra sarà possibile compiere lavori significativi. A questo proposito l’antico profeta Isaia predisse: “Certamente edificheranno case e le occuperanno; e certamente pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non edificheranno e qualcun altro occuperà; non pianteranno e qualcun altro mangerà. . . . I miei eletti useranno appieno l’opera delle loro proprie mani”. — Isaia 65:21, 22.

Che benedizione sarà allora il lavoro! Imparando qual è la volontà di Dio per voi e operando in armonia con essa, vi sia concesso di essere tra quelli che Geova benedirà e di vedere sempre ‘il bene per tutto il vostro duro lavoro’. — Ecclesiaste 3:13.

[Riquadro a pagina 9]

Un punto di vista equilibrato sul lavoro salva un matrimonio

Fino a pochi anni fa Yasuo, un uomo che vive nella città giapponese di Hokkaido, aveva un unico passatempo: il lavoro. Era un direttore di medio livello, ed era ossessionato dall’idea di incrementare le vendite. Giorno dopo giorno lavorava anche fino alle 11 di sera senza mai prendersi un giorno di riposo. Egli ricorda: “Mi resi conto che, per quanto mi impegnassi, il lavoro non mi dava nessuna gioia”. Yasuo cominciò ad avere problemi di salute. Parlando con sua moglie, capì che c’era qualcosa di più importante del lavoro: la famiglia. Cambiò modo di vivere e cominciò a studiare la Bibbia insieme alla moglie. Ora è un capofamiglia amato e rispettato e ha una famiglia felice.

[Immagine a pagina 9]

Il lavoro non deve mettere a repentaglio i rapporti familiari

[Immagine a pagina 10]

Presto tutti saranno felici di lavorare per fare della terra un paradiso

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