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Svegliatevi! 2013
g 10/13 pp. 12-13

Cose da sapere sull’epilessia

UNA persona cade a terra priva di sensi. Il corpo si irrigidisce mentre la testa e gli arti vengono scossi dalle convulsioni. Se sapete che la persona soffre di epilessia, potete assisterla in maniera adeguata in attesa dei soccorsi. Prendiamo in esame alcuni aspetti fondamentali di questo disturbo che spesso non è ben compreso.

Cos’è l’epilessia? Si tratta di un disturbo delle funzioni cerebrali che provoca brevi attacchi. Un attacco di solito non dura più di cinque minuti. Quella descritta all’inizio è la tipica crisi tonico-clonica, detta anche crisi di grande male.

Cosa causa gli attacchi epilettici? I ricercatori ritengono che il fattore scatenante sia un aumento anormale dell’attività bioelettrica cerebrale, ma non sanno spiegare esattamente perché si verifichi.

Cosa si dovrebbe fare se una persona viene colta da una crisi epilettica come quella descritta all’inizio? “Si dovrebbe aspettare che la crisi finisca senza intervenire sul paziente, se non per assicurarsi che non riporti lesioni e che possa respirare”, dice un’opera di consultazione. D’altra parte “se l’attacco continua per più di cinque minuti, se ne inizia un altro subito dopo il primo o se la persona non riprende conoscenza entro pochi minuti, si dovrebbe chiamare un’ambulanza” (The Encyclopedia of the Brain and Brain Disorders).

Cosa si può fare mentre è in corso una crisi epilettica? Mettete qualcosa di morbido sotto la testa del paziente e allontanate qualsiasi oggetto appuntito. Quando le convulsioni finiscono, girate il paziente su un fianco come mostrato nei disegni.

Cosa si dovrebbe fare quando il paziente riacquista conoscenza? Per prima cosa assicurategli che va tutto bene. Poi aiutatelo a rialzarsi e portatelo in un luogo dove può riposare. Dopo un attacco convulsivo la maggioranza delle persone è in uno stato confusionale e ha bisogno di dormire; altri invece si riprendono in fretta e sono in grado di continuare ciò che stavano facendo.

Tutte le crisi epilettiche sono caratterizzate da convulsioni? No. In alcuni casi il paziente ha solo una breve alterazione dello stato di coscienza, senza neppure cadere a terra. In questi casi si parla di crisi di assenza, dette anche crisi di piccolo male. Di solito sono crisi brevi, che non lasciano strascichi. Certi epilettici, però, hanno crisi di assenza prolungate che durano diversi minuti. In un caso del genere può succedere che la persona cammini senza una meta precisa, si tiri gli abiti o compia qualche altro gesto inconsulto. Dopo la crisi potrebbe sentirsi stordita.

Com’è la vita di un epilettico? Inevitabilmente molti epilettici vivono nel costante timore di avere un’altra crisi: si chiedono quando e dove li coglierà. E per evitare situazioni imbarazzanti magari tendono a limitare la loro vita sociale.

Come si può dare sostegno a una persona che soffre di epilessia? Incoraggiatela a non tenersi tutto dentro. Sappiate ascoltare. Chiedetele cosa vuole che facciate se viene colta da una crisi. Dato che molti epilettici non guidano, potreste offrirvi di darle un passaggio o di sbrigare qualche commissione.

Si possono ridurre o addirittura prevenire le crisi epilettiche? Alcuni fattori come lo stress e la mancanza di sonno aumentano la probabilità di avere un attacco. Gli esperti quindi consigliano di concedersi il riposo necessario e di fare moto regolarmente per alleviare lo stress. In alcuni casi anche i farmaci si sono rivelati efficaci nel prevenire le crisi epilettiche.

Sello è un ragazzo sudafricano che ha dovuto lasciare la scuola in tenera età a causa dell’epilessia. È cresciuto senza potersi fare un’istruzione né ricevere le cure necessarie per convivere con l’epilessia. Sello però voleva capire la Bibbia, e i testimoni di Geova lo hanno aiutato. Non hanno solo studiato la Bibbia con lui; gli hanno anche insegnato a leggere. Inoltre un Testimone che di professione è medico ha aiutato Sello a ottenere i farmaci di cui ha bisogno e un sussidio di invalidità. “I testimoni di Geova sono cristiani veramente amorevoli”, dice Sello. Adesso anche lui è diventato Testimone e ama parlare agli altri del nuovo mondo promesso da Dio, in cui le malattie non esisteranno più (Rivelazione [Apocalisse] 21:3-5).

Posizione di sicurezza

Quando le convulsioni sono finite...

  • Inginocchiatevi a fianco del paziente e piegategli il gomito così che il braccio sia rivolto verso l’alto

  • Mettetegli con delicatezza la mano dell’altro braccio sotto la guancia

  • Con l’altra vostra mano afferrategli il ginocchio e tiratelo verso di voi, facendo girare lentamente il paziente su un fianco. Poi tirategli in fuori il ginocchio in modo che poggi a terra

  • Inclinategli la testa verso l’alto per favorire il respiro

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