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  • g94 22/1 pp. 3-7
  • Mariti e mogli parlano davvero due lingue diverse?

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  • Mariti e mogli parlano davvero due lingue diverse?
  • Svegliatevi! 1994
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  • Incomunicabilità tra uomini e donne?
  • Il punto di vista di un uomo
  • Il punto di vista di una donna
  • Cosa hanno visto nella loro ottica
  • Vedere le cose nell’ottica dell’altro
  • I lettori ci scrivono
    Svegliatevi! 1994
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Svegliatevi! 1994
g94 22/1 pp. 3-7

Mariti e mogli parlano davvero due lingue diverse?

IMMAGINATE la scena: Fabio entra, esitante, nell’ufficio di Michele. Dalla sua espressione è evidente che c’è qualcosa che lo preoccupa. Michele guarda benevolmente il suo amico e aspetta che dica qualcosa. “Non so proprio se ce la faccio a mandare in porto questo affare”, dice Fabio sospirando. “Ci sono un sacco di contrattempi, e quelli della direzione vogliono tutto e subito”. “Di che ti preoccupi, Fabio?”, chiede Michele con tono tranquillo. “Sai bene che non c’è nessuno più qualificato di te per questo lavoro, e lo sanno anche loro. Rilassati. Te la prendi per questo? Beh, proprio il mese scorso . . .” Michele racconta i particolari umoristici di un suo piccolo fiasco, e ben presto il suo amico esce dall’ufficio ridendo, sollevato. Per Michele è stato un piacere tirarlo su di morale.

Immaginate ora che Michele, tornando a casa quella sera, si accorga subito che anche sua moglie Cinzia è tesa. La saluta con più allegria del solito e poi aspetta che dica cosa c’è che non va. Dopo un silenzio carico di tensione, lei sbotta dicendo: “Non ce la faccio più! Questo nuovo capoufficio è uno schiavista!” Michele la invita a sedere, la stringe a sé e le dice: “Cara, non essere così arrabbiata. In fondo è solo un lavoro. I capiufficio sono fatti così. Avresti dovuto sentire come sbraitava il mio oggi! Ma se proprio non ce la fai, puoi sempre smettere di lavorare”.

“Non ti importa niente di come mi sento!”, esclama Cinzia. “Non mi ascolti mai! Non posso smettere di lavorare! Tu non guadagni abbastanza!” Poi corre in camera e scoppia a piangere. Michele rimane fuori dalla porta chiusa, scioccato, e si chiede che cosa non ha funzionato. Come mai le sue parole di conforto hanno sortito effetti così diversi?

Incomunicabilità tra uomini e donne?

Per alcuni, il diverso esito di queste situazioni immaginarie è presto spiegato: Fabio è un uomo, Cinzia è una donna. I linguisti ritengono che spesso i problemi che si incontrano nel comunicare tra marito e moglie dipendono dalle differenze tra uomini e donne. Libri come You Just Don’t Understand (Non capisci proprio) e Men Are From Mars, Women Are From Venus (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere) sostengono che uomini e donne, pur parlando la stessa lingua, comunicano in modi profondamente diversi.

Non c’è dubbio che quando Geova creò la donna dall’uomo, non si limitò a fare una copia con qualche piccola modifica. Uomo e donna furono progettati in maniera mirabile e ben ponderata per completarsi a vicenda sul piano fisico, emotivo, psicologico e spirituale. A queste differenze innate aggiungete il complesso bagaglio dell’educazione ricevuta e della propria esperienza di vita, nonché i condizionamenti che derivano dalla cultura, dall’ambiente e da ciò che la società considera maschile o femminile. A motivo di queste influenze, è possibile identificare alcuni tratti caratteristici nel modo in cui uomini e donne comunicano. Ma l’“uomo medio” e la “donna media” esistono solo nelle pagine dei testi di psicologia.

