BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • it-1 “Giovanni, La buona notizia secondo”
  • Giovanni, La buona notizia secondo

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Giovanni, La buona notizia secondo
  • Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Vedi anche
  • Giovanni, la buona notizia secondo
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Libro biblico numero 43: Giovanni
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • Il diletto Giovanni presenta “la Parola”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
  • Introduzione a Giovanni
    Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
Altro
Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
it-1 “Giovanni, La buona notizia secondo”

GIOVANNI, LA BUONA NOTIZIA SECONDO

Storia della vita e del ministero terreno di Gesù Cristo. Dei quattro Vangeli quello scritto per ultimo.

Lo scrittore. Anche se lo scrittore non viene menzionato per nome, il libro è quasi universalmente attribuito all’apostolo Giovanni. Inizialmente nessuno lo mise in dubbio, tranne alcuni che nel II secolo asserirono che i suoi insegnamenti erano poco ortodossi, ma non perché ci fosse qualche prova che indicasse uno scrittore diverso. Solo con l’avvento della “critica” moderna l’attribuzione del libro a Giovanni è stata di nuovo messa in dubbio.

Le prove intrinseche che l’apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo, ne fu veramente lo scrittore sono così numerose e svariate da mettere a tacere qualsiasi tesi contraria. Qui ne sono menzionate solo alcune, ma il lettore attento, con queste in mente, ne troverà moltissime altre:

(1) Lo scrittore era senz’altro ebreo, come è indicato dalla familiarità che aveva con le opinioni ebraiche. — Gv 1:21; 6:14; 7:40; 12:34.

(2) Doveva essere originario della Palestina e abitarvi, come si desume dalla profonda conoscenza del paese. I particolari relativi ai luoghi menzionati dimostrano che li conosceva personalmente. Parla di “Betania al di là del Giordano” (Gv 1:28) e di ‘Betania vicino a Gerusalemme’ (11:18). Scrive che presso il luogo dove Gesù fu messo al palo c’era un orto con una tomba commemorativa nuova (19:41), che Gesù parlava “nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio” (8:20) e che “era inverno, e Gesù camminava nel tempio sotto il colonnato di Salomone” (10:22, 23).

(3) La testimonianza dello scrittore stesso e i fatti che cita dimostrano che era un testimone oculare. Egli menziona per nome coloro che dissero o fecero certe cose (Gv 1:40; 6:5, 7; 12:21; 14:5, 8, 22; 18:10); indica con precisione l’orario degli avvenimenti (4:6, 52; 6:16; 13:30; 18:28; 19:14; 20:1; 21:4); nelle sue descrizioni inserisce realisticamente delle cifre, e lo fa con la massima naturalezza. — 1:35; 2:6; 4:18; 5:5; 6:9, 19; 19:23; 21:8, 11.

(4) Lo scrittore era un apostolo. Solo un apostolo avrebbe potuto essere testimone oculare di tanti episodi relativi al ministero di Gesù; per conoscere così intimamente la mentalità e i sentimenti di Gesù, le ragioni di certe sue azioni, doveva essere uno dei dodici che lo avevano accompagnato durante tutto il suo ministero. Per esempio, ci dice che Gesù fece una domanda a Filippo per metterlo alla prova, “poiché egli stesso sapeva ciò che stava per fare” (Gv 6:5, 6); precisa che Gesù sapeva “dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano” (6:61), conosceva “tutte le cose che stavano per accadergli” (18:4), “gemé nello spirito e si turbò”. (11:33; cfr. 13:21; 2:24; 4:1, 2; 6:15; 7:1). Inoltre allo scrittore erano noti i pensieri e le impressioni degli apostoli, che in parte erano sbagliati e furono poi corretti. — 2:21, 22; 11:13; 12:16; 13:28; 20:9; 21:4.

(5) Per di più lo scrittore è definito “il discepolo che Gesù amava”. (Gv 21:20, 24) Era evidentemente uno dei tre affezionati apostoli che Gesù si tenne più vicini in diverse occasioni, come alla trasfigurazione (Mr 9:2) e quando era angosciato nel giardino di Getsemani. (Mt 26:36, 37) Di questi tre apostoli è escluso che lo scrittore sia Giacomo perché fu messo a morte da Erode Agrippa I verso il 44 E.V., e non c’è alcuna prova che questo Vangelo fosse già stato messo per iscritto in quella data. Non può neanche essere Pietro perché è menzionato insieme al “discepolo che Gesù amava”. — Gv 21:20, 21.

