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  • “La parola di Geova cresceva e trionfava” nonostante l’opposizione

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  • “La parola di Geova cresceva e trionfava” nonostante l’opposizione
  • Rendiamo “completa testimonianza in merito al Regno di Dio”
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  • “Ferrato nelle Scritture” (Atti 18:24-28)
  • “Ragionando in modo persuasivo riguardo al Regno” (Atti 18:23; 19:1-10)
  • “La parola di Geova cresceva e trionfava” nonostante gli spiriti malvagi (Atti 19:11-22)
  • “Sorse un grande tumulto” (Atti 19:23-41)
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Rendiamo “completa testimonianza in merito al Regno di Dio”
bt cap. 20 pp. 157-164

CAPITOLO 20

“La parola di Geova cresceva e trionfava” nonostante l’opposizione

Apollo e Paolo contribuiscono al successo della buona notizia

Basato su Atti 18:23–19:41

1, 2. (a) In quale situazione pericolosa si trovano Paolo e i suoi compagni a Efeso? (b) Di cosa parleremo in questo capitolo?

LE STRADE di Efeso risuonano delle grida e del fragore della folla che corre. Si è formata una turba ed è in atto un vero e proprio tumulto. Due compagni di viaggio dell’apostolo Paolo vengono afferrati e trascinati dalla folla. L’ampia strada fiancheggiata da portici che ospitano le botteghe si svuota velocemente mentre la folla inferocita si fa sempre più numerosa e si riversa nel grande teatro che può accogliere 25.000 spettatori. Molti non sanno nemmeno cosa ha causato quello scompiglio, ma hanno l’impressione che la loro amata dea Artemide e il suo tempio siano in pericolo. Perciò cominciano a gridare in coro: “Grande è l’Artemide degli efesini!” (Atti 19:34).

2 Ancora una volta Satana usa la violenza di una folla inferocita per cercare di fermare la diffusione della buona notizia del Regno di Dio. Ovviamente Satana non ricorre solo alle minacce. In questo capitolo analizzeremo alcuni stratagemmi da lui usati per ostacolare l’opera e minare l’unità dei cristiani del I secolo. Soprattutto vedremo che tutte le sue tattiche fallirono, poiché “in modo potente la parola di Geova cresceva e trionfava” (Atti 19:20). Cosa permise a quei cristiani di uscirne vittoriosi? Le stesse ragioni che lo permettono a noi oggi. Naturalmente il merito non è nostro, ma di Geova. Tuttavia, come i cristiani del I secolo dobbiamo fare la nostra parte. Con l’aiuto dello spirito di Geova possiamo acquisire qualità che ci aiuteranno a svolgere bene il nostro ministero. Esaminiamo innanzitutto l’esempio di Apollo.

“Ferrato nelle Scritture” (Atti 18:24-28)

3, 4. Quale lacuna notarono Aquila e Priscilla in Apollo, e cosa fecero?

3 Mentre Paolo era diretto a Efeso durante il suo terzo viaggio missionario, arrivò in quella città un ebreo di nome Apollo. Proveniva dalla famosa città di Alessandria d’Egitto. Apollo aveva notevoli qualità. Era un ottimo oratore e, oltre a essere eloquente, era “ferrato nelle Scritture”. Per di più era “fervente nello spirito”. Pieno di zelo, parlava intrepidamente agli ebrei nella sinagoga (Atti 18:24, 25).

4 Aquila e Priscilla lo sentirono parlare. Senza dubbio furono entusiasti del fatto che “insegnava con accuratezza le cose riguardanti Gesù”. Quello che diceva di Gesù era corretto. Comunque Aquila e Priscilla notarono presto una grossa lacuna nella sua conoscenza: Apollo “conosceva solo il battesimo di Giovanni”. Questi umili coniugi, che di mestiere fabbricavano tende, non si lasciarono intimidire dalla sua eloquenza e istruzione. “Lo presero con loro e gli spiegarono con maggiore accuratezza la via di Dio” (Atti 18:25, 26). Come reagì quell’uomo colto ed eloquente? Evidentemente manifestò una delle più importanti qualità che un cristiano possa coltivare: l’umiltà.

5, 6. Cosa rese Apollo più qualificato per essere utilizzato da Geova, e cosa possiamo imparare dal suo esempio?

