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  • g94 8/10 pp. 11-15
  • Mio padre fu “scarcerato da una bomba atomica”

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  • Mio padre fu “scarcerato da una bomba atomica”
  • Svegliatevi! 1994
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  • In cerca di uno scopo
  • Trovato uno scopo nella vita
  • La vita come ministri a tempo pieno
  • I miei genitori vengono arrestati
  • Quando cadde la bomba
  • La sua fede era ancora forte
  • Fedele sino alla fine
  • Decenni di servizio ininterrotto
  • Dal culto dell’imperatore alla vera adorazione
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
  • L’esempio di fede di mio padre
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  • Addestramento corporale o santa devozione?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
Altro
Svegliatevi! 1994
g94 8/10 pp. 11-15

Mio padre fu “scarcerato da una bomba atomica”

La mattina del 6 agosto 1945, alle 8,15, una bomba atomica esplose sopra Hiroshima, devastando la città e spazzando via decine di migliaia di abitanti. Mio padre si era rifiutato di adorare l’imperatore e di appoggiare il militarismo del Giappone, e per questo motivo in quel momento si trovava rinchiuso nel carcere di Hiroshima.

PAPÀ raccontava spesso cosa era accaduto quella mattina memorabile. “Un lampo di luce illuminò il soffitto della mia cella”, diceva. “Poi udii un boato tremendo, come se tutte le montagne fossero crollate nello stesso momento. Istantaneamente la cella fu avvolta da dense tenebre. Ficcai la testa sotto il materasso per sfuggire a quello che sembrava un gas scuro.

“Dopo sette o otto minuti tirai fuori la testa da sotto il materasso e scoprii che il ‘gas’ si era dissipato. C’era di nuovo la luce. Nella cella regnava il caos: molti oggetti erano caduti dalla mensola e c’era un sacco di polvere. L’alto muro di cinta aveva impedito al fuoco di penetrare all’interno della prigione.

“Mi affacciai alla finestra che dava sul retro e rimasi allibito. Le officine della prigione e gli edifici di legno erano tutti rasi al suolo! Guardai dalla finestrella che dava sul lato opposto. Le celle dell’edificio di fronte erano state completamente distrutte. I prigionieri sopravvissuti invocavano aiuto. Tutti erano in preda al panico: era una scena spaventosa di caos e di terrore”.

Da ragazzo ero elettrizzato quando papà raccontava come, per usare le sue parole, era stato “scarcerato da una bomba atomica”. Narrava l’episodio senza nessun senso di colpa, poiché era stato messo in prigione ingiustamente. Prima di parlare delle accuse mosse a papà e del trattamento che subì negli anni di prigionia, lasciate che vi spieghi in che modo i miei genitori si unirono alla Todaisha, come veniva chiamata a quei tempi la Watch Tower Bible and Tract Society in Giappone.

In cerca di uno scopo

Papà amava molto i libri, e sin da piccolo cercò di migliorare la propria condizione. Quando frequentava ancora la quinta elementare e abitava a Ishinomori, nel Giappone nord-orientale, scappò di casa. Pur non avendo che il denaro necessario per un biglietto di sola andata salì su un treno diretto a Tokyo, deciso a diventare cameriere di Shigenobu Okuma, che era stato per due volte primo ministro del Giappone. Ma quando questo bambino di campagna vestito miseramente bussò alla porta del sig. Okuma, la sua domanda di lavoro fu respinta. In seguito papà trovò lavoro in una latteria che gli dava anche l’alloggio.

Ancora adolescente, mio padre cominciò ad assistere a conferenze di uomini politici ed eruditi. In una conferenza si fece menzione della Bibbia come di un libro molto importante. Così papà si procurò una Bibbia, con tanto di riferimenti marginali e di atlante biblico. Ciò che lesse lo colpì molto e lo spinse a voler fare qualcosa che andasse a beneficio di tutta l’umanità.

Alla fine papà tornò a casa, e nell’aprile del 1931, a 24 anni, sposò la diciassettenne Hagino. Poco dopo il matrimonio, un parente gli inviò alcune pubblicazioni stampate dalla Todaisha. Colpito da ciò che lesse, papà scrisse alla Todaisha a Tokyo. Nel giugno 1931 una donna di Sendai di nome Matsue Ishii che svolgeva il ministero a tempo pieno gli fece visita a Ishinomori.a Papà accettò da lei una serie di libri tra cui c’erano L’Arpa di Dio, La creazione e Governo.

Trovato uno scopo nella vita

Papà capì quasi immediatamente che varie cose che le chiese insegnavano erano false, come ad esempio l’idea che l’uomo avesse un’anima immortale, che i malvagi bruciassero per sempre nelle fiamme dell’inferno e che il Creatore fosse un Dio trino. (Ecclesiaste 9:5, 10; Ezechiele 18:4; Giovanni 14:28) Capì anche che questo mondo sarebbe finito. (1 Giovanni 2:17) Volendo sapere cosa doveva fare, contattò il rappresentante nominato della Todaisha, che gli fece visita nell’agosto 1931, e in seguito a quelle conversazioni papà si battezzò e decise di diventare un ministro di Geova a tempo pieno.

Dopo lunghe conversazioni anche la mamma si convinse che quello che aveva appreso dalla Bibbia era la verità. Essa dedicò la propria vita a Geova e si battezzò nell’ottobre 1931. Quando mio padre mise all’asta tutti i suoi beni immobili, i parenti pensarono che fosse uscito di senno.

La vita come ministri a tempo pieno

Papà diede tutto il ricavato dell’asta a sua madre, e nel novembre 1931 lui e la mamma andarono a Tokyo. Anche se nessuno aveva insegnato loro come parlare ad altri della buona notizia del Regno, cominciarono a predicare il giorno dopo il loro arrivo. — Matteo 24:14.

La vita che facevano non era facile. Era dura specie per mia madre, che allora aveva solo 17 anni. Non c’erano altri Testimoni, non c’erano adunanze e non c’era nessuna congregazione: solo un programma giornaliero per distribuire di casa in casa pubblicazioni bibliche dalle 9 di mattina alle 4 di pomeriggio.

Nel 1933 i miei genitori furono incaricati di predicare non più a Tokyo ma a Kobe. Lì nacqui io, il 9 febbraio 1934. Mia madre compì con zelo il ministero fino a un mese prima della mia nascita. In seguito i miei genitori si trasferirono a Yamaguchi, a Ube, a Kure e infine a Hiroshima, predicando per circa un anno in ciascuna città.

I miei genitori vengono arrestati

Quando in Giappone il militarismo aumentò, le pubblicazioni della Watch Tower Society furono messe al bando e i Testimoni furono messi sotto stretta sorveglianza dalla polizia segreta. Poi, il 21 giugno 1939, in tutto il Giappone fu fatta una retata di ministri a tempo pieno dei testimoni di Geova. Papà e mamma erano tra gli arrestati. Io venni affidato alla mia nonna che abitava a Ishinomori. Dopo otto mesi la mamma uscì di prigione e fu messa in libertà vigilata, e alla fine, nel 1942, potei raggiungerla a Sendai.

Nel frattempo papà e altri Testimoni furono interrogati dalla polizia segreta presso il comando di polizia di Hiroshima. Poiché si rifiutarono di adorare l’imperatore e di sostenere il militarismo giapponese furono brutalmente picchiati. L’uomo che interrogava papà non riuscì a dissuaderlo dall’adorare Geova.

Dopo più di due anni di prigione papà fu processato. A un’udienza il giudice gli chiese: “Miura, cosa ne pensa di Sua Maestà l’Imperatore?”

“Sua Maestà l’Imperatore è anch’egli un discendente di Adamo ed è un essere umano imperfetto e mortale”, rispose papà. Quella dichiarazione sbigottì a tal punto lo stenografo del tribunale che non la mise agli atti. Bisogna pensare che a quel tempo quasi tutti i giapponesi credevano che l’imperatore fosse un dio. Papà fu condannato a cinque anni di prigione, e il giudice gli disse che se non avesse abbandonato la sua fede sarebbe rimasto in prigione per il resto dei suoi giorni.

Poco dopo, nel dicembre 1941, il Giappone attaccò gli Stati Uniti a Pearl Harbor, nelle Hawaii. Il cibo in prigione divenne scarso, e nei mesi invernali papà passò molte notti in bianco a motivo del freddo, non avendo di che coprirsi. Pur essendogli negata ogni associazione spirituale poteva leggere la Bibbia nella biblioteca della prigione, e leggendola e rileggendola rimase spiritualmente forte.

Quando cadde la bomba

Il 6 agosto 1945, di mattina presto, un detenuto volle fare uno scambio di libri con papà. Questo era proibito, ma visto che il detenuto aveva già fatto scivolare il suo libro attraverso il corridoio nella cella di papà, lui a sua volta fece scivolare il suo nella cella del detenuto. Così quella mattina, nel momento in cui cadde la bomba, papà, anziché seguire il suo programma generalmente inflessibile, stava leggendo. In genere a quell’ora del mattino usava il gabinetto della sua cella. Dopo l’esplosione papà vide che la parte dove si trovava il gabinetto era stata distrutta dalle macerie.

Papà fu poi trasferito nella vicina prigione di Iwakuni. Poco dopo il Giappone si arrese agli Alleati, e nel caos postbellico papà fu rimesso in libertà. Nel dicembre 1945 tornò a casa a Ishinomori. La sua salute era rovinata. Aveva solo 38 anni, ma sembrava un vecchio. All’inizio non riuscivo a credere che fosse mio padre.

La sua fede era ancora forte

Il Giappone era nel caos, e non sapevamo che fine avevano fatto i pochi Testimoni rimasti fedeli. Né avevamo con noi alcuna pubblicazione dei testimoni di Geova. Tuttavia, papà mi insegnò direttamente dalla Bibbia la verità sul Regno di Geova, sul nuovo mondo e sulla veniente battaglia di Armaghedon. — Salmo 37:9-11, 29; Isaia 9:6, 7; 11:6-9; 65:17, 21-24; Daniele 2:44; Matteo 6:9, 10.

In seguito, quando alle superiori mi venne insegnata la teoria dell’evoluzione e cominciai a dubitare dell’esistenza di Dio, mio padre cercò di convincermi che Dio esiste. Visto che ero titubante, alla fine mi disse: “Quasi tutte le persone del mondo hanno appoggiato la guerra e si sono macchiate di sangue. Io, da parte mia, mi sono attenuto alla verità della Bibbia e non ho mai sostenuto né il militarismo, né il culto dell’imperatore, né la guerra. Perciò valuta attentamente da te stesso qual è la strada giusta da percorrere”.

Conoscendo ciò che mio padre insegnava e metteva in pratica nella sua vita feci un paragone con quello che imparavo a scuola e capii che la teoria dell’evoluzione non era un modo di ragionare convincente. Nessun evoluzionista aveva rischiato la vita per le sue idee, mentre mio padre era disposto a morire per le sue.

Un giorno di marzo del 1951, più di cinque anni dopo la fine della guerra, papà leggeva un quotidiano, l’Asahi. Di colpo gridò: “Ehi, sono arrivati, sono arrivati!” Mi mostrò il giornale. C’era un articolo che parlava di cinque missionarie dei testimoni di Geova appena arrivate ad Osaka. Saltando dalla gioia, papà si mise in contatto con il giornale e seppe che i testimoni di Geova avevano aperto una filiale a Tokyo. Si fece dare l’indirizzo e andò alla filiale, riprendendo così i contatti con l’organizzazione di Geova.

Fedele sino alla fine

Nel 1952 la nostra famiglia si trasferì a Sendai. Donald e Mabel Haslett, missionari della Watch Tower Society, si trasferirono lì quello stesso anno e affittarono una casa per tenervi lo studio Torre di Guardia. Alla prima adunanza ci furono solo quattro presenti: gli Haslett, papà ed io. In seguito Shinichi e Masako Tohara, Adeline Nako e Lillian Samson si unirono agli Haslett nel prestare servizio come missionari a Sendai.

Grazie alla compagnia di questi missionari la nostra famiglia progredì nella conoscenza della Parola di Dio e della Sua organizzazione. La mamma, la cui fede era stata scossa da cose che erano accadute durante la guerra, ben presto si unì a noi nell’andare alle adunanze e nel partecipare al ministero di campo. Io decisi di dedicare la mia vita a servire Geova Dio e mi battezzai il 18 aprile 1953.

Dopo la guerra papà lavorò come agente di una compagnia di assicurazioni. Nonostante i postumi della prigionia, tra cui problemi ai reni e ipertensione, desiderava molto riprendere il ministero a tempo pieno come pioniere. Lo fece più o meno nello stesso periodo in cui io mi battezzai. Anche se la salute cagionevole gli impedì di continuare a fare il pioniere per molto tempo, il suo zelo per il ministero mi indusse a interrompere gli studi universitari e a fare del ministero a tempo pieno la mia carriera.

Isamu Sugiura, un bravo giovane di Nagoya, fu nominato mio compagno d’opera. Il 1º maggio 1955 iniziammo il nostro ministero di pionieri speciali a Beppu, sull’isola di Kyushu. A quel tempo su tutta l’isola c’era solo un pugno di Testimoni. Ora, dopo più di 39 anni, sull’isola ci sono 15 circoscrizioni spiritualmente prospere, con oltre 18.000 Testimoni. E in tutto il Giappone ora ci sono quasi 200.000 Testimoni.

Nella primavera del 1956 Isamu ed io fummo invitati a frequentare la Scuola missionaria di Galaad (Watch Tower Bible School of Gilead), negli Stati Uniti. Eravamo pieni di gioia. Quando mi sottoposi ad un check-up in vista del viaggio, però, i medici riscontrarono che avevo la tubercolosi. Con grande delusione, tornai a casa a Sendai.

A quel punto le condizioni di salute di papà erano talmente peggiorate che era confinato a letto. L’appartamento che avevamo in affitto era un monolocale di 10 metri quadrati, con il pavimento rivestito di stuoie tatami. Mio padre ed io giacevamo fianco a fianco. Papà non poteva lavorare, per cui la mamma faceva fatica a provvedere ai nostri bisogni economici.

Nel gennaio 1957 Frederick W. Franz, allora vicepresidente della Watch Tower Society, venne in Giappone e fu organizzata un’assemblea speciale a Kyoto. Papà esortò la mamma ad andarci. Pur essendo riluttante a lasciarci, malati come eravamo, lei ubbidì a papà e andò all’assemblea.

Poco dopo le condizioni di papà cominciarono a peggiorare di giorno in giorno. Mentre giacevamo fianco a fianco cominciai a preoccuparmi, e gli chiesi come avremmo fatto a mantenerci. Mi rispose: “Abbiamo servito Geova Dio, fino al punto di rischiare la vita, ed egli è l’Iddio Onnipotente. Di che ti preoccupi? Geova ci provvederà senz’altro quello di cui abbiamo bisogno”. Poi mi ammonì con grande tenerezza, dicendo: “Coltiva in te una fede più forte”.

Il 24 marzo 1957 papà esalò serenamente l’ultimo respiro. Dopo i suoi funerali mi recai alla compagnia di assicurazioni per cui lavorava per sistemare le cose. Mentre me ne stavo andando, il direttore della filiale mi consegnò una borsa di carta e disse: “Questa è di suo padre”.

Tornato a casa scoprii dentro la borsa una grossa somma di denaro. Quando chiesi spiegazioni al direttore, mi disse che il denaro proveniva da una polizza assicurativa il cui premio era stato dedotto ogni mese dalla busta paga di papà senza che lui lo sapesse. Così le parole di papà, “Geova ci provvederà senz’altro quello di cui abbiamo bisogno”, si avverarono. Questo rafforzò moltissimo la mia fede nella protezione e nella cura di Geova.

Decenni di servizio ininterrotto

Quella somma mi permise di pensare a rimettermi in forze a casa. Un anno dopo, nel 1958, la mamma ed io fummo nominati pionieri speciali. In seguito prestai servizio come sorvegliante viaggiante in Giappone, e poi nel 1961 ebbi il privilegio di frequentare il corso di dieci mesi della Scuola di Galaad presso la sede mondiale dei testimoni di Geova a Brooklyn (New York).

Quando tornai in Giappone ripresi a servire le congregazioni in qualità di sorvegliante viaggiante. Poi, nel 1963, sposai Yasuko Haba, che lavorava presso la filiale dei testimoni di Geova a Tokyo. Continuai a svolgere con lei l’opera di ministro viaggiante fino al 1965, quando fummo invitati a prestare servizio alla filiale di Tokyo. Da allora abbiamo lavorato insieme, prima nella filiale che si trovava a Tokyo, poi a Numazu e ora ad Ebina.

Mia madre ha continuato a svolgere il ministero di pioniera speciale fino al 1965. Da allora è rimasta attiva aiutando molte persone ad accettare le verità della Bibbia. Oggi ha 79 anni e gode una discreta salute. Siamo felici che abiti nelle vicinanze e possa frequentare la stessa congregazione che frequentiamo noi, vicino alla filiale di Ebina.

Ringraziamo davvero Geova Dio del fatto che mio padre sopravvisse all’esplosione della bomba atomica sopra Hiroshima. Papà rimase fedele, ed è mio desiderio accoglierlo quando tornerà, nel nuovo mondo, e raccontargli come saremo stati liberati ad Armaghedon, la battaglia che tanto desiderava vedere. (Rivelazione [Apocalisse] 16:14, 16; 21:3, 4) — Narrato da Tsutomu Miura.

[Nota in calce]

a La biografia di Matsue Ishii è stata pubblicata nell’edizione inglese della Torre di Guardia del 1º maggio 1988, pagine 21-5.

[Immagine a pagina 11]

Katsuo e Hagino Miura con il figlio Tsutomu

[Immagine a pagina 15]

Tsutomu Miura al lavoro nella filiale del Giappone

[Fonte dell’immagine a pagina 13]

Hiroshima Peace and Culture Foundation, da materiale restituito dall’Istituto di Patologia delle Forze Armate degli Stati Uniti

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