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Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
it-2 “Pettegolezzo, Calunnia”

PETTEGOLEZZO, CALUNNIA

Pettegolezzo è il parlare ozioso e indiscreto; chiacchiera; voce infondata. Calunnia è una falsa accusa, verbale o scritta, fatta generalmente con l’intento di diffamare.

A volte il pettegolezzo può essere una semplice chiacchiera, senza fini cattivi o dannosi, ma altre volte può essere nocivo. In certi casi può assumere toni elogiativi nei confronti di una o più persone o semplicemente riferire qualche fatto insignificante o ineccepibile sul conto di altri, per semplice interessamento umano. Ma è facile che la conversazione scivoli in qualcosa di dannoso o provocatorio, dato che il pettegolezzo è un parlare ozioso. Le Scritture sconsigliano i discorsi inutili, e mettono in risalto che la lingua è difficile da domare e che “è costituita fra le nostre membra come mondo d’ingiustizia, poiché macchia tutto il corpo e infiamma la ruota della vita naturale”. Come sia micidiale è ulteriormente messo in risalto da ciò che lo scrittore biblico aggiunge: “Ed è infiammata dalla Geenna”. (Gc 3:6) Il pericolo del parlare ozioso, senza freno, è più volte evidenziato, ed è messo in relazione con la stupidità o stoltezza (Pr 15:2); questo modo di parlare costituisce un laccio e può portare alla rovina. (Pr 13:3; 18:7) “Nell’abbondanza delle parole non manca la trasgressione”, dice il proverbio, che consiglia di agire con discrezione tenendo a bada le proprie labbra. (Pr 10:19) “Chi custodisce la sua bocca e la sua lingua custodisce la sua anima dalle angustie”: questa è un’esortazione a non parlare a vanvera o in modo ozioso, sconsiderato. — Pr 21:23.

“Dall’abbondanza del cuore la bocca parla”, disse Gesù Cristo. (Mt 12:34) Di conseguenza, ciò di cui abitualmente si parla è indicativo di ciò che si ha nel cuore. Le Scritture ci esortano a salvaguardare il cuore e a pensare a cose vere, serie, giuste, caste, amabili, delle quali si parla bene, virtuose, degne di lode, e a parlare di queste. (Pr 4:23; Flp 4:8) Gesù Cristo disse: “Ciò che esce dalla bocca, questo contamina l’uomo”, e proseguì elencando “malvagi ragionamenti” e “false testimonianze” fra le cose che escono dalla bocca ma che in realtà vengono dal cuore. — Mt 15:11, 19.

Il pettegolezzo può degenerare in calunnia, con risultati disastrosi per il calunniatore. La saggezza delle parole di Ecclesiaste 10:12-14 è molto evidente: “Le labbra dello stupido lo inghiottono. L’inizio delle parole della sua bocca è stoltezza, e la fine della sua bocca è poi pazzia calamitosa. E lo stolto pronuncia molte parole”.

Il pettegolezzo rivela qualcosa circa le azioni e gli affari di altri. Può trattarsi di una voce infondata, anche di una menzogna, e benché il pettegolo possa non essere a conoscenza dell’infondatezza della voce, nondimeno la sparge, rendendosi così responsabile della diffusione di una menzogna. Forse il pettegolo parla delle mancanze e degli errori altrui. Ma anche se le cose che dice sono vere, egli ha comunque torto e manifesta mancanza di amore. Il proverbio dice: “Chi copre la trasgressione cerca amore, e chi continua a parlare di una questione separa quelli che sono familiari l’uno con l’altro”. — Pr 17:9.

L’apostolo Paolo diede al sorvegliante Timoteo vigorosi consigli circa la condotta di giovani vedove che non avevano una famiglia a cui accudire e che non erano attive nel ministero. Egli disse: “[Esse] imparano anche ad essere oziose, andando in giro per le case; sì, non solo oziose, ma anche pettegole e intromettenti negli affari degli altri, parlando di cose di cui non dovrebbero”. (1Tm 5:13) Questa è una condotta disordinata. Lo stesso apostolo parla anche di alcuni della congregazione di Tessalonica che “camminano disordinatamente . . . non lavorando affatto ma intromettendosi in ciò che non li riguarda”. (2Ts 3:11) Pietro pone chi “si intromette nelle cose altrui” in pessima compagnia, accanto ad assassini, ladri e malfattori. — 1Pt 4:15.