5 Accettando l’aiuto di Aquila e Priscilla, Apollo divenne un servitore di Geova più qualificato. Recatosi in Acaia, “fu di grande aiuto” ai credenti. In quella zona, con la sua predicazione, riuscì inoltre a controbattere l’idea degli ebrei secondo cui Gesù non era il Messia predetto. Luca riferisce: “Smentiva [...] con grande vigore i giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo” (Atti 18:27, 28). Che benedizione si rivelò Apollo! In effetti fu anche grazie a lui se “la parola di Geova cresceva e trionfava”. Cosa possiamo imparare dal suo esempio?

6 È fondamentale che i cristiani coltivino l’umiltà. Ognuno di noi ha vari doni, che si tratti di capacità innate, esperienza o conoscenze acquisite. Tuttavia la nostra umiltà deve superare le nostre doti, altrimenti i pregi possono diventare un ostacolo. Potremmo divenire terreno fertile per quella pianta velenosa che è la superbia (1 Cor. 4:7; Giac. 4:6). Se siamo veramente umili ci sforzeremo di considerare gli altri superiori a noi (Filip. 2:3). Non ci risentiremo se veniamo corretti, né saremo restii a imparare dagli altri. Certamente non rimarremo ancorati alle nostre idee se ci rendiamo conto che non sono più in armonia con la guida dello spirito santo. Finché resteremo umili, saremo utilizzati da Geova e da suo Figlio (Luca 1:51, 52).

7. In che modo Paolo e Apollo ci hanno lasciato un esempio di umiltà?

7 L’umiltà è anche un antidoto alla rivalità. Possiamo immaginare quanto Satana fosse ansioso di creare divisioni tra quei primi cristiani. Sarebbe stato ben felice se due personaggi dinamici come Apollo e l’apostolo Paolo fossero entrati in competizione, magari rivaleggiando per esercitare la propria influenza sulle congregazioni. Poteva benissimo accadere. A Corinto alcuni cristiani dicevano “io seguo Paolo”, mentre altri “io invece Apollo”. Paolo e Apollo incoraggiarono simili atteggiamenti divisivi? No. Paolo riconobbe umilmente il contributo dato da Apollo all’opera e gli affidò ulteriori privilegi di servizio. Da parte sua Apollo seguì la guida di Paolo (1 Cor. 1:10-12; 3:6, 9; Tito 3:12, 13). Che esempio di umiltà e collaborazione ci hanno lasciato!

“Ragionando in modo persuasivo riguardo al Regno” (Atti 18:23; 19:1-10)

8. Che tragitto scelse Paolo per tornare a Efeso, e perché?

8 Paolo aveva promesso di tornare a Efeso, e mantenne la parola (Atti 18:20, 21).a Notate però quale tragitto scelse. Da Antiochia di Siria, dove si trovava, avrebbe potuto semplicemente recarsi nella vicina Seleucia e imbarcarsi alla volta di Efeso. Invece “attraversò le regioni interne”. Secondo una stima, nel viaggio menzionato in Atti 18:23 e 19:1, Paolo percorse circa 1.600 chilometri. Perché scelse un tragitto così faticoso? Perché aveva l’obiettivo di ‘rafforzare tutti i discepoli’ (Atti 18:23). Il suo terzo viaggio missionario, come i primi due, sarebbe stato molto impegnativo, ma Paolo riteneva che ne valesse la pena. Oggi i sorveglianti di circoscrizione e le loro mogli manifestano lo stesso spirito. Non apprezziamo il loro amore altruistico?

EFESO: CAPITALE DELL’ASIA

Efeso era la città più grande dell’Asia Minore occidentale. Ai giorni dell’apostolo Paolo aveva probabilmente oltre 250.000 abitanti. Era la capitale della provincia romana dell’Asia e veniva definita “la prima e la più grande metropoli dell’Asia”.

Efeso doveva la sua grande ricchezza al commercio e alla religione. Era situata vicino alla foce di un fiume navigabile e il suo porto si trovava in una posizione privilegiata per gli scambi commerciali. Efeso ospitava non solo il famoso tempio di Artemide, ma anche santuari e templi di divinità greco-romane, egizie e anatoliche.

Il tempio di Artemide, noto come una delle sette meraviglie del mondo antico, misurava a quanto pare 105 metri per 50. Aveva un centinaio di colonne di marmo alte circa 17 metri e con un diametro di quasi 2 metri alla base. Era considerato degno di venerazione in tutto il bacino del Mediterraneo. Dato che ingenti somme di denaro venivano affidate alla custodia di Artemide, il tempio divenne anche il più grande “centro bancario” dell’Asia.

