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  • g94 22/4 pp. 12-15
  • Ho imparato che gli uomini possono vivere insieme in pace

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  • Ho imparato che gli uomini possono vivere insieme in pace
  • Svegliatevi! 1994
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Cattura
  • Perché tanta disunione e odio?
  • La prigionia
  • Mi riunisco a Jantina
  • Una svolta nella mia vita
  • Progresso spirituale
  • In Germania e poi in un altro paese
  • Ho cercato di essere un “operaio che non abbia nulla di cui vergognarsi”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
  • Ho sempre trovato qualcosa da fare per Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
  • Ho trovato l’esercito giusto
    Svegliatevi! 1987
  • Ho imparato a confidare in Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
Altro
Svegliatevi! 1994
g94 22/4 pp. 12-15

Ho imparato che gli uomini possono vivere insieme in pace

ERA il mese di settembre del 1944 e il mondo era pieno di odio. Infuriava la seconda guerra mondiale e milioni di persone soffrivano indicibilmente. Ero un tedesco prigioniero di guerra in Francia.

In un’occasione fui portato davanti a un plotone di esecuzione, ma dopo un po’ coloro che dovevano fucilarmi cominciarono ad andarsene. Stavano solo bluffando. Ero in stato di shock, ma grato d’essere vivo. Qualche settimana dopo la cosa si ripeté. Io sopravvissi, ma decine di compagni di prigionia furono giustiziati o morirono di fame e di malattia. Come mai venni a trovarmi in questa situazione?

Cattura

Alcuni mesi prima, nel giugno 1944, gli Alleati avevano attraversato il canale della Manica ed erano riusciti a stabilire una testa di ponte sulla costa francese. L’offensiva che ne seguì e l’invasione della Francia settentrionale costrinsero l’Esercito tedesco alla ritirata. Ero sergente maggiore dell’Aeronautica. In agosto parte della nostra compagnia — io e 16 altri — fu catturata dagli uomini del movimento di Resistenza partigiana francese detto maquis. Dopo essere stato per alcuni mesi in un campo di prigionieri di guerra, venni trasferito in un altro campo vicino a Montluçon nella Francia meridionale.

I prigionieri erano costretti a lavorare, ma come sottufficiale ero esentato. Tuttavia mi offrii di lavorare e venni messo a capo della cucina. Un giorno arrivò un gruppo di nuovi detenuti e fra loro c’era un ragazzo che si chiamava Willy Huppertz, un mio concittadino. Chiesi all’ufficiale incaricato se Willy poteva aiutarmi in cucina e così fu disposto.

In seguito fra Willy e me nacque quel tipo di amicizia che può unire tutte le persone e farle vivere in pace. Prima che vi spieghi come feci a conoscere questa via della pace, lasciate che vi parli delle contraddizioni della vita che mi turbavano.

Perché tanta disunione e odio?

Sono cresciuto nella città tedesca di Aquisgrana e da ragazzo ero turbato dalla disunione religiosa che vedevo anche in casa mia. Papà era luterano, mentre la mamma era cattolica. Così la mamma si accertò che mia sorella ed io fossimo educati secondo la religione cattolica. Sin dall’infanzia frequentai regolarmente la Chiesa Cattolica, anche se non riuscii mai a capire perché papà seguisse un’altra religione. Man mano che il tempo passava spesso mi chiedevo: ‘Perché ci sono tante religioni se c’è un solo Dio?’

Quando nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale fui arruolato nell’Aeronautica tedesca. Dopo l’addestramento preliminare in Germania fui inviato a Vienna, dove mi unii a un reparto di addestramento per nuove reclute. Poi nel dicembre 1941 fui mandato nell’Olanda settentrionale (ora Paesi Bassi), dove conobbi Jantina, una ragazza di Den Helder. Malgrado i nostri paesi fossero nemici e in guerra ci innamorammo.

Poco dopo, nell’aprile 1942, fui improvvisamente trasferito a La Rochelle, nella Francia meridionale. A quell’epoca avevo il grado di sergente maggiore e il nostro battaglione aveva il compito di addestrare le nuove reclute e di difendere la locale pista di atterraggio. Durante la guerra, quindi, non partecipai mai a effettivi combattimenti. E ne sono grato, poiché non ho mai voluto uccidere nessuno.

Quello che mi turbò durante gli anni della guerra, però, fu il fatto di vedere ecclesiastici di quasi ogni confessione — cattolici, luterani, episcopaliani, ecc. — che benedicevano gli aerei e gli equipaggi prima che andassero in missione a sganciare il loro carico letale. Molte volte pensai: ‘Da che parte sta Dio?’ Ma non lo chiesi mai ai cappellani militari, perché ero sicuro che comunque non lo sapessero.

