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Il Regno di Dio è già una realtà!
kr cap. 9 pp. 87-97

CAPITOLO 9

I risultati: “I campi [...] sono bianchi da mietere”

IN QUESTO CAPITOLO

Geova ha fatto crescere i semi della verità del Regno

1, 2. (a) Perché i discepoli sono perplessi? (b) Di che tipo di mietitura sta parlando Gesù?

I DISCEPOLI sono perplessi. Gesù ha detto loro: “Alzate gli occhi e guardate i campi, che sono bianchi da mietere”. Quando volgono lo sguardo nella direzione indicata da Gesù, quello che vedono non sono dei campi bianchi ma verdi, il colore dell’orzo appena germogliato. “Mietere?”, si chiedono forse i discepoli. “Ma se mancano mesi alla mietitura!” (Giov. 4:35).

2 Gesù, però, non sta parlando della mietitura letterale. Sta piuttosto sfruttando l’occasione per insegnare ai discepoli due importanti lezioni riguardanti una mietitura spirituale, una mietitura di persone. Quali sono queste lezioni? Per scoprirlo, analizziamo il racconto nel dettaglio.

Incoraggiata l’operosità, promessa la gioia

3. (a) Cosa potrebbe aver spinto Gesù a dire: “I campi [...] sono bianchi da mietere”? (Vedi la nota in calce.) (b) Cosa aggiunse Gesù per spiegare cosa intendeva dire?

3 La conversazione tra Gesù e i discepoli si svolse alla fine del 30 E.V., vicino alla città samaritana di Sichar. I discepoli erano andati in città, mentre Gesù era rimasto presso un pozzo, dove aveva insegnato verità spirituali a una donna che ne aveva rapidamente afferrato l’importanza. Dopo il ritorno dei discepoli, la donna si era precipitata a Sichar per comunicare ai suoi concittadini le cose meravigliose che aveva imparato. Le sue parole avevano suscitato grande interesse, e in molti erano accorsi verso il pozzo per vedere Gesù. Forse fu in quel momento che, scorgendo oltre i campi una folla di samaritani che si avvicinavano, Gesù disse: “Guardate i campi, che sono bianchi da mietere”.a Poi, per spiegare che stava parlando di una mietitura spirituale e non letterale, aggiunse: “Il mietitore [...] raccoglie frutto per la vita eterna” (Giov. 4:5-30, 36).

4. (a) Quali due lezioni sulla mietitura insegnò Gesù? (b) A quali domande daremo risposta?

4 Quali due importanti lezioni sulla mietitura spirituale insegnò Gesù? In primo luogo, l’opera è urgente. Le parole “i campi [...] sono bianchi da mietere” erano un invito all’azione. Perché i suoi seguaci capissero quanto fosse urgente quell’opera, aggiunse: “Già il mietitore riceve il salario”. La mietitura era già iniziata; non c’era tempo da perdere! In secondo luogo, gli operai sono gioiosi. Gesù disse che seminatori e mietitori si sarebbero rallegrati insieme (Giov. 4:35b, 36). Gesù dev’essersi rallegrato quando “molti samaritani [...] riposero fede in lui”; allo stesso modo i suoi discepoli avrebbero provato grande gioia nel dedicarsi con tutta l’anima alla mietitura (Giov. 4:39-42). Questo episodio del I secolo è ricco di significato per noi, perché illustra ciò che sta accadendo oggi, durante la più grande mietitura spirituale di tutti i tempi. Quando è iniziata questa mietitura? Chi vi prende parte? Quali sono stati i risultati?

Il Re guida la più grande mietitura di tutti i tempi

5. Chi guida la mietitura mondiale, e in che modo la visione di Giovanni indica che l’opera è urgente?

5 Una visione data all’apostolo Giovanni rivela che Geova incaricò Gesù perché guidasse una mietitura di persone a livello mondiale. (Leggi Rivelazione 14:14-16.) Nella visione Gesù è descritto con una corona e una falce. La “corona d’oro sulla testa” conferma il suo ruolo di Re intronizzato; la “falce affilata in mano” attesta il suo ruolo di Mietitore. Dicendo tramite un angelo che “la messe della terra è completamente matura”, Geova sottolinea che l’opera è urgente. “È venuta l’ora di mietere”; non c’è tempo da perdere! Quando Dio gli comanda: “Metti dentro la tua falce”, Gesù impugna la falce e viene mietuta “la terra”, vale a dire persone che la abitano. Questa emozionante visione ci ricorda ancora una volta che “i campi [...] sono bianchi da mietere”. Ma ci aiuta anche a stabilire quando inizia questa mietitura mondiale.