Viceversa non è pettegolezzo né calunnia e non è sbagliato riferire circostanze che influiscono sulla congregazione a coloro che hanno l’autorità e la responsabilità di agire da sorveglianti e di correggere le cose. Questo è dimostrato da quanto dicono le Scritture a proposito della congregazione cristiana dell’antica Corinto. I dissensi e l’eccessivo onore attribuito a uomini alimentavano il settarismo, nuocendo all’unità della congregazione. Alcuni della famiglia di una certa Cloe, che si rendevano conto di queste cose e si preoccupavano del benessere spirituale della congregazione, ne misero al corrente l’apostolo Paolo, che era assente, ed egli intervenne prontamente scrivendo da Efeso per correggere la congregazione. — 1Co 1:11.

Che differenza c’è fra pettegolezzo e calunnia?

Mentre il pettegolezzo in alcuni casi può essere relativamente innocuo (anche se può degenerare e diventare calunnia), la calunnia è sempre nociva e provoca sempre danno e contesa. I motivi possono essere più o meno malevoli, ma il calunniatore si mette comunque in una cattiva posizione davanti a Dio, poiché fra le cose che Dio odia è menzionato “chiunque suscita contese tra fratelli”. (Pr 6:16-19) Il termine greco per “calunniatore” o “accusatore” è diàbolos. Ricorre nella Bibbia anche come titolo di Satana “il Diavolo”, il grande calunniatore di Dio. (Gv 8:44; Ri 12:9, 10; Ge 3:2-5) Questo indica la fonte di simili accuse diffamatorie.

La calunnia costituisce un inciampo per altri, specie per il calunniato. La Legge data da Dio a Israele comandava: “Non devi andare in giro fra il tuo popolo allo scopo di calunniare. Non ti devi levare contro il sangue del tuo prossimo”. (Le 19:16) A sottolineare la gravità della calunnia, qui viene indicato che in certi casi un’accusa falsa poteva anche causare la morte di un innocente. Molte volte falsi testimoni sono stati impiegati per far mettere a morte degli innocenti. — 1Re 21:8-13; Mt 26:59, 60.

A volte ci sono questioni riservate, ma il calunniatore si diverte a rivelarle ad altri che non hanno alcun diritto di saperle. (Pr 11:13) Il calunniatore prova piacere nel rivelare cose che fanno scalpore. Anche chi gli presta ascolto sbaglia e nuoce a se stesso. (Pr 20:19; 26:22) Uno potrebbe allontanarsi dagli amici a motivo di qualche osservazione diffamatoria sul loro conto fatta da un calunniatore, e potrebbero nascerne inimicizie e divisioni. — Pr 16:28.

Le Scritture predicono che la notevole presenza di calunniatori sarebbe stata una delle caratteristiche degli “ultimi giorni”. (2Tm 3:1-3) Costoro, uomini o donne, se si trovano fra il popolo di Dio, devono essere ripresi e corretti dai responsabili della congregazione cristiana. (1Tm 3:11; Tit 2:1-5; 3Gv 9, 10) Provocando contese (Pr 16:28), la calunnia produce “opere della carne” (come odio, contese, divisioni) che impediranno al calunniatore e ad altri da lui indotti in errore di ereditare il Regno di Dio. (Gal 5:19-21) Per quanto il calunniatore possa essere astuto e insidioso, la sua malizia sarà scoperta nella congregazione. (Pr 26:20-26) Gesù smascherò il calunniatore Giuda (Gv 6:70) di fronte agli apostoli e quindi lo allontanò dalla sua compagnia. Ciò che avvenne dopo portò Giuda alla distruzione. — Mt 26:20-25; Gv 13:21-27; 17:12.

Una forma di calunnia è l’oltraggio; l’oltraggiatore merita di essere espulso dalla congregazione cristiana, essendo condannato dalle Scritture come indegno di vivere. (1Co 5:11; 6:9, 10) Calunnia e oltraggio spesso accompagnano la ribellione contro Dio o contro coloro che egli ha debitamente costituito e nominato per dirigere la congregazione del suo popolo. Un caso del genere è quello di Cora e dei suoi compagni, che parlarono in termini oltraggiosi contro Mosè e Aaronne, ribellandosi contro la disposizione di Dio. (Nu 16:1-3, 12-14) Giuda richiama l’attenzione su quei ribelli e sulla loro fine mettendo in guardia i cristiani contro il parlare ingiurioso, il mormorare, il lamentarsi e il dire “cose gonfie”. — Gda 10, 11, 14-16.

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