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Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
it-2 “Parente”

PARENTE

Persona a cui si è legati da vincoli di sangue o di affinità. Nelle lingue bibliche originali per indicare un parente ci sono diversi termini, con i seguenti significati e usi.

Nelle Scritture Ebraiche goʼèl (dal verbo gaʼàl, che significa “redimere” o “ricomprare”) si riferisce al parente maschio più stretto avente il diritto di ricompra, o a un vendicatore del sangue. Gli omicidi volontari dovevano essere messi a morte dal “vendicatore del sangue”. (Nu 35:16-19) Il grado di parentela di Boaz con Naomi e Rut era quello di “ricompratore”. (Ru 2:20; 3:9, 12, 13; 4:1, 3, 6, 8, 14) Geova stesso, il grande Padre o Datore di vita, è per i suoi servitori sia un Vendicatore che un Ricompratore. — Sl 78:35; Isa 41:14; 43:14; 44:6, 24; 48:17; 54:5; 63:16; Ger 50:34.

Sheʼèr (organismo) si riferisce a un parente carnale o consanguineo. Le leggi di Dio vietavano i rapporti sessuali con uno stretto ‘parente consanguineo’, ad esempio una zia. (Le 18:6-13; 20:19) Se un israelita si indebitava con un residente forestiero, allora un fratello, uno zio, un cugino o qualunque altro “parente consanguineo” poteva ricomprarlo. (Le 25:47-49) Oppure se uno moriva senza figli, figlie, fratelli o zii, allora l’eredità andava al prossimo “parente consanguineo” più stretto. — Nu 27:10, 11.

Qaròhv (vicino) non indica solo un parente stretto, ma anche un conoscente intimo. Se un fratello diveniva così povero da dover vendere i suoi possedimenti, un “parente stretto” doveva ricomprarglieli. (Le 25:25) Giobbe era addolorato perché i suoi “intimi conoscenti” lo avevano abbandonato, e Davide si lamentò che i suoi “intimi conoscenti” se ne stessero lontani. — Gb 19:14; Sl 38:11.

Termini affini a yadhàʽ (conoscere) possono riferirsi a un congiunto o a un semplice conoscente. Naomi aveva “un congiunto di suo marito” di nome Boaz. Ieu giustiziò tutti quelli della casa di Acab, “conoscenti” inclusi. — Ru 2:1; 2Re 10:11.

Nelle Scritture Greche Cristiane syggenès si riferisce a un consanguineo, ma non è mai usato per esprimere il legame fra genitori e figli. Secondo questa regola, si noti ciò che Gesù disse ai suoi seguaci: “Sarete consegnati perfino da genitori e fratelli e parenti [forma di syggenès] e amici”. (Lu 21:16) Non trovando più il dodicenne Gesù, i suoi genitori si misero a cercarlo fra i “parenti”. (Lu 2:44) Quando si fa una festa, consigliò Gesù, non bisogna invitare i propri “parenti”, che potrebbero ricambiare l’invito, bensì i poveri. (Lu 14:12-14) Quando Pietro portò a Cornelio la buona notizia della salvezza, c’erano anche i “parenti” di Cornelio. (At 10:24) Nella sua lettera ai Romani, Paolo chiama suoi “parenti” sia gli israeliti collettivamente che alcune persone singolarmente. — Ro 9:3; 16:7, 11, 21.

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