Efeso vantava anche uno stadio usato per le gare atletiche e forse anche per i combattimenti gladiatori, un teatro, un’agorà civile, un’agorà commerciale e portici che ospitavano botteghe.

Il geografo greco Strabone riferisce che il porto di Efeso tendeva a insabbiarsi, perciò col tempo l’attività portuale cessò e la città fu abbandonata. Dato che sul sito dell’antica Efeso non è sorta nessuna città moderna, chi visita le sue estese rovine può praticamente fare un salto indietro nel tempo.

9. Perché alcuni discepoli dovettero battezzarsi di nuovo, e cosa possiamo imparare dal loro atteggiamento?

9 Arrivato a Efeso, Paolo trovò una dozzina di discepoli di Giovanni Battista. Erano stati battezzati secondo una disposizione che non era più valida. Inoltre pareva sapessero poco o nulla dello spirito santo. Paolo li mise al corrente al riguardo e loro, come Apollo, si dimostrarono umili e desiderosi di imparare. Dopo essere stati battezzati nel nome di Gesù, ricevettero lo spirito santo e alcuni doni miracolosi. Chiaramente, dunque, tenersi al passo con la progressiva organizzazione teocratica di Geova reca benedizioni (Atti 19:1-7).

10. Perché Paolo si spostò dalla sinagoga in una scuola, e in che modo questo ci è di esempio nel ministero?

10 Presto ci sarebbero stati ulteriori progressi. Paolo predicò intrepidamente nella sinagoga per tre mesi. Benché “[ragionasse] in modo persuasivo riguardo al Regno di Dio”, alcuni si irrigidirono e diventarono veri e propri oppositori. Anziché perdere tempo con coloro che “[parlavano] male della Via”, Paolo si organizzò per predicare in una scuola (Atti 19:8, 9). Chi voleva crescere dal punto di vista spirituale dovette spostarsi dalla sinagoga alla scuola. Come Paolo, quando ci accorgiamo che il nostro interlocutore non è disposto ad ascoltare o vuole solo polemizzare, potremmo porre fine alla conversazione. Ci sono ancora molte persone paragonabili a pecore che hanno bisogno di sentire il nostro incoraggiante messaggio.

11, 12. (a) Che esempio di operosità e adattabilità diede Paolo? (b) In che modo i Testimoni di Geova si sforzano di essere operosi e adattabili nel ministero?

11 Può darsi che Paolo parlasse in quella scuola tutti i giorni più o meno dalle undici del mattino alle quattro del pomeriggio. (Vedi nwtsty approfondimento a Atti 19:9.) Erano probabilmente le ore più tranquille del giorno ma anche le più calde, quelle in cui molti sospendevano il lavoro per mangiare e riposare. Se seguì un programma così rigoroso per due anni interi, Paolo avrà dedicato alla predicazione ben più di 3.000 ore.b Ecco quindi un’altra ragione per cui “la parola di Geova cresceva e trionfava”. Paolo era una persona operosa e adattabile. Nello svolgere il ministero modificò il suo programma per andare incontro alle esigenze della gente del posto. Con quale risultato? “Tutti quelli che abitavano nella provincia dell’Asia, sia giudei che greci, poterono ascoltare la parola del Signore” (Atti 19:10). Paolo rese davvero completa testimonianza.

Due sorelle danno testimonianza per telefono.

Cerchiamo di raggiungere le persone ovunque si trovino

12 Nei tempi moderni i Testimoni di Geova si sono dimostrati altrettanto operosi e adattabili. Cerchiamo di raggiungere le persone dove e quando è possibile trovarle. Predichiamo loro per le strade, nei mercati e nei parcheggi. Le contattiamo per telefono o per lettera.c E nello svolgere l’opera di casa in casa concentriamo i nostri sforzi nei momenti in cui è più probabile trovarle.

“La parola di Geova cresceva e trionfava” nonostante gli spiriti malvagi (Atti 19:11-22)

13, 14. (a) Cosa compì Geova tramite Paolo? (b) Quale errore fecero i figli di Sceva, e in che modo oggi nella cristianità molti fanno un errore simile?

13 Luca descrive il periodo eccezionale che seguì, in cui Geova mediante Paolo compì “straordinarie opere potenti”. Addirittura fazzoletti e grembiuli usati da Paolo venivano portati ai malati, i quali guarivano. Nello stesso modo venivano espulsi anche gli spiriti malvagi (Atti 19:11, 12).d Queste clamorose vittorie sulle forze di Satana richiamarono l’attenzione di molti, anche di chi non era contento di quei miracoli.

