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  • g98 22/2 pp. 18-19
  • La stampa russa elogia i testimoni di Geova

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  • La stampa russa elogia i testimoni di Geova
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Svegliatevi! 1998
g98 22/2 pp. 18-19

La stampa russa elogia i testimoni di Geova

IL 21 giugno 1997 è stato dedicato il complesso della filiale dei testimoni di Geova in Russia. Comprende sette edifici residenziali, una grande Sala del Regno, una sala da pranzo e un enorme edificio adibito a uffici e deposito. Si trova a circa 40 chilometri da San Pietroburgo, in località Solnechnoye.

I giornalisti invitati ad assistere al programma della dedicazione hanno fatto molta pubblicità all’avvenimento. Uno di loro ha scritto nella Literaturnaya gazeta di Mosca, un periodico con una tiratura di oltre 250.000 copie: “La prima impressione che si ha vedendolo è: Ecco come si fanno le cose!” — Vedi le fotografie alle pagine 16 e 17.

L’autore dell’articolo, Sergey Sergiyenko, ha spiegato: “Qui tutto è stato fatto da credenti con le loro mani: il lavoro di costruzione è stato compiuto soprattutto da finlandesi, svedesi, danesi, norvegesi e tedeschi. Belle strade piastrellate, prati falciati, edifici con bei tetti di tegole, enormi finestre e porte a vetri: questo è il centro amministrativo dell’organizzazione religiosa regionale dei testimoni di Geova in Russia”.

Alcuni giornalisti invitati alla dedicazione venivano da Mosca, oltre 650 chilometri a sud-est della filiale, ed era stato loro provveduto un mezzo di trasporto. Hanno fatto una visita guidata del complesso, dopo di che c’è stata una conferenza stampa durante la quale sono stati serviti rinfreschi. In base a quello che aveva visto, il sig. Sergiyenko ha scritto:

“I Testimoni sono, come si suol dire, semplici e modesti . . . Parafrasando un famoso detto russo, ‘I Testimoni vivono [nella loro casa] come se fossero tra le braccia di Geova’. . . . Sempre gentili con tutti, i Testimoni, è naturale, sono particolarmente premurosi con i loro fratelli”.

La Moskovskaya Pravda, un quotidiano con una tiratura di quasi 400.000 copie, ha pubblicato un articolo di S. Dmitriyev, intitolato “Potete costruirvi il vostro mondo solo con le vostre mani”. Lo scrittore ha spiegato:

“Una volta che l’organizzazione religiosa dei Testimoni ebbe ottenuto il riconoscimento giuridico in Russia [nel 1991], sorse il problema della costruzione della loro sede. Stavano cercando un posto nei pressi di Mosca quando giunse l’improvvisa notizia che vicino a San Pietroburgo era in vendita il terreno in cui si trovava un campo della gioventù. Lo acquistarono e cominciarono a costruire. . . .

“Un anno e mezzo fa, il 1º gennaio 1996, il centro in località Solnechnoye divenne la sede ufficiale dell’organizzazione religiosa. A metà giugno un gruppo di giornalisti moscoviti, trattenendosi per qualche tempo a San Pietroburgo, cercarono di darsi una risposta alla domanda: Chi sono questi testimoni di Geova?”

Cos’ha scoperto il sig. Dmitriyev? “Sono persone come tutte le altre”. Eppure sono diverse, come fa notare nella conclusione del suo articolo: “In pace con se stessi, in pace con tutto ciò che hanno intorno. È un sogno? Sì. Eppure esiste”.

Un altro giornalista di Mosca, Maksim Yerofeyev, scrivendo per il giornale Sobesednik, che ha una tiratura di oltre 300.000 copie, ha fatto questo commento: “Ogni relazione in questa piccola comunità si basa su questo principio: Nessuno è costretto a lavorare, eppure tutti lavorano”.

Dopo avere descritto l’alloggio di Vasily Kalin, coordinatore del Comitato di Filiale, il sig. Yerofeyev ha osservato: “I nostri cronisti diffidenti hanno voluto visitare qualche altro appartamento di loro scelta. Per la grandezza e l’arredamento gli altri alloggi non differivano sostanzialmente dall’appartamento di Vasily Kalin, arredato con modestia”.

Un’altra cronista, Anastasiya Nemets, ha scritto un articolo intitolato “Vivere in pace con se stessi”. Il relativo sottotitolo sul giornale Vechernyaya Moskva diceva: “Questo è ciò che si impara in un insolito centro fuori San Pietroburgo”.

Descrivendo la località e l’aspetto degli edifici della filiale, la giornalista ha scritto: “Tutt’attorno ci sono foreste e prati. Poco lontano c’è il Golfo di Finlandia. Ci sono graziose palazzine all’europea, strade ben pulite e piastrellate e aiuole dai fiori multicolori.

“Le imprese edili costruiscono minicittà di questo genere per i ‘nuovi russi’. In questo centro invece vivono persone di pochi mezzi . . . Vivono bene e, ciò che più conta, vivono da amici. Qui ci sono solo circa 350 persone, provenienti da ogni parte della terra; si possono sentir parlare varie lingue, dallo spagnolo al portoghese, dal finlandese allo svedese.

“In sostanza, è un microcosmo a sé: il centro include laboratori e officine di riparazioni, dove è possibile preparare tutto quello di cui la grande famiglia multilingue ha bisogno; hanno perfino la loro clinica”.

La dedicazione è stata davvero un’occasione gioiosa per i 1.492 convenuti a Solnechnoye da 42 paesi. In molti casi si trattava di persone di una certa età che avevano servito per decenni quando l’opera di predicazione era proibita. Riuscite a immaginare l’assoluto stupore e la gioia di questi veterani mentre visitavano il bel complesso situato in mezzo al verde su un’area di quasi sette ettari? È comprensibile che pensassero di sognare.

[Immagini a pagina 18]

I giornalisti visitano il complesso della filiale

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