6. (a) Quando iniziò il “tempo della mietitura”? (b) Quando ebbe inizio l’effettiva mietitura della “messe della terra”? Spiegate.

6 Nella visione di Giovanni riportata in Rivelazione capitolo 14, Gesù, il Mietitore, indossa la corona (versetto 14), segno che la sua intronizzazione nel 1914 è già avvenuta (Dan. 7:13, 14). Qualche tempo dopo quell’evento, a Gesù viene comandato di cominciare la mietitura (versetto 15). Ritroviamo la stessa successione di eventi nella parabola di Gesù riguardo alla mietitura del grano, dove si legge: “La mietitura è il termine di un sistema di cose”. Quindi il tempo della mietitura e il termine di questo sistema di cose iniziarono contemporaneamente, nel 1914. “Al tempo della mietitura”, ovvero durante quel periodo, cominciò poi la mietitura effettiva (Matt. 13:30, 39). A posteriori possiamo dire che la mietitura iniziò alcuni anni dopo l’intronizzazione di Gesù. Per prima cosa, dal 1914 agli inizi del 1919, Gesù compì un’opera di purificazione tra i suoi seguaci unti (Mal. 3:1-3; 1 Piet. 4:17). Poi, nel 1919, ebbe inizio la mietitura della “messe della terra”. Senza perdere tempo, Gesù impiegò lo schiavo fedele appena nominato per aiutare i nostri fratelli a comprendere l’urgenza dell’opera di predicazione. Ecco ciò che accadde.

7. (a) Grazie a quale esame i fratelli capirono l’urgenza dell’opera di predicazione? (b) Cosa vennero incoraggiati a fare i fratelli?

7 Nel luglio del 1920 La Torre di Guardia disse: “Da un esame delle Scritture sembra evidente che alla chiesa è concesso il grande privilegio di portare un messaggio riguardante il Regno”. Ad esempio, esaminando le parole profetiche di Isaia i fratelli capirono che la buona notizia del Regno doveva essere annunciata in tutto il mondo (Isa. 49:6; 52:7; 61:1-3). Non avevano idea di come svolgere quell’opera, ma confidavano che Geova avrebbe spianato loro la strada. (Leggi Isaia 59:1.) Essendo divenuta più chiara l’urgenza dell’opera di predicazione, i fratelli vennero incoraggiati a intensificare l’attività. Come reagirono?

8. Quali due aspetti relativi all’opera di predicazione compresero i fratelli nel 1921?

8 Nel dicembre del 1921 La Torre di Guardia annunciò: “Questo è stato l’anno migliore in assoluto; nel 1921 coloro che hanno udito il messaggio della verità sono stati più che in qualsiasi anno precedente”. E aggiunse: “C’è ancora molto da fare. [...] Impegniamoci con cuore gioioso”. Fatto degno di nota, i fratelli avevano compreso gli stessi due aspetti relativi all’opera di predicazione su cui Gesù aveva richiamato l’attenzione degli apostoli: l’opera è urgente e gli operai sono gioiosi.

9. (a) Nel 1954, cosa disse La Torre di Guardia circa l’opera di mietitura, e perché? (b) Negli ultimi 50 anni, quale crescita c’è stata nel numero dei proclamatori a livello mondiale? (Vedi il grafico “Crescita a livello mondiale”.)

9 Negli anni ’30, quando si comprese che una grande folla di altre pecore avrebbe accettato il messaggio del Regno, fu dato ulteriore impulso all’opera di predicazione (Isa. 55:5; Giov. 10:16; Riv. 7:9). I risultati? Il numero dei proclamatori crebbe da 41.000 nel 1934 a 500.000 nel 1953. La Torre di Guardia del 1º dicembre 1954 (15 giugno 1955 in italiano) concluse giustamente che erano stati “lo spirito di Geova e la potenza della sua Parola [ad aver] compiuto questa mondiale mietitura” (Zacc. 4:6).b