14 Certi “giudei che andavano in giro a espellere demòni” cercarono di riprodurre i miracoli di Paolo. Alcuni di loro tentarono di espellere demòni invocando il nome di Gesù e di Paolo. Tra questi Luca menziona, per esempio, i sette figli di Sceva, appartenenti a una famiglia sacerdotale. Un demonio disse loro: “Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?” Allora l’indemoniato attaccò quegli impostori scagliandosi su di loro come una belva e costringendoli a fuggire nudi e feriti (Atti 19:13-16). Questa fu una clamorosa vittoria per “la parola di Geova”: fu evidente che Geova aveva dato grande potere a Paolo ma non a quei falsi adoratori. Tuttora milioni di persone fanno l’errore di presumere che invocare il nome di Gesù o definirsi “cristiani” sia sufficiente. Ma, come indicò Gesù, solo coloro che fanno veramente la volontà del Padre suo hanno un’autentica speranza per il futuro (Matt. 7:21-23).

15. Come possiamo seguire l’esempio degli efesini riguardo a spiritismo e oggetti legati a pratiche spiritiche?

15 L’umiliazione dei figli di Sceva contribuì a diffondere il timore di Dio, e questo indusse molti a diventare credenti e ad abbandonare le pratiche spiritiche. La cultura degli efesini era pervasa dalla magia; incantesimi e amuleti erano comuni, come pure le formule magiche, che spesso erano messe per iscritto. Molti efesini si sentirono motivati a prendere i loro libri di magia per bruciarli davanti a tutti, benché evidentemente avessero un valore pari a decine di migliaia di euro.e Luca riferisce: “Così in modo potente la parola di Geova cresceva e trionfava” (Atti 19:17-20). La verità aveva trionfato sulla falsità e sullo spiritismo. Quei fedeli costituiscono un ottimo esempio per noi. Anche oggi viviamo in un mondo pervaso dallo spiritismo. Se ci accorgessimo di possedere qualcosa che ha relazione con lo spiritismo, dovremmo fare come gli efesini: sbarazzarcene prontamente. Stiamo alla larga da queste pratiche detestabili, a qualunque costo.

“Sorse un grande tumulto” (Atti 19:23-41)

In una bottega di Efeso, Demetrio con in mano un tempietto d’argento di Artemide parla arrabbiato con altri argentieri. Sullo sfondo Paolo predica alle persone riunite nella piazza.

“Uomini, voi sapete bene che da questa attività deriva il nostro benessere” (Atti 19:25)

16, 17. (a) Descrivete in che modo Demetrio diede inizio al tumulto a Efeso. (b) In che modo gli efesini dimostrarono fanatismo?

16 Vediamo ora lo stratagemma di Satana descritto da Luca in questi termini: “Sorse un grande tumulto riguardo alla Via”. Non era certo un’affermazione esagerata (Atti 19:23).f Fu un argentiere di nome Demetrio a dare inizio al tumulto. Prima di tutto richiamò l’attenzione degli altri artigiani ricordando che il loro benessere derivava dalla vendita degli idoli. Proseguì insinuando che il messaggio predicato da Paolo danneggiasse i loro affari, dato che i cristiani non veneravano gli idoli. Quindi fece appello all’orgoglio civico e nazionale dei presenti, avvertendoli che la loro dea Artemide e il suo tempio di fama mondiale rischiavano di ‘non contare più nulla’ (Atti 19:24-27).

17 Il discorso di Demetrio ebbe l’effetto desiderato. Gli argentieri cominciarono a gridare in coro: “Grande è l’Artemide degli efesini!” La città precipitò nel caos, e questo diede origine all’episodio di fanatismo descritto all’inizio di questo capitolo.g Paolo, sempre pronto a sacrificarsi, voleva andare nel teatro e parlare alla folla, ma i discepoli insisterono che non si esponesse al pericolo. Un certo Alessandro, in piedi di fronte alla folla, cercò di prendere la parola. Essendo ebreo, forse voleva spiegare la differenza fra gli ebrei e quei cristiani, ma questa spiegazione importava poco ai presenti. Quando capirono che era ebreo, lo zittirono continuando a ripetere per un paio d’ore: “Grande è l’Artemide degli efesini!” Il fanatismo religioso non è cambiato. Tuttora rende completamente irragionevoli (Atti 19:28-34).

