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Svegliatevi! 1999
g99 8/10 pp. 12-15

La realtà ha superato le aspettative

NARRATO DA WILLEM VAN SEIJL

Era il 1942 e il nostro paese era nel bel mezzo della seconda guerra mondiale. Ero uno di cinque giovani che si nascondevano dai nazisti a Groninga, nei Paesi Bassi. Seduti in una stanzetta, cominciammo a parlare delle nostre possibilità di sopravvivenza.

ERA ovvio che le nostre possibilità di sopravvivenza erano alquanto scarse. Andò a finire che tre del nostro gruppo morirono di morte violenta. In effetti, io sono l’unico ad aver raggiunto la vecchiaia. Questo è solo un esempio di come la realtà ha superato le mie aspettative.

Quando si verificò l’episodio summenzionato avevo solo 19 anni e sapevo ben poco della Bibbia e della religione. Mio padre era contrario a tutte le religioni. Mia madre, nella sua ricerca della religione giusta, aveva finito per praticare lo spiritismo. Quanto a me, non avevo nessuna speranza. Credevo che se fossi rimasto ucciso in un bombardamento o in qualche altro modo, Dio non avrebbe avuto motivo di ricordarsi di me. Non avevo neanche cercato di conoscerlo.

La ricerca viene premiata

Poco dopo quella conversazione con i quattro giovani, fui catturato dai nazisti e spedito in un campo di lavoro vicino a Emmerich, in Germania. Uno dei lavori che dovevamo fare era portar via le macerie e riparare i danni provocati dai bombardamenti degli Alleati. Alla fine del 1943 scappai e, benché la guerra fosse ancora in corso, feci ritorno nei Paesi Bassi.

In qualche maniera mi ritrovai fra le mani un opuscoletto pieno di domande e passi biblici. Si usava per lo studio del libro Salvezza, pubblicato dai testimoni di Geova. Leggendo le domande e consultando le scritture citate mi appassionai all’adempimento delle profezie bibliche.

Parlai di ciò che leggevo con Gré, la mia fidanzata, ma all’inizio lei mostrò poco interesse. Mia madre, invece, si immerse nello studio dell’opuscolo. “Questa è la verità che ho cercato per tutta la vita!”, esclamò. Parlai anche con gli amici e alcuni vollero saperne di più. Uno di loro diventò Testimone e ci siamo tenuti sempre in contatto fino alla sua morte, avvenuta nel 1996.

Intanto Gré iniziò a studiare la Bibbia, e nel febbraio 1945 ci battezzammo. Pochi mesi dopo la guerra finì. Una volta sposati il nostro desiderio fu quello di fare i pionieri, come vengono chiamati i ministri a tempo pieno dei testimoni di Geova, ma incontrammo degli ostacoli: malattie e problemi economici. Inoltre ci si presentarono opportunità per guadagnare molti più soldi. Avremmo prima lavorato per avere una certa sicurezza economica e in un secondo momento avremmo iniziato a fare i pionieri, o avremmo iniziato subito?

Ministero nei Paesi Bassi

Decidemmo di iniziare subito a fare i pionieri, e così cominciammo il 1º settembre 1945. Nella tarda serata di quello stesso giorno, prima di rincasare, entrai in un ristorante per bere qualcosa. Diedi al cameriere quella che pensavo fosse una banconota da un fiorino olandese e gli dissi: “Tenga pure il resto”. Quando tornai a casa scoprii che gli avevo dato una banconota da 100 fiorini! Così, per iniziare il servizio di pioniere ci era rimasto esattamente un fiorino!

Nel 1946, quando cominciai a pronunciare discorsi pubblici basati sulla Bibbia, possedevo soltanto un giubbotto di pelle. Un amico, che portava pressappoco la mia taglia, faceva da presidente: presentava il mio discorso e veniva subito dietro al podio per darmi la sua giacca. A questo punto pronunciavo il discorso, e alla fine gliela restituivo!

Nel marzo 1949 Gré ed io fummo invitati a intraprendere l’opera di circoscrizione, cioè a visitare le congregazioni dei testimoni di Geova per rafforzarle spiritualmente. Fritz Hartstang, che era stato un ministro fedele sia prima che durante la guerra, mi addestrò per quest’opera. Mi diede un buon consiglio: “Wim, segui le istruzioni che ricevi tramite l’organizzazione di Geova, anche se all’inizio non ti sembra la cosa migliore da fare. Non te ne pentirai”. Aveva ragione.

