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  • g96 22/10 pp. 21-24
  • Sigarette: Siete contrari?

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  • Sigarette: Siete contrari?
  • Svegliatevi! 1996
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Svegliatevi! 1996
g96 22/10 pp. 21-24

Sigarette: Siete contrari?

La nazione che ha contribuito a far conoscere il tabacco nel mondo è la prima a mettere in guardia contro i suoi pericoli.

“IL TABACCO”, ha scritto uno storico, “non ha una vera e propria storia prima della scoperta dell’America”. I nativi delle Antille lo offrirono a Cristoforo Colombo. L’esportazione del tabacco assicurò la sopravvivenza di Jamestown, il primo insediamento inglese permanente nel Nordamerica. La sua vendita contribuì a finanziare la rivoluzione americana. E George Washington e Thomas Jefferson, tra i primi presidenti degli Stati Uniti, erano coltivatori di tabacco.

Più recentemente Hollywood ha usato le sigarette come simbolo di attrattiva romantica, fascino e virilità. I soldati americani le offrivano alla gente che incontravano nei paesi dove combattevano. E stando a quanto si dice, dopo la seconda guerra mondiale le sigarette erano un comune mezzo di scambio “da Parigi a Pechino”.

Ma le cose sono cambiate. L’11 gennaio 1964 il surgeon general, la massima autorità americana in campo sanitario, pubblicò un rapporto di 387 pagine in cui il fumo veniva messo in relazione con l’enfisema, il cancro del polmone e altre malattie gravi. Ben presto la legge federale richiese che su tutti i pacchetti di sigarette venduti negli Stati Uniti ci fosse l’avviso “Attenzione: Il fumo delle sigarette può essere pericoloso per la salute”. Ora si afferma che negli Stati Uniti il fumo, secondo una stima, causi 434.000 decessi all’anno. Questa cifra supera il numero di tutti gli americani uccisi in battaglia nell’ultimo secolo!

Imposte certe restrizioni

Oltre dieci anni fa ad Aspen, famoso luogo di villeggiatura invernale del Colorado, fu vietato il fumo nei ristoranti. Da allora i settori per non fumatori sono divenuti più comuni nei ristoranti, nei posti di lavoro e in altri luoghi pubblici. Alcuni anni fa un californiano che si trovava in un ristorante della Virginia chiese a sua figlia dov’era il settore per non fumatori. “Ma papà”, rispose lei, “questo è uno stato dove si coltiva tabacco!” Durante la sua visita successiva, però, l’uomo vide che metà di quel ristorante era riservato ai non fumatori. Recentemente non ha visto nessuno che fumasse lì.

Ma l’avere settori separati per i fumatori non ha risolto il problema. Lungo le strade principali della California lo stato ha fatto mettere grandi tabelloni con la scritta: “Pensate che il fumo sappia che deve rimanere nel settore per fumatori?”

Quando nei ristoranti più grandi di New York fu vietato fumare, i proprietari protestarono pensando che questo avrebbe scoraggiato i turisti provenienti dall’Europa dove, essi asserivano, c’erano poche norme che regolavano il fumo. Tuttavia da un’indagine precedente era emerso che il 56 per cento degli americani era più propenso ad andare in un ristorante per non fumatori, mentre solo il 26 per cento era meno propenso ad andarci.

Sulle vetture della metropolitana di New York c’è una scritta che dice: “Il messaggio è lo stesso in qualsiasi lingua: Nelle nostre stazioni e sui nostri treni è vietato fumare, in qualsiasi momento, da qualsiasi parte. Grazie”. La scritta ripete il messaggio non solo in inglese ma in altre 15 lingue.

È una faccenda veramente così grave? Sì. Se in una grande catastrofe perissero 300 persone, radio e televisione ne parlerebbero per giorni, forse anche per settimane. Ma un articolo del Journal of the American Medical Association diceva che secondo i calcoli muoiono ogni anno 53.000 americani a causa delle conseguenze a lungo termine che il fumo delle sigarette altrui procura. Per questo, diceva la rivista, il fumo passivo, o fumo del tabacco che è nell’aria, “è al terzo posto fra le principali cause evitabili di morte, dopo l’alcool e il fumo aspirato direttamente”.

I bambini: vittime indifese

Che dire del fumare in casa? Healthy People 2000, una pubblicazione del governo americano che stabilisce degli obiettivi per ridurre “i decessi prematuri nonché le malattie e i casi di invalidità che si possono evitare”, ha detto: “L’uso di tabacco causa oltre un decesso su sei negli Stati Uniti ed è la principale causa di morte e di malattie che si possono prevenire nella nostra società”.

Questa pubblicazione aggiunge: “Il fumo delle sigarette durante la gravidanza è responsabile del 20-30 per cento dei bambini nati sottopeso, del 14 per cento dei parti prematuri e del 10 per cento circa di tutti i decessi infantili”. Le madri che fumano, dice, possono trasmettere le sostanze contenute nel fumo del tabacco non solo allattando il bambino o fumando vicino al bambino ma anche “mettendo il bambino in una stanza dove qualcuno ha fumato poco tempo prima”.

Anche i padri sono chiamati in causa. La stessa pubblicazione consiglia: “Se persone che devono stare a contatto con i bambini hanno bisogno di fumare, devono farlo all’aperto o in ambienti da cui l’aria non passa nei luoghi in cui potrebbe esserci il bambino”. Il rischio aumenta in proporzione al numero di adulti che fumano nella stessa stanza e al numero delle sigarette fumate. Pertanto Joycelyn Elders, precedente surgeon general, ha detto: “I vostri figli sono le vittime innocenti dei vostri vizi”.

Anche altre persone sono a rischio. In una pubblicità televisiva sponsorizzata dallo stato della California si vedeva un vecchio seduto da solo. Diceva che sua moglie lo rimproverava sempre perché fumava. “Ricorse anche alle minacce, dicendo che avrebbe smesso di baciarmi se non lasciavo perdere il fumo. Io sostenevo che si trattava dei miei polmoni e della mia vita. Mi sbagliavo. Non smisi. Non mi rendevo conto che la vita che avrei perso non era la mia . . . Era la sua”. Guardando con tristezza la foto di lei, il vecchio aggiunse: “Mia moglie era la mia vita”.

Cambiato il modo di pensare

Questi avvertimenti hanno contribuito a un notevole calo nel numero dei fumatori negli Stati Uniti. Sorprendentemente, si calcola che 46 milioni di americani — il 49,6 per cento dei fumatori abituali e occasionali — abbiano smesso!

Tuttavia le industrie del tabacco hanno stanziato ingenti somme per la pubblicità e stanno passando al contrattacco. Il calo dei fumatori è rallentato. Joseph A. Califano jr., che lavora alla Columbia University di New York presso il centro che si occupa delle tossicodipendenze (Center on Addiction and Substance Abuse), ha detto: “La più grande minaccia che l’industria del tabacco presenta alla salute pubblica [è] l’impiego della pubblicità e delle tecniche di vendita dirette ai bambini e agli adolescenti, i quali costituiscono un gruppo tra cui reclutare nuovi consumatori dei suoi letali prodotti”.

Il Journal of the American Medical Association ha detto: “Si calcola che ogni giorno 3.000 persone giovani, soprattutto bambini e adolescenti, comincino a fumare regolarmente. Questo rappresenta circa 1 milione di nuovi fumatori che ogni anno sostituiscono in parte gli approssimativamente 2 milioni di fumatori che smettono o che muoiono”.

Più di metà dei fumatori americani comincia a fumare verso i 14 anni. David Kessler, commissario della FDA, l’ente americano che si occupa degli alimenti e dei farmaci, ha detto che dei 3.000 ragazzi che cominciano ogni giorno a fumare, quasi un migliaio moriranno infine per malattie connesse con il fumo.

Se queste cifre vi preoccupano, fareste bene a ricordare che i figli seguono l’esempio dei genitori. Se non vogliamo che fumino, non dobbiamo fumare neppure noi.

Vendite oltremare

Se il consumo di sigarette negli Stati Uniti è calato, il mercato straniero è in espansione. Il Los Angeles Times riferiva che “le esportazioni sono più che triplicate e le vendite all’estero di piante di tabacco degli Stati Uniti hanno subìto un’impennata”. Il New England Journal of Medicine ha detto che nei paesi in via di sviluppo “viene data poca enfasi ai rischi del fumo”, il che permette alle industrie del tabacco “di entrare rapidamente nei mercati stranieri”.

Tuttavia Patrick Reynolds, figlio di R. J. Reynolds jr. e discendente del fondatore dell’industria che produce le Camel e le Winston, due marche di sigarette, ha detto che negli Stati Uniti 1 decesso su 5 è dovuto al fumo. Reynolds avrebbe detto pure che il fumo causa ogni anno più decessi di cocaina, alcool, eroina, incendi, suicidi, omicidi, AIDS e incidenti automobilistici messi insieme e che è la principale causa di morte, malattie e tossicodipendenza della nostra era che si può prevenire.

Non sembra strano che la nazione che ha insegnato al mondo a fumare sia divenuta sempre più contraria al tabacco? In tal caso forse facciamo bene a chiederci: ‘Chi è maggiormente in grado di conoscere la risposta?’

La rivista Modern Maturity menzionava il caso di una donna che, dopo aver fumato per più di 50 anni, ha detto: “Quando hai il vizio, te lo tieni”. Ma si è liberata della falsa idea che il fumo sia una cosa affascinante, idea che l’aveva spinta a cominciare; ha analizzato le giustificazioni che adduceva per continuare a fumare e ha smesso.

“Smettete”, ha scritto. “Si prova una sensazione meravigliosa”.

[Testo in evidenza a pagina 21]

È stato “calcolato che durante gli anni ’90 nei paesi sviluppati il tabacco causerà approssimativamente il 30 per cento di tutti i decessi fra le persone dai 35 ai 69 anni, facendone la principale causa di morte prematura del mondo sviluppato”. — NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE

[Riquadro/Immagine a pagina 22]

DATI ALLARMANTI SUL CANCRO

I seguenti dati sono presi dagli opuscoli Facts on Lung Cancer e Cancer Facts & Figures—1995 dell’American Cancer Society (Società Americana contro i Tumori):

• “Le donne che non fumano hanno un rischio del 35% superiore di contrarre il cancro del polmone se il marito fuma”.

• “Secondo le stime il 90% dei casi di cancro del polmone negli uomini e il 79% nelle donne sono causati dal fumo delle sigarette”.

• “Per chi fuma due pacchetti di sigarette al giorno e ha fumato per oltre 40 anni, la mortalità da cancro del polmone è circa 22 volte superiore rispetto a chi non fuma”.

• “Il modo migliore per proteggersi dal cancro del polmone è quello di non cominciare mai a fumare, o di smettere immediatamente”.

• “Non esiste una sigaretta innocua”.

• “L’uso di tabacco da masticare o di snuff, un tipo di tabacco che non si fuma, accresce il rischio di contrarre il cancro della bocca, della laringe, della gola e dell’esofago e diventa una dipendenza molto forte”.

• “L’ulteriore rischio di contrarre il cancro alle guance e alle gengive può aumentare quasi di cinquanta volte fra chi fa uso di snuff a lungo termine”.

• “Chi smette di fumare, indipendentemente dall’età, vive più a lungo di chi continua a fumare. I fumatori che smettono di fumare prima dei 50 anni hanno la metà dei rischi di morire entro i successivi 15 anni rispetto a quelli che continuano a fumare”.

[Riquadro/Immagine a pagina 24]

IL DILEMMA DELL’AGRICOLTORE

Per generazioni la coltivazione del tabacco ha provveduto i mezzi di sussistenza alle famiglie che avevano fattorie troppo piccole per poter ricavare da altre colture quanto serviva per un tenore di vita dignitoso. Questo fatto presenta ovviamente un problema di coscienza a molti. Stanley Hauerwas, professore di etica della teologia alla Duke University, un istituto fondato da un grosso industriale del tabacco, ha detto: “Penso che ciò che tormenta molti coltivatori di tabacco sia . . . che quando hanno cominciato a coltivarlo non sapevano che potesse uccidere”.

[Immagine a pagina 23]

Il fumo non rimane nel settore per fumatori

[Immagine a pagina 23]

Il fumo durante la gravidanza è responsabile del 10 per cento circa di tutti i decessi infantili

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