18, 19. (a) In che modo il cancelliere calmò la folla a Efeso? (b) Com’è stato protetto a volte il popolo di Geova dalle autorità secolari, e che parte possiamo avere noi nell’ottenere tale protezione?

18 Alla fine il cancelliere della città calmò la folla. Questo funzionario, uomo capace che aveva presenza di spirito, assicurò che i cristiani non costituivano un pericolo per il tempio o per la dea degli efesini. Aggiunse che Paolo e i suoi compagni non avevano commesso alcun reato contro il tempio di Artemide e che questioni del genere andavano affrontate per vie legali. Inoltre ricordò ai presenti che rischiavano di incorrere nelle ire di Roma per quell’assembramento illegale e disordinato, e forse furono queste le parole che risultarono più efficaci. Quindi congedò la folla. Grazie a questo ragionamento lucido e pratico la rabbia della folla si calmò con la stessa rapidità con cui era esplosa (Atti 19:35-41).

19 Non era la prima volta che un uomo avveduto e con una certa autorità interveniva in favore dei seguaci di Gesù, e non sarebbe stata l’ultima. In effetti l’apostolo Giovanni vide in visione che durante gli ultimi giorni gli elementi stabili del mondo, raffigurati dalla terra, avrebbero inghiottito una vera e propria ondata di persecuzione satanica contro i seguaci di Gesù (Riv. 12:15, 16). È proprio quello che è successo. Nel corso di molte cause, giudici equi hanno tutelato il diritto dei Testimoni di Geova di riunirsi per il culto e predicare la buona notizia. Di certo la nostra condotta può contribuire a simili vittorie. Grazie al suo comportamento, pare che a Efeso Paolo si fosse guadagnato il rispetto di alcuni funzionari, che in quell’occasione dimostrarono di tenere alla sua incolumità (Atti 19:31). Il nostro comportamento onesto e rispettoso può avere lo stesso effetto positivo su coloro con cui abbiamo a che fare. Non possiamo sapere quali risultati potrebbero derivarne in futuro.

20. (a) Cosa provate vedendo in che modo la parola di Geova trionfava nel I secolo e trionfa tuttora? (b) Cosa siete determinati a fare per avere una parte nelle vittorie di Geova?

20 Non è entusiasmante vedere in che modo nel I secolo “la parola di Geova cresceva e trionfava”? È altrettanto entusiasmante riscontrare che anche nel nostro tempo c’è Geova dietro a simili vittorie. Vi piacerebbe avere una parte, seppur piccola, in tali vittorie? Impariamo dunque dagli esempi che abbiamo considerato. Dimostriamoci umili, teniamoci al passo con la progressiva organizzazione di Geova, continuiamo a darci da fare, stiamo alla larga dallo spiritismo e facciamo tutto il possibile per dare una buona testimonianza con il nostro comportamento onesto e rispettoso.

a Vedi il riquadro “Efeso: capitale dell’Asia”.

b Inoltre, mentre era a Efeso, Paolo scrisse la prima lettera ai Corinti.

c In ogni aspetto del loro ministero, inclusa la testimonianza per telefono e quella per lettera, i proclamatori dovranno tenere conto delle normative vigenti in materia di protezione dei dati personali (Rom. 13:1).

d I fazzoletti menzionati potevano essere pezzi di stoffa che Paolo portava attorno alla fronte per impedire al sudore di colargli sugli occhi. Il fatto che in quel periodo Paolo indossasse grembiuli fa pensare che nelle ore libere, forse la mattina presto, esercitasse la sua attività di fabbricante di tende (Atti 20:34, 35).

e Luca parla di 50.000 monete d’argento. Se la moneta che intendeva era il denaro, per guadagnare una cifra simile un lavoratore avrebbe dovuto lavorare 50.000 giorni, ovvero 137 anni sette giorni su sette.

f Secondo alcuni, Paolo si riferiva a questo episodio quando scrisse ai corinti: “Addirittura temevamo per la nostra vita” (2 Cor. 1:8). Ma poteva aver in mente una situazione più pericolosa. Quando disse di aver “combattuto a Efeso con le bestie feroci”, Paolo poteva riferirsi o ad animali feroci in un’arena o a esseri umani che lo osteggiavano (1 Cor. 15:32). Sia l’interpretazione letterale che quella metaforica sono plausibili.

g Le associazioni, o corporazioni, di artigiani potevano essere molto potenti. Circa un secolo più tardi, per esempio, l’associazione dei fornai di Efeso provocò un tumulto simile.

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