CRESCITA A LIVELLO MONDIALE

Paese

1962

1987

2013

Australia

15.927

46.170

66.023

Brasile

26.390

216.216

756.455

Francia

18.452

96.954

124.029

Italia

6.929

149.870

247.251

Giappone

2.491

120.722

217.154

Messico

27.054

222.168

772.628

Nigeria

33.956

133.899

344.342

Filippine

36.829

101.735

181.236

Stati Uniti

289.135

780.676

1.203.642

Zambia

30.129

67.144

162.370

CRESCITA NEL NUMERO DI STUDI BIBLICI

1950

234.952

1960

646.108

1970

1.146.378

1980

1.371.584

1990

3.624.091

2000

4.766.631

2010

8.058.359

Parabole che predicono i risultati della mietitura

10, 11. Quali aspetti della crescita del seme vengono evidenziati nella parabola del granello di senape?

10 Nelle parabole sul Regno, Gesù predisse con un linguaggio vivido i risultati dell’opera di mietitura. Analizziamo la parabola del granello di senape e quella del lievito. Vedremo in particolare come si sono adempiute nel tempo della fine.

11 La parabola del granello di senape. Un uomo pianta un granello di senape, che cresce fino a diventare un albero tra i cui rami trovano riparo gli uccelli. (Leggi Matteo 13:31, 32.) Quali aspetti della crescita del seme vengono evidenziati in questa parabola? (1) La portata della crescita è eccezionale. “Il più piccolo di tutti i semi” diventa un albero dai “grandi rami” (Mar. 4:31, 32). (2) La crescita è garantita. “Quando [il seme] è stato seminato, germoglia”. Gesù non dice che “potrebbe germogliare”, ma che “germoglia”. La sua crescita è inarrestabile. (3) L’albero, crescendo, attira ospiti ai quali provvede dimora. “Gli uccelli del cielo vengono” e trovano “dimora sotto la sua ombra”. In che modo questi tre aspetti si riscontrano nell’odierna mietitura spirituale?

12. In che modo la parabola del granello di senape si applica alla mietitura odierna? (Vedi anche il grafico “Crescita nel numero di studi biblici”.)

12 (1) Portata della crescita: La parabola evidenzia la crescita del messaggio del Regno e della congregazione cristiana. Dal 1919 zelanti mietitori sono stati radunati nella congregazione cristiana purificata. A quel tempo il numero degli operai era esiguo, ma crebbe rapidamente. Dagli inizi del 1900 a oggi la crescita è stata davvero fenomenale! (Isa. 60:22). (2) Garanzia di crescita: La crescita della congregazione cristiana è stata inarrestabile. A prescindere da quanti sforzi abbiano fatto i nemici di Dio per soffocare quel piccolo seme, esso ha continuato a crescere, facendosi largo tra i macigni dell’opposizione (Isa. 54:17). (3) Dimora: “Gli uccelli del cielo” che trovano dimora tra i rami dell’albero rappresentano i milioni di giusti provenienti da circa 240 paesi che hanno accettato il messaggio del Regno entrando a far parte della congregazione cristiana (Ezec. 17:23). Lì ricevono cibo spirituale, ristoro e protezione (Isa. 32:1, 2; 54:13).

Uccelli di varie specie trovano dimora su un “albero” di senape

La parabola del granello di senape mostra che coloro che sono nella congregazione cristiana vi trovano rifugio e protezione (Vedi i paragrafi 11 e 12)

13. Quali aspetti della crescita vengono evidenziati nella parabola del lievito?

13 La parabola del lievito. Una donna aggiunge a una massa di farina del lievito, che fa fermentare tutto l’impasto. (Leggi Matteo 13:33.) Quali aspetti della crescita vengono evidenziati in questa parabola? Consideriamone due. (1) La crescita provoca una trasformazione. Il lievito agisce “finché l’intera massa [è] fermentata”. (2) La crescita è capillare. Il lievito fa fermentare le “tre grosse misure di farina”, ovvero l’intera massa. In che modo questi due aspetti si riscontrano nell’odierna mietitura spirituale?

