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  • I sostenitori del tabacco tentano di difendersi

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  • I sostenitori del tabacco tentano di difendersi
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Svegliatevi! 1995
g95 22/5 pp. 8-13

I sostenitori del tabacco tentano di difendersi

NEGLI anni ’40 Londra era una città assediata. I caccia tedeschi e le bombe volanti seminavano terrore e distruzione. Se la situazione non fosse stata così tragica, però, gli abitanti avrebbero potuto essere divertiti da uno spettacolo bizzarro.

Sopra di loro, ancorati a lunghi cavi, erano sospesi migliaia di grandi palloni aerostatici. Lo scopo era di scoraggiare le incursioni aeree a bassa quota e possibilmente intercettare qualche bomba volante. Per quanto ingegnoso, lo sbarramento di palloni aerostatici non servì praticamente a nulla.

In maniera analoga, le aziende produttrici di sigarette si sono trovate “assediate”. Gli estesi imperi del tabacco, un tempo inespugnabili bastioni di potere politico ed economico, vengono attaccati da ogni parte.

La comunità medica sforna pagine su pagine di studi che li mettono con le spalle al muro. Funzionari sanitari, sfruttando la situazione a loro vantaggio, conducono crociate antifumo. Genitori sdegnati denunciano il fatto che i loro figli vengono raggirati. Legislatori determinati hanno proibito di fumare in uffici pubblici, ristoranti, basi militari e aerei. In molti paesi è stata vietata ogni pubblicità televisiva e radiofonica del tabacco. Negli Stati Uniti, interi stati stanno facendo causa alle industrie del tabacco chiedendo risarcimenti di milioni di dollari per le spese sanitarie sostenute. Anche avvocati si gettano nella mischia.

Così, nel tentativo di respingere gli attacchi, le aziende del tabacco hanno imbastito una linea di difesa. Ma le loro argomentazioni sembrano vuote e inefficaci come i palloni aerostatici che dovevano difendere Londra.

L’anno scorso i cittadini degli Stati Uniti hanno potuto osservare benissimo come funzionari sanitari governativi e legislatori indignati hanno sferrato una vigorosa offensiva contro l’industria del tabacco. Nell’aprile 1994, davanti a una commissione nominata dal Congresso, i dirigenti di sette grandi aziende americane del tabacco furono messi di fronte alle chiare statistiche: ogni anno muoiono più di 400.000 americani, e altri milioni sono malati, moribondi o comunque dipendenti.

Cosa ebbero da dire in loro difesa? I dirigenti sotto accusa si difesero facendo alcune osservazioni interessanti: “Resta ancora da dimostrare l’esistenza di un nesso causale tra il fumo . . . e l’insorgere di malattie”, ha affermato un portavoce del Tobacco Institute. Non solo: il vizio del fumo è stato definito innocuo al pari di qualsiasi altra attività piacevole, come mangiare dolciumi o bere caffè. “La presenza di nicotina non rende le sigarette una droga, né rende il fumo un vizio che crea dipendenza”, ha detto il direttore generale di un’azienda del tabacco. “L’assunto secondo cui la nicotina delle sigarette creerebbe dipendenza a qualsiasi livello non è corretto”, ha affermato uno scienziato di un’azienda del tabacco.

Se le sigarette non creano dipendenza, ha replicato la commissione, allora perché le aziende del tabacco hanno cercato di manipolare i livelli di nicotina nei loro prodotti? “Per il sapore”, ha spiegato un altro dirigente di una di queste aziende. Cosa c’è di peggio di una sigaretta senza gusto? Anche di fronte a una montagna di ricerche tratte dagli archivi della sua stessa azienda, da cui si desumeva che la nicotina crea dipendenza, questo dirigente continuò a sostenere la propria versione.

A quanto pare, lui e altri continueranno a sostenere tale opinione, non importa quante vittime del tabacco andranno a riempire i cimiteri. All’inizio del 1993 il dott. Lonnie Bristow, presidente del consiglio di amministrazione dell’Associazione Medica Americana, lanciò una sfida interessante. Il Journal of the American Medical Association riferisce: “Ha invitato i dirigenti delle principali aziende americane del tabacco a fare un giro insieme a lui nelle corsie degli ospedali per vedere uno dei risultati del fumo: persone colpite dal cancro del polmone e da altre malattie polmonari. Nessuno ha accettato l’invito”.

L’industria del tabacco si vanta di provvedere buoni posti di lavoro in un momento in cui l’economia mondiale è afflitta da crescente disoccupazione. In Argentina, ad esempio, questa industria dà lavoro a un milione di persone, e ad essa sono collegati indirettamente altri quattro milioni di posti di lavoro. Gli imponenti gettiti fiscali hanno fatto entrare le industrie del tabacco nelle grazie di molti governi.

Un’azienda del tabacco ha favorito specificamente delle minoranze facendo generose donazioni: in apparenza una dimostrazione di senso civico. Documenti riservati dell’azienda, tuttavia, hanno rivelato qual era il vero motivo di questi “stanziamenti per la creazione di una base elettorale”: creare consenso tra i potenziali elettori.

Questa stessa industria del tabacco si è fatta amici anche in campo artistico, donando grosse cifre a musei, scuole, accademie di danza e istituzioni musicali. I dirigenti di istituzioni artistiche si fanno coraggio e accettano questo denaro di cui hanno grande bisogno. Di recente i membri della comunità artistica di New York si sono trovati in una situazione imbarazzante quando questa industria del tabacco ha chiesto loro di sostenere i propri sforzi lobbistici contro la legislazione antifumo.

E, naturalmente, i ricchi colossi del tabacco non hanno paura di distribuire denaro ai politici, i quali possono usare la loro influenza per bloccare qualsiasi proposta che danneggerebbe gli interessi del tabacco. Alti funzionari governativi hanno preso le parti delle aziende del tabacco. Alcuni hanno legami economici con queste industrie o si sentono in dovere di ripagarle per il generoso sostegno finanziario che queste hanno dato loro durante le campagne elettorali.

Un membro del Congresso degli Stati Uniti avrebbe ricevuto oltre 21.000 dollari di donazioni dalle aziende del tabacco e in seguito votò contro diversi provvedimenti antitabacco.

Un ex lobbista del tabacco, ben pagato, che era allo stesso tempo senatore di uno stato e un forte fumatore, ha scoperto di recente di avere il cancro alla gola, ai polmoni e al fegato. Ora prova rimorso e si lamenta dicendo che a “stare a letto con una malattia che ci si è procurati da soli” ci si sente stupidi.

Con tutto il potere che si può comprare con la pubblicità, i colossi del tabacco stanno attaccando vigorosamente i loro avversari. Una pubblicità sventola la bandiera della libertà, avvertendo solennemente: “Oggi le sigarette. E domani?” L’idea è che caffeina, alcool e hamburger saranno le prossime vittime di presunti fanatici proibizionisti.

Pubblicità sui giornali hanno cercato di gettare discredito su uno studio spesso citato, condotto dall’EPA, l’ente americano per la protezione ambientale, che ha classificato come cancerogeno il fumo passivo. Le industrie del tabacco hanno annunciato che intendono intraprendere una battaglia legale. Un programma televisivo ha accusato un’industria del tabacco di giocare sui livelli di nicotina per incoraggiare la dipendenza dal fumo. L’emittente che ha trasmesso il programma si è subito vista citare per danni, e le è stato chiesto un risarcimento di 10 miliardi di dollari.

Le industrie del tabacco si sono battute con vigore, ma su di loro gravano sempre più accuse. Negli ultimi quattro decenni sono stati condotti circa 50.000 studi, i quali hanno fornito e continuano a fornire una montagna di prove sui pericoli derivanti dall’uso del tabacco.

In che modo le aziende del tabacco hanno tentato di aggirare le accuse lanciate loro? Hanno affermato ostinatamente un presunto dato di fatto: ci sono fumatori che smettono di fumare. Perciò, esse dicono, la nicotina non crea dipendenza. Ma le statistiche sono di ben altro avviso. È vero che 40 milioni di americani hanno smesso di fumare. Tuttavia altri 50 milioni di americani fumano ancora, e il 70 per cento d’essi dice che vorrebbe smettere. Dei 17 milioni di fumatori che ogni anno tentano di smettere, il 90 per cento ricomincia a fumare nel giro di un anno.

Dopo essere stati operati di cancro del polmone, quasi il 50 per cento dei fumatori americani riprendono a fumare. Dei fumatori che hanno avuto un infarto, il 38 per cento si accendono una sigaretta prima ancora di essere dimessi dall’ospedale. Il 40 per cento dei fumatori a cui è stata asportata la laringe, cancerosa, tentano di fumare di nuovo.

Negli Stati Uniti ci sono milioni di fumatori adolescenti: tre quarti d’essi dicono di aver fatto almeno un serio tentativo di smettere ma di non esserci riusciti. Le statistiche mostrano anche che per molti giovani il fumo del tabacco è il primo passo verso droghe più pesanti. La probabilità di usare cocaina è oltre 50 volte più alta tra gli adolescenti che fumano che tra i non fumatori. Una ragazza tredicenne che fuma è di questo avviso. “Personalmente non ho dubbi che le sigarette sono una droga che spiana la strada alle droghe più pesanti”, ha scritto. “Quasi tutti quelli che conosco, eccetto tre persone, hanno cominciato a fumare prima di drogarsi”.

Che dire delle sigarette a basso contenuto di catrame? Gli studi dimostrano che in effetti possono essere più pericolose, e questo per due motivi: Primo, il fumatore spesso inspira più profondamente per ottenere la nicotina che il suo organismo brama, esponendo così una maggior porzione di tessuto polmonare agli effetti tossici del fumo; secondo, l’idea sbagliata di star fumando una sigaretta “più sana” può impedirgli di fare lo sforzo di smettere del tutto.

Solo sulla nicotina sono stati fatti più di 2.000 studi. Essi rivelano che, fra tutte le sostanze che creano dipendenza, la nicotina è una delle più efficaci che si conoscano, e una delle più dannose. Essa accelera il battito cardiaco e restringe i vasi sanguigni. Entra in circolo in sette secondi: addirittura prima di un farmaco somministrato per via endovenosa. Essa condiziona il cervello a volerne di più, generando un desiderio che secondo alcuni ha un potere di assuefazione due volte superiore a quello dell’eroina.

Le aziende del tabacco, nonostante lo neghino, si rendono conto che la nicotina può creare dipendenza? I fatti indicano che lo sanno da tempo. Ad esempio, un rapporto del 1983 mostra che un ricercatore di un’industria del tabacco osservò che i ratti di laboratorio manifestavano i classici sintomi della dipendenza, autosomministrandosi regolarmente dosi di nicotina azionando delle leve. A quanto pare, i risultati di questo studio furono ben presto insabbiati dall’industria e sono venuti alla luce solo di recente.

I colossi del tabacco non sono rimasti con le mani in mano di fronte agli attacchi che stanno arrivando loro da tutti i fronti. Nella città di New York il Consiglio per le Ricerche sul Tabacco conduce quella che il Wall Street Journal definisce “la più lunga campagna di disinformazione nella storia dell’economia degli Stati Uniti”.

Con la pretesa di condurre ricerche indipendenti, il consiglio ha investito milioni di dollari per respingere gli attacchi. Tutto cominciò nel 1953 quando il dott. Ernst Wynder, del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, scoprì che i topi sul cui dorso era stato spalmato il catrame del tabacco sviluppavano tumori. L’industria istituì questo consiglio per neutralizzare le chiare prove che si andavano raccogliendo contro il suo prodotto, opponendo le proprie prove scientifiche.

Ma come avrebbero fatto gli scienziati di questo consiglio a produrre risultati così diversi dalle scoperte fatte dal resto dei ricercatori? Documenti recentemente diventati di dominio pubblico rivelano un’elaborata rete di intrighi. Molti ricercatori del consiglio, vincolati da contratti scritti oppure sotto il vigile sguardo di squadre di avvocati, hanno riscontrato che le crescenti preoccupazioni per la salute erano ben fondate. Di fronte ai fatti, però, secondo il Wall Street Journal, il consiglio “a volte ha trascurato, o persino troncato, gli studi da cui si deduceva che il fumo è pericoloso per la salute”.

Dietro le mura della segretezza, le ricerche per creare una sigaretta più sicura continuarono per anni. Condurre queste ricerche pubblicamente sarebbe stata una tacita ammissione che il fumo fa davvero male. Alla fine degli anni ’70 un importante avvocato di un’industria del tabacco raccomandò di abbandonare i tentativi di produrre una sigaretta “sicura”, in quanto inutili, e di archiviare tutta la relativa documentazione.

Dagli anni di sperimentazione divennero chiare due cose: La nicotina causa davvero dipendenza, e il fumo uccide davvero. Anche se in pubblico negano recisamente questi fatti, con le proprie azioni le aziende del tabacco mostrano di conoscere i fatti fin troppo bene.

Accusando queste aziende di manipolazioni deliberate David Kessler, commissario della FDA, l’ente americano che si occupa degli alimenti e dei farmaci, ha detto: “Alcune delle odierne sigarette, in effetti, si potrebbero definire sistemi di erogazione della nicotina ad alta tecnologia grazie ai quali la nicotina viene fornita in dosi calcolate con precisione . . . sufficienti a creare e sostenere la dipendenza”.

Kessler ha rivelato che le aziende del tabacco possiedono diversi brevetti che dimostrano il loro intento. Uno di questi riguarda una varietà di tabacco manipolata geneticamente che ha il più alto contenuto di nicotina che si conosca. Un altro metodo tratta con nicotina il filtro e la carta delle sigarette, così da dare una carica in più. Un altro ancora fa sì che venga liberata più nicotina nelle prime boccate che nelle ultime. Inoltre, documenti industriali dimostrano che nelle sigarette vengono aggiunti composti dell’ammoniaca perché il tabacco liberi più nicotina. “A un fumatore entrava in circolo quasi il doppio della quantità [di nicotina] normalmente inspirata”, dice un articolo del New York Times. La FDA ha dichiarato che la nicotina è una droga che causa dipendenza e si prefigge di regolamentare più rigidamente le sigarette.

Anche i governi, a modo loro, non possono fare a meno delle sigarette. Il governo americano, ad esempio, raccoglie ogni anno sotto forma di tasse statali e federali sui prodotti del tabacco 12 miliardi di dollari. Un organismo federale (l’Office of Technology Assessment), però, calcola che il fumo costa al governo 68 miliardi di dollari all’anno in termini di spese sanitarie e di produttività perduta.

Pretesi vantaggi economici e abbondanza di posti di lavoro, benevolo sostegno alle arti, recise negazioni dei rischi per la salute: l’industria del tabacco, per difendersi, ha lanciato alcuni palloni aerostatici davvero bizzarri. Resta da vedere se si dimostreranno più efficaci di quelli posti a suo tempo a difesa di Londra.

Tuttavia è evidente che questi colossi aziendali non possono più nascondere la loro vera identità. Hanno guadagnato miliardi, ma sulla pelle di milioni di persone; sembra però che il terribile prezzo in vite umane dei loro traffici li lasci indifferenti.

[Testo in evidenza a pagina 8]

Le loro argomentazioni? Vuote e inefficaci

[Testo in evidenza a pagina 9]

Il fumo passivo è stato dichiarato cancerogeno

[Testo in evidenza a pagina 10]

La nicotina è una delle più efficaci sostanze che creano dipendenza

[Testo in evidenza a pagina 11]

Hanno guadagnato miliardi, ma sulla pelle di milioni di persone

[Riquadro a pagina 10]

50.000 studi: Cosa hanno scoperto?

Ecco un piccolo campione dei rischi per la salute che i ricercatori hanno messo in relazione con l’uso di tabacco:

CANCRO DEL POLMONE: L’87 per cento dei decessi per cancro del polmone avvengono tra i fumatori.

MALATTIE CARDIACHE: Tra i fumatori il rischio di contrarre una malattia cardiovascolare è del 70 per cento maggiore.

TUMORE AL SENO: Le donne che fumano 40 o più sigarette al giorno hanno una probabilità del 74 per cento maggiore di morire di tumore al seno.

PROBLEMI DI UDITO: I neonati delle fumatrici hanno maggiori difficoltà a elaborare i suoni.

RISCHI LEGATI AL DIABETE: I diabetici che fumano o masticano tabacco sono più esposti al rischio di lesioni renali e in loro è più rapida l’insorgenza della retinopatia (una malattia della retina).

CANCRO DEL COLON: Due studi condotti su oltre 150.000 persone mostrano che c’è un chiaro legame tra fumo e cancro del colon.

ASMA: Il fumo passivo può peggiorare l’asma nei giovani.

PREDISPOSIZIONE AL FUMO: Le figlie di donne che hanno fumato durante la gravidanza hanno una probabilità di fumare quattro volte superiore.

LEUCEMIA: Sembra che il fumo causi la leucemia mieloide.

INCIDENTI DURANTE L’ATTIVITÀ FISICA: Secondo uno studio dell’esercito americano, i fumatori sono più esposti a riportare lesioni durante l’attività fisica.

MEMORIA: Dosi elevate di nicotina possono far diminuire la destrezza mentale quando si svolgono compiti complessi.

DEPRESSIONE: Gli psichiatri stanno analizzando le prove secondo cui esisterebbe un legame tra fumo e depressione grave come pure tra fumo e schizofrenia.

SUICIDIO: Uno studio condotto su personale paramedico ha dimostrato che i suicidi erano due volte più probabili tra i fumatori.

Altri pericoli da aggiungere all’elenco: cancro della bocca, della laringe, della gola, dell’esofago, del pancreas, dello stomaco, dell’intestino tenue, della vescica, del rene e della cervice; ictus, infarto, pneumopatia cronica, malattie circolatorie, ulcera peptica, diabete, sterilità, basso peso alla nascita, osteoporosi e infezioni all’orecchio. Si potrebbero aggiungere anche i rischi di incendio, in quanto il fumo di tabacco è la principale causa degli incendi di case, alberghi e ospedali.

[Riquadro a pagina 12]

Il tabacco che non si fuma: un’alternativa pericolosa

L’azienda leader nell’industria del tabacco da fiuto o da masticare, che ha un giro d’affari di 1 miliardo e 100 milioni di dollari, attira astutamente i semplici con un’“esca” profumata. Vende varietà di tabacco aromatizzate. La “leggera sensazione di euforia da tabacco” che queste varietà procurano soddisfa, ma non a lungo. Un ex vicepresidente di questa azienda ha detto: “Molti forse cominciano con i prodotti più aromatizzati, ma poi finiscono per comprare [la varietà più forte]”. Questo prodotto è pubblicizzato come “Un tabacco da masticare forte per uomini forti”, e “Soddisfa”.

Il Wall Street Journal, che ha parlato della strategia di mercato di questa azienda, ha citato la dichiarazione dell’azienda stessa secondo cui non sarebbe vero che essa “manipola i livelli di nicotina”. Il Journal ha affermato anche che due chimici che hanno lavorato per questa industria del tabacco, affrontando per la prima volta l’argomento, hanno detto che “pur non manipolando i livelli di nicotina, la ditta manipola la quantità di nicotina che i consumatori assorbono”. Inoltre, sempre secondo le loro dichiarazioni, questa azienda aggiunge sostanze chimiche per esaltare l’alcalinità del tabacco da succhiare. Più il tabacco è alcalino, “più nicotina viene liberata”. Il Journal aggiunge questa precisazione a proposito del tabacco da succhiare e di quello da masticare: “Il tabacco da succhiare, che a volte viene confuso con quello da masticare, è tabacco trinciato che i consumatori succhiano ma non masticano. Ne prendono un pizzico e lo mettono tra la guancia e la gengiva, spostandolo poi con la lingua e sputando di tanto in tanto”.

Le varietà aromatizzate fatte per i principianti liberano solo dal 7 al 22 per cento della nicotina, che può così entrare in circolo. La varietà più forte può provocare conati di vomito nei nuovi consumatori. Il suo tabacco è trinciato fine, per “veri” uomini. Il 79 per cento della nicotina è “libera”, disponibile per essere immediatamente assorbita ed entrare nel circolo ematico. Negli Stati Uniti l’età media a cui si comincia a succhiare tabacco è nove anni. E quale ragazzino di nove anni resisterà a lungo prima di passare alle varietà più forti e diventare anche lui un “vero” uomo?

La dose di nicotina assorbita in questo modo è in effetti più potente di quella che deriva da una sigaretta. I consumatori sarebbero 4 volte più esposti al rischio di cancro della bocca, e il loro rischio di ammalarsi di cancro della gola è 50 volte superiore a quello di chi non succhia tabacco.

Negli Stati Uniti per un periodo si è gridato allo scandalo quando la madre di un ex campione scolastico di atletica, morto di cancro della bocca, ha citato in giudizio un’azienda produttrice di tabacco. Il figlio aveva ottenuto in omaggio un barattolo di tabacco da succhiare a un rodeo, quando aveva solo 12 anni, e finì per consumarne quattro barattoli alla settimana. Dopo che al ragazzo, in una serie di dolorosi interventi chirurgici, furono asportate parti della lingua, della mascella e del collo, i medici si sono arresi. Il giovane è morto a 19 anni.

[Riquadro a pagina 13]

Come smettere

Milioni di persone sono riuscite a vincere la dipendenza dalla nicotina. Se fumate, anche se lo fate da molto tempo, potete liberarvi anche voi di questo vizio dannoso. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esservi utili:

• Sappiate in anticipo cosa aspettarvi. Tra i sintomi di astinenza ci possono essere stati d’ansia, irritabilità, vertigini, mal di testa, insonnia, nausea, fame, forte desiderio di fumare, scarsa capacità di concentrazione e tremori. Non è certo una bella prospettiva, ma i sintomi più intensi durano solo pochi giorni e gradualmente diminuiscono di intensità man mano che il corpo si libera della nicotina.

• Ora inizia la vera guerra psicologica. Non solo il vostro corpo desiderava la nicotina, ma la vostra mente era condizionata da abitudini collegate al fumo. Analizzate la vostra routine per capire in quali occasioni accendevate automaticamente una sigaretta, e modificate tali abitudini. Ad esempio, se eravate abituati a fumare sempre dopo mangiato, decidete di alzarvi subito e di andare a fare una passeggiata o a lavare i piatti.

• Quando provate il forte desiderio di fumare, forse a motivo di una situazione stressante, ricordate che in genere l’impulso passerà nel giro di cinque minuti. Siate pronti a occupare la mente scrivendo una lettera, facendo ginnastica o mangiando un sano spuntino. La preghiera è un aiuto potente per autocontrollarsi.

• Se siete scoraggiati perché già in passato avete tentato di smettere di fumare e non ci siete riusciti, fatevi coraggio. La cosa importante è continuare a provare.

• Se ciò che vi trattiene è la paura di ingrassare, ricordate che i benefìci che si hanno smettendo di fumare sono di gran lunga maggiori dei pericoli che si corrono avendo qualche chilo in più. Potrebbe essere utile avere a portata di mano frutta o verdura. E bevete molta acqua.

• Smettere di fumare è una cosa. Continuare ad astenersi dal tabacco è un’altra. Stabilitevi delle mete, in termini di tempo, in cui stare senza fumare: un giorno, una settimana, tre mesi, per sempre.

Gesù disse: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Marco 12:31) Per amare il vostro prossimo, smettete di fumare. Per amare voi stessi, smettete di fumare. — Vedi anche “Fumo: Il punto di vista cristiano” in Svegliatevi! dell’8 luglio 1989, pagine 13-15.

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