Le donne sono generalmente note per la loro sensibilità, eppure molti uomini danno prova di una delicatezza straordinaria nel modo in cui trattano gli altri. La razionalità viene in genere attribuita maggiormente agli uomini, eppure spesso le donne sono dotate di una logica ferrea. Perciò, anche se non si può parlare di qualità esclusivamente maschili o puramente femminili, una cosa è certa: Capire il modo in cui un’altra persona vede le cose può fare la differenza tra una pacifica coesistenza e la guerra aperta, specialmente nel matrimonio.

La sfida quotidiana di comunicare tra marito e moglie è formidabile. Molti mariti perspicaci possono confermare che la domanda: “Ti piace la mia nuova acconciatura?”, che trae in inganno per la sua apparente semplicità, può essere invece irta di pericoli. Molte mogli accorte imparano a trattenersi dal chiedere in continuazione: “Perché non ti fermi e non chiedi indicazioni?” quando sono in viaggio e il marito non trova la strada. Anziché disprezzare le apparenti stranezze del coniuge e ostinarsi a conservare le proprie, giustificandosi con un “Io sono fatto (o fatta) così”, il marito e la moglie che si vogliono bene guardano oltre le apparenze. Questo non significa scrutare freddamente il modo di comunicare dell’altro, ma cercare di capire ciò che l’altro ha nel cuore e nella mente.

Come ogni persona è diversa da tutte le altre, così lo è ogni matrimonio, che è l’unione di due individui. Vista la nostra natura umana imperfetta, una buona intesa non si raggiunge per caso, ma richiede grossi sforzi. Ad esempio, è molto facile dare per scontato che gli altri vedano le cose come le vediamo noi. Spesso soddisfiamo i bisogni degli altri come vorremmo che fossero soddisfatti i nostri, forse cercando di seguire la regola aurea: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Gesù, però, non voleva dire che quello che volete voi dovrebbe andar bene anche agli altri. Piuttosto, voi desiderate che gli altri vi diano quello che voi volete, o di cui voi avete bisogno. Perciò dovete dare agli altri quello di cui loro hanno bisogno. Questo è particolarmente essenziale nel matrimonio, in quanto ciascun coniuge si è solennemente impegnato a soddisfare nella maggior misura possibile i bisogni dell’altro.

Cinzia e Michele si sono assunti questo impegno. E i loro due anni di matrimonio sono stati felici. Ad ogni modo, anche se pensano di conoscersi bene, a volte si presentano situazioni che rivelano un abisso di incomunicabilità che le buone intenzioni da sole non bastano a colmare. “Il cuore del saggio fa mostrar perspicacia alla sua bocca”, dice Proverbi 16:23. Sì, il segreto è avere perspicacia nel comunicare. Vediamo come questo torna utile nel caso di Michele e Cinzia.

Il punto di vista di un uomo

Michele opera in un mondo competitivo in cui ogni uomo deve stare al suo posto in una scala gerarchica, e in ogni situazione assume il ruolo di subordinato o di superiore. Comunicare serve a chiarire la propria posizione, il proprio grado di competenza e di esperienza, o il proprio valore. Lui ci tiene alla sua indipendenza. Perciò quando qualcuno gli impartisce ordini in tono esigente, Michele dentro di sé si risente. Il velato messaggio “Non stai facendo il tuo lavoro” lo induce a ribellarsi, anche se ciò che gli viene chiesto è ragionevole.

Michele conversa essenzialmente per scambiare informazioni. Gli piace parlare di fatti, idee e cose nuove che ha imparato.

Quando ascolta qualcuno che sta parlando, Michele non lo interrompe quasi mai, nemmeno con piccoli commenti come “ah-ha, sì”, perché sta acquisendo informazioni. Ma se non è d’accordo, probabilmente non esita a dirlo, specie se chi parla è un amico. In questo modo dimostra che è interessato a ciò che il suo amico ha da dire, valutando tutte le possibilità.

Se Michele ha un problema, preferisce trovare una soluzione da sé. Può quindi isolarsi da tutto e da tutti, oppure può cercare di rilassarsi con qualche diversivo per dimenticare temporaneamente il problema. Ne parlerà solo se vorrà avere consigli.

Se un amico viene da lui con un problema come ha fatto Fabio, Michele capisce che è suo dovere dargli una mano, stando attento a non farlo sentire incapace. Di solito, oltre a dargli consigli, gli racconterà qualche guaio che lui stesso ha passato, così da fargli vedere che non è solo.

A Michele piace dedicarsi a qualche attività insieme agli amici. Per lui stare in compagnia significa fare cose insieme.

Michele considera la casa un’oasi di tranquillità in un mondo ostile, un luogo in cui non deve più dar prova di sé con quello che dice, dove trova fiducia e si sente accettato, amato e apprezzato. Nondimeno, di tanto in tanto Michele riscontra di aver bisogno di starsene per conto suo. Non che c’entri Cinzia o qualcosa che lei ha fatto: ha semplicemente bisogno di stare un po’ da solo. Per Michele è difficile confessare alla moglie i suoi timori, le sue incertezze e le sue pene. Non vuole che lei si preoccupi. Il suo compito è prendersi cura di lei e proteggerla, e ha bisogno che Cinzia abbia fiducia in lui. Michele vuole avere sostegno, è vero, ma non vuole essere compatito. Questo lo fa sentire incapace, inutile.

Il punto di vista di una donna

Cinzia vive in un mondo fatto di rapporti sociali. Per lei è importante allacciare e rafforzare queste relazioni interpersonali. Parlare è un modo importante per creare e confermare amicizie.

Per Cinzia è naturale dipendere dagli altri. Si sente amata se Michele chiede la sua opinione prima di prendere una decisione, pur volendo che sia lui a prendere la direttiva. Quando deve prendere una decisione le piace consultare il marito, non necessariamente perché le dica cosa fare, ma per dimostrargli che gli è vicina e ha fiducia in lui.

Se Cinzia ha bisogno di qualcosa le è molto difficile dirlo chiaramente. Non vuole infastidire Michele o fargli pensare che non sia felice. Aspetta piuttosto che sia lui ad accorgersi che c’è qualcosa che non va, oppure fa qualche allusione indiretta.

Quando conversa, Cinzia è affascinata dai piccoli particolari e fa molte domande. Questo è naturale, vista la sua sensibilità e il suo profondo interesse per le persone e i rapporti interpersonali.

Quando ascolta, interviene di continuo con esclamazioni, cenni di assenso o domande per dimostrare che sta seguendo il discorso e che le interessa ciò che la persona ha da dire.

Cinzia si sforza di intuire i bisogni degli altri. Offrire aiuto senza che venga richiesto è un modo meraviglioso per mostrare amore. Desidera soprattutto aiutare il marito a maturare e a migliorare.

Quando Cinzia ha un problema, può sentirsi sopraffatta. Deve parlarne, non tanto per cercare una soluzione quanto per esprimere il proprio stato d’animo. Ha bisogno di sapere che qualcuno la capisce e le vuole bene. Quando si agita fa delle affermazioni esagerate e drastiche. Se esclama: “Non mi ascolti mai!”, non intende essere presa alla lettera.

Per Cinzia la miglior amica d’infanzia non era una con cui faceva tante cose, ma una con cui parlava di tutto. Perciò adesso che è sposata le attività esterne le interessano molto meno dell’avere una persona comprensiva che l’ascolta e con cui può esprimere liberamente i propri sentimenti.

La casa è per lei un luogo in cui può parlare senza essere giudicata. Cinzia non esita a rivelare a Michele i suoi timori e i suoi guai. Se ha bisogno di aiuto non si vergogna di ammetterlo, poiché è sicura che suo marito le è vicino e le vuole abbastanza bene da ascoltarla.

