BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g94 8/11 pp. 3-9
  • Sarajevo: dal 1914 al 1994

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Sarajevo: dal 1914 al 1994
  • Svegliatevi! 1994
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La Iugoslavia e la prima guerra mondiale
  • La Iugoslavia e la seconda guerra mondiale
  • I proiettili che hanno cambiato il mondo
  • Tentativi per spiegare il 1914
  • Passi falsi verso una guerra mondiale
    Svegliatevi! 2009
  • 1914: L’anno che sconvolse il mondo
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
  • Perché ci fu la guerra mondiale
    Svegliatevi! 1970
  • Iugoslavia: Un paese incantevole e vario
    Svegliatevi! 1988
Altro
Svegliatevi! 1994
g94 8/11 pp. 3-9

Sarajevo: dal 1914 al 1994

DAL CORRISPONDENTE DI SVEGLIATEVI! IN SVEZIA

Sono passati ottant’anni dagli infausti colpi di pistola sparati a Sarajevo il 28 giugno 1914. Quei colpi uccisero l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie, l’arciduchessa Sofia, inasprendo l’inimicizia tra l’Austria-Ungheria e la Serbia al punto da far scoppiare la prima guerra mondiale. Dei 65 milioni di giovani mandati al fronte, circa 9 milioni non fecero mai ritorno. Se si includono le perdite tra i civili, i morti furono in totale 21 milioni. Alcuni parlano ancora dello scoppio di quella guerra, nell’agosto 1914, come del momento in cui “il mondo impazzì”.

PER le strade di Sarajevo si è sentito di nuovo il rumore degli spari. E non solo lì, ma anche in diverse delle sei repubbliche che, riunite in federazione, formavano la Iugoslavia.a Il libro Jugoslavien—Ett land i upplösning (Iugoslavia: Un paese che si disgrega) afferma: “È una guerra civile in cui ciascuno combatte contro il proprio vicino. Antichi rancori e sospetti sono cresciuti fino a diventare odio. Quest’odio ha portato ai combattimenti, e i combattimenti a ulteriori stragi e distruzione. È come un circolo vizioso, o meglio una spirale di crescente odio, sospetto e morte”.

Quando nel giugno 1991 scoppiarono i combattimenti in Iugoslavia, non a caso molti ricordarono i colpi di pistola esplosi a Sarajevo nel giugno 1914. Questo nuovo conflitto avrebbe prodotto gli stessi devastanti risultati? Avrebbe minacciato la pace in Europa? Era possibile che il programma di “pulizia etnica” (la deliberata uccisione ed espulsione di un gruppo razziale, politico o culturale) si diffondesse in altre parti del mondo? Sono state fatte pressioni internazionali per cercare di por fine ai combattimenti. Ma qual è la vera causa dei guai dell’ex Iugoslavia? C’è qualche legame tra i recenti fatti di Sarajevo e l’assassinio del 1914?

La Iugoslavia e la prima guerra mondiale

I conflitti non sono nuovi. Già agli inizi del secolo la penisola balcanica era definita “l’angolo irrequieto d’Europa”. Il succitato libro sulla Iugoslavia afferma: “Si tratta della disgregazione di un’unione in cui la tensione è andata crescendo per moltissimo tempo. In realtà i conflitti esistevano già quando fu formato il Regno di Serbia, Croazia e Slovenia [nome precedente della Iugoslavia] alla fine della prima guerra mondiale”. Alcune informazioni storiche ci aiuteranno a capire che relazione c’è tra i conflitti attuali e la prima guerra mondiale.

