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  • g99 22/3 pp. 28-29
  • Uno sguardo al mondo

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  • Uno sguardo al mondo
  • Svegliatevi! 1999
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Il latte della mamma è il migliore
  • La povertà non guarda in faccia a nessuno
  • Non proprio da coccolare
  • Ricompaiono i segni ammonitori che precedettero l’Olocausto
  • Bambini vittime della guerra
  • Il Vaticano e Internet
  • Preferiscono restare malati
  • Sonno al volante
  • Quanti batteri esistono?
  • Batteri, alcuni nocivi, molti utili
    Svegliatevi! 1973
  • Trionfo e tragedia
    Svegliatevi! 1997
  • Una nuova arma nella lotta contro la tubercolosi
    Svegliatevi! 1999
  • Batteri: utili o nocivi?
    Svegliatevi! 1978
Altro
Svegliatevi! 1999
g99 22/3 pp. 28-29

Uno sguardo al mondo

Il latte della mamma è il migliore

“Il latte materno è la migliore medicina”, dice Newsweek. “I bambini ne traggono le sostanze nutrienti di cui hanno bisogno per un corretto sviluppo del cervello, e nello stesso tempo si riduce per loro il rischio di contrarre le più svariate malattie, da allergie e infezioni a diarrea, eczema e polmonite”. L’Accademia Americana di Pediatria e l’Associazione Americana di Dietetica esortano pertanto le madri ad allattare i loro bambini almeno per un anno. “Tuttavia questa risorsa eccezionale viene sfruttata solo in minima parte”, fa notare Newsweek. Perché? Spesso a causa di disinformazione. Alcune madri si preoccupano di non avere latte a sufficienza. Altre pensano di dover cominciare presto a dar loro altri alimenti. “Il fatto è che la maggioranza delle madri possono soddisfare tutti i bisogni alimentari del bambino fino a 6 mesi, quando si aggiungono gradualmente cibi solidi alla dieta”, afferma l’articolo. “E indipendentemente da cos’altro mangiano, bambini anche di due anni possono giovarsi degli anticorpi e degli acidi grassi presenti nel latte materno”. Anche le madri hanno dei vantaggi: l’allattamento riduce il rischio del tumore alla mammella e accelera la perdita di peso dopo il parto.

La povertà non guarda in faccia a nessuno

Secondo l’International Herald Tribune, un recente rapporto delle Nazioni Unite rivela che la povertà è in aumento, anche nei paesi più ricchi del mondo. Nei paesi industrializzati i “fondamentali bisogni umani” di molti — come lavoro, istruzione e assistenza sanitaria — non vengono soddisfatti. Secondo il rapporto, il 16,5 per cento della popolazione degli Stati Uniti vive in povertà. In Gran Bretagna la cifra è del 15 per cento. Nel mondo industrializzato 100 milioni di persone sono senza tetto, 37 milioni sono disoccupate e quasi 200 milioni hanno una “probabilità di vita inferiore a 60 anni”.

Non proprio da coccolare

“Se pensate che il leone o il bufalo cafro sia l’animale più pericoloso dell’Africa, vi sbagliate”, afferma il Wall Street Journal. “È l’ippopotamo”. Anche se nei cartoni animati e nelle storie per bambini l’ippopotamo è rappresentato come un animale amichevole e felice, e ce ne sono tanti di peluche, in Africa gli ippopotami uccidono più persone di qualsiasi altro animale. Le guide dicono che il punto più pericoloso sul continente è quello “fra l’ippopotamo e il percorso che fa per arrivare all’acqua” e il secondo per pericolosità è forse quello “fra mamma ippopotamo e il suo piccolo”. Sebbene gli ippopotami appaiano molto tranquilli mentre oziano in gruppo vicino a profonde polle in mezzo ai fiumi, hanno un comportamento tipicamente territoriale e spesso sono molto aggressivi se vengono colti di sorpresa o provocati. Hanno una forza tremenda. “Un ippopotamo infuriato può spezzare in due un coccodrillo con un morso. E fare a pezzi una canoa”, dice una guida. Perché allora andare in canoa fra gli ippopotami? Perché si possono avere vedute spettacolari del fiume e degli animali sulla riva, dicono le guide, ed “è probabilmente meno pericoloso di altre attività a cui si dedicano i turisti da queste parti, come ad esempio il bungee jumping, che consiste nel lanciarsi dai ponti appesi a una fune, in questo caso dal ponte sulle Cascate Vittoria alto 110 metri”.

Ricompaiono i segni ammonitori che precedettero l’Olocausto

Secondo il Toronto Star, “nelle odierne violazioni dei diritti umani si ravvisano delle tendenze inquietanti, un sinistro ricordo dell’oscuro periodo degli anni ’30 in cui qualcosa di simile lasciava presagire l’Olocausto”, dice Irwin Cotler, professore di diritto alla McGill University e copresidente dell’Helsinki Watch Group con sede in Canada. Egli afferma che uno studio condotto in 41 paesi dalla Federazione per i Diritti Umani di Helsinki mette in evidenza un chiaro segnale di pericolo: un forte aumento di commenti denigratori nei confronti delle minoranze. Spesso sotto forma di propaganda diffamatoria di emittenti radiotelevisive e pubblicazioni governative, ha come risultato la persecuzione delle minoranze. Di questa tendenza Cotler ha detto: “Questa è una lezione della seconda guerra mondiale che non abbiamo imparato”. Un’altra lezione che abbiamo dimenticato, ha detto, è “il delitto dell’indifferenza, la cospirazione del silenzio”.

Bambini vittime della guerra

“Secondo Olara Otunnu, rappresentante speciale dell’ONU, nelle guerre e nei conflitti dell’ultimo decennio hanno perso la vita due milioni di bambini, un milione sono rimasti orfani e altri sei milioni sono rimasti gravemente feriti o invalidi”, scrive il quotidiano tedesco Grevener Zeitung. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato tutte le attività che si possono considerare una forma di aggressione nei confronti dei minori. Preoccupano in particolare gli oltre 300.000 bambini in tutto il mondo che vengono impiegati come soldati. Si dice che molti di essi siano costretti a prestare servizio militare e un terzo sono femmine. In molti casi i bambini soldato vengono utilizzati come sicari che probabilmente rimarranno uccisi. Un gruppo di organizzazioni non governative formatosi di recente chiede un protocollo internazionale che porti a 18 anni l’età minima per fare il soldato.

Il Vaticano e Internet

Nel 1994 il Vaticano firmò un contratto per aprire un sito Web su Internet. Secondo il giornale El Financiero, sono ora disponibili su Internet servizi religiosi, come confessione diretta e colloqui con sacerdoti in merito a “qualsiasi dubbio” su soggetti religiosi. In un sito i “cibercattolici” possono chiedere che si dicano preghiere per loro. È inoltre possibile vedere in diretta il papa che dà la benedizione domenicale. Poi c’è una pubblicità che offre “occasioni speciali di compravendita di articoli religiosi”. “Il problema è che pochissime pagine cattoliche sono visitate di frequente”, dice El Financiero. “La pagina del Vaticano riceve meno di 25 visite al giorno, e nella maggioranza dei casi si tratta di giornalisti cattolici”.

Preferiscono restare malati

“La TBC continua ad essere la malattia che miete il più alto numero di vittime”, scrive il giornale Cape Times. Molto diffusa tra i più poveri del Sudafrica, fa più di 13.000 vittime all’anno e molti sono così deboli da non poter lavorare. A questi ultimi il governo passa un sussidio di invalidità e mette a disposizione cure per la tubercolosi. Ma dato che il lavoro scarseggia e la paga spesso è bassa, alcuni pazienti preferiscono interrompere le cure per la TBC per continuare a percepire il sussidio. “Il denaro è circa 10 volte superiore a quello che sono abituati a guadagnare con i loro lavori saltuari”, ha spiegato Ria Grant, direttrice dell’organizzazione sudafricana che assiste i malati di TBC. “Una volta che vedono quanto denaro possono intascare credono sia meglio essere malati che star bene”.

Sonno al volante

“Alcuni esperti dicono che i conducenti assonnati sono pericolosi quanto quelli ubriachi”, riferisce il Journal of the American Medical Association. “Il ruolo della sonnolenza negli scontri [automobilistici] è in gran parte sottovalutato e i conducenti assonnati rappresentano una grave minaccia per la salute pubblica e la sicurezza”. Secondo il Toronto Star, dagli studi emerge che le persone non sono in grado di prevedere quando si addormenteranno o di valutare il loro grado di sonnolenza. “Il sonno è un bisogno come la fame e il respirare”, dice Stephanie Faul, portavoce di un organismo che si interessa della sicurezza del traffico (American Automobile Association Foundation for Traffic Safety). “Quando il vostro organismo ha bisogno di sonno, vi addormentate e via”. Cosa dovrebbero fare gli automobilisti quando si accorgono di sbadigliare ripetutamente o che si chiudono loro gli occhi o che perdono il controllo dell’auto? “I normali tentativi fatti per svegliarsi, come tirare giù il finestrino o alzare il volume della radio, non funzionano”, dice il Toronto Star. “La caffeina fa stare svegli per un po’ di tempo ma non riduce il bisogno fisiologico di sonno”. Ai conducenti assonnati viene dato il consiglio di fermarsi in un luogo sicuro e fare un sonnellino.

Quanti batteri esistono?

I batteri sono una forma di vita comune sulla terra. Sono presenti sotto il fondo dell’oceano, anche il più profondo, e a 60 chilometri nell’atmosfera. La loro massa complessiva supera quella di qualsiasi altra forma di vita. Quello che potrebbe essere considerato il primo serio tentativo di calcolarne il numero è stato ora pubblicato da scienziati dell’Università della Georgia (USA). La cifra calcolata è cinque seguito da 30 zeri. “La maggior parte delle persone pensa che i batteri causino malattie”, afferma il Times di Londra. “Ma solo una minuscola parte di essi sono patogeni. Anche se si sommassero tutti i batteri che vivono in tutti gli animali, ammonterebbero solo all’1 per cento circa del totale. La maggioranza non solo è innocua, ma essenziale, facilitando attività come la digestione”. Sorprendentemente, dal 92 al 94 per cento di tutti i batteri si trovano in depositi sedimentari a più di dieci centimetri sotto il fondo marino e nel terreno sottostante a oltre 9 metri di profondità. In precedenza si pensava che queste aree fossero quasi prive di vita. Circa metà del peso a secco dei batteri è formata dal loro contenuto di carbonio, elemento essenziale per la vita. “La quantità di carbonio immagazzinata nei batteri è quasi uguale a quella immagazzinata in tutte le piante del mondo”, dice il Times.

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