Cinzia di solito si sente amata e sicura nel matrimonio. Ma a volte, senza nessun motivo apparente, comincia a sentirsi insicura e non amata e ha urgente bisogno di essere rassicurata e di compagnia.

Sì, Michele e Cinzia, ciascuno il complemento dell’altro, sono molto diversi. Le differenze che esistono tra loro possono creare gravi malintesi, anche se entrambi possono mettercela tutta per dimostrare amore e sostegno. Se potessimo chiedere a ciascuno di loro cosa pensa della situazione descritta sopra, cosa direbbero?

Cosa hanno visto nella loro ottica

“Non appena ho messo piede in casa ho capito che Cinzia era tesa”, direbbe Michele. “Pensavo che quando si sarebbe sentita pronta mi avrebbe detto il motivo. Non mi sembrava un problema così grosso. Pensavo che se solo l’aiutavo a capire che non c’era bisogno di prendersela tanto e che la soluzione era semplice, si sarebbe sentita meglio. Sono rimasto molto male quando, dopo che sono stato ad ascoltarla, mi ha detto: ‘Non mi ascolti mai!’ Mi è sembrato che mi incolpasse di tutta la sua frustrazione!”

“Tutta la giornata è andata storta”, spiegherebbe Cinzia. “Sapevo che non era colpa di Michele. Ma quando è rientrato tutto allegro, ho avuto l’impressione che ignorasse il fatto che ero tesa. Perché non mi ha chiesto cosa c’era che non andava? Quando gli ho spiegato il problema, in pratica mi ha dato della sciocca, dicendo che si trattava di un’inezia. Invece di dirmi che capiva ciò che provavo, Michele, l’aggiustatutto, mi ha suggerito come risolvere il problema. Non cercavo soluzioni, cercavo comprensione!”

Nonostante quello che può sembrare da questo screzio momentaneo, Michele e Cinzia si vogliono molto bene. Cosa può aiutarli a esprimere chiaramente questo amore?

Vedere le cose nell’ottica dell’altro

Michele pensava che sarebbe stato sgarbato chiedere a Cinzia cosa c’era che non andava, perciò fece spontaneamente quello che avrebbe voluto che gli altri facessero con lui. Aspettò che la moglie si aprisse e parlasse. Ora Cinzia era irritata non solo per il problema, ma anche perché Michele sembrava ignorare la sua richiesta di aiuto. Non interpretò il silenzio del marito come un gesto di gentilezza e di rispetto, ma come mancanza di interesse. Quando poi si mise a parlare, Michele l’ascoltò senza interromperla. Lei però pensava che lui non si stesse sforzando di capire come si sentiva. Infine lui, anziché mostrare comprensione, suggerì una soluzione. Per Cinzia questo equivaleva a sentirsi dire: ‘Non c’è motivo per cui tu ti debba sentire così; la tua reazione è esagerata. Non vedi quanto è facile risolvere questo piccolo problema?’

Come sarebbero state diverse le cose se ciascuno fosse stato in grado di vedere le cose nell’ottica dell’altro! Sarebbe potuta andare così:

Michele torna a casa e trova Cinzia tesa. “Cosa c’è che non va, cara?”, le chiede con affetto. Cinzia comincia a versare qualche lacrima e spiega cosa c’è che l’affligge. Non dice: “È tutta colpa tua!”, né fa pensare che Michele non stia facendo abbastanza. Michele la tiene stretta e l’ascolta con pazienza. Quando lei ha finito, dice: “Mi dispiace che tu ti senta così. Capisco perché sei così tesa”. Cinzia risponde: “Grazie per avermi ascoltata. Mi sento molto meglio ora che so che tu mi capisci”.

Purtroppo, anziché risolvere i propri dissapori, molte coppie scelgono semplicemente di por fine al matrimonio, e divorziano. La mancanza di comunicazione rovina molte famiglie. Esplodono liti che scuotono le fondamenta stesse del matrimonio. Come nascono queste liti? L’articolo che segue lo spiega, e spiega anche come evitarle.

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