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  • g97 8/2 pp. 18-21
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  • Seminare con lacrime, mietere con gioia
  • Svegliatevi! 1997
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Svegliatevi! 1997
g97 8/2 pp. 18-21

Seminare con lacrime, mietere con gioia

“GODETEVI la pensione nella Spagna solatia!” Milioni di europei hanno accettato questa offerta allettante e si sono trasferiti qui. Quando compii 59 anni, anche io decisi di vendere tutto e di trasferirmi dall’Inghilterra in Spagna, ma cercavo qualcosa di più del sole e della tranquillità.

Scelsi di andare a Santiago de Compostela — una delle città più umide della Spagna — poiché il mio obiettivo era servire come ministro a tempo pieno anziché rilassarmi al sole. Ventidue anni prima le circostanze mi avevano costretto ad abbandonare il servizio di evangelizzazione in Spagna, dove ero andato dal momento che lì c’era maggior bisogno. Avevo sempre avuto l’intenzione di ritornare, e finalmente c’ero riuscito.

Ma adattarsi non fu così facile come avevo pensato. Il primo mese fu un incubo! Non ricordo di essermi mai sentito così stanco in vita mia. Abitavo in un appartamento al quinto piano, senza ascensore. Ogni giorno arrancavo su e giù per le ripide strade di Santiago, salendo un’infinità di scale nell’intento di predicare la buona notizia a più persone possibile. Dopo quel mese estenuante, cominciarono ad assalirmi dei dubbi. Avevo preso la decisione giusta? Ero troppo vecchio per questo tipo di attività?

Il secondo mese, però, sentii che le forze mi tornavano. Era quasi come il rinnovato vigore di un corridore di fondo. Infatti ebbe inizio uno dei periodi più felici della mia vita. Cominciai a provare la gioia di mietere, dopo aver seminato per molti anni con lacrime. (Salmo 126:5) Lasciate che mi spieghi.

Un tempo di gioia

Mia moglie Pat ed io ci trasferimmo in Spagna nel 1961. Allora lì l’attività di ministero dei testimoni di Geova non era riconosciuta ufficialmente. Fummo incaricati di predicare nella soleggiata città di Siviglia, dove solo 25 persone circa svolgevano l’opera di predicazione.

Un giorno, nel ministero, parlai con un francese che imbiancava una casa. L’indomani una signora avvicinò mia moglie e me e chiese se il giorno prima avevamo parlato con un imbianchino. Disse che era suo marito, Francisco. Le aveva fatto una descrizione così accurata di noi che era stata in grado di riconoscerci immediatamente. “Lui adesso è a casa se voleste fargli visita”, ci informò.

Accettammo l’invito senza perdere tempo, e ben presto l’intera famiglia studiava la Bibbia con noi. Poi Francisco ritornò in Francia per ragioni economiche. Eravamo preoccupati. Avrebbe perso i contatti con i Testimoni? Poco dopo la sua partenza, però, ricevemmo da lui una lettera che ci rassicurò. Disse che il suo nuovo principale gli aveva chiesto quante religioni esistevano in Spagna.

“Beh, ce ne sono due, la cattolica e la protestante”, spiegò Francisco con cautela. Dato che la nostra opera non era ancora legalizzata, pensò che non fosse saggio dire di più.

“Sei sicuro?”, chiese il principale.

“Effettivamente ce ne sono tre”, rispose Francisco, “e io appartengo alla terza, i testimoni di Geova”.

“Benissimo”, replicò il principale. “Io sono servitore nella tua congregazione!” Quella sera stessa Francisco era all’adunanza della congregazione dei testimoni di Geova.

Nel 1963 fummo trasferiti da Siviglia a Valencia e, poco dopo, a Barcellona. Là venni addestrato per servire come ministro viaggiante. Poi fummo rimandati a Valencia per svolgere questo ministero in quella zona. Ma dopo un paio d’anni che svolgevamo questa piacevole attività, Pat cominciò ad avere difficoltà a mantenere l’equilibrio. Presto stentò a camminare. Così iniziò il tempo in cui ‘seminammo con lacrime’. — Salmo 126:5.

Un tempo di lacrime

A malincuore lasciammo la Spagna per far curare Pat in Inghilterra. La causa dei suoi disturbi? Sclerosi multipla, una malattia degenerativa che un po’ alla volta rende disabili. Col tempo, a motivo di effetti collaterali e problemi relativi, può causare la morte.

Fu molto difficile modificare la nostra vita e accettare la malattia. Ma nonostante tutto imparammo quanto siano vere le parole del salmista: “Geova stesso lo sosterrà [sosterrà chiunque mostra considerazione al misero] su un divano di malattia”. — Salmo 41:3.

Per una decina di anni traslocammo da una casa all’altra. Pat era molto sensibile ai rumori, e cercavamo di trovare il luogo ideale dove potesse vivere, cosa che alla fine risultò impossibile. Pat dovette abituarsi a usare la sedia a rotelle. Anche se riusciva a cucinare e a fare molte altre cose, era depressa per la mancanza di mobilità. Essendo stata una persona molto attiva, per lei questa invalidità fisica era una continua fonte di stress emotivo.

Forza con lacrime

Imparai ad aiutare Pat a stare in piedi, a sedersi, a vestirsi, a lavarsi, a coricarsi e ad alzarsi dal letto. Assistere regolarmente alle adunanze cristiane era una vera sfida. Per essere pronti ci voleva un grande sforzo. Ma sapevamo che l’unico modo per rimanere spiritualmente forti era quello di associarci con i nostri fratelli cristiani.

Per 11 anni curai Pat a casa, pur lavorando come disegnatore tecnico durante il giorno. Alla fine ci rendemmo conto che, peggiorando, aveva bisogno di cure specializzate che io non potevo prestarle. Quindi stava all’ospedale durante la settimana e io mi prendevo cura di lei nel fine settimana.

Ogni domenica pomeriggio portavo Pat all’adunanza pubblica e allo studio Torre di Guardia, che ormai erano le sole adunanze a cui riusciva ad assistere. Poi la riportavo all’ospedale. La routine era molto estenuante per me, ma ne valeva la pena, perché manteneva Pat spiritualmente forte. Qualche volta mi chiedevo per quanto tempo sarei riuscito ad andare avanti, ma Geova mi diede la forza di continuare. Ogni sabato mattina guidavo un gruppo nell’opera di predicazione prima di andare a prendere Pat all’ospedale. Riscontrai che durante quel periodo traumatico il ministero cristiano mi aiutava ad andare avanti.

Intanto Pat faceva quel che poteva per predicare la buona notizia. All’ospedale riuscì a iniziare due studi biblici con le infermiere che la curavano. Una, di nome Hazel, progredì al punto di dedicarsi a Geova. Purtroppo Pat non poté assistere al battesimo di Hazel perché morì poco prima, l’8 luglio 1987.

La morte di Pat fu un momento sia di sollievo che di dolore. Fu un sollievo vedere la fine delle sue sofferenze, ma ero profondamente addolorato per la perdita della mia compagna. La sua morte lasciò un vuoto enorme.

Di nuovo gioia

Per quanto possa sembrare strano, Pat e io avevamo già deciso cosa avrei dovuto fare dopo. Poiché entrambi sapevamo che la sua vita declinava, avevamo parlato di come avrei potuto servire meglio Geova dopo la sua morte. La nostra decisione comune fu che sarei dovuto ritornare in Spagna, l’assegnazione che eravamo stati costretti ad abbandonare.

Tre mesi dopo la morte di Pat, andai alla filiale dei testimoni di Geova in Spagna per sentire dove potevo servire meglio. Ricevetti l’incarico di ministro pioniere speciale e fui mandato nell’antica, piovosa città di Santiago de Compostela.

Non molto dopo ricevetti dalla filiale un biglietto con l’indirizzo di un interessato di nome Maximino. Dopo averlo cercato per tre settimane, finalmente lo trovai a casa. Maximino, che faceva il portantino in un ospedale locale, aveva ricevuto il volantino Vita in un pacifico nuovo mondo e quindi aveva richiesto il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca.a Quando lo visitai, aveva già letto il libro tre volte. Si scusò di non aver letto molto la Bibbia: aveva letto la ‘parte vecchia’ solo una volta e la ‘parte nuova’ due volte. Aveva fatto tutto questo mentre aspettava che qualcuno lo visitasse.

Mi disse inoltre che era andato alla Sala del Regno con l’intenzione di assistere a una delle nostre adunanze. Ma, poiché era molto timido, non era entrato. Iniziai uno studio biblico con lui, e quella stessa settimana assisté alle adunanze. Era assetato di verità, ma ebbe molta difficoltà a combattere la dipendenza dal tabacco. Con l’aiuto di Geova alla fine riuscì a smettere di fumare, e ora è un Testimone battezzato.

Altra gioia, altre lacrime

Giusto un anno dopo il mio ritorno in Spagna, fui invitato a servire di nuovo come sorvegliante viaggiante. Ma prima di iniziare quel servizio, la mia vita prese una piega inaspettata. Conobbi una pioniera di nome Paquita, che serviva vicino a Santiago. Era vedova e svolgeva il ministero a tempo pieno da molti anni. Scoprimmo subito di avere molto in comune. Nel 1990, solo sei mesi dopo che avevo iniziato l’attività di sorvegliante viaggiante, eravamo sposati: di nuovo gioia.

Come me, Paquita aveva ‘seminato con lacrime’. Quando cominciò il servizio come pioniera speciale accadde una tragedia. Mentre trasportava dei mobili a Orense, dove avevano trovato casa, il marito rimase ucciso in un incidente d’auto: un camion che veniva in senso opposto invase la sua corsia. Paquita e la sua bambina di 10 anni erano già a Orense quando ricevettero la notizia della sua morte. Nonostante la terribile perdita, due giorni dopo il funerale Paquita iniziò il servizio come era stato stabilito.

Per anni Paquita continuò a svolgere il ministero a tempo pieno. Poi, di nuovo una tragedia. In un altro incidente d’auto perse la vita la figlia, che allora aveva 23 anni. Il dolore fu grande e difficile da superare. Come la prima volta, grazie al ministero cristiano e all’aiuto di altri cristiani si riprese. Conobbi Paquita nel 1989, solo due anni dopo la morte della figlia.

Da che ci siamo sposati nel 1990 abbiamo svolto il ministero visitando le congregazioni in Spagna. Anche se questi ultimi anni sono stati per entrambi uno dei periodi più soddisfacenti della nostra vita, non rimpiangiamo di aver dovuto affrontare delle prove. Siamo convinti che hanno avuto un’influenza positiva su di noi. — Giacomo 1:2-4.

Lezioni che ho imparato

Credo che anche le prove più difficili abbiano degli aspetti positivi, perché ci insegnano qualcosa. Soprattutto le prove mi hanno insegnato l’importanza dell’empatia, qualità indispensabile per un sorvegliante cristiano. Non molto tempo fa, per esempio, ho parlato con un fratello cristiano che ha un figlio disabile. Capivo perfettamente il grande sforzo che faceva ogni settimana per portare il figlio a tutte le adunanze. Dopo la nostra conversazione, mi ha ringraziato dicendo che era la prima volta che qualcuno capiva davvero le difficoltà che lui e la moglie incontravano.

Un’altra importante lezione che ho imparato è stata quella di confidare in Geova. Quando tutto va bene, forse abbiamo la tendenza a confidare nella nostra stessa forza e capacità. Ma quando una prova difficile continua un anno dopo l’altro e non è possibile affrontarla con le proprie forze, si impara a contare su Geova. (Salmo 55:22) La soccorrevole mano di Dio mi ha permesso di andare avanti.

Naturalmente questo non significa che sia sempre stato facile. Devo ammettere che durante la malattia della mia prima moglie, qualche volta la situazione in cui mi trovavo mi rendeva arrabbiato e frustrato, specie quando ero stanco. Poi mi sentivo in colpa per i sentimenti negativi che provavo. Ne parlai con un anziano comprensivo che aveva esperienza professionale nella cura di pazienti con malattie croniche. Mi assicurò che stavo facendo bene date le circostanze e che è normale per esseri umani imperfetti comportarsi così di fronte a tensione emotiva prolungata.

Per quanto adesso Paquita ed io godiamo immensamente il nostro servizio a tempo pieno, non credo che prenderemo mai per scontate le benedizioni che abbiamo. Geova ci ha ricompensati in molti modi e ci ha dato un lavoro soddisfacente da fare, un lavoro che possiamo fare insieme. Nel corso degli anni abbiamo entrambi seminato con lacrime, ma ora, grazie a Geova, stiamo mietendo con grido di gioia. — Narrato da Raymond Kirkup.

[Nota in calce]

a Edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Immagine a pagina 21]

Paquita ed io mentre svolgiamo il ministero

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