I soldati tedeschi portavano una cintura con una fibbia (vedi pagina 12 in alto a sinistra) su cui era scritto Gott mit uns (Dio è con noi), ma mi chiedevo: ‘Perché mai Dio non dovrebbe essere con i soldati dell’altra parte che sono della stessa religione e pregano lo stesso Dio?’

Gli anni passavano e la guerra si trascinava. Ogni tanto riuscivo ad andare in Olanda a trovare Jantina, e l’ultima volta fu nel dicembre 1943, quando ci fidanzammo. Nel 1944 le sorti della guerra cominciarono a cambiare, e con lo sbarco degli Alleati in Francia ci rendemmo conto per la prima volta che la Germania poteva anche perdere la guerra. Quel pensiero fu un vero e proprio shock! Poi arrivò agosto quando 17 di noi furono catturati!

La prigionia

Infine fu permesso a noi prigionieri del campo di Montluçon di scrivere ai nostri cari. Così ripresi i contatti con Jantina. A suo tempo, insieme a diversi altri prigionieri, mi offrii di lavorare in una fattoria collettiva dove eravamo sempre considerati prigionieri di guerra. Scoprii persino che la vita nella fattoria cominciava a piacermi. Era un bel cambiamento per un giovane cresciuto in città.

La guerra in Europa finì nel maggio 1945, ma il governo francese ci considerò prigionieri di guerra fino al dicembre 1947. Poi ci venne offerta una scelta: arruolarci nella Legione straniera o rimanere a lavorare in Francia come volontari sino alla fine del 1948. Scelsi la seconda possibilità, e fui mandato a lavorare come bracciante in una fattoria collettiva insieme a diversi altri prigionieri. In base a questo accordo avevamo più libertà di quando lavoravamo nella fattoria come prigionieri di guerra. Ma eravamo sempre confinati e sottoposti a restrizioni. Quindi la nostra più grande gioia era ricevere posta dai nostri cari.

Mi riunisco a Jantina

Un giorno del 1947 ricevetti una lettera a cui Jantina aveva involontariamente accluso uno stampato su cui erano elencati vari numeri civici e una registrazione di libri e riviste. ‘To’, pensai, ‘Jantina sta vendendo libri per fare un po’ di soldi’. Non sapevo che era stata contattata dai testimoni di Geova e ora predicava attivamente di casa in casa e distribuiva letteratura biblica anziché ‘vendere libri’.

Poco dopo, nel dicembre 1947, noi prigionieri avemmo una gradita sorpresa: ci furono concesse quattro settimane di licenza per andare a trovare i familiari, naturalmente a condizione che tornassimo in Francia per assolvere il nostro impegno di lavoro. Jantina fece il viaggio dall’Olanda alla Germania per trascorrere quelle settimane con i miei genitori e me. Come si può immaginare, dopo oltre quattro anni di separazione fu molto emozionante ritrovarci insieme. Fu allora che scoprii il significato dello stampato che avevo trovato nella sua lettera. Jantina mi disse che era testimone di Geova e mi spiegò con entusiasmo le cose meravigliose che aveva imparato.

Anche se avvertivo che c’era del vero in quello di cui mi parlava, le dissi che io ero felice di rimanere cattolico. Non capivo come potesse saperne più dei sacerdoti che avevano studiato religione per molti anni. E per complicare le cose, i miei familiari non accolsero con piacere le nuove credenze di Jantina. Anzi fecero molta opposizione e fui influenzato dal loro pregiudizio.

Una svolta nella mia vita

Terminate le quattro settimane di licenza tornai in Francia. Disfacendo i bagagli trovai fra gli abiti un libro intitolato Liberazione. Ce l’aveva messo Jantina quando mi aveva preparato la valigia. Per amor suo quella sera mi misi a sedere e cominciai a leggerlo. Non passò molto che mi resi conto, con mio stupore, che molte delle domande che mi erano sorte durante la prigionia avevano ora una risposta. Non vedevo l’ora di arrivare in fondo al libro.

Mi venne in mente una scrittura che Jantina mi aveva citato: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. (Giovanni 8:32) In effetti sentivo che stavo cominciando a conoscere la verità su molte cose. Gli uomini fanno tutti parte di una sola famiglia, indipendentemente dalla razza. (Atti 17:26-28) I veri cristiani si amano, per cui non combattono e non uccidono nessuno come avevo visto fare da tanti che si professavano cristiani. (Giovanni 13:34, 35; 1 Giovanni 3:10-12) È chiaro, dunque, che il nazionalismo è uno strumento del Diavolo che divide gli uomini e impedisce la vera fratellanza.