Autenticità. Il Vangelo di Giovanni era ritenuto canonico dalla primitiva congregazione cristiana. Compare in quasi tutti i cataloghi antichi, nei quali è incluso senza esitazione come autentico. Le epistole di Ignazio di Antiochia (ca. 110 E.V.) contengono chiare indicazioni che egli usava il Vangelo di Giovanni, come pure gli scritti di Giustino Martire di poco più tardi. Questo Vangelo si trova in tutti i più importanti codici delle Scritture Greche Cristiane: Sinaitico, Vaticano, Alessandrino, Ephraemi, Beza, Washingtonianus I e Koridethi, e in tutte le versioni più antiche. Un frammento di questo Vangelo, parte di Giovanni capitolo 18, è contenuto nel papiro John Rylands 457 (P52), della prima metà del II secolo. Inoltre parti dei capitoli 10 e 11 si trovano nel papiro Chester Beatty I (P45), e parte del primo capitolo nel papiro Bodmer II (P66), dell’inizio del III secolo.

Dove e quando fu scritto. Si ritiene generalmente che quando scrisse il suo Vangelo, verso il 98 E.V., Giovanni fosse stato liberato dall’esilio nell’isola di Patmos e si trovasse a Efeso o nelle vicinanze, a circa 100 km da Patmos. L’imperatore romano Nerva (96-98 E.V.) revocò la condanna a molti che erano stati mandati in esilio negli ultimi anni del regno del suo predecessore Domiziano. Giovanni poteva essere fra questi. Nella Rivelazione che ricevette a Patmos, quella di Efeso era una delle congregazioni a cui gli fu comandato di scrivere.

Quando scrisse il suo Vangelo, Giovanni era molto anziano: aveva probabilmente 90-100 anni. Senza dubbio conosceva gli altri tre resoconti della vita e del ministero terreno di Gesù, e anche Atti degli Apostoli e le lettere scritte da Paolo, Pietro, Giacomo e Giuda. Aveva avuto l’opportunità di vedere la dottrina cristiana pienamente rivelata e aveva visto l’effetto della predicazione a tutte le nazioni. Inoltre aveva visto manifestarsi “l’uomo dell’illegalità”. (2Ts 2:3) Aveva assistito all’adempimento di molte profezie di Gesù, principalmente la distruzione di Gerusalemme e la fine del sistema di cose giudaico.

Scopo del Vangelo di Giovanni. Giovanni, ispirato dallo spirito santo, fece una selezione degli avvenimenti da descrivere, perché, come ebbe a dire, in realtà “Gesù compì davanti ai discepoli anche molti altri segni, che non sono scritti in questo rotolo” e “ci sono, in effetti, molte altre cose che Gesù fece, le quali, se fossero scritte nei minimi particolari, suppongo che il mondo stesso non potrebbe contenere i rotoli scritti”. — Gv 20:30; 21:25.

Con questo in mente Giovanni dichiara lo scopo per cui fu ispirato a scrivere, ripetendo ben poco di ciò che era già stato scritto: “Ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate la vita per mezzo del suo nome”. — Gv 20:31.

Giovanni mise in risalto il fatto che ciò che scriveva era reale, vero ed effettivamente accaduto. (Gv 1:14; 21:24) Il suo Vangelo è un prezioso contributo al canone biblico perché è la diretta testimonianza dell’ultimo apostolo di Gesù Cristo ancora in vita.

Diffusissimo. La Buona Notizia secondo Giovanni è la parte della Bibbia che ha avuto più larga diffusione. Migliaia di copie del Vangelo di Giovanni sono state stampate e distribuite, a parte quelle incluse nelle copie della Bibbia completa.