14. In che modo la parabola del lievito si applica alla mietitura odierna?

14 (1) Trasformazione: Il lievito rappresenta il messaggio del Regno, e la massa di farina l’umanità. Come il lievito agisce sulla farina a cui viene aggiunto, così il messaggio del Regno provoca una trasformazione nel cuore di chi lo accetta (Rom. 12:2). (2) Capillarità: Il processo di lievitazione rappresenta la diffusione del messaggio del Regno. Il lievito si diffonde fino a pervadere l’intera massa; in modo simile il messaggio del Regno si è diffuso “fino alla più distante parte della terra” (Atti 1:8). Questo aspetto della parabola indica inoltre che il messaggio del Regno si diffonde persino in paesi in cui la nostra opera è proscritta, anche se in quelle zone della terra la predicazione potrebbe passare in gran parte inosservata.

15. Come si sono adempiute le parole di Isaia 60:5, 22? (Vedi anche i riquadri “A Geova niente è impossibile” e “‘Il piccolo’ è diventato ‘una nazione potente’”.)

15 Circa 800 anni prima che Gesù pronunciasse queste parabole, Geova, tramite Isaia, aveva predetto la portata dell’odierna mietitura spirituale e la gioia che questa avrebbe recato.c Con un linguaggio suggestivo Geova descrive persone provenienti “da lontano” che affluiscono alla sua organizzazione. Rivolgendosi a una “donna”, che oggi è rappresentata dagli unti rimasti sulla terra, dice: “Vedrai e certamente diverrai raggiante, e il tuo cuore realmente palpiterà e si espanderà, perché verso di te si dirigerà la dovizia del mare; le medesime risorse delle nazioni verranno a te” (Isa. 60:1, 4, 5, 9). Questo è proprio ciò che sta succedendo. Fratelli che servono Geova da lungo tempo sono raggianti di gioia osservando come nel proprio paese il numero dei proclamatori del Regno sia aumentato da poche unità a molte migliaia.

Buoni motivi per rallegrarsi

16, 17. Qual è un motivo per il quale ‘il seminatore e il mietitore si rallegrano insieme’? (Vedi anche il riquadro “Due volantini portano frutto in Amazzonia”.)

16 Ricorderete che Gesù disse ai suoi apostoli: “Il mietitore [...] raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme” (Giov. 4:36). Abbiamo diversi motivi per rallegrarci insieme della mietitura mondiale. Consideriamone tre.

17 Primo, ci rallegriamo di vedere la mano di Geova nell’opera che compiamo. Quando predichiamo il messaggio del Regno, stiamo seminando (Matt. 13:18, 19). Quando aiutiamo qualcuno a diventare discepolo di Cristo, stiamo mietendo. E tutti noi proviamo profonda gioia notando con meraviglia come grazie a Geova il seme del Regno “germoglia e cresce” (Mar. 4:27, 28). Alcuni semi che spargiamo germogliano in seguito e vengono mietuti da altri. Magari vi è capitato qualcosa di simile a quello che è successo a Joan, una sorella della Gran Bretagna battezzata da 60 anni. Joan ha raccontato: “A volte qualcuno mi ha detto che avevo piantato un seme nel suo cuore quando gli avevo predicato anni prima. Senza che io lo sapessi, altri Testimoni avevano poi studiato la Bibbia con quella persona e l’avevano aiutata a dedicarsi a Geova. Sono felice che il seme che avevo piantato sia cresciuto fino a essere pronto per la mietitura”. (Leggi 1 Corinti 3:6, 7.)

A GEOVA NIENTE È IMPOSSIBILE

GESÙ dichiarò: “Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio” (Luca 18:27). Molti di noi sanno quanto siano vere queste parole. Nonostante gli sforzi di chi vuole fermare l’opera di predicazione, Geova ci aiuta a compierla.

Zacharie

Zacharie Elegbe (66 anni, battezzato nel 1963) ricorda che una proscrizione delle attività dei Testimoni di Geova in Benin ebbe risvolti positivi per i fratelli. “Nel 1976, quando eravamo 2.300 proclamatori”, racconta Zacharie, “la nostra opera fu vietata e il governo ordinò che il divieto fosse annunciato dai media in tutte le lingue locali. Non era mai successa una cosa del genere. In Benin si parlano più di 60 lingue, ma a quel tempo i programmi radio venivano trasmessi solo in cinque. Quindi, grazie all’annuncio del divieto in tutte le lingue locali, migliaia di persone che vivevano in zone remote sentirono parlare di noi per la prima volta. Si chiesero: ‘Ma chi sono i Testimoni di Geova? E perché la loro opera è stata vietata?’ Quando in seguito raggiungemmo quelle zone, molti accettarono la verità in breve tempo”. Oggi in Benin ci sono più di 11.500 Testimoni.

Marija

Marija Zinič (74 anni, battezzata nel 1957) racconta: “Quando avevo 12 anni, tutta la nostra famiglia fu deportata dall’Ucraina in Siberia, in Russia. Nonostante i ripetuti tentativi del governo di metterci a tacere in tutta quella che era l’Unione Sovietica, continuavamo ad aumentare. Vedere quell’enorme crescita nonostante la dura opposizione mi convinse che questa è l’opera di Geova. Nessuno può fermarla!” Un’altra sorella di nome Marija (73 anni, battezzata nel 1960) ha osservato: “Deportando i fratelli in Siberia, il governo diede a molte persone che vivevano in quelle zone isolate l’opportunità di udire la verità”.

Jesús

Jesús Martín (77 anni, battezzato nel 1955) ricorda: “Quando conobbi la verità, qui in Spagna c’erano 300 Testimoni. Nel 1960 la repressione nei nostri confronti divenne violenta. Il governo ordinò alla polizia di togliere di mezzo i Testimoni di Geova. A quel tempo nessuno avrebbe immaginato che saremmo riusciti a predicare la buona notizia nell’intero paese. Tutto sembrava remarci contro. Ma oggi in Spagna ci sono quasi 111.000 Testimoni. Aver visto con i miei occhi la crescita che ha avuto luogo nonostante l’opposizione rafforza la mia certezza che, se Geova è al nostro fianco, niente è impossibile”.

18. Quale motivo di gioia è menzionato in 1 Corinti 3:8?

18 Secondo, conserviamo la gioia quando teniamo a mente le parole di Paolo: “Ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo la propria fatica” (1 Cor. 3:8). La ricompensa viene data in base agli sforzi fatti, non in base ai risultati di quegli sforzi. Questa garanzia è molto rassicurante per chi predica in territori in cui pochi accolgono il messaggio. Agli occhi di Dio, ogni Testimone che partecipa con tutto il cuore alla semina riesce a “portare molto frutto” e quindi ha motivo di rallegrarsi (Giov. 15:8; Matt. 13:23).

19. (a) Che nesso c’è tra la profezia di Matteo 24:14 e la nostra gioia? (b) Anche nel caso in cui non riusciamo a fare discepoli, cosa facciamo bene a ricordare?

19 Terzo, ci rallegriamo del fatto che la nostra opera adempia le profezie. Quando gli apostoli gli chiesero: “Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?”, Gesù rispose spiegando che tra gli aspetti di quel segno ci sarebbe stata un’opera di predicazione mondiale. Parlava dell’opera di fare discepoli? No, perché disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni” (Matt. 24:3, 14). È quindi la predicazione del Regno, ovvero la semina, a essere un aspetto del segno. Pertanto, mentre predichiamo la buona notizia, ricordiamoci che, anche nel caso in cui non riusciamo a fare discepoli, stiamo comunque dando “testimonianza”.d Indipendentemente dalla reazione delle persone, contribuiamo ad adempiere la profezia di Gesù e abbiamo l’onore di essere “collaboratori di Dio” (1 Cor. 3:9). Davvero un ottimo motivo per rallegrarci!

“Da dove si leva il sole fin dove tramonta”

20, 21. (a) Come si stanno adempiendo le parole di Malachia 1:11? (b) Cosa siamo determinati a fare in relazione all’opera di mietitura, e perché?

20 Nel I secolo Gesù aiutò gli apostoli a capire che l’opera di mietitura era urgente. Dal 1919 in poi ha aiutato i suoi discepoli dei tempi moderni ad afferrare lo stesso concetto. Di conseguenza il popolo di Dio ha intensificato le attività, e l’opera di mietitura è stata inarrestabile. Come predetto dal profeta Malachia, oggi si predica “da dove si leva il sole fin dove tramonta” (Mal. 1:11). Sì, i seminatori e i mietitori si danno da fare e si rallegrano insieme da levante a ponente, ovunque siano sulla terra. E si impegnano con senso d’urgenza dall’alba al tramonto, tutto il giorno.

21 Se guardiamo indietro e osserviamo come negli ultimi 100 anni un piccolo gruppo di servitori di Dio sia diventato “una nazione potente”, proveremo una gioia tale che il nostro cuore “palpiterà forte e si allargherà” (Isa. 60:5, 22; Nuova Riveduta). Facciamo sì che questa gioia e l’amore che nutriamo per Geova, “il Signore della messe”, spingano ciascuno di noi a partecipare alla più grande mietitura di tutti i tempi fino al suo completamento (Luca 10:2).

a Quando disse che i campi erano “bianchi da mietere”, Gesù poteva alludere alle vesti bianche forse indossate dalla folla di samaritani che vedeva avvicinarsi.

b Per maggiori informazioni sui risultati dell’opera di mietitura dal 1919 al 1992, vi incoraggiamo a leggere le pagine 425-520 del libro I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio.

c Per ulteriori dettagli su questa coinvolgente profezia, vedi Le profezie di Isaia: luce per tutta l’umanità II, pagine 303-320.

d Questa importante verità era già stata compresa dai primi Studenti Biblici. La Torre di Guardia di Sion del 15 novembre 1895 affermava: “Quandanche si dovesse raccogliere poco grano, verrebbe almeno resa un’abbondante testimonianza alla verità. [...] Tutti possono predicare l’evangelo”.

Quanto è reale per voi il Regno?

  • Cosa ha compiuto il Regno in relazione alla mietitura spirituale?

  • Perché le parabole del granello di senape e del lievito ci incoraggiano a predicare?

  • Quali motivi abbiamo per rallegrarci nel ministero?

DUE VOLANTINI PORTANO FRUTTO IN AMAZZONIA

Antônio Simões

Antônio Simões

ANTÔNIO SIMÕES, un fedele anziano cristiano di 91 anni, ricorda con piacere come due volantini pubblicati dai Testimoni di Geova aiutarono il padre e lo zio a conoscere la verità. “Volete che vi racconti come andarono le cose?”, chiede alla coppia venuta a trovarlo. “Magari!”, è la risposta. Ad Antônio si illuminano gli occhi e, sorridendo, inizia il racconto.

“Mio padre Zeno era pastore battista. Nel 1931 si inoltrò in una zona remota della foresta amazzonica per fare visita a un’appartenente alla sua chiesa. In casa notò due volantini basati sulla Bibbia. La donna li aveva trovati in chiesa, ma non sapeva chi ce li avesse lasciati. Un volantino parlava dell’inferno, l’altro della risurrezione. Papà fu toccato da ciò che lesse. Pensò subito a suo cognato, Guilherme, che più di una volta gli aveva detto: ‘Io all’inferno non ci credo. Un Dio d’amore non può aver creato un posto del genere’. Impaziente di fargli vedere i volantini, salì sulla canoa e remò per otto ore fino a Manaquiri, un insediamento vicino a Manaus in cui viveva Guilherme.

Antônio Simões mostra due foto della prima congregazione di Manaquiri, nello stato brasiliano di Amazonas

La prima congregazione dello stato brasiliano di Amazonas

“Dopo aver esaminato i volantini, mio padre e mio zio esclamarono: ‘Questa è la verità!’ Scrissero subito alla filiale del Brasile per chiedere delle pubblicazioni. Papà lasciò la carica di pastore, e insieme allo zio iniziò a diffondere il messaggio della Bibbia in quella zona remota. La risposta delle persone fu così positiva che nel giro di un anno a Manaquiri venne formata una congregazione. Di lì a poco assistevano alle adunanze 70 abitanti del villaggio, facendo di quella congregazione la più grande del Brasile a quel tempo”. Antônio fa una pausa, e poi chiede: “Non è meraviglioso il modo in cui il messaggio del Regno è arrivato in Amazzonia?” Antônio ha ragione. Due minuscoli semi, nient’altro che due volantini, hanno messo radice nella sconfinata foresta amazzonica e sono cresciuti fino a diventare una fiorente congregazione. E oggi, a 83 anni di distanza, quella di Manaquiri non è più l’unica congregazione nello stato brasiliano di Amazonas; ora ce ne sono 143!

“IL PICCOLO” È DIVENTATO “UNA NAZIONE POTENTE”

“IL PICCOLO stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo” (Isa. 60:22). Come si è avverata questa profezia? E che effetto ha avuto il suo adempimento su Testimoni di vari paesi che servono Geova da molto tempo?

Börje Nilsson

Börje Nilsson (84 anni, battezzato nel 1943): “Ricordo un fratello unto che negli anni ’20 era colportore. Quando gli fu assegnata quasi metà della Svezia come territorio, lui iniziò ubbidientemente a predicare. Quanto è stato benedetto il lavoro svolto da lui e da altri Testimoni fedeli! Oggi ci sono più di 22.000 proclamatori. Anche se ora sono in là con gli anni, voglio continuare a servire Geova con ubbidienza. Chissà quali sorprese ha ancora in serbo per noi!”

Etienne Esterhuyse

Etienne Esterhuyse (83 anni, battezzato nel 1942): “Rimango stupito quando, ripensando al passato, vedo come il numero dei servitori di Geova in Sudafrica sia cresciuto dai circa 1.500 del 1942 agli oltre 94.000 di oggi. Com’è incoraggiante far parte di un’organizzazione così vasta!”

Keith Gaydon

Keith Gaydon (82 anni, battezzato nel 1948): “Essere testimone della crescita nel numero dei proclamatori in Gran Bretagna, che da circa 13.700 nel 1948 sono passati a quasi 137.000 oggi, mi ha dimostrato che questa è l’opera di Geova. Con le sole forze umane sarebbe stato impossibile, ma Geova è ‘Colui che fa meraviglie’” (Eso. 15:11).

Ulrike Krolop

Ulrike Krolop (77 anni, battezzata nel 1952): “Dopo la seconda guerra mondiale le congregazioni in Germania furono rinvigorite dallo spirito risoluto dei Testimoni che avevano sopportato la persecuzione nazista. La gente aveva bisogno di conforto, e noi potevamo darlo senza remore perché i Testimoni non avevano partecipato a quell’orribile guerra. Negli scorsi 60 anni ho visto come lo spirito di Geova ha guidato il suo popolo. Oggi siamo più di 164.000. Un risultato davvero eccezionale!”

Marija Brineckaja

Marija Brineckaja (77 anni, battezzata nel 1955): “Per evitare l’arresto, mi battezzai col favore delle tenebre. In seguito mio marito fu deportato in un lontano campo di lavoro perché era Testimone. Continuai a predicare con cautela nel mio villaggio qui in Russia, e diversi accettarono la verità. All’epoca eravamo in pochi. Sono così contenta che oggi in Russia ci siano oltre 168.000 Testimoni!”

Kimiko Yamano

Kimiko Yamano (79 anni, battezzata nel 1954): “Quando seppi che nel 1970 in Giappone avevamo raggiunto i 10.000 proclamatori, piansi di gioia e promisi di nuovo a Geova: ‘Finché vivrò, ti sarò leale’. Immaginate quanto sono contenta oggi che siamo oltre 216.000 proclamatori!”

Daniel Odogun

Daniel Odogun (83 anni): “Nel 1950, quando mi battezzai, in Nigeria c’erano 8.000 proclamatori. Oggi ce ne sono circa 351.000. Alle assemblee mi commuovo nel vedere quanti sono i presenti, e ripenso ad Aggeo 2:7. Geova sta davvero scrollando le nazioni e le cose desiderabili stanno affluendo. Continuo a fare del mio meglio nell’opera di predicazione perché questo è il mio modo per dire: ‘Grazie, Geova!’”

Carlos Silva

Carlos Silva (79 anni): “In Brasile eravamo 5.000 Testimoni quando nel 1952 mi battezzai. Quell’anno tenemmo un’assemblea in una palestra di San Paolo. Nel parcheggio c’erano solo due macchine. Un fratello indicò lo Stadio Pacaembu lì vicino e mi chiese: ‘Secondo te riusciremo mai a riempirlo?’ Sembrava impossibile, eppure nel 1973 quello stadio era gremito da 94.586 presenti. Oggi in Brasile ci sono più di 767.000 cari fratelli e sorelle. Che bello assistere a questa crescita!”

Carlos Cázares

Carlos Cázares (73 anni): “Nel 1954, l’anno in cui mi battezzai, in Messico c’erano 10.500 proclamatori. Il bisogno era così grande che fui nominato sorvegliante di circoscrizione a 21 anni. È stata una benedizione vedere con i miei occhi l’adempimento di Isaia 60:22. Oggi siamo più di 806.000 proclamatori, e conduciamo oltre un milione di studi biblici. È straordinario!”

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