Cominciai a capire che la vera pace sarebbe esistita solo quando tutti avrebbero applicato gli insegnamenti di Gesù Cristo. Poiché le nazioni non li applicheranno mai, l’unica speranza di pace è il governo di Dio, per il quale Gesù insegnò ai suoi seguaci a pregare. (Matteo 6:9, 10) Il solo fatto di imparare queste cose mi dava un senso di vera libertà e contentezza. Come fui grato alla mia cara Jantina di avere messo quel libro nella mia valigia! Ma che avrei fatto ora?

Progresso spirituale

Non c’era motivo di preoccuparsi. Pochi giorni dopo un uomo di nome Lucien venne alla fattoria dove lavoravo e si presentò come ministro dei testimoni di Geova. Spiegò che era stato mandato a visitarmi dalla filiale dei Testimoni a Parigi dietro richiesta della mia fidanzata. Lucien era gentile e sincero e mi trovai immediatamente a mio agio con lui. Meno male che ora parlavo correntemente il francese, ciò che facilitò non poco le cose.

Accettai di studiare la Bibbia con lui e così ogni domenica Lucien e sua moglie Simone venivano a prendermi alla fattoria e mi portavano a casa loro per fare lo studio. Dopo di che andavamo a fare una passeggiata, durante la quale parlavamo della meravigliosa creazione di Geova. Erano entrambi bravi insegnanti e mi diedero anche qualcosa che mi mancava da tanto tempo, vera amicizia. Ed era una coppia francese a darmela, quella stessa gente che io avevo addestrato altri a bombardare e uccidere!

Progredii nello studio e Lucien mi invitò ad assistere il 25 marzo 1948 all’annuale celebrazione della Commemorazione della morte di Cristo. Fui molto colpito da quella adunanza semplice eppure seria e da allora non ho mai perso una Commemorazione.

Jantina fu felice del mio progresso spirituale e mi raggiunse in Francia dove nel novembre 1948 ci sposammo. Lucien e Simone ci offrirono un bel pranzo di nozze e due pionieri (ministri a tempo pieno dei testimoni di Geova) si unirono a noi per la felice occasione. Quella sera indimenticabile rafforzò la conclusione a cui ero giunto: I Testimoni dimostrano veramente il tipo di amore che Gesù disse avrebbe contrassegnato i suoi veri discepoli. — Giovanni 13:35.

In Germania e poi in un altro paese

Nel dicembre 1948 tornammo in Germania e il ministero cristiano divenne parte della nostra vita. Anche se la mia famiglia continuò a opporsi alla nostra attività non permettemmo che questo ci fermasse. Continuammo ad aiutare le persone mansuete e umili a conoscere il solo mezzo tramite cui l’umanità potrà godere vera pace e sicurezza.

Nel 1955 Jantina ed io emigrammo in Australia. Inizialmente ci stabilimmo nella bella Tasmania, lo stato insulare che lo stretto di Bass separa dalla punta meridionale del vasto continente. Con l’amorevole assistenza e la pazienza dei fratelli e delle sorelle spirituali del posto alla fine riuscimmo a imparare anche l’inglese.

Nel 1969, dopo essere stati 13 anni in Tasmania, ci trasferimmo a nord nello stato del Queensland, dove siamo tuttora. Al presente servo come anziano nella locale congregazione cristiana e sono felice di servire Geova insieme a Jantina. Ogni volta che tornavamo in Germania per le vacanze cercavamo Willy Huppertz e studiavamo la Bibbia con lui. Infine anche lui dedicò la sua vita al servizio di Geova, ed è nata fra noi quel tipo di amicizia che può unire tutte le persone e farle vivere in pace.

Quando passo in rassegna la mia vita da che ero prigioniero di guerra in Francia sono davvero grato di aver avuto l’opportunità di conoscere il nostro amorevole Creatore, Geova Dio. Come sono felice che Jantina abbia avuto l’idea di mettere nella mia valigia il libro Liberazione e poi abbia scritto ai Testimoni in Francia perché venissi contattato! Come risultato la mia propria vita e la nostra vita come marito e moglie si sono arricchite e abbiamo avuto molte soddisfazioni. — Narrato da Hans Lang.

[Immagine a pagina 15]

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