Importanza. In armonia con Rivelazione, dove Gesù Cristo afferma di essere “il principio della creazione di Dio” (Ri 3:14), Giovanni fa notare che Questi era “in principio” con Dio e che “tutte le cose son venute all’esistenza per mezzo di lui”. (Gv 1:1-3) In tutto il Vangelo egli dà risalto all’intimità di questo unigenito Figlio di Dio con il Padre, e cita molte frasi di Gesù che rivelano tale intimità. In tutto il libro sono messi in evidenza il rapporto tra Padre e Figlio, la sottomissione del Figlio e l’adorazione di Geova Dio da parte del Figlio. (Gv 20:17) Questa intimità permise al Figlio di far conoscere il Padre come nessun altro poteva fare e sotto aspetti che i servitori di Dio dell’antichità non potevano comprendere. Inoltre Giovanni dà risalto al tenero amore del Padre per il Figlio e per quelli che diventano figli di Dio esercitando fede nel Figlio.

Gesù Cristo è presentato come il mezzo tramite il quale Dio benedice l’umanità e come l’unica via per arrivare a Dio. È rivelato come Colui per mezzo del quale vengono immeritata benignità e verità (Gv 1:17), e anche come “l’Agnello di Dio” (1:29), l’“unigenito Figlio di Dio” (3:18), “lo sposo” (3:29), “il vero pane dal cielo” (6:32), “il pane di Dio” (6:33), “il pane della vita” (6:35), “il pane vivo” (6:51), “la luce del mondo” (8:12), il “Figlio dell’uomo” (9:35), “la porta” dell’ovile (10:9), “il pastore eccellente” (10:11), “la risurrezione e la vita” (11:25), “la via e la verità e la vita” (14:6) e “la vera vite” (15:1).

Viene dato risalto alla posizione di Gesù Cristo quale Re (Gv 1:49; 12:13; 18:33), e anche alla sua autorità di Giudice (5:27) e al potere di risuscitare concessogli dal Padre. (5:28, 29; 11:25) Giovanni rivela il ruolo di Cristo nell’inviare lo spirito santo quale “soccorritore”, per aiutare a ricordare, per rendere testimonianza riguardo a lui e per insegnare. (14:26; 15:26; 16:14, 15) Ma non lascia che il lettore perda di vista il fatto che si tratta dello spirito di Dio, che emana da Dio ed è inviato dietro Sua autorizzazione. Gesù aveva spiegato che lo spirito santo non poteva venire con tale funzione se egli non andava al Padre, che è maggiore di lui. (16:7; 14:28) Allora i discepoli avrebbero compiuto opere ancora maggiori, grazie al fatto che Cristo sarebbe stato di nuovo con il Padre suo e avrebbe esaudito le richieste fatte in suo nome, tutto allo scopo di rendere gloria al Padre. — 14:12-14.

Giovanni rivela che Gesù Cristo si è sacrificato per riscattare il genere umano. (Gv 3:16; 15:13) Il suo titolo “Figlio dell’uomo” ci ricorda che, essendo diventato carne, egli è il parente più stretto dell’uomo, e quindi, come era stato prefigurato nella Legge, il ricompratore e il vendicatore del sangue. (Le 25:25; Nu 35:19) Cristo disse ai discepoli che il governante del mondo non aveva alcun potere su di lui, perché egli aveva vinto il mondo e di conseguenza il mondo era stato giudicato e il suo governante doveva essere espulso. (Gv 12:31; 14:30) I seguaci di Gesù sono incoraggiati a vincere il mondo rimanendo leali e fedeli a Dio come lui. (Gv 16:33) Questo è in armonia con la Rivelazione che ebbe Giovanni, in cui Cristo sottolinea la necessità di vincere, e promette a chi è unito a lui ricche ricompense celesti al suo fianco. — Ri 2:7, 11, 17, 26; 3:5, 12, 21.

Il brano spurio di Giovanni 7:53–8:11. Questi 12 versetti sono stati ovviamente aggiunti al testo originale del Vangelo di Giovanni. Non si trovano nel manoscritto Sinaitico né nel manoscritto Vaticano 1209, anche se compaiono nel codice di Beza del V secolo e in manoscritti greci più tardi. Sono omessi però da quasi tutte le versioni più antiche. È evidente che non fanno parte del Vangelo di Giovanni. Un gruppo di manoscritti greci mette questo brano alla fine del Vangelo di Giovanni; un altro gruppo dopo Luca 21:38, avvalorando la conclusione che si tratti di un testo spurio e non ispirato.

