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  • Povertà: L’‘emergenza silenziosa’
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Svegliatevi! 1997
g97 8/2 p. 31

Povertà: L’‘emergenza silenziosa’

“SI SENTE parlare molto dell’allarmante emergenza del riscaldamento globale, della fascia di ozono e dell’inquinamento degli oceani”, ha detto il dott. Mahbub Ul-Haq, consigliere delle Nazioni Unite, ma ha aggiunto: “Il riscaldamento globale e molte altre emergenze allarmanti non hanno ancora ucciso nessuno [mentre] nei paesi in via di sviluppo le emergenze silenziose fanno ogni giorno molti morti”. Il dott. Ul-Haq ha osservato a proposito di una di queste emergenze silenziose: “La povertà è davvero il massimo killer”. Come mai?

Per molti dei 1.300 milioni di persone che in tutto il mondo tirano avanti con un dollaro o meno al giorno, la povertà diventa davvero una calamità mortale. Oltre 18 milioni di persone, riferisce la rivista UN Chronicle, muoiono ogni anno per “cause legate alla povertà”. Un numero sconcertante! Immaginate i titoli “allarmanti” se, per esempio, l’intera popolazione dell’Australia, circa 18 milioni di abitanti, morisse di fame in un anno! Eppure della morte di altrettanti milioni di poveri “non si parla molto”, ha commentato una trasmissione radio dell’ONU. Questa, infatti, è una ‘sciagura silenziosa’.

Per rompere il silenzio, i rappresentanti di 117 paesi presenti al primo Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale hanno parlato dei modi in cui si può affrontare il problema mondiale della povertà. “Centocinquant’anni fa il mondo lanciò una crociata contro la schiavitù”, ha ricordato James Gustave Speth, amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo. “Oggi dobbiamo lanciare una crociata mondiale contro la povertà di massa”. Perché preoccuparsi? La povertà, ha avvertito, “genera disperazione e instabilità e mette in pericolo il nostro mondo”.

Tuttavia, anche mentre i delegati discutevano i modi per porre fine alla povertà, un ‘orologio della povertà’, che tiene il conto del numero di bambini che nascono ogni giorno in famiglie povere, indicava che la situazione della povertà globale peggiorava sempre più. L’orologio, esposto nel locale del convegno, indicava che durante la settimana dei lavori, quasi 600.000 neonati si erano aggiunti alle file sempre più numerose dei poveri. Alla fine dell’ultima giornata dei lavori, il visualizzatore dell’orologio è stato spento; ma in realtà, ha osservato Speth, “l’orologio fa ancora tic tac”. Il problema ora è: Vi si presterà ascolto?

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