Nel 1951 Nathan H. Knorr, allora presidente della Watch Tower Bible and Tract Society, visitò i Paesi Bassi. A quel tempo Gré ed io facemmo domanda per essere addestrati negli Stati Uniti come missionari. Non passò molto che fummo invitati a frequentare la 21ª classe della Scuola missionaria di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead). Nel 1945, quando iniziammo a fare i pionieri, nei Paesi Bassi c’erano circa 2.000 Testimoni, ma nel 1953 ce n’erano oltre 7.000: la realtà aveva largamente superato le aspettative!

Ministero nella nostra nuova patria

Fummo assegnati alla Nuova Guinea olandese (attualmente una provincia dell’Indonesia), ma poiché non ci fu permesso di entrare nel paese fummo mandati nel Suriname, un paese tropicale del Sudamerica. Arrivammo nel dicembre 1955. Allora nel Suriname c’erano soltanto un centinaio di Testimoni, ma erano molto disponibili. Presto ci sentimmo come a casa.

Dovemmo comunque adattarci a molte situazioni nuove, e a volte era difficile. Gré ad esempio aveva sempre avuto paura di tutto quello che ha zampe e ali. Nei Paesi Bassi, quando trovava un ragnetto in camera non andava a dormire finché io non lo toglievo di mezzo. Ma nel Suriname i ragni sono dieci volte più grandi, e alcuni sono velenosi! Nella casa missionaria c’erano anche scarafaggi, ratti, formiche, zanzare e cavallette. Ci facevano visita perfino i serpenti. Gré si è talmente abituata a questi animali che sbarazzarsene è diventata per lei una semplice routine.

Dopo oltre 43 anni, conosciamo il paese meglio di molti che ci sono nati. Abbiamo imparato ad apprezzare i fiumi, la foresta pluviale e le paludi vicino alla costa. Conosciamo anche l’abbondante fauna: porcospini, bradipi, giaguari e perfino la grande varietà di serpenti, spesso splendidamente variopinti. Ma soprattutto abbiamo imparato ad apprezzare la grande varietà delle persone che vivono qui. Alcuni discendono da gente che proveniva dall’Africa, nonché dall’India, dall’Indonesia, dalla Cina e da altri paesi. Altri sono amerindi, discendenti degli abitanti originari.

Svolgendo il ministero cristiano troviamo tutti questi tipi di persone. È bello vedere anche nelle Sale del Regno questa stupenda varietà di fratelli e sorelle cristiani. Nel 1953 c’era una sola Sala del Regno, fatiscente; oggi ci sono più di 30 attraenti Sale del Regno, una bella Sala delle Assemblee e una bellissima filiale che è stata dedicata nel febbraio 1995.

Lezioni che ho imparato

Nell’entroterra del Suriname ci sono molte congregazioni di cosiddetti bush-negroes, discendenti di schiavi africani che fuggirono dalle piantagioni e risalirono i fiumi il più possibile. Sono rimasto più volte sorpreso per le loro capacità, ad esempio per il modo in cui sfruttano il fiume per i trasporti e per come si sono adattati a vivere nella foresta pluviale. Abbattono alberi, costruiscono imbarcazioni e le governano fra cascate e rapide. Si procurano il cibo con la caccia e la pesca, cucinano senza nessuna attrezzatura moderna e fanno tante altre cose che per noi sarebbero molto difficili.

Col passare degli anni abbiamo conosciuto anche gli altri popoli che vivono qui nel Suriname, le loro abitudini, il loro modo di pensare e di vivere. Ricordo quando visitai un villaggio amerindio nei lontani anni ’50. Nel cuore della notte arrivai in uno spiazzo nella foresta pluviale, da dove la mia guida india ed io dovevamo iniziare un tragitto in barca. La guida accese il fuoco, preparò da mangiare, legò le amache. Per lui era normale fare tutto al posto mio, perché sapeva che io non ne sarei stato capace.

Quando nel cuore della notte caddi dall’amaca, non si mise a ridere. Rassettò i miei vestiti e legò nuovamente l’amaca. Mentre percorrevamo un fiume angusto era così buio che non riuscivo nemmeno a vedermi le mani, eppure la mia guida riusciva a manovrare la barca fra le numerose anse del fiume e gli ostacoli. Quando gli chiesi come ci riuscisse, mi disse: “Tu guardi nel modo sbagliato. Guarda in alto e osserva il contrasto tra la cima degli alberi e il cielo. Ti indicherà la curva descritta dal fiume. Guarda in basso e osserva se ci sono piccole rapide. Ti aiuteranno a capire se davanti ci sono rocce o altri ostacoli. E ascolta. Anche i rumori rivelano cosa c’è davanti”.

Viaggiare in canoe scavate nei tronchi, attraversare le rapide ed evitare le cascate può essere pericoloso e faticoso. Ma alla fine del viaggio, quando vediamo i fratelli e le sorelle cristiani pronti ad accoglierci e a mostrarci una calorosa ospitalità, ci sentiamo ristorati. Per gli ospiti il cibo, magari una ciotola di zuppa, non manca mai. La vita da missionari è stata spesso dura e difficile, ma mai deludente.

Cosa ci ha permesso di andare avanti

Non abbiamo una salute di ferro. Non abbiamo nemmeno avuto un grande incoraggiamento dai familiari, dato che mia madre è stata l’unica Testimone della famiglia. Nondimeno, l’aiuto e l’incoraggiamento dei nostri cari fratelli hanno sempre soddisfatto i nostri bisogni, permettendoci di andare avanti nel nostro incarico. Mia madre è stata particolarmente incoraggiante.

Quando eravamo nel Suriname da sei anni mia madre si ammalò gravemente. I fratelli volevano che andassimo a vederla per l’ultima volta, ma la mamma ci scrisse: “Rimanete dove siete stati assegnati. Ricordatemi com’ero prima di ammalarmi. Spero di vedervi nella risurrezione”. Era una donna con una forte fede.

Riuscimmo a fare una vacanza nei Paesi Bassi solo nel 1966. Fummo molto felici di rivedere i vecchi amici, ma sentivamo che ormai la nostra casa era il Suriname. Pertanto comprendiamo quanto sia saggio il consiglio, che l’organizzazione dà ai missionari, di non tornare in vacanza nel paese d’origine finché non si è servito nel posto almeno tre anni.

Un’altra cosa che ci ha aiutato ad adempiere con gioia il nostro incarico è stato il senso dell’umorismo, la capacità di ridere delle cose, nonché di noi stessi. Geova ha dotato di aspetti umoristici anche alcuni animali. I buffi giochi degli scimpanzé, delle lontre e soprattutto dei piccoli di molti animali fanno sorridere. È pure importante vedere il lato positivo delle cose e non prendersi troppo sul serio, cosa che abbiamo imparato nel corso degli anni.

È stato soprattutto il gratificante ministero cristiano a permetterci di andare avanti nell’opera missionaria. A Paramaribo Gré iniziò a studiare la Bibbia con nove uomini che stavano in un ricovero per anziani. Erano tutti ultraottantenni. Tutti erano stati balatableeder (raccoglitori di caucciù) o cercatori d’oro. Ognuno di loro amò ciò che apprese, si battezzò e partecipò fedelmente all’opera di predicazione fino alla morte.

Un vecchio predicatore di nome Rivers, appartenente alla Chiesa svedenborghiana, ascoltava lo studio standosene in disparte e faceva commenti sarcastici. Ma ogni settimana si avvicinava un po’ di più e il suo sarcasmo cominciò ad attenuarsi. Alla fine si sedette insieme agli altri e cominciò a partecipare allo studio. Aveva 92 anni, vedeva e sentiva a stento, ma era in grado di citare i versetti biblici come se li stesse leggendo. Infine iniziò a partecipare con noi al ministero e predicava a chiunque ascoltava. Poco prima di morire ci mandò un messaggio in cui ci chiedeva di andarlo a trovare. Quando arrivammo era già morto, ma sotto il cuscino trovammo il rapporto dell’attività di predicazione che aveva svolto quel mese.

Nel 1970, dopo oltre 25 anni di servizio di predicazione a tempo pieno, fui nominato sorvegliante della filiale del Suriname. Non mi fu facile abituarmi a star seduto dietro una scrivania, e invidiavo Gré che usciva ancora nel servizio di campo ogni giorno. Ora anche Gré lavora nella filiale, ed entrambi abbiamo un lavoro significativo da svolgere mentre invecchiamo.

Confrontando i meno di 160.000 proclamatori del Regno che c’erano in tutto il mondo nel 1945 con i circa 6.000.000 di oggi, mi rendo conto che la realtà ha largamente superato le aspettative. Inoltre nel Suriname il numero di coloro che partecipano al ministero è aumentato di oltre 19 volte da che arrivammo nel 1955: siamo passati da un centinaio a più di 1.900!

Sono fiducioso che in futuro assisteremo a sviluppi ancor più grandiosi nell’adempimento dei propositi di Geova Dio, se solo gli rimarremo fedeli. E questo è quanto siamo decisi a fare.

[Immagine a pagina 13]

Nel 1955, quando venimmo nel Suriname

[Immagine a pagina 15]

Usiamo le canoe nel ministero

[Immagine a pagina 15]

Con mia moglie

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