[Riquadro a pagina 1147]

SCHEMA DEL VANGELO DI GIOVANNI

Storia della vita di Gesù scritta dall’apostolo Giovanni, in cui viene dato risalto al tema che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, mediante il quale è possibile avere la vita eterna

Scritto verso il 98 E.V., più di 30 anni dopo gli altri tre Vangeli e 65 anni dopo la morte di Gesù

La Parola diviene carne ed è identificata come l’Agnello di Dio, il Figlio di Dio e il Cristo (1:1-51)

Colui che era nel principio con Dio, la Parola, risiede fra gli uomini ma viene rigettato dal suo popolo; a quanti l’hanno ricevuto è data autorità di diventare figli di Dio

Giovanni il Battezzatore attesta che Gesù è il Figlio di Dio e l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo

Andrea e poi altri si convincono che Gesù è il Cristo

I miracoli e la predicazione di Gesù dimostrano che è il Cristo, per mezzo del quale si può avere vita eterna (2:1–6:71)

Gesù trasforma l’acqua in vino a Cana

Dice a Nicodemo che Dio ha mandato il Suo unigenito Figlio affinché i fedeli possano avere vita eterna

Parla a una samaritana dell’acqua spirituale che impartisce vita eterna, e si identifica come il Cristo

Gesù compie guarigioni miracolose; gli ebrei protestano per una guarigione compiuta di sabato e cercano di ucciderlo

Annunciando che tutti quelli che credono in lui avranno vita eterna, Gesù predice la risurrezione di quanti sono nelle tombe commemorative

Sfama miracolosamente circa 5.000 uomini; quando la folla vuole farlo re si ritira; a quanti lo seguono dice che è il pane sceso dal cielo e che se vogliono la vita eterna dovranno mangiare la sua carne e bere il suo sangue

Si intensifica l’ostilità verso il Figlio di Dio (7:1–12:50)

Gesù predica intrepidamente nell’area del tempio benché i capi sacerdoti e i farisei cerchino di arrestarlo

Gesù afferma di essere la luce del mondo e che la verità può rendere liberi i suoi ascoltatori, ma essi cercano di lapidarlo

Gesù sana di sabato un uomo nato cieco; i farisei sono furiosi

Gesù si identifica come il pastore eccellente e spiega che le sue pecore ascoltano la sua voce; gli ebrei cercano nuovamente di lapidarlo

La risurrezione di Lazzaro intimorisce i capi religiosi ebrei; essi decidono che sia Gesù che Lazzaro devono morire

Gesù entra in Gerusalemme ed è acclamato Re dalla folla ma non dai farisei

Alla Pasqua, Gesù impartisce gli ultimi consigli ai seguaci (13:1–17:26)

Lava loro i piedi per insegnare l’umiltà e dà “un nuovo comandamento”, quello di amarsi l’un l’altro come li ha amati lui

Si identifica come la via, la verità e la vita; promette che manderà lo spirito santo ai discepoli dopo che se ne sarà andato

Per portare frutto i suoi seguaci devono restare uniti a lui, la vera vite; comunque saranno perseguitati

Gesù prega per i suoi seguaci e riferisce al Padre di avere finito l’opera affidatagli, rendendo manifesto il Suo nome

Gesù viene arrestato, rigettato dalla nazione ebraica e messo al palo (18:1–19:42)

Nel Getsemani Gesù è arrestato; viene condotto davanti ad Anna, Caiafa e poi Pilato

Dice a Pilato che il Suo regno non fa parte di questo mondo

Falliti i tentativi di Pilato per liberarlo, Gesù viene messo al palo e muore

Giuseppe di Arimatea e Nicodemo si occupano della sua sepoltura

Giovanni conclude dimostrando che Gesù è risorto a conferma che è veramente il Cristo (20:1–21:25)

Gesù si mostra a Maria Maddalena, poi agli altri discepoli, incluso Tommaso

In Galilea compie l’ultimo miracolo, la pesca miracolosa, quindi ordina a Pietro: “Pasci le mie pecorelle”

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi