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g 11/15 pp. 12-13
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AIUTO PER LA FAMIGLIA | ESSERE GENITORI

Come lodare i figli

LA SFIDA

Alcuni dicono che le lodi a un figlio non sono mai troppe. Altri sostengono che a furia di lodi un figlio diventa viziato, e crede di poter avere il mondo ai suoi piedi.

Oltre alla quantità di lodi, dovete considerare il tipo di lodi che fate a vostro figlio. Quali lo sproneranno? Quali invece lo danneggeranno? In che modo le lodi possono tirare fuori il meglio da vostro figlio?

COSA DOVRESTE SAPERE

Le lodi non sono tutte uguali. Vediamo perché.

Troppe lodi possono danneggiare. Certi genitori lodano il figlio anche quando non se lo merita nel tentativo di aumentarne l’autostima. Ma i ragazzi “sono abbastanza intelligenti da capire quando si tratta di un’esagerazione e possono concludere che non siete convinti di ciò che dite”, afferma il dott. David Walsh. “Si rendono conto che non era una lode meritata e forse pensano di non potersi fidare di voi”.a

È meglio lodare per le capacità. Supponiamo che vostra figlia abbia un talento naturale per il disegno. Certo, la loderete per questa sua dote, così da spingerla a perfezionarsi. Se, però, lodate vostra figlia soltanto per il suo talento potreste indurla a pensare che vale la pena impegnarsi solo nelle cose in cui si riesce facilmente. Davanti a nuove sfide potrebbe persino tirarsi indietro per paura di non farcela. “Ci vuole troppo sforzo”, potrebbe pensare, “non ci sono tagliata, quindi perché provarci?”

La cosa migliore è lodare per gli sforzi fatti. I figli che vengono lodati non tanto per il talento ma per il duro lavoro e la tenacia capiscono una verità importante: imparare a fare bene qualcosa richiede pazienza e fatica. Così “lavorano con impegno per raggiungere il risultato sperato”, dice un libro sull’argomento (Letting Go With Love and Confidence). “Anche se non raggiungono quel risultato, non si vedono come persone che hanno fallito ma che stanno imparando”.

COSA POTETE FARE

Lodatelo per gli sforzi, non solo per il talento. Un “vedo che ti impegni molto nel disegno” può essere meglio di un “sei un artista nato”. Si tratta in entrambi i casi di una lode, ma nel secondo potreste, senza volerlo, far capire a vostro figlio che le uniche cose in cui potrà riuscire sono quelle che richiedono doti innate.

Lodare vostro figlio per gli sforzi che fa gli insegna che le capacità migliorano con la pratica. Avendo acquistato più sicurezza, potrebbe cimentarsi in qualcosa di nuovo. (Principio biblico: Proverbi 14:23.)

Aiutate vostro figlio a gestire gli insuccessi. Anche chi è bravo sbaglia, e forse più volte (Proverbi 24:16). Ma dopo aver fatto un passo falso si rialza, impara dai propri errori e va avanti. Come potete aiutare vostro figlio a reagire così?

Anche in questo caso, concentratevi sugli sforzi che fa. Supponiamo che vostra figlia si senta spesso dire di essere un genio in matematica ma che poi sbagli un compito in classe. Potrebbe pensare di aver perso il suo talento e che non valga la pena cercare di migliorare.

Se però vi concentrate sugli sforzi di vostra figlia la incoraggiate a essere tenace. L’aiutate a vedere una battuta d’arresto per quello che è, senza fare drammi. A quel punto, invece di arrendersi potrebbe provare un altro metodo o impegnarsi di più. (Principio biblico: Giacomo 3:2.)

Fate critiche costruttive. Se fatte in modo costruttivo, le critiche non abbatteranno vostro figlio ma lo aiuteranno. Inoltre, se vostro figlio è abituato a ricevere lodi appropriate, probabilmente accetterà di buon grado consigli per migliorare. E i risultati che conseguirà daranno soddisfazione sia a lui che a voi. (Principio biblico: Proverbi 13:4.)

a Dal libro No: Why Kids—of All Ages—Need to Hear It and Ways Parents Can Say It.

VERSETTI CHIAVE

  • “In ogni fatica c’è un vantaggio” (Proverbi 14:23, CEI)

  • “Tutti commettiamo molti errori” (Giacomo 3:2, Parola del Signore)

  • “L’operoso sarà pienamente soddisfatto” (Proverbi 13:4, Nuova Riveduta [NVR])

AFFRONTARE NUOVE SFIDE

La Bibbia parla di alcune persone che svilupparono capacità che andavano oltre i loro talenti naturali. Per esempio Mosè fu titubante quando gli venne chiesto di affrontare il potente e ostinato re d’Egitto. “Io non sono un oratore”, disse (Esodo 4:10, NVR). Geremia rispose in modo simile quando ricevette l’incarico di profeta. “Non so parlare”, affermò, “poiché non sono che un ragazzo” (Geremia 1:6). Eppure sia Mosè che Geremia portarono a termine il loro incarico in maniera eccellente.

Questo ci insegna che il potenziale di un figlio va oltre le sue doti innate. Lodatelo per gli sforzi che fa e magari sorprenderà sia voi che sé stesso sviluppando capacità che non pensava di avere.

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