La storia ci dice che nel 1914, quando fu assassinato Francesco Ferdinando, i paesi slavi meridionali di Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina erano province dell’impero austro-ungarico. La Serbia, invece, era un regno indipendente sin dal 1878, e godeva del potente appoggio della Russia. Molti serbi, tuttavia, vivevano nelle province dominate dall’Austria-Ungheria, ragion per cui la Serbia voleva che l’Austria-Ungheria cedesse tutti i territori della penisola balcanica che erano sotto il suo dominio. Anche se tra Croazia e Serbia esistevano dei contrasti, i due paesi erano uniti da un unico desiderio: liberarsi degli odiati padroni stranieri. I nazionalisti sognavano di unire tutti gli slavi meridionali in un unico regno. I serbi erano i più energici promotori della formazione di tale stato indipendente.

A quel tempo l’imperatore in carica, Francesco Giuseppe, aveva 84 anni. Ben presto l’arciduca Francesco Ferdinando sarebbe diventato il nuovo imperatore. Per i nazionalisti serbi Francesco Ferdinando rappresentava un ostacolo alla realizzazione del loro sogno di un regno slavo meridionale.

In Serbia alcuni giovani studenti erano ossessionati dall’idea di uno stato slavo meridionale libero ed erano disposti a morire per la loro causa. Diversi giovani furono scelti per assassinare l’Arciduca, e vennero armati e addestrati da un’organizzazione segreta di nazionalisti serbi chiamata Mano Nera. Due di questi giovani tentarono l’assassinio, e uno di loro riuscì nel suo intento. Si chiamava Gavrilo Princip. Aveva 19 anni.

Quell’assassinio sortì l’effetto voluto. Quando la prima guerra mondiale finì l’impero austro-ungarico non esisteva più e la Serbia poté prendere l’iniziativa nell’unificare gli slavi in un regno. Nel 1918 quel regno divenne noto come Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. Nel 1929 tale nome fu cambiato in Iugoslavia. Tuttavia quando i diversi gruppi non ebbero più bisogno di essere uniti nella comune avversione per l’Austria-Ungheria, divenne evidente che esistevano disaccordi tra loro. Nella nuova nazione c’erano quasi 20 diversi gruppi etnici, quattro lingue ufficiali e diverse lingue minori, due alfabeti diversi (latino e cirillico) e tre religioni principali: cattolica, musulmana e ortodossa serba. La religione continua ad essere un grosso fattore divisivo. In altre parole, nel nuovo stato esistevano molti elementi divisivi di vecchia data.

La Iugoslavia e la seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale la Germania invase la Iugoslavia e, secondo il libro The Yugoslav Auschwitz and the Vatican (L’Auschwitz iugoslava e il Vaticano), “più di 200.000 persone, in massima parte ortodossi serbi, furono sistematicamente assassinate” da croati cattolici che cooperavano con i nazisti. Tuttavia il croato Josip Broz Tito, insieme ai suoi partigiani comunisti e in collaborazione con inglesi e americani, fu in grado di cacciare i tedeschi. Quando la guerra finì fu naturale che egli prendesse le redini del paese, e lo governò con pugno di ferro. Tito era un uomo indipendente. Nemmeno Stalin riuscì a costringerlo ad allineare la Iugoslavia al resto del blocco comunista.

Molti abitanti dell’ex Iugoslavia hanno detto: ‘Se non fosse stato per Tito, l’unione sarebbe crollata molto prima. Solo lui aveva la forza di volontà e l’autorità necessaria per tenerla insieme’. Questo si è dimostrato vero. Fu dopo la morte di Tito, avvenuta nel 1980, che scoppiarono nuovamente i conflitti, i quali si intensificarono fino a sfociare nel 1991 nella guerra civile.

I proiettili che hanno cambiato il mondo

Nel libro Thunder at Twilight—Vienna 1913/1914 (Tuono al crepuscolo: Vienna 1913/1914) lo scrittore Frederic Morton ha scritto a proposito dell’assassinio di Francesco Ferdinando: “Il proiettile che gli trapassò la giugulare fu il colpo che diede inizio alla più devastante carneficina a cui l’umanità avesse mai assistito fino ad allora. Esso mise in moto il meccanismo che portò alla seconda guerra mondiale. . . . Molti elementi che caratterizzano l’odierno panorama mondiale furono forgiati sulle rive del Danubio nell’anno e mezzo che precedette quel colpo di pistola diretto alla testa dell’Arciduca”. — Il corsivo è nostro.

I recenti fatti dell’ex Iugoslavia non sono i soli “elementi che caratterizzano l’odierno panorama mondiale” che si possano far risalire al 1914. Molti storici sono d’accordo con l’affermazione dello storico Edmond Taylor: “Lo scoppio della prima guerra mondiale introdusse nel XX secolo un ‘tempo d’afflizione’ . . . Direttamente o indirettamente, tutte le convulsioni dell’ultimo mezzo secolo risalgono al 1914”.

Si è cercato di spiegare perché quei colpi di pistola esplosi a Sarajevo ebbero conseguenze così tragiche. Come poterono due colpi di pistola sparati da uno studentello infiammare il mondo intero e introdurre un periodo di violenza, confusione e delusione che continua tuttora?

Tentativi per spiegare il 1914

Nel libro citato sopra, Morton tenta di spiegare cosa accadde additando quella che egli definisce “la forza nuova” che influenzava le nazioni nel 1914. Questa “forza”, afferma, in realtà era prodotta da un insieme di fattori. Le poche voci moderate che si levarono furono sommerse dalle crescenti grida che invocavano la guerra. La mobilitazione di un paese accelerava quella di tutti gli altri. Il potere passò dalla classe governante ai generali. Molti inoltre videro nella guerra una buona occasione per gettarsi in una “grande avventura nazionale” così da sfuggire alle miserie della vita quotidiana. In seguito un ufficiale scrisse: “Come uomini che attendono con ansia un temporale che li liberi dall’afa estiva, così la generazione del 1914 credeva nel sollievo che la guerra avrebbe potuto portare”. Lo scrittore tedesco Hermann Hesse disse che a molti avrebbe fatto bene essere strappati da “una monotona pace capitalista”. Allo scrittore tedesco Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura, è stata attribuita la frase secondo cui la guerra sarebbe “una purificazione, una liberazione, un’enorme speranza”. Persino Winston Churchill, eccitato dall’idea della guerra, scrisse: “I preparativi bellici esercitano su di me un orrendo fascino. Prego Dio che mi perdoni questa spaventosa leggerezza”.

Fu a motivo di questa “forza nuova” che in tutta Europa si assistette a scene di allegria mentre i soldati andavano in guerra. Ai loro berretti furono legati rametti verdi, ai cannoni vennero appese ghirlande di rose, le orchestrine suonavano mentre le casalinghe dalle finestre agitavano fazzoletti in segno di saluto e i bambini correvano allegramente a fianco dei soldati. Era come se la gente festeggiasse l’arrivo della guerra. La guerra mondiale arrivò mascherata da festa.

Questi sono alcuni aspetti di quella che Morton, citato sopra, definì “la forza nuova” che dovrebbe aiutarci a capire la causa della prima guerra mondiale. Ma da dove veniva questa “forza”? Lo storico Barbara Tuchman scrisse che la società industriale aveva dato all’uomo nuovi poteri e nuovi problemi. In effetti, “la società . . . era . . . arrivata al limite di rottura a motivo delle nuove tensioni e delle energie accumulate”. Stefan Zweig, giovane intellettuale viennese dell’epoca, scrisse: “Non riesco a spiegarlo altrimenti che in virtù di questo eccesso di energia, tragica conseguenza delle tensioni interne che si erano accumulate in quarant’anni di pace e che ora cercavano uno sfogo violento”. Le parole “non riesco a spiegarlo altrimenti” fanno pensare che egli stesso abbia difficoltà a trovare una spiegazione. Nella prefazione al suo libro Thunder at Twilight Morton scrive: “Perché accadde proprio allora e proprio lì? E come accadde? . . . Esiste una chiave per risolvere questo rebus?”

Sì, molti che tentano di dare una spiegazione ai fatti del 1914 ritengono che le ragioni profonde non siano facili da capire. Perché la guerra non fu limitata alle parti direttamente implicate? Perché sfociò in una guerra mondiale? Perché si protrasse così a lungo e fu così disastrosa? Che cos’era in effetti quella strana forza che si impadronì dell’umanità nell’autunno del 1914? Il prossimo articolo, a pagina 10, analizzerà la risposta della Bibbia a queste domande.

[Nota in calce]

a Iugoslavia significa “Terra degli slavi meridionali”. Le repubbliche sono Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia.

[Testo in evidenza a pagina 6]

“Come uomini che attendono con ansia un temporale che li liberi dall’afa estiva, così la generazione del 1914 credeva nel sollievo che la guerra avrebbe potuto portare”. — Ernest U. Cormons, diplomatico austriaco

[Riquadro/Immagini alle pagine 8 e 9]

1914

La Bibbia prediceva gli avvenimenti disastrosi che si sono verificati dal 1914 in poi

“Uscì un altro cavallo, color fuoco; e a colui che vi sedeva sopra fu concesso di togliere la pace dalla terra affinché si scannassero gli uni gli altri; e gli fu data una grande spada. E quando aprì il terzo sigillo, udii la terza creatura vivente dire: ‘Vieni!’ E vidi, ed ecco, un cavallo nero; e colui che vi sedeva sopra aveva in mano una bilancia. E udii una voce come in mezzo alle quattro creature viventi dire: ‘Una chenice di grano per un denaro, e tre chenici di orzo per un denaro; e non danneggiare l’olio e il vino’. E quando aprì il quarto sigillo, udii la voce della quarta creatura vivente dire: ‘Vieni!’ E vidi, ed ecco, un cavallo pallido; e colui che vi sedeva sopra aveva nome la Morte. E l’Ades lo seguiva da vicino. E fu data loro autorità sulla quarta parte della terra, per uccidere con una lunga spada e con la penuria di viveri e con una piaga mortale e mediante le bestie selvagge della terra”.— Rivelazione (Apocalisse) 6:4-8 (Vedi anche Luca 21:10-24; 2 Timoteo 3:1-5).

“La Grande Guerra del 1914-18 è come una striscia di terra bruciata che divide quell’epoca dalla nostra. Annientando così tante vite che sarebbero state attive negli anni successivi, infrangendo certezze, sovvertendo idee e lasciandosi dietro ferite insanabili prodotte dalla delusione, creò una voragine fisica e psicologica fra due epoche”. — Prefazione al libro The Proud Tower, di Barbara W. Tuchman.

“I quattro anni che seguirono [il 1914] furono, come scrisse Graham Wallas, ‘quattro anni del più intenso ed eroico sforzo che la razza umana abbia mai compiuto’. Quando lo sforzo cessò, le illusioni e gli entusiasmi possibili fino al 1914 sprofondarono pian piano in un mare di immensa delusione. Dopo aver pagato tale prezzo, la principale conquista dell’umanità fu una dolorosa consapevolezza dei propri limiti”. — Epilogo dello stesso libro.

[Fonti]

The Bettmann Archive

Gli amministratori dell’Imperial War Museum di Londra

National Archives of Canada, P.A. 40136

[Cartina a pagina 7]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

L’Europa com’era nell’agosto 1914

1. Gran Bretagna e Irlanda 2. Francia 3. Spagna 4. Impero tedesco 5. Svizzera 6. Italia 7. Russia 8. Austria-Ungheria 9. Romania 10. Bulgaria 11. Serbia 12. Montenegro 13. Albania 14. Grecia

[Immagine a pagina 5]

Gavrilo Princip

[Immagine a pagina 6]

Omaggi floreali ai tedeschi che vanno in guerra

[Fonte]

The Bettmann Archive

[Fonte dell’immagine a pagina 3